Cari lettori,
Benvenuti in questa nuova intervista! Oggi abbiamo il piacere di avere con noi Carmela G. Tomei, l'autrice di 'Aria', una distopia ambientata in un mondo post-apocalittico, in cui la sopravvivenza umana dipende da sistemi di filtraggio dell'aria. Con una trama che segue le vicende di Arianna e Tristano, l'autrice ci guida attraverso un viaggio che solleva domande profonde sulla verità e sulla determinazione umana. Pronti per scoprire i segreti dietro la creazione di questo affascinante universo letterario?"
QUARTA DI COPERTINA
Intanto vi ripoto ecco la descrizione del romanzo:
"Fantasy - romanzo breve (48 pagine) - Non si può vivere senza respirare. Per questo, dopo la Nube del 2029, il Governo ha creato CHON, i sistemi di filtraggio dell’aria. Per proteggere i cittadini. Per garantire loro la sopravvivenza. E se fosse tutta una menzogna, tu cosa faresti? Arianna e Tristano abitano nella Cupola3 da sempre: tutto ciò che sanno del mondo di fuori lo hanno appreso sui tablet o dalle interviste agli Anziani, che raccontano come si viveva prima della Nube del 2029. Da diciannove anni, infatti, il genere umano è costretto a restare sotto le Cupole, dove speciali ventole purificano l’aria e la rendono respirabile. Ma Tristano non vuole arrendersi a un’esistenza in una prigione di vetro e mattoni ed è determinato a trovare A.Ri.A., un gruppo di ribelli in cerca di un modo per tornare a vivere all’aperto. Una mattina viene preso dai Vigilanti e fatto sparire, proprio quando sta per confidare qualcosa ad Arianna. Da quel momento per lei comincia un incubo: si risveglia in ospedale, vittima di un pestaggio, e le viene mostrato un video di sorveglianza dove risulta chiaro che è stato proprio il suo amico a ridurla in quello stato. Possibile che Tristano le abbia fatto del male?
INTERVISTA
Cosa ti ha ispirato a creare l'ambientazione distopica della Cupola3 e della Nube del 2029 nel tuo romanzo "A.Ri.A" ? Hai qualche riferimento particolare alla realtà o all'attualità?
L’ambientazione è nata unendo degli stati d’animo provati durante la pandemia di Covid-19, come si può facilmente intuire, a quelli legati alla condizione climatica attuale: queste sono state le premesse per creare lo scenario, in cui ho cercato di immaginare un possibile sviluppo di società a partire da quella contemporanea.
Come hai affrontato l'idea dei CHON, i sistemi di filtraggio dell'aria, e quale ruolo giocano nell'intera narrazione? Rappresentano un simbolo più profondo o una semplice necessità per la trama?
L’intuizione è partita dai purificatori d’aria tanto in voga negli ultimi anni: ne ho visto uno a uno sportello per fare dei pagamenti e ho pensato “un tempo bastava aprire la finestra”, tanto più che le porte della stanza erano spalancate e davano su un cortile. Non parlo delle ventole in metropolitana o in galleria, quanto dei purificatori pensati per le case o per gli uffici. Mi sono spesso chiesta quanti fossero davvero necessari e quanti una trovata commerciale.E da lì il passaggio è inevitabile: sono bisogni indotti o vere necessità? Il purificatore serve davvero a neutralizzare elementi patogeni o a infondere un senso di sicurezza e protezione nell'utenza?
Qual è il messaggio principale che speri i lettori coglieranno attraverso la storia di Arianna e Tristano e la loro lotta per la libertà?
Approfondire le informazioni “filtrate dall’alto”, guardare da più prospettive, alzare lo sguardo dal display ed esaminare le situazioni attorno, porsi domande, restare solidi nella propria etica.
In che modo hai costruito la psicologia dei personaggi principali, soprattutto di Arianna e Tristano, in un mondo così restrittivo e oppressivo come quello della Cupola3?
Sono partita da due modi plausibili di reagire alle restrizioni: uno che si alza in piedi in mensa protestando per il cibo, l’altra che pensa sia già tanto riceverne, figurarsi se ha intenzione di lamentarsi. Ho sempre immaginato Tristano come un puledro che non sa stare nel recinto perché vede l’erba al di fuori di esso, mentre Arianna, almeno all’inizio, non vede l’ora di tornare al sicuro nel box.
Quali temi più ampi di società o di umanità hai inteso esplorare attraverso la dicotomia tra i ribelli e i sostenitori del Governo nella tua trama?
