Carissimi,
benvenuti in questa nuova rubrica dedicata agli autori della microeditoria No Eap. Chi di voi già mi segue sa che nelle interviste tendo a essere irriverente e dissacrante, ma in questa sede cercherò di fare la brava e di limitarmi a domande mirate a conoscere meglio l'ospite della giornata. Dalle risposte certamente avrete agio di conoscere meglio la persona che si nasconde dietro un'opera letteraria o poetica. Molto, infatti, anche di inaspettato può emergere da una semplice chiacchierata.
E ora pronti a conoscere un po' meglio Maria Acosta come persona e come autrice? Sì? E allora vamos! Eh no! Prima vi ricordo di iscrivervi al gruppo Facebook che amministro ("Solo editoria non a pagamento"), sempre che siate curiosi di scoprire nuovi autori della microeditoria No Eap.
Chi si nasconde dietro l’autrice de “L’ultima opportunità”? Puoi parlarci un po’ di te, delle tue passioni e dei tuoi interessi?
Dietro l’autrice de L’ultima opportunità c’è una persona con molta immaginazione, che prende gli argomenti da qualsiasi parte: uno sguardo, una conversazione sentita a caso mentre gira la città, un palazzo particolarmente bello o brutto, anche in rovina, l’atteggiamento di una persona sconosciuta, una statua, una rocca… qualsiasi cosa o persona che io veda è un personaggio o l’ambiente di un racconto o un romanzo.
Mi appassiona leggere, credo che dal momento in cui sono riuscita a dire la prima parola l’ho fatto, leggo anche i nomi dei negozi quando cammino, le targhe delle macchine, il titolo di un libro quando sono sull’autobus e un’altra persona ha un libro in mano. Mi appassiona scrivere, tradurre, cucinare, fare la maglia, camminare con il mio cane, fare sport, mangiare e bere con gli amici, con i parenti; le feste di compleanno.
Che bambina era Maria? E che adolescente?
Maria era una bambina che si incuriosiva per tutto quello che era intorno a lei, sono ancora questa bambina, che cercava di sapere, di imparare, ogni volta in più. Una bambina, come dire?, irrequieta che faceva impazzire a tutti quanti i cari, con una energia infinita. Questa non l’ho persa.
Da adolescente, ero una persona solitaria, non capivo perché il mondo era così brutto con le donne, quindi, essere donna non era qualcosa di piacevole per me. Questo non ha a che fare con la sessualità, ma con il fatto che fossi arrabbiata con tutti perché questo fatto, essere donna, faceva che l’atteggiamento degli altri nei miei confronti non fosse lo stesso che se fossi nata un bambino. Quindi, io potevo fare lo stesso di un bambino, il coraggio c’era, quindi quando mi sfidavano a fare qualcosa dicendomi "sei una bambina", io dimostravo che, bene, forse ero una bambina, ma questo non era qualcosa che mi limitasse. Così continuavo.
Se dovessi raccontarti con un quadro, quale quadro sceglieresti e perché?
Andromaca piange la morte di Ettore di Gavin Hamilton. Ho dovuto cercare il dipinto perché non mi ricordavo il nome dell’autore, ma sempre mi è piaciuto questo dipinto, mi sembrava che Ettore fosse così nobile che non sarebbe dovuto morire.
Ci vuoi raccontare qualche aneddoto legato al tuo romanzo? Com’è nata questa storia? Dove hai tratto ispirazione?
Avevo finito i corsi d’italiano alla Scuola di Lingue di Corugna e volevo trarne un profitto. Così ho cominciato a tradurre un capitolo di un libro di scherma del XVII secolo. Ho cominciato a cercare lavoro su internet come traduttrice, scrittrice, Ghostwriter,… Un giorno, ho risposto a un annuncio di lavoro di una persona che cercava uno scrittore per svolgere una storia a quattro mani. Ho visto un’opportunità per cominciare un rapporto serio con questa lingua che adoro. Così cominciai la mia collaborazione con Sergio Presciutti. Lui aveva un’idea, ma non era in grado di svolgerla nero su bianco, io avevo l’immaginazione per scrivere questa storia. L’idea principale era fare un romanzo che parlasse della sofferenza dei tori nelle corride. A me venne in mente fare un romanzo dove gli animali fossero i protagonisti, una favola moderna, come quelle che leggevo quando ero bambina. Quindi, gli animali sarebbero stati parlanti e con una loro autonomia.
