FILM E SERIE TV
Titolo originale: Alias Grace
Anno: 2017
Paese: Canada
Genere: Drammatico, Storico, Thriller psicologico
Ispirazione: Tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Atwood
Regia: Mary Harron
Sceneggiatura: Sarah Polley
Numero episodi: 6
***
L’Altra Grace ha polarizzato completamente la mia attenzione. Da appassionata di storie ambientate nell’Ottocento, ho trovato in questa miniserie un livello di profondità narrativa e visiva raramente eguagliato. Il contesto storico – il Canada vittoriano, un’epoca segnata da rigide gerarchie sociali e da un’opprimente morale puritana – è reso con straordinaria maestria. L’ambientazione non è mai un semplice sfondo decorativo, ma un elemento vivo, capace di trasmettere il senso di prigionia, fisica e psicologica, che avvolge la protagonista.
La narrazione si sviluppa attraverso i racconti della stessa Grace, che ricostruisce la propria vita per il dottor Simon Jordan, un medico affascinato dal suo caso. Condannata per un efferato duplice omicidio, la giovane donna ripercorre la sua esistenza segnata da povertà, ingiustizie e incontri determinanti. Ma il suo resoconto è attendibile? Attraverso una struttura narrativa frammentata tra presente e passato, la serie trascina lo spettatore in un labirinto di ricordi, testimonianze e suggestioni, lasciando che la verità rimanga sempre un passo più in là.
A livello cinematografico, L’Altra Grace, a mio avviso, si distingue nettamente da molte altre produzioni in costume che, pur curando i dettagli visivi, finiscono per appiattire l’epoca in una sterile estetica da cartolina. Qui non c’è traccia di quell’effetto patinato che spesso affligge le serie storiche meno riuscite, dove tutto sembra artificiosamente levigato e privo di vita. Al contrario, la regia e la fotografia restituiscono un Ottocento autentico, con luci calde e soffuse che avvolgono interni angusti e ombre che sembrano custodire segreti inconfessabili. L’atmosfera è pervasa da un senso di inquietudine, un realismo che rende ogni scena vibrante e credibile.
Ma ciò che davvero distingue questa serie è la sua capacità di fondere il fascino del racconto storico con un’indagine psicologica di rara intensità. L’Altra Grace non si limita a rievocare un’epoca, ma ne esplora le dinamiche di potere, la violenza sotterranea e la condizione della donna in un mondo che la riduce a un oggetto di giudizio e controllo.
La miniserie, tratta dal romanzo di Margaret Atwood, è un’opera che sfida lo spettatore a interrogarsi sulla natura della verità e dell’identità. Attraverso una narrazione stratificata e ambigua, la storia esplora il confine sfumato tra colpa e innocenza, realtà e proiezione, lasciando emergere un ritratto inquietante della condizione femminile nell’Ottocento.
Il titolo L’Altra Grace (una delle prime cose che mi ha incuriosito) riflette il tema centrale della miniserie e del romanzo: la duplicità della protagonista e l’ambiguità della sua identità. La storia di Grace Marks (interpretata divinamente da Sarah Gadon) non è mai univoca, ma si frammenta tra versioni contrastanti, ipotesi psicologiche e proiezioni altrui. Grace appare sempre come un enigma: è vittima o carnefice? Una giovane ingenua trascinata in un crimine o una manipolatrice scaltra? La verità su di lei è sfuggente, proprio come la sua personalità. L’“altra” Grace del titolo potrebbe essere la parte di sé che rimane nascosta, quella che solo lei conosce o che forse nemmeno lei riesce a distinguere.
Un momento cruciale della serie è la seduta di ipnosi condotta da Jeremiah, in cui sembra emergere un’altra personalità dentro di lei: Mary Whitney, la sua amica morta. Questo episodio solleva domande inquietanti. Grace è posseduta dallo spirito di Mary, come crede la mentalità superstiziosa dell’epoca? Oppure soffre di un disturbo dissociativo, sviluppato per difendersi dai traumi subiti? Se così fosse, l’“altra” Grace sarebbe una parte della sua psiche creata per sopravvivere. Grace è anche una donna che non può mai essere davvero se stessa: gli uomini di potere la definiscono, la giudicano, la trasformano in un simbolo. Per la stampa è un mostro, per i suoi difensori un’innocente perseguitata, per il dottor Jordan un enigma da risolvere e un oggetto di desiderio. L’“altra” Grace potrebbe essere quella costruita dagli altri, l’immagine che la società proietta su di lei senza mai conoscere la sua vera essenza. Chissà!
Il destino del dottor Jordan è emblematico: partito con la presunzione di svelare il mistero di Grace, finisce per esserne inghiottito. La sua caduta non è solo quella di un uomo, ma di un’intera visione del mondo che crede di poter ridurre l’essere umano a una diagnosi, a una categoria definita. La sua deriva catatonica è il sigillo di una sconfitta intellettuale ed esistenziale.
Lo spettatore rimarrà con il mistero di una donna che non è mai una sola, ma molteplici figure sovrapposte. Il romanzo e la serie non offrono una verità definitiva: lasciano aperta la possibilità che Grace stessa non sappia chi sia davvero, persa tra le molteplici versioni di sé create dalla memoria, dalla paura e dal giudizio degli altri.
Consigliato a...
Consigliato a chi ama le storie enigmatiche, i ritratti psicologici complessi e le opere che sfidano la percezione della realtà.
Attenzione: c’è una scena cruenta che mostra l’uccisione di un animale. Essendo preannunciata dalla sceneggiatura, chi, come me, fatica ad accettare questo tipo di immagini può facilmente evitarla, saltando la scena e risparmiandosi l’orrore.