Cari amici lettori, autori, editori e curiosi,
oggi per la rubrica “Intervista al blogger recensore di libri”(che si affianca alla rubrica “Intervista al critico letterario”) abbiamo ospite Marina Traversa, blogger molto popolare su Instagram e non a caso: basta leggere anche una sua singola recensione per capire perché sia tanto apprezzata. Marina si contraddistingue per onestà, oggettività e capacità analitiche. Purtroppo di recente è stata oggetto di ingiustificati improperi solo per avere sgranato un po’gli occhi di fronte al far west che caratterizza il mondo della critica letteraria amatoriale.
Oggi quindi con Marina cercheremo di fare un po’ più di chiarezza su ruoli e competenze di due figure ben distinte: il critico letterario di professione e l’amatore della critica letteraria, ossia il blogger recensore di libri. Lo faremo approfondendo un post che è già circolato in rete a seguito delle osservazioni di Marina sull’etica che dovrebbe guidare chi svolge la sua stessa attività.
Chi è e che cosa fa il critico letterario? Il critico letterario di professione è una persona con un titolo accademico adeguato o/e un autorevole esponente del mondo culturale o/e scrittore a sua volta. Il critico letterario non è MAI retribuito dagli autori, ma dalle testate giornalistiche digitali o cartacee o riviste letterarie con le quali collabora e che gli affidano libri da loro selezionati (più raramente da loro proposti). Il rapporto tra critico e autore, difatti, non è mai diretto perché poco "igienico" (citando Gianfranco Franchi, critico letterario). Perché? Ovvio: se un autore pagasse direttamente i critici, di certo lo farebbe per ricevere encomi e non per " farsi fare le pulci ". Un autore pagante, sia per essere pubblicato sia per essere recensito, non è attendibile e non è definibile SCRITTORE. Gli scrittori non pagano, ma semmai sono pagati.
E il blogger recensore di libri, chi è? Il blogger recensore di libri, critico per passione, sceglie i titoli da recensire in autonomia o accetta di recensire libri su richiesta solo se di suo gradimento, appunto perché legge per il suo piacere. È "retribuito" in libri e non in denaro, proprio per non essere condizionato nel giudizio. Tale situazione è un tacito accordo tra editori/autori e blogger, che può essere ratificato per iscritto, a rischio e pericolo degli editori e degli autori. La figura del recensore online è fondamentale soprattutto per far conoscere ai lettori gli autori esordienti ed emergenti, ossia quelli che pubblicano con la microeditoria e la piccolo-media editoria, le quali non hanno gli stessi mezzi per la promozione e la distribuzione della big editoria. I critici letterari di professione, difatti, nella maggior parte dei casi, recensiscono scrittori già noti e vincitori di premi letterari. In ogni caso, entrambe le figure si prendono cura di leggere un’opera per sviscerarne tutti gli aspetti che a taluni lettori possono sfuggire. La loro è un’attività che richiede ottime capacità analiche, obiettività e onestà intellettuale, conoscenza della lingua italiana e pazienza. Spesso, infatti, hanno a che fare con autori che non accettano consigli e critiche costruttive o con la spocchia degli “intoccabili”. Gli autori che affidano le loro opere a un recensore dovrebbero tenersi pronti a non ricevere solo encomi, ma anche osservazioni non pienamente positive. Un recensore coscienzioso, d’altronde, è un critico che non mente.
