Carissimi,
benvenuti nella rubrica dedicata agli autori della microeditoria No Eap. Chi di voi già mi segue sa che nelle interviste tendo a essere irriverente e dissacrante, ma in questa sede cercherò di fare la brava e di limitarmi a domande mirate a conoscere meglio l'ospite della giornata. Dalle risposte certamente avrete agio di conoscere meglio la persona che si nasconde dietro un'opera letteraria o poetica. Molto, infatti, anche di inaspettato può emergere da una semplice chiacchierata.
E ora pronti a conoscere un po' meglio Selene Luise come persona e come autrice? Sì? E allora vamos! Eh no! Prima vi ricordo di iscrivervi al gruppo Facebook che amministro ("Solo editoria non a pagamento"), sempre che siate curiosi di scoprire nuovi autori della microeditoria No Eap.
Chi si nasconde dietro l’autrice Selene Luise? Puoi parlarci un po’ di te, delle tue passioni e dei tuoi interessi?
Certamente, con piacere. In Selene Luise, l’autrice e la persona sono due facce della stessa medaglia. Il mio nome alquanto singolare è, in realtà, una parola greca, significa “Luna” e rispecchia totalmente il mio carattere schivo e forte allo stesso tempo. Sono laureata in Giurisprudenza e specializzata in Diritto Amministrativo e Scienza dell’Amministrazione. Attualmente lavoro come impiegata negli uffici giudiziari. La passione per la letteratura mi accompagna sin dall’infanzia, da prima che sapessi decifrare i segni impressi su carta con i quali l’umanità appaga da secoli il suo bisogno di sognare. Ho cominciato a scrivere a ventuno anni e nel 2015 ho pubblicato il mio primo romanzo, IL TOCCO DEL ROVO, edito da Montedit Edizioni. Un libro nato come sfogo in un periodo non facile della mia vita. Dopo il TOCCO DEL ROVO, ho pubblicato per Bertoni Editore LA TERZA IDENTITA’ e LA VOCE DEL SILENZIO, entrambi thriller psicologici come il primo, usciti rispettivamente nel 2018 e nel 2021. Con Bertoni Editore, ho anche partecipato, con un mio testo, alla raccolta di racconti RACCONTAMI DI TE’. Oltre che in prosa, ogni tanto scrivo anche testi in versi, alcuni dei quali sono stati pubblicati, sempre da Bertoni Editore, nelle antologie, INNO ALLA TERRA, INNO AL FUOCO e nell’ Agenda Poetica 2022. Le mie altre passioni sono la criminologia, la storia, la mitologia e gli argomenti più disparati. Adoro guardare i documentari, i colossal e amo molto il mare.
Che bambina era Selene Luise? E che adolescente?
Ero una bambina tranquilla, apparentemente con la testa fra le nuvole ma che, in realtà, registrava tutto quello che le accadeva intorno. Il mio passatempo preferito era inventare delle storie con i pupazzetti dell’ovetto Kinder. Credo che il seme della scrittura abbia cominciato a germogliare in me a quell’età, anche se all’epoca nessuno l’avrebbe detto, vista la mia carriera scolastica non proprio brillante. Crescendo divenni una ragazzina timida e introversa, che non amava uscire, né correre dietro ai ragazzi e giudicava il trucco una vera e propria perdita di tempo. Da adolescente il mio innamoramento per i libri raggiunse il culmine con la saga di Harry Potter. Con quei sette libri capii che la lettura sarebbe sempre stata il mio pane quotidiano, il mio rifugio quando la realtà si fa opprimente, la mia arma, insieme al diritto, per affrontarla e capirla, il mondo magico dove sono celate le risposte a ogni domanda.
Come ti immagini da anziana?
Non ho mai pensato molto a come sarò da anziana, ma se provo a immaginarlo, mi vedo seduta su una sedia a dondolo, nella mia casa-biblioteca, a prendere appunti per il nuovo libro che sto scrivendo mentre ne parlo con la mia famiglia.
Se dovessi raccontarti con un quadro, quale quadro sceglieresti e perché?
Ne sceglierei due: LA NOTTE STELLATA di Van Gogh e L’URLO di Munch.
Il primo rappresenta il mio estro creativo quando compongo dei testi in versi. In quei momenti, l’anima dimentica quello che vede per concentrarsi sulle parole che hanno messo radici nel cuore, sono germogliate e aspettano solo di essere tradotte in testo scritto. Per farlo, bisogna liberarsi di ogni peso e preoccupazione per lasciar parlare il cuore in modo tale che il fiore della poesia si sviluppi in un testo compiuto pronto per essere letto.