È difficile parlare di ispirazione quando si leggono tantissimi libri di ogni genere. A me piacciano da morire i romanzi storici, di mistero, gialli, di avventure, quelli con qualcosa di paranormale… Ma mi piace anche la letteratura greco romana: Ovidio, Plauto, Erodoto, e via dicendo.
L’argomento del mondo alla rovescia poteva essere una bella forma di cominciare: nel futuro gli animali si sono impadroniti della Terra e gli uomini sono esseri primitivi che vivono all’interno delle gabbie. Ma questa dovrebbe essere una storia di amicizia e di speranza nel futuro e così ho dato una svolta alla storia pessimistica per renderla un’altra cosa.
La tua location ideale per scrivere?
Adesso, scrivo al computer sul tavolo con la tv accesa, perché mi piace un rumore di sfondo per scrivere e anche per imparare o fare i compiti. Questo è così perché quando stavo al Liceo l’unico tavolo per poter studiare era quello del salotto, dove c’era la mia famiglia a guardare la tv. Ho scritto anche con la musica classica, ma sempre con un rumore di sfondo.
C’è un aspetto della scienza che ti fa paura?
La scienza non mi fa paura, è la maniera in cui l’uomo utilizza la scienza quello che mi mette in soggezione.
C’è un personaggio nel tuo romanzo con il quale “hai litigato”? Un personaggio ribelle nei confronti della tua penna? E se sì, alla fine chi ha vinto, tu o lui/lei?
A dire il vero, litigo con ognuno dei miei personaggi, nel senso che prima di cominciare a scrivere cerco di individuare i loro caratteri, come sono fisicamente, cosa pensano della vita, come è il loro atteggiamento nei confronti di altri personaggi, quale è i loro scopo nel romanzo. Nel momento in cui sono riuscita a fare una scheda per ogni personaggio posso iniziare a svolgere il racconto o il romanzo.
Nessuno si ribella a me, io scrivo, loro agiscono e basta.
Nel libro L’ultima opportunità ho dovuto pensare come gli animali protagonisti, ho dovuto chiedere a me stessa come è il cervello di una giraffa, di un leone, come è l’atteggiamento di una tigre con paura dei rumori. Ma mi sono divertita tantissimo.
Per scrivere un romanzo a quattro mani bisogna avere grande complicità. Ci vuoi parlare del tuo compagno d’avventura Sergio Presciutti?
Sergio aveva delle idee non molto precise su quello che voleva dire. L’ho detto prima: lui aveva un’idea, io l’immaginazione. Sergio mi ha aiutato con la grammatica, mi ha fermato quando vedeva che un capitolo era molto lungo o si allontanava della storia. Ricordo che c’è una battaglia, sulla Pianura Padana, dove due eserciti devono combattere (non dico come sono, leggete il libro); allora, io ho letto qualcosa su una battaglia dell’antichità proprio in questo sito, credo che tra romani e cartaginesi, adesso non sono sicura, e ho letto tantissimo sugli eserciti antichi, tanto che Sergio mi ha dovuto dire "BASTA CON QUESTO, VAI AVANTI". Ogni tanto mi fermava quando le mie descrizioni erano così precise che si dileguava l’argomento.
Quali sono gli autori contemporanei che preferisci?
Di solito non leggo molto autori contemporanei, a volte mi sembrano il prodotto di un marketing molto accurato. Mi succede con qualsiasi autore senza fare distinzioni del paese. Ma se devo dire alcuni nomi: Maurizio di Giovanni, di cui ho letto quasi tutti i libri del Commissario Ricciardi, Lucarelli e il suo ispettore Coliandro, Patrizia Tamá, di cui ho letto La Quarta Cantica,; Valerio Massimo Manfredi e i suoi romanzi storici. Poi ci sono gli autori di cui ho tradotto alcuni libri: Ugo Nasi, Stefano Vignaroli, Alessandra Montali, Antonio Tomarchio, Roberta Mezzabarba, per nominare alcuni, ma tutti quanti con cui ho lavorato sono molto bravi, anche se non posso nominarli a tutti, loro sanno che voglio loro bene. Altri li ho conosciuti tramite i gruppi dove condivido parere, libri, e via dicendo, come Claudio Bedin. Sono tanti!
Hai 1000 caratteri per sfogarti su ciò che non ti piace o non sopporti. Faccene sentire quattro!
La maleducazione: non la sopporto, soprattutto sul social. Quando qualcuno scrive qualcosa e tu non sei d’accordo con questa persona, si deve fare con gentilezza; nascondersi dietro un pseudonimo per essere scortese e dire parolacce, non mi sembra un atteggiamento corretto. Questo lo fanno solo i codardi.