Tra queste due figure, la figura professionale del critico letterario e la figura amatoriale del blogger recensore di libri, c’è una moltitudine di personaggi la cui attività lascia davvero pensare. Ed è qui che iniziano i guai: nessuna regola, nessun ordine e nessuna deontologia. Che il mondo editoriale sia un caos ormai è risaputo. Ad oggi mancano normative che definiscano ruoli e competenze. Ed ecco spiegato, per esempio, il fenomeno delle “case editrici” a pagamento (“se mi paghi, ti pubblico”), più onestamente definibili “tipografie con servizi aggiuntivi” che, di fatto, pubblicano gli scarti delle case editrici vere. Per qualsiasi aspirante autore, difatti, è un’ultima ratio pagare per pubblicare una propria opera, un’ultima ratio alla quale però non sa resistere, se affetto da vanity press. Ed ecco anche spiegata l’immissione nel mercato editoriale di opere di scarsa qualità, se non di nessuna. A pagarne le spese sono i veri editori della microeditoria in particolare e della piccolo-media. Costoro il massimo che possono fare è tutelarsi adottando l’acronimo No Eap (no editoria a pagamento) per contraddistinguersi dai sedicenti editori che chiedono forme di co-investimento agli autori. Purtroppo ad oggi non esiste nessun acronimo che tuteli i blogger dai “Carneadi a tariffa mobile” (tariffe che possono arrivare anche a 700 euro per una recensione). C’è da dire che i critici letterari lavorano con partita iva, mentre i blogger che chiedono denaro agli autori difficilmente emettono fatture, quindi svolgono un’attività non legale oltre che deontologicamente scorretta. Il problema però forse non è tanto dei furbetti che approfittano degli autori, ma degli autori stessi che a loro si rivolgono per ottenere attenzione sulle loro opere, evidentemente ignorate dai blogger non a pagamento. Gli autori che pagano 700 euro per farsi leggere o sono spiriti deboli o narcisisti taglia extra large o incapaci o, nella migliore delle ipotesi, ingenui (in quest’ultimo caso, dispiace…ovvio). Vi immaginate Baricco pagare qualcuno? Per un autore rivolgersi a questi personaggi è un autogol non indifferente, perché prima o poi i nodi vengono al pettine. Certo, non è sempre semplice per un lettore capire se sta leggendo una recensione pagata dall’autore e perciò stesso poco attendibile. Di recente ho letto un post di una lettrice che scriveva “non leggo le recensioni, tanto sono tutte false”. La lettrice in questione era convinta che fosse prassi comune per gli autori pagare i recensori. I blogger di un certo calibro deontologico potrebbero per tutelarsi usare un acronimo NoRp (no recensioni a pagamento) o qualcosa di analogo. Il rischio è che poi si faccia di tutta l’erba un fascio. Dispiace davvero tanto sapere che chi mette tanta passione e onestà nella propria attività possa non essere riconosciuto per questo.
È importante che i lettori e i recensori sappiano distinguere se un libro provenga dall’editoria o dalla pseudo editoria (a tal proposito in rete esistono diversi siti con elenchi più o meno accurati e più o meno attendibili sugli editori No Eap. Tuttavia, un confronto tra fonti è sempre auspicabile, prima di acquistare un libro o accettare una collaborazione. È altrettanto importante che i lettori sappiano che tipo di recensione stanno leggendo.
E ora partiamo con l’intervista alla gentile Marina, che ringrazio vivamente per la disponibilità nel rispondere alle domande in modo puntuale e sincero.
Ciao Marina, vuoi parlarci della tua attività di blogger?
Ciao Elisa! Fin da piccola ho avuto la passione per la lettura, ma mai persone con cui condividerla. Poi, durante il lockdown del 2020 ho scoperto per caso che su Instagram c’era una community chiamata bookstagram… e non ci ho pensato due volte a farne parte! I primi mesi ho parlato solo di libri che avevo letto gli anni precedenti…non ero esperta e non scrivevo delle vere e proprie recensioni. Lo scorso dicembre ho iniziato le collaborazioni e il profilo è diventato decisamente più “professional”!
La tua vocazione alla critica letteraria nasce dalla lettura curiosa e onnivora o selettiva?
Per quindici anni ho letto solo classici. Da quando ho il profilo Instagram, invece, leggo un po’ di tutto! Diciamo che mi si è aperto un mondo grazie alle collaborazioni e alle recensioni di altri blogger!
Che cosa cerchi negli autori di narrativa?
Dipende dal momento. Ci sono periodi in cui cerco letture che offrono spunti di riflessione, altri in cui invece cerco emozioni e altri ancora in cui ho bisogno di libri “leggeri” per distrarmi dalla vita reale.
Che cosa ti attira primariamente di un libro?
La sinossi. Un tempo ero attirata anche dalla copertina, ma in questi mesi ho trovato libri meravigliosi dalla copertina banale e viceversa, per cui ho iniziato a dare peso solo alla sinossi.