Il secondo è l’immagine perfetta di quando scrivo i miei thriller. I thriller psicologici sono per me un modo per scavare nel sottosuolo dell’animo umano e capire cosa si nasconde dietro i gesti e le parole delle persone. Proprio come L’URLO di Munch, che sembra carne viva sanguinante, in cui sembra quasi di poter sentire davvero la sagoma urlare, ma colpisce chi lo guarda per quanto è bello, così i miei thriller devono essere pugno e carezza allo stesso tempo, un grido nelle orecchie del lettore e una mano che conduce con fermezza alla comprensione di sé e del mondo.
Ci vuoi raccontare qualche aneddoto legato alla stesura dei tuoi romanzi?
Per LA TERZA IDENTITÀ non me ne viene in mente nessuno, ma per LA VOCE DEL SILENZIO sì. In esso è presente un assassino seriale di giovinetti che riduce le proprie vittime in uno stato a dir poco pietoso. Ebbene, nella prima stesura avevo inserito un dettaglio molto più macabro che è meglio non citare. A mia madre, il mio critico più severo, tale dettaglio non piaceva affatto e battibeccammo a lungo prima di riuscire a convincermi a rimuoverlo.
“La terza identità” e “La voce del silenzio” sono editi da Bertoni. Hai un pensiero da rivolgere al tuo editore?
Sì. Sono molto grata a Jean Luc Bertoni per aver creduto in me la prima volta e per continuare a crederci ancora e lo ringrazio tanto per le innumerevoli bellissime iniziative in cui coinvolge i suoi autori e per il clima di serenità e armonia che riesce sempre a creare.
La tua location ideale per scrivere?
Il silenzio della mia stanza, con il mio computer, i miei appunti e i miei libri.
Quali sono i romanzi che hanno segnato di più il tuo cammino da autrice?
Ci sono innumerevoli romanzi che hanno segnato il mio cammino da autrice, elencarli tutti sarebbe impossibile, perciò mi limiterò ai più importanti.
Innanzitutto, l’intera opera di Dostoevskij, il mio scrittore preferito con il quale è stato amore a prima pagina per la profondità delle sue trame e per il fatto che riesce a parlare direttamente alla mia anima; i libri di Oriana Fallaci, con i loro numerosi spunti di riflessione, quelli di Primo Levi, per la prosa semplice e scorrevole, i thriller psicologici di Wulf Dorn e Donato Carrisi, i gialli di Andrea Camilleri, infine quello che a mio parere è il miglior thriller in assoluto UCCIDI IL PADRE, di Sandrone Dazieri.
C’è un personaggio di un tuo romanzo con il quale “hai litigato”? Un personaggio ribelle nei confronti della tua penna? E se sì, alla fine chi ha vinto, tu o lui/lei?
Un personaggio che mi ha dato filo da torcere è stato il Dardo, l’assassino seriale presente nel mio romanzo LA VOCE DEL SILENZIO. Per costruirlo ho rispolverato i testi di criminologia dell’università e letto molti libri sull’argomento, creando così una solida base sulla quale delinearlo e renderlo verosimile. Tuttavia, durante la stesura era come se non volesse farsi delineare, per lo meno non come lo avevo immaginato all’inizio, andava per conto suo. Io l’ho lasciato fare, poiché quando un personaggio o la trama intera va per i fatti suoi è un buon segno, significa che sei sulla strada giusta. Alla fine si può dire che abbiamo vinto entrambi.
Il tuo incubo peggiore?
Il mio incubo peggiore è la perdita di tutto quello che ho.
Quale dei sette vizi capitali ti rappresenta di più?
Gola, perché mi piacciono molto i dolci.
Quali sono gli autori contemporanei che preferisci?
I contemporanei che preferisco sono i già citati Wulf Dorn e Andrea Camilleri. Mi piacciono molto anche alcuni libri di Alessandro D’Avenia, Niccolò Ammaniti e Roberto Saviano.
Hai 1000 caratteri per sfogarti su ciò che non ti piace o non sopporti. Faccene sentire quattro!
Non mi piace la sottocultura che impera oggigiorno. Ormai si è fatto un business anche della cultura, le case editrici grosse pubblicano solo roba di personaggi già affermati inondando le librerie di carta straccia che non può che nuocere alla mente e allo spirito. Un’altra cosa che mi fa veramente arrabbiare è quando, nei programmi televisivi dicono del cantante o dell’attore di turno “è diventato romanziere” solo perché ha pubblicato un mucchio di carta su sé stesso, sicuramente vergato da altri al posto suo. Questo è veramente sputare in faccia al tempo e alla fatica che ci vuole per scrivere un libro degno di questo nome.
