Cari lettori, editori, autori e curiosi,
in questa intervista conosceremo il blogger recensore di libri Alessandro Raschellà, il quale ha una posizione netta sulla cosiddetta “editoria a pagamento”. Speriamo che, nel tempo, sempre più recensori blogger si dimostrino sensibili al tema e lo approfondiscano per decidere consapevolmente se recensire o meno opere di autori paganti. Molti recensori, difatti, non si pongono il problema della provenienza dei testi che si trovano a recensire. L’auspicio è che ognuno di noi faccia la propria parte per non incoraggiare il mercato di questa pseudo-editoria che, per non ingenerare confusione, carpendo la buona fede degli acquirenti, andrebbe qualificata diversamente, per esempio “tipografia con servizi aggiuntivi”. Per chi ancora non lo sapesse, l’editoria vera non chiede contributi all’autore ma è esattamente il contrario: remunera l’autore con le royalties ed eventualmente con anticipi, i quali ultimi però non riguardano la microeditoria. Nelle redazioni arrivano migliaia di proposte editoriali. L’editoria non a pagamento seleziona in modo accurato i propri autori. Cedere all’editoria a pagamento è un’ultima ratio cui ricorre l’affetto da “vanity press” e, purtroppo, talvolta anche l’autore capace.
Alessandro Raschellà, non solo dimostra competenza nel settore editoriale, ma ha anche le idee chiare su ciò che ama leggere e quindi predilige recensire.
Ora do la parola ad Alessandro Raschellà, non prima di invitarvi a visitare il suo blog letterario “Mia nonna fuma”. In calce troverete il link.
Buona lettura!
Ciao Alessandro, ti vuoi presentare a chi ci legge? Parlaci un po’ di te e del tuo blog.
Ciao Elisa, grazie per avermi ospitato sul tuo blog. Sono nato e cresciuto in Calabria e vivo attualmente tra Barcellona e Liverpool dove lavoro come professore di Reti di Telecomunicazioni all’università John Moores. Ho deciso di aprire il mio blog per parlare della mia più grande passione: la letteratura. Parlo soprattutto di quello che leggo e ogni tanto anche di quello che scrivo, difatti il nome del blog ‘Mia Nonna Fuma’ è anche il titolo del mio primo romanzo pubblicato da una piccola casa editrice nel 2012 e ripubblicato nel 2019 su Amazon. A quel romanzo ne sono poi seguiti altri due, ma quella è un’altra storia.
Che cosa pensi della cosiddetta “editoria” a pagamento?
Le case editrici a pagamento per me sono più vicine a una tipografia per come lavorano. Io consiglio sempre a tutti gli autori emergenti di starne alla larga. Rispondono presto, a volte prestissimo, alla faccia di quelli che ti dicono che le case editrici rispondono dopo minimo 6 mesi, se ti va bene; a volte mentre l’autore che le contatta sta ancora rileggendo l’email appena inviata dall’intuitivo titolo “Valutazione Manoscritto” per cercare l’eventuale errore di ortografia che gli avrebbe stroncato la carriera sul nascere. Tra l’altro rispondono con messaggi che all’inizio emozionano, il tempo di leggere i primi 2-3 paragrafi della loro email, grazie all’introduzione che descrive il manoscritto che si è appena proposto come un futuro capolavoro, che ha fatto innamorare tutta la redazione, che rientra perfettamente nella loro linea editoriale e che avrebbe trovato facilmente spazio nelle librerie di tutta Italia. In allegato inviano già il contratto editoriale formato da 15 lunghissimi punti, i cui primi 14 fanno impazzire di gioia l’autore/autrice che li hanno contattati. Ma poi, all’improvviso arriva il quindicesimo punto che sbatte in faccia la realtà. Sì perché la casa editrice a pagamento, dopo non aver neppure letto il manoscritto proposto per una valutazione, chiede un piccolo contributo spese sotto forma a volte di un acquisto di almeno 200 copie al modico prezzo di circa 2800 euro, oppure chiede direttamente i 2800 euro perché il mondo editoriale è duro e non è facile promuovere un autore emergente e bla bla bla. Che poi non capisco perché continuino a insistere con questo mondo così difficile e non si trovano un altro lavoro dove poter guadagnare uno stipendio facile facile e senza prendere in giro.