Come selezione i libri da recensire? Recensisci solo libri da te scelti o anche quelli che ti sono segnalati?
Entrambe le cose! Leggo libri che mi ispirano tra quelli che mi vengono proposti come collaborazione da autori o case editrici, e compro libri che mi attirano dopo aver letto recensioni di altri blogger!
Per far capire meglio i tuoi gusti letterari a chi ti propone in lettura un’opera, ti chiedo di rivelarci tra i classici, di narrativa di qualsiasi genere, quali libri ti hanno più appassionata.
Facendo una super selezione, direi “Il rosso e il nero” di Stendhal, “Lo scannatoio” di Zola, “Tenera è la notte” di Fitzgerald, “1984” di Orwell, “Il mondo nuovo” di Huxley, “Delitto e castigo” di Dostoevskij e “La ciociara” di Moravia.
Che genere di libro non leggeresti mai?
Guarda, il mio motto è “mai dire mai”. Ho sempre evitato certi generi come il romance, l’horror e il dark academia perché ero convinta che non facessero per me e invece mi sono dovuta ricredere!
Quali criteri di valutazione applichi nel recensire un libro di narrativa?
Beh, se un libro ha errori grammaticali o strutturali o manca completamente di editing, la recensione è negativa a prescindere dal contenuto. Per il resto, mi baso sul grado di coinvolgimento: se un libro non mi trasmette niente, per me è un grande no anche se è scritto bene.
Che cosa pensi della cosiddetta “editoria” a pagamento? Credi che sia giusto che i lettori non sappiano l’origine di un libro, quindi se esso provenga o meno da case editrici a pagamento?
Eh qui rischio di scrivere un papiro. In generale sono contraria all’editoria a pagamento. Alcune di queste CE pubblicano qualsiasi cosa e quindi ci troviamo sul mercato libri che sarebbe meglio non fossero mai stati pubblicati. Però non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Io stessa ho recensito libri di CE a pagamento che ho amato, per cui non mi sento di demonizzare l’intera categoria.
Per quanto riguarda la seconda domanda, io come lettrice vorrei sapere l’origine di un libro. Questo non significa “scartarlo automaticamente” se è stato pubblicato a pagamento, perché, come ho scritto sopra, ogni libro è un caso a sé. Però per una questione di trasparenza, penso che i lettori abbiano diritto di sapere il più possibile su quello che comprano.
Credi che sia giusto che un lettore non sappia se un autore ha pagato un blogger per farsi recensire una sua opera?
Assolutamente no! Un lettore dovrebbe sempre sapere se la recensione di un blogger è stata fatta dietro compenso! È una questione di trasparenza fondamentale!
Ti è mai capitato di recensire autori esordienti o emergenti?
Eccome! Negli ultimi mesi ho letto prevalentemente libri di autori emergenti!
Quali generi preferisci?
Romanzi psicologici/introspettivi, distopici, thriller. Però ho amato tanti libri di tutt’altro genere per cui cerco di essere aperta ad ogni cosa.
Se fossi costretta a scegliere tra un libro con un’idea originale, ma con una scrittura non particolarmente intrigante e un libro con un tema banale, ma scritto in modo eccelso, che cosa sceglieresti?
Assolutamente il primo. Non saprei cosa farmene di un libro scritto benissimo ma pieno di banalità.
Per inquadrare un libro prima di farne una lettura completa ti capita mai, “di nascosto da te stessa”, di dare una sbirciatina a una pagina a caso o di leggerne l’incipit e addirittura la fine?
Ogni tanto leggo l’incipit per curiosità, ma non mi baso su quello nel scegliere un libro perché, per esperienza personale, un buon incipit non significa affatto un buon libro. Sbirciare altre pagine o addirittura la fine mai, mi rovinerebbe il piacere di leggere!
Ti è mai capitato:
-di interrompere un libro perché proprio non hai trovato nessun motivo per terminarlo?
Mi è capitato di interrompere libri che trovavo mortalmente noiosi, oppure libri che trattavano temi troppo “angoscianti” e mi facevano stare male. In generale, però, cerco di portare un libro fino alla fine, perché potrebbe sempre migliorare nelle pagine successive!