Scegli un personaggio di un cartone animato da portare a cena!
Elsa di Frozen, la principessa Disney che preferisco perché non si sposa, è potente e molto coraggiosa. In un certo senso ci assomigliamo, se il talento per la scrittura può essere considerato una sorta di superpotere. Un potere che, come quello di Elsa, se non controllato può portare ad avere sempre la testa fra le nuvole e a vedere il mondo per come si vorrebbe che fosse invece che per come è, ma se ben usato e controllato può portare a creare dei mondi meravigliosi e delle storie fantastiche che possano diventare rifugio e arma per il lettore, proprio come le creazioni con il ghiaccio di Elsa.
Medio Oriente, Cina di Mao Zedong e Nuova Zelanda. Se dovessi per forza ambientare un tuo romanzo in uno di questi paesi, quale sceglieresti e perché?
Sceglierei la Nuova Zelanda, perché è praticamente ai confini del mondo ed ha un fascino esotico che ti cattura. Sarebbe un’ ambientazione perfetta per un thriller su una città perduta o su una scomparsa misteriosa.
Di quali argomenti detesti parlare o quali argomenti trovi particolarmente noiosi?
Trovo particolarmente noioso parlare d’amore e di matrimoni. La parola “amore” è una parola troppo abusata perché possa avere ancora qualche significato, per lo meno quello tra uomo e donna e il matrimonio è a mio parere un’istituzione inutile e una prigione.
Quali generi letterari ti appassionano di più?
I thriller psicologici, genere a cui, appunto, mi dedico, quelli storici, i romanzi gotici, i gialli e i classici.
Microbiologia, diritto penale e storia delle tradizioni popolari. Se fossi costretta a studiare approfonditamente una di queste tre materie, quale sceglieresti e perché?
Il diritto penale lo conosco già, quanto alle altre due, le studierei entrambe. Sono una persona molto curiosa che ama imparare cose nuove e questa è una delle cose più belle dello scrivere romanzi, doversi documentare per rendere la storia verosimile e ciò ti porta alla scoperta di tantissime meraviglie.
Un caso di abdaction. Purtroppo gli alieni ti hanno rapito. Hai tre minuti per parlare loro della nostra civiltà (o inciviltà .... come preferisci).
Appartengo ad una strana razza i cui membri, da quando hanno imparato a stare su due arti, passano la maggior parte del tempo ad uccidersi a vicenda e a devastare la loro stessa casa. I più intelligenti di noi, però, hanno fatto invenzioni e scoperte che hanno reso la nostra vita migliore rispetto al passato. Non siamo del tutto buoni né del tutto cattivi.
Se avessi l'opportunità di viaggiare nel tempo, dove andresti e perché?
Difficile rispondere a questa domanda. Nell’epoca attuale, le donne hanno più libertà e più opportunità, che non avevano nelle epoche passate, tuttavia la società attuale è frenetica, spietata e le persone sono schiave di una scatoletta di metallo. Se devo proprio scegliere, mi piacerebbe andare nel secondo dopoguerra, per provare un po’ di quella spensieratezza che avevano i giovani di allora.
Se dovessi scegliere un regista per la trasposizione cinematografica di uno dei tuoi romanzi, chi sceglieresti?
Sceglierei Pupi Avati, perché mi piace molto la sua capacità di mettere sullo schermo argomenti non leggeri con una sorta di calda empatia, anche se i miei romanzi li vedrei più adatti a una serie televisiva.
Che cosa vorresti far sapere ai tuoi lettori?
Niente di particolare, non voglio ergermi a maestra. Vorrei solo che nei miei personaggi trovassero una buona compagnia e uno stimolo per non arrendersi, nonché un modo per affinare l’empatia.
Hai un episodio della tua vita o legato alla scrittura che ti piacerebbe condividere con noi?
Quando completai la stesura de LA TERZA IDENTITÀ faticai molto a “lasciarlo andare”. Quel romanzo è speciale per me, poiché è la prova del mio talento. IL TOCCO DEL ROVO nacque come sfogo in un momento non facile della mia vita, come ho già detto, mentre LA TERZA IDENTITA’ non è legato a nessun evento particolare, è venuto da sé e questo significa che il seme del talento per la scrittura aveva finalmente iniziato a germogliare e ciò è una gran soddisfazione.
Selene, grazie per esserti raccontata così apertamente. Sono certa che i lettori avranno apprezzato. Ti auguro di realizzare ogni tuo sogno letterario e non.
Noi, cari lettori, ci vediamo alla prossima con un nuovo autore o autrice da conoscere!
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