

“Sarà dura, pensavano i parigini. Aria di primavera. Una notte di guerra, l’allarme. Ma la notte svanisce, la guerra è lontana.”
Questo è l’incipit di Suite francese, il romanzo di Irène Némirovsky di cui, cari lettori, parleremo con Chiara Scanzi (su Instagram conosciuta con il nickname di “battaglie_disarmate) e con Blue Critics, entrambe bookstragrammers recensitrici di libri.
Suite francese è un romanzo che catapulta il lettore nel periodo dell’occupazione nazista in territorio francese e lo fa senza sconti: troviamo un’umanità spinta nell’abisso delle sue peggiori nefandezze e l’orrore della guerra che coinvolge indistintamente ogni classe sociale. Tuttavia, tra bombardamenti aerei e granate tedesche, si apre una finestra di speranza: l'amore tra l’ufficiale tedesco Bruno e Lucile, ebrea di origini ucraine ma naturalizzata francese e convertita al cristianesimo .
«Ha mai sentito parlare, signora, di quei cicloni che infuriano nei mari del Sud? Se ho ben capito quello che ho letto, formano una specie di cerchio costellato di tempeste lungo i bordi ma con un centro immobile, tanto che un uccello o una farfalla che si trovassero nel cuore dell’uragano non ne soffrirebbero affatto, le loro ali non ne riporterebbero il minimo danno, mentre tutt’intorno si scatenerebbero le peggiori devastazioni. Guardi questa casa! Guardi noi stessi mentre gustiamo vino di Frontignan e biscottini e pensi a quello che sta succedendo nel mondo!»
Chi ha amato molto questo romanzo e lo stile narrativo raffinato e potente della Némirovsky sarà felice di intrattenersi con Chiara e Blue Critics che ne parleranno con sincero entusiasmo. Ovviamente vi invito caldamente a seguire entrambe nei loro rispettivi profili Instagram, certa che troverete consigli di lettura interessanti.

Ora è arrivato il momento delle presentazioni delle due ospiti.

Partiamo con il salotto! Chissà che cosa si diranno le nostre due recensitrici (io vado già a dare una prima origliatina)


