La logica binaria governa il mondo: se non esistesse il male, non esisterebbe il bene; se non esistesse l'inutile, non esisterebbe l’utile; se non esistesse però l’editoria a pagamento, esisterebbe solo l’Editoria, come nei tempi passati, quindi per sua stessa natura non a pagamento (No Eap). Non ci sarebbe dunque bisogno di una definizione pleonastica per l'editoria: "No Eap", che è come dire “donna di sesso femminile”, “iride dell’occhio”, “marito di sua moglie”. Sarebbe bello poter evitare aggettivi inutili, ma purtroppo bisogna imparare a conviverci e soprattutto imparare a distinguere ciò che è utile da ciò che è inutile. Per esempio, che cos'è inutile nel mondo editoriale? Innanzitutto le pubblicazioni di autori che scrivono senza aver mai letto, o letto poco e male, e gli editori che li pubblicano a pagamento (se un libro è ben scritto, difficilmente sfugge a un editore serio, per quanto piccolo esso sia). Chi scrive senza un background cuturale degno può al massimo ambire a far pubblicare la sua opera da una casa editrice a pagamento di quelle poco selettive (se mi paghi ti pubblico, anche se il tuo libro è un affastellamento di concetti banali e sgrammaticati). Preciso che esistono anche case editrici a pagamento che offrono un ottimo servizio e trasformano libracci in libri, grazie a editor qualificati, se non addirittura a ghostwrier, il che può rappresentare, però, una forte illusione per l'autore pubblicato, perché resterà comunque e sempre un non scrittore, una persona incapace di scrivere. Inquinare il mercato editoriale con opere di basso, se non infimo valore letterario, che possono cadere anche nelle mani di lettori vittime innocenti e non solo di amici e parenti complici per affetto dell’autore-non lettore, di certo non aiuta la cultura. Il vanity press non conosce vergogna e anche le tipografie mascherate da case editrici devono pur campare. Basterebbe solo chiamare le cose con il proprio nome: le tipografie con servizi aggiuntivi "tipografie con servizi aggiuntivi", giustamente a pagamento, e gli editori "editori". A ognuno il proprio onorabile mestiere. Ed ecco che la distinzione tra Eap e NoEap non avrebbe più senso. Gutemperg era un rispettabilissimo stampatore, Aldo Manuzio era un rispettabilissimo editore. Mestieri diversi che oggi, nel carnevale dell’editoria, si confondono sempre di più per via di stampatori-tipografi mascherati da editori. Come distinguere gli editori dagli stampatori mascherati da editori? Innanzitutto dalla qualità del servizio che offrono e dal modo in cui lo offrono. Navigando in rete, è possibile consultare siti dedicati all’editoria NoEap, l’unica che dovrebbe esistere, per il semplice motivo che è deontologicamente scorretto chiedere contributi alla propria forza lavoro (in questo caso agli autori). Ma come fanno gli editori veri, quelli senza maschere, che quindi non chiedono contributi, a non cadere nelle spire della crisi, soprattutto ora che il popolo dei non lettori è sempre più prolifico? Coraggio e determinazione sono requisiti indispensabili per gli editori indipendenti, ma spesso purtroppo non bastano. Tenersi a galla tra le oggettive “problematiche pandemiche” non è facile. Niente più fiere, niente più possibilità agli autori di presentare i propri libri, restrizioni del mondo reale, cui si aggiungono persino quelle del mondo virtuale (taluni gruppi social, per fortuna non tutti, anzi, ce ne sono di molto solidali, considerano spam la promozione di libri propri o altrui).
Ai piccoli e ai medi editori è richiesto uno sforzo economico sovrumano per investire nei giovani talenti, perché oggi sono loro a scoprirli. La grande editoria non ha più voglia di farlo, pur avendone le risorse. Come aiutare la coraggiosa medio-piccola editoria? Ovviamente tornando a riscoprire la bellezza della lettura. A remare contro corrente non è solo il costo dei libri (è evidente che il sovraccarico di tasse che devono affrontare gli imprenditori comporti questo spiacevole, ma comprensibile, effetto collaterale). Sarebbe ipocrita addossare la responsabilità solo a questo. A monte è il disinteresse da parte dei non lettori, quelli fieri di essere tali, quelli che fanno dell'ignoranza il proprio totem, da non confondere con i non lettori dispiaciuti e impossibilitati a leggere in certi momenti della loro vita, ma che vorrebbero poter leggere. Per la tribù dei non lettori paladini dell’ “orgoglio ignorante” non impegnare il cervello nella lettura è quanto di meglio la vita possa loro offrire. Perché? Perché per costoro la lettura è paradossalmente un’attività stancante, quando invece per un lettore è un’attività ricreativa e di relax. Perché più un muscolo non è allenato, più fa fatica ad attivarsi. Il non lettore dell’orgoglio ignorante trova più comodo alimentare la sua pigrizia mentale. Per questo ha a disposizione tante ricette giornaliere che fanno il suo caso, rese disponibili in primis dalla TV cloaca, che promuove l’ottundimento celebrale e il prolasso dell’emisfero sinistro. Quanto invece ai non lettori della categoria "non ho tempo”, più pudichi dei non lettori dell’orgoglio ignorante, avanzano una giustificazione non coerente con l’aumento di share di certi programmi televisivi. La verità è che la lettura impegna la nostra concentrazione, affina la nostra cultura (cultura... che parolaccia è mai questa?), il nostro spirito critico, la nostra capacità di analisi e correlazione. Il non lettore dell’orgoglio ignorante sceglie di non scegliere e si trova a prestare spesso il suo tempo, cosa più che legittima, in qualcosa che non lo aiuta a crescere, se non nell’ignoranza, ma a regredire. Per lui è essenziale rendere omaggio all’indolenza neurologica, drogandosi di trash televisivo o semplicemente non desiderando di migliorarsi intellettivamente, perché usare il cervello gli richiede sforzo, un grande sforzo al quale non è avvezzo. Il non lettore dell’orgoglio ignorante è per esempio spesso appassionato di gossip, fondamentale per avere argomenti di conversazione che un lettore si vergognerebbe ad avere persino con la tavoletta del proprio wc. La responsabilità delle proprie scelte, ovviamente, non va solo alla famiglia e alla scuola, ma anche e soprattutto alla propria indole. C'è spazio per tutti al mondo, però, sarebbe auspiacbile che i non lettori dell'orgoglio ignorante almeno avessero il pudore di non scrivere.