Da sempre esistono le ribellioni, più o meno eclatanti nel loro manifestarsi. Esasperare nel racconto l’immagine di un Governo che mantiene il pugno di ferro “per il bene del popolo” è una necessità narrativa volta a ideare la figura di un gruppo ribelle con cui è facile empatizzare. Purtroppo la realtà non è così lineare: per quante persone alzano la testa di fronte alle ingiustizie, altrettante la abbassano e non è così immediato dare ragione alle une o alle altre. Gli eroi si distinguono dalla massa per le loro gesta, ma esistono tanti piccoli atti di ribellione quotidiana che migliaia di persone attuano nel proprio piccolo e andrebbero notati.
C'è un significato più profondo dietro la decisione di Tristano di unirsi al gruppo di ribelli A.Ri.A.? E come hai sviluppato il suo personaggio in relazione al tema dell'oppressione?
Tristano è cresciuto con la convinzione che un bambino deve poter “fare i castelli di sabbia”. Sua madre e poi sua nonna gli hanno instillato il principio che la libertà è un diritto, e se viene negata è legittimo riprendersela, anche a costo della vita. L’immagine mentale da cui è nato il suo personaggio è un bambino in braccio alla nonna preso ad ascoltare storie di giochi all’aperto, un po’ come Arianna si addormentava tra le braccia della madre su un letto circondato da nuvole dipinte alle pareti. Il resto è venuto da sé: un adolescente affamato di risposte che non si accontenta di quelle che gli vengono propinate.
La storia di Arianna e Tristano è spesso avvolta da dubbi e sospetti reciproci. In che modo hai intrecciato questo elemento di tensione e mistero nella trama e quali sfide hai incontrato nel farlo?
Il sospetto e il dubbio sono ingredienti indispensabili se si vuole mantenere la curiosità: è bello, e lo dico da lettrice, scoprire l’evoluzione della storia assieme ai protagonisti. Da autrice mi piace disseminare indizi e piccoli colpi di scena che amo trovare nei libri, mi diverte moltissimo.
Come descriveresti l'equilibrio tra l'azione e la riflessione filosofica all'interno del tuo romanzo? Come hai bilanciato questi due aspetti nel contesto di una narrazione breve e coinvolgente?
Mi fa piacere che risultino bilanciati visto che è stata forse la cosa più complicata, per me! Ho dovuto eliminare interi paragrafi perché, a una seconda rilettura, apparivano come tempi morti, c’era troppo “ragionamento” a discapito della trama. Questo racconto è pensato come un episodio all’interno di una narrazione più ampia, nella mia testa questo mondo si presta a molte più elucubrazioni.
Qual è stata la tua parte preferita nella scrittura di questo romanzo? E c'è un passaggio particolare che ti ha colpito o che ti è rimasto nel cuore?
Può sembrare strano, ma l’intervista all’Anziano è la mia parte preferita. Sono molto affezionata a lui, ho presente ogni sua ruga, perfino il tono della sua voce: ho adorato farlo parlare.
Infine, cosa speri che i lettori si portino a casa dopo aver letto "Cupola3"? C'è qualche messaggio specifico che speri che il romanzo trasmetta al pubblico?
La lettura è un’esperienza intima, il bello di una storia è quando ognuno può vederci una riflessione personale, un’emozione, una correlazione con il proprio vissuto.
Quali sono le sfide più grandi che hai affrontato durante il processo di scrittura del tuo romanzo " A.Ri.A" e come è riuscita a superarle?
Con questo racconto mi sono addentrata in un genere in cui ho sguazzato da sempre, ma come lettrice/spettatrice. La sfida più grande è stata avere ben presente la realtà come me l’ero costruita e farla vivere al lettore senza risultare noiosa con spiegazioni inutili. La soluzione è stata far leggere a mia figlia i paragrafi mentre li scrivevo, in modo da avere un riscontro immediato delle percezioni che si hanno dall’esterno (ci tengo a precisare che mia figlia è una pignola, non ho scelto una beta reader facile!)
Se potessi vivere sotto una Cupola come quella descritta nel tuo romanzo, cosa faresti di diverso rispetto ad Arianna e Tristano per rendere l'esperienza più sopportabile?
Credo che avrei cercato un amico. Avrei mantenuto un profilo basso, diversamente da loro, perché di grandi gesta mi piace leggerne e scriverne ma non so se ne sarei capace; ma so che avrei disperatamente cercato un amico di cui potermi fidare.
Se dovessi scegliere un'abilità o un potere soprannaturale da avere all'interno della Cupola3, quale sceglieresti e come pensi che questo potrebbe cambiare il corso della storia?