-di annoiarti mortalmente in una lettura e riporre il libro facendo pensieri inesprimibili?
Sì, mi è capitato diverse volte! E anche con libri molto amati in generale.. non faccio nomi che è meglio!
-di leggere uno stesso romanzo per il piacere di rivivere le emozioni della prima volta che lo hai letto?
Assolutamente! Ci sono tanti romanzi che rileggo periodicamente. Quelli che ho riletto di più sono “Il rosso e il nero” di Stendhal, “Lo scannatoio” di Zola e “Delitto e castigo” di Dostoevskij… ma ce ne sono molti altri!
-di emozionarti nella lettura fino a commuoverti?
Mi commuovo molto facilmente. Per alcuni libri ho pianto dall’inizio alla fine. Se il libro è coinvolgente, riesco ad immedesimarmi nel protagonista o in uno dei personaggi, e “provo sulla mia pelle” tutto quello che capita a lui.
Quanto tempo impieghi per leggere un libro che ti appassiona?
Se un libro mi prende, mollo tutto e lo leggo fino alla fine… non riesco proprio a fare interruzioni. Leggo quasi sempre la sera e la notte, per cui vado avanti ad oltranza senza guardare l’ora. Il tempo impiegato dipende dal numero di pagine.. Ho letto libri di trecento pagine in tre ore. Però sono casi rari.
Ti sei mai sentita tradita da una copertina o da una quarta di copertina?
Eccome! Ho comprato libri basandomi sulla trama/commento della CE in seconda o quarta di copertina che si sono rivelati un’enorme delusione. Purtroppo ci sono CE che esaltano alcuni libri in modo eccessivo…
Preferisci leggere libri in formato cartaceo o e-book?
Leggo solo in formato cartaceo: amo avere un libro tra le mani, sfogliare le pagine, riporlo in libreria a fine lettura.. Ho provato una volta a leggere un e-book e ho smesso dopo mezz’ora!
Qual è la tua più grande soddisfazione nell’attività che svolgi come critica?
La soddisfazione più grande è quando un lettore mi scrive di aver comprato e amato un libro dopo aver letto la mia recensione. In quei momenti sento che il mio “lavoro” è utile a qualcuno e non fine a se stesso.
Secondo te, in generale quanto può influire nella scelta di un libro la lettura delle recensioni che lo riguardano?
Dipende dal libro. Se si tratta di un libro “famoso”, penso che le recensioni abbiano un peso relativo. Per libri poco conosciuti, invece, il lavoro di noi blogger è fondamentale!
Come deve essere per te la recensione “perfetta”?
Non ci sono regole.. leggo recensioni di blogger che hanno stili completamente diversi. La cosa fondamentale è che la recensione riesca a coinvolgermi e a farmi provare l’impulso di andare subito in libreria a prendere il libro!
Che consiglio daresti a chi volesse aprire un blog di recensioni di libri?
Avere un proprio stile e non cercare di imitare altri blogger. Siamo tantissimi a recensire libri, per cui è fondamentale avere una propria personalità per distinguersi.
Quali progetti hai per i prossimi anni?
Più che progetti, ho un unico desiderio: dare visibilità a libri che ho amato e che purtroppo sono poco conosciuti. Ci sono tanti libri che meritano e che non riescono ad arrivare alle librerie perché sono self-published o di case editrici minori. Vorrei dare spazio a loro. E ne approfitto per dire una cosa a chiunque legga questa intervista: una casa editrice famosa non è necessariamente sinonimo di qualità… c’è un intero mondo da scoprire al di fuori delle grandi CE!
Che cosa vuoi dire ai lettori? Hai qualche consiglio da dar loro su come scegliere i libri?
Di basarsi sempre sulla sinossi e di andare a leggere le recensioni scritte da blogger… ma facendo attenzione, perché non sempre le recensioni sono “veritiere”. Per cui più se ne legge e meglio è!
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"Marina Traversa 1 (Libri e non solo)"
Bella intervista, Marina è una bellissima persona con una notevole cultura letteraria