Comunque a parte l'editoria a pagamento c'è un'altra tipologia di casa editrice che mi innervosisce molto: quella che ti pubblica onestamente come dovrebbe, ma che non fa l'editing e pubblica il libro in condizioni pessime perché sa che l'autore emergente le sue 50/100 copie le vende da solo comunque. Fa il suo bel guadagno con le copie vendute dall'autore e poi l'abbandona e tante volte o non paga le royalties o li devi supplicare per fartele pagare. Ce ne sono tante case editrici cosí, a me ne sono toccate due, ma conosco tanti altri autori che hanno avuto la stessa esperienza con altre. Per me è quasi peggio dell'editoria a pagamento perché un libro lanciato male sul mercato stronca la carriera dell'autore emergente.
Recensisci autori esordienti?
Assolutamente, sono tra l’altro quelli più recensiti nel mio blog. Ma solo gli autori esordienti che pubblicano con case editrici che conosco e che reputo valide.
Come scegli i libri da leggere?
Di solito leggo e recensisco libri che appartengono ai miei generi preferiti, che variano tra i classici, il realismo sporco, il minimalismo, i romanzi di formazione e il pulp. A volte faccio un’eccezione per autori o casi editrici che mi contattano, ma cerco di analizzare bene la sinossi dell’opera proposta prima di accettare perché sul mio blog mi piace dare consigli su romanzi a mio avviso da leggere. Non leggo mai fantasy, chick-lit e fantascienza (salvo qualche classico).
Quali criteri di valutazione applichi nel recensiere un’opera di narrativa?
Mi piace analizzare sempre lo stile dell’autore. Se uno scrittore è bravo la storia può persino passare in secondo piano. Esempi sono Chuck Palanhiuk e José Saramago, autori che per me si riconoscono leggendo solo qualche frase. Se lo stile dell’autore è valido e rappresenta nel romanzo una componente innovativa che non avevo letto prima, la recensione parte sempre bene indipendentemente dalla storia. Per me è anche importante la chiarezza dei contenuti e i messaggi degli autori. Mi spiego. Non sopporto i libri che presentano contorsioni mentali senza senso che fanno finta di celare messaggi che solo i lettori più bravi sanno cogliere. Preferisco i libri semplici con una narrazione che scorre con armonia e facile da seguire. Per esempio, Paul Auster è un maestro della semplicità che nasconde messaggi profondi. Inoltre, un libro scritto solo per divertire, come un film d’azione pieno di botte, inseguimenti ed effetti speciali, e senza contenuti per me non merita di essere letto (ovviamente dal mio punto di vista di blogger).
Qual è la tua più grande soddisfazione nell’attività che svolgi?
Principalmente leggere i ringraziamenti sinceri degli autori che mi contattano dopo aver letto la mia recensione. Ma anche ricevere messaggi da chi segue il mio blog che mi scrive per parlarmi dei libri letti e apprezzati grazie ai miei consigli.
Secondo te, quanto può influire nella scelta di un libro la lettura delle recensioni che lo riguardano?
Ormai grazie anche al self publishing ci sono migliaia di libri nel mercato e per un appassionato di letteratura non è facile trovare il romanzo giusto. A quel punto le recensioni di un libro su un blog di letteratura seguito diventano determinanti. Io per esempio, ogni volta che smaltisco un po’ di letture, do un’occhiata ai consigli di alcuni blog che seguo e di cui mi fido per scegliere le mie nuove letture.
Intervista molto interessante per chi muove i primi passi da autore non conoscendo le dinamiche dell'editoria. Grazie mille per i chiarimenti preziosi.