L’oratoria. Ho sempre ritenuto che un discorso sensato e assennato, capace di instillare nel prossimo la voglia e gli spunti per ragionare, sia un’arma potente. Il mio professore di storia e filosofia al liceo ne era dotato e in classe pendevamo tutti dalle sue labbra: mi rendevo conto che toccava le nostre menti e ringrazio che fosse un uomo saggio.
Immagina di poter trascorrere una giornata con uno dei personaggi del tuo libro. Chi sceglieresti e cosa faresti insieme per trascorrere un'intera giornata all'interno della Cupola?
Come ho detto poco fa, l’Anziano è un personaggio a cui sono molto legata. Forse la me adolescente avrebbe preferito andare a trafugare lattine in mensa con Tristano e poi sgattaiolare sui tetti per progettare fughe, ma la me attuale trascorrerebbe una giornata con il signor Contrini per farsi raccontare aneddoti della sua vita.
Considerando la situazione ambientale oppressiva del tuo romanzo, quali consigli daresti ad Arianna e Tristano per mantenere la loro sanità mentale e trovare un po' di gioia nella loro vita quotidiana sotto la Cupola3?
Il mio consiglio è anche quello che ho fatto fare loro: stare insieme, sostenersi, sognare un futuro diverso da quello a loro destinato.
Se ti trovassi a dover sopravvivere sotto una Cupola come quella del tuo romanzo, quali libri o film porteresti con te per rendere l'esperienza più sopportabile e perché li sceglieresti?
Porterei almeno un libro di Stephen King; credo IT, perché ho sempre fatto parte di quella banda. Porterei la trilogia Queste Oscure Materie di Pullman e L’ordine della fenice della Rowling, perché mi infondono coraggio. E Pomodori Verdi Fritti, sia il libro che il film, perché è un mio appuntamento annuale e non potrei separarmene. Infine La Principessa Sposa di Goldman, anche qui sia libro che film, perché… davvero c’è bisogno di spiegarlo? Non si può non amarli.
Se potessi sostituire uno dei personaggi del tuo romanzo e vivere la loro storia, chi sceglieresti e perché?
Sceglierei Tristano. Vorrei avere il suo coraggio.
Immagina di dover fare una scelta tra vivere sotto la Cupola3 per il resto della tua vita o affrontare un viaggio pericoloso nel mondo esterno. Cosa sceglieresti e perché?
Da sola, forse resterei sotto la Cupola, ma se avessi dei bambini con me tenterei di tutto per scoprire come portarli fuori senza metterli in pericolo.
Se tu fossi il regista di un adattamento cinematografico del tuo romanzo, quale attore o attrice sceglieresti per interpretare il ruolo di Arianna e Tristano e perché?
Visto che siamo nel campo delle fantasie impossibili, vedrei il Jensen Ackles dei tempi di Dark Angel e Maya Hawke, che nella quarta stagione di Stranger Things mi ha fatto amare il personaggio di Robin senza se e senza ma.
Se Arianna e Tristano potessero uscire dalla Cupola3 per un solo giorno, quale posto nel mondo reale pensi sarebbe il più sorprendente o interessante per loro visitare e perché?
Il mare. Andrebbero sulla spiaggia di sicuro e non saprei perché farli desistere.
Se tu dovessi scrivere un prequel o un sequel del tuo romanzo, su quale aspetto della storia ti piacerebbe concentrarti e perché ritieni che aggiungerebbe ulteriore profondità alla trama complessiva?
Il prequel sarebbe una sfida interessante perché dovrebbe esaminare tutte le sfumature dei primi tempi di reclusione, i tentativi di vivere nelle gallerie e infine la costruzione delle Cupole, le nuove dinamiche sociali, le speranze e le nuove leggi. Al solo pensiero mi sento ribollire la testa di scene e personaggi, sarebbe bellissimo dar loro voce.
Grazie Carmela, per aver accettato di essere intervistata per il mio blog e per aver condiviso con noi la tua visione intrigante e avvincente attraverso "Aria". Che la tua passione letteraria continui a ispirare e a trasportare i lettori in mondi fantastici. Auguro a te e alle tue future opere tutto il successo che meritano.
Con i migliori auguri,
Elisa
Desidero ringraziare anche Maria Elisa Aloisi, la direttrice di collana di Odissea Wonderland di Delos Digital, per avermi introdotto ad 'Aria' e per aver reso possibile questa stimolante intervista. Il suo impegno nel portare al pubblico storie coinvolgenti e appassionanti è degno di ammirazione. Auguro il meglio a Maria Elisa Aloisi per tutti i suoi progetti futuri, certa che saranno fonte di gioia per noi lettori!
SITO DELL'EDITORE DELOS DIGITAL