Vale sempre la pena ricordare, a chi volesse proporre i propri manoscritti, di consultare sempre il catalogo dell’editore in questione. Ogni casa editrice, difatti, ha le sue specificità. Non sono tutte uguali, così come non sono uguali i negozi di vestiti. In un negozio di abiti per l’infanzia non si trovano abiti da sposa, quindi è inutile proporli.
Forse (!) con un po' di rabbia, ma anche con tanta speranza
Elisa
APPELLO AI LETTORI
Comprare i libri dai piccolo-medi editori, mai come ora, è essenziale. Purtroppo diverse case editrici, colpite in modo grave dalla crisi, stanno rischiando di chiudere i battenti.
“L'anima di un individuo risiede nei libri che legge.”
Rinaldo Sidoli
P.S. Ringrazio tutti gli editori che finora hanno avuto la benevolenza di rispondere ai questiti che ho loro posto. Vi invito a visitarne i siti.
Di volta in volta, aggiungerò i link anche degli altri editori che risponderanno all’intervista.
Imperdonabile per le mamme e i papà che vogliono educare alla lettura i loro bambini fin dalla più piccola età perdersi la collana “ciliegine”, dai 3 ai 6 anni. E si sa, una ciliegina tira l’altra. Le Ciliegine arrivano fino ai 99 anni. Il distributore? Messaggerie Libri. Le ultime uscite? Tantissime belle sorprese.
Eccone alcune:
-di Eleonora Bellini Non dire il tuo nome - Don’t say your name
-di Nicola D’Antonio Viaggio nel sistema solare – Volume III Pianeti esterni, fascia di Kuiper, nube di Oort
di Vincenzo Gambardella Viaggio al giungere della notte
Editore la cui grafica non sfugge anche agli occhi più esigenti e il cui catalogo va dalla narrativa ai fumetti, dalle opere grafiche a quelle per ragazzi. Navigare tra le acque colorate e limpide del loro sito è solo un piacere. Come si dice, "provare per credere"!
A tutto fumetto! Collana FUMISTERIE
Qui trovate opere che spaziano dalla narrativa ai racconti. Gli autori sono tutti da scoprire e il distributore è Messaggerie. Le pubblicazioni sono in entrambi i formati, cartaceo e digitale.
Vietato non cliccare sulla Collana Narrativa - I nasi lunghi:
Un esempio?
"Il perturbante" di Giuseppe Imbrogno
“Il sogno prende forma” e diventa un bellissimo viaggio in opere nuove e originali. Occhio alle novità editoriali tutte meritevoli di attenzione: “Come ombre nelle tenebre” di Paolo Piccoli, “Ipomea” di Vincenzo Biancalana, “La settima colonia” di Giulia Anna Gallo e altre ancora.
Un esempio:
Pian di luce di Martino Panico
Non perdere tempo e visita subito il sito dell'editore! Tanti libri e per tutti i gusti, basta cliccare sul link LIBRI per rendersene conto. Dai romanzi di genere alla poesia, dalla saggistica alla prosa letteraria, i libri di NEM aspettano solo di far parte della tua biblioteca.
Incoraggia l'editoria coraggiosa e scopri nuovi autori: naviga sul sito de La Gru Editore.
"La Gru prosegue il suo volo con costanza, sempre rifiutando con vigore l'editoria a pagamento che è tipografia, non editoria."
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Tra le novità:
Beneficio del tutto di Cecilia Braccesi
Manifesto anatomico di Rocco Maffongelli
Con immenso piacere vi invito a navigare nel sito di Edikit, che nel panorama della piccolo-media editoria si sa contraddistinguere: "Scopo della casa editrice bresciana è favorire il più possibile il lavoro dei giovani e la loro creatività." "Una scelta di campo che non esclude una grande attenzione e apertura per autori di maggiore esperienza, sicuri che il talento si possa ritrovare in qualsiasi fascia d’età."
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Ecco alcuni titoli:
In omaggio:
IO E GLI ZOMBIE – I giorni dell’apocalisse di Roberto Piccinini