La mancanza di gentilezza: se io vado in un negozio, dico buongiorno, posso dare un’occhiata? Grazie, vorrei un caffè…. Quello che è normale in una persona. Questi che vanno in giro come se il mondo fosse di sua proprietà… non li sopporto.
La superbia: non sopporto le persone che si credono al di sopra del resto, sia per nascita, per denaro, per essere più belli… me ne frego di loro.
L’egoismo e l’avidità delle cose materiali: davvero non basta con un tetto, un piatto caldo sul tavolo, un bel libro e altre cose semplici che dà la vita? Perché ci sono persone che dicono hanno bisogno di montagne di denaro, le porteranno con loro a fin di vita?
Quali generi letterari ti appassionano di più?
Thriller, giallo, romanzo storico, mistero, storie di vita, quelli che raccontano storie di persone che sanno andare avanti senza curarsi di quello che dicono altri di loro, le storie con umorismo, di avventure.
Fisica quantistica, eziologia e storia della filosofia orientale. Se fossi costretta a studiare approfonditamente una di queste tre materie, quale sceglieresti e perché?
Credo che la storia della filosofia orientale, imparare un’altra forma di osservare il mondo, di avere un rapporto diverso con le persone e la creazione in generale, credo che arricchirebbe la mia maniera di pensare e sarebbe una maniera per conoscere un mondo tanto diverso.
Un caso di abdaction. Purtroppo gli alieni ti hanno rapito. Hai tre minuti per parlare loro della nostra civiltà (o inciviltà .... come preferisci).
Direi che il nostro mondo si divide tra quelli che sanno pensare e i cretini patentati, che questi ultimi sono assai rumorosi ma che la gente che sa pensare, di solito, non dá loro retta e per questo credono di essere in possesso della verità, i cretini, si intende. Direi anche che ci sono persone così vigliacche che cercano di avere in pugno povere gente che cerca di vivere in pace. Quindi, se fossero così gentili di inviare un raggio laser a questi due tipi di persone, sarebbe gradito al resto del pianeta.
Se avessi l'opportunità di viaggiare nel tempo, dove andresti e perché?
Forse la nascita dell’Ordine dei Cavalieri Templari. Vorrei sapere la vera ragione della loro origine.
Hai la possibilità di viaggiare nell’Antico Egitto. Dove andresti e perché? Ora scegli un faraone da andare a trovare. Che cosa gli chiederesti?
Una domanda molto difficile, non conosco così bene l’antico Egitto, purtroppo. Ma credo che mi piacerebbe conoscere a Hatshepsut. Le chiederei come sia riuscita ad avere tanto potere nelle mani.
Che cosa vorresti far sapere ai tuoi lettori?
Sono una persona onesta che lavora tantissimo sui personaggi e l’argomento di un libro, cerco di fare ridere i lettori con quello che scrivo, voglio che le persone siano felici ma anche che si godano la mia maniera di esprimermi. Cerco di scrivere in maniera accurata, a volte, con l’italiano è difficile perché non è la mia lingua madre, ma lavoro e lavoro su questo ogni giorno. Mi piace che le mie storie abbiano una morale, qualcosa che faccia pensare affinché il lettore sia colpito nella sua coscienza, che possa rimuginare su quello letto. Questo non è affatto qualcosa di noioso, si può fare con la commedia, con le fiabe, con una storia fantasy oppure un libro di avventure.
Hai un episodio della tua vita o legato alla scrittura che ti piacerebbe condividere con noi?
Certo. Io quando ho cominciato a scrivere lo facevo in spagnolo, voglio dire in castigliano, che è la lingua che conoscono tutti quelli che vivono in Spagna; ma ci sono altre lingue come il catalano, il galiziano e via dicendo. Io parlo e scrivo anche in galiziano. A un certo punto della mia vita ho cominciato a imparare questa bella lingua e anche a scrivere dei libri soltanto in galiziano. Poi, mio padre morì, non ho potuto scrivere, non avevo voglia di farlo. Sono stati degli anni molto difficili per me. Devo dire che il rapporto che iniziai con Sergio Presciutti per scrivere L’ultima opportunità è stata la spinta decisiva per tornare a fare un compito che adoro. Purtroppo, adesso con le traduzioni non ho molto tempo per scrivere, ma è da qualche settimana che ho cominciato, un’altra volta, a scrivere in italiano. Spero poter finirla il primo possibile.
La tua citazione preferita?
La guardia muore ma non si arrende mai.
Grazie Maria!
Alla prossima con un nuovo autore o autrice da conoscere!
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