NEL VIVO DEL SALOTTO
Finalmente eccoci qui, Chiara e Blue Critics. Sono molto felice che abbiate accolto il mio invito a confrontarvi su un romanzo che io stessa ho particolarmente amato. Per iniziare vi chiedo: qual è la scena del romanzo che più ha toccato le vostre corde emotive?
Chiara
La scena di “Suite Francese” che più ha toccato le mie corde emotive è stata la scena in cui Hubert si è ritrovato nel mezzo del fuoco incrociato, sul ponte. Hubert abbandona la sua famiglia per combattere la guerra, così come ha deciso di fare suo fratello maggiore. Lì assistiamo alla rottura del confine che separa l’adolescenza e l’età adulta. La scena mi ha particolarmente colpita per la semplicità è la disperazione di un ragazzino che si mostra disposto a morire, pur di tornare ad avere momenti di spensieratezza. Allo stesso tempo il suo essere ingenuo lo porta a sottovalutare qualcosa che poi si rivela molto più grande di lui: l’esistenza condotta dai soldati in guerra e che Hubert scoprirà ingestibile.
Blue Critics
Leggendo Suite francese, uno dei momenti più densi emotivamente - o almeno quello che ho preferito - appartiene alla seconda sezione del romanzo, intitolata Dolce. Sono protagonisti di questo passo Lucile, ragazza francese che vive nella grande casa della suocera (il marito è prigioniero dei tedeschi, non si hanno notizie di lui) e Bruno, generale tedesco dal cuore gentile che, dopo l’occupazione di Parigi da parte del reich, occupa una stanza nella stessa dimora. Lucile è preoccupata per le sorti del marito, ma, se per un momento lascia indietro le convenzioni sociali, rimane allo stesso tempo indifferente nei suoi confronti, specie dopo aver scoperto di essere stata tradita. Le circostanze della guerra la portano a riflettere sulla sua condizione e sulla sua necessità di vivere intensamente le emozioni e gli eventi. Così si affeziona lentamente all’affascinante soldato tedesco, il quale cattura certamente l’attenzione del pubblico per sensibilità, cultura, dolcezza e rispetto nei confronti di un popolo conquistato. In particolare, l’episodio più toccante vede lo stesso Bruno aprirsi per la prima volta con Lucile, esprimendole rimpianti e paure per il futuro:
“Bisognerebbe poter crescere insieme, invecchiare insieme… Ma arrivano la separazione, la guerra, le prove difficili, e uno si trova legato a una ragazzina che ha sempre diciotto anni, mentre lui ne ha […] a volte dodici e a volte cento […]. Sotto certi aspetti il soldato resta bambino, e sotto altri è così vecchio, così vecchio… Non ha età. […] Pensi a tutto ciò che adesso ci manca… i musei, i teatri, i grandi concerti… Ah, è soprattutto la musica che mi manca! E qui non ho che un misero strumento sul quale non oso neppure suonare per paura di offendere le vostre legittime suscettibilità francesi.”
Avete scelto due scene diverse ma entrambe intense. E ora vi chiedo, se aveste magicamente la possibilità di incontrare un personaggio del romanzo, chi scegliereste e che cosa gli chiedereste?
Chiara
Se mi venisse data la possibilità di poter parlare con un personaggio del romanzo, sceglierei l’ufficiale Bruno Von Falk. Le truppe tedesche arrivano al villaggio di Bussy e l’ufficiale viene assegnato alla casa Angellier. La nuora della signora Angellier e l’ufficiale si innamorano e fino alla fine sembra che quella scintilla possa trattenere Bruno dal continuare a combattere. Vorrei poter parlare con lui per assicurarmi esista ancora quella dolcezza (il capitolo di chiama infatti “Dolce”). Questa passione è il centro del capitolo, perché la passione rende umani e uomini. L’autrice costruisce una dicotomia tra questa passione comune (l’amore) e l’odio ingiustificato. È un uomo che ama ma che allo stesso tempo ha scelto di invadere il loro paese. Quindi io vorrei incontrare questo personaggio per sapere quale strada ha scelto.
Blue Critics
Incontrerei Lucile, le chiederei il motivo della sua iniziale fedeltà ad un marito che preferisce a lei un’amante, che non le ha mai dimostrato amore o affetto, per il quale il matrimonio è puramente un contratto sociale. La ragazza in prima battuta, infatti, si preoccupa della salute del consorte quasi per un automatismo, senza rendersene conto. Solo la presenza del generale la mette in crisi e fa emergere la sua personalità scissa. Lucile si guarda allo specchio e conclude il suo monologo: “L’assente, il prigioniero, il marito, io non l’ho mai amato. Che muoia! Che sparisca! […] Insomma, rifletti… La ragione… La voce della ragione… Sei una francese ragionevole… A cosa ti porterà tutto questo? Lui è un soldato, è sposato, partirà… Be’, e anche se fosse solo un istante di felicità?”. Le chiederei, in effetti, dove sta il confine tra ciò che una persona realmente sente e quello che crede sia giusto sentire.
Chiara
Che buffo! Abbiamo scelto due personaggi diversi, Io Bruno e tu Lucille, ma per lo stesso motivo... Io chiederei a Bruno quello che lei chiederebbe a Lucille!
Provate adesso a immaginare di essere nel 1940, durante l'esodo francese. Sì, la macchina del tempo si accende e vi porta nel mondo di Suite francese, quindi nella Parigi invasa dai tedeschi. Quale specifico ambiente del romanzo vorreste visitare e perché?
Chiara
Vorrei ritrovarmi nel villaggio di Bussy, centro di gravità della seconda parte del romanzo e che sottolinea la critica dell’autrice e dell’intera opera. Il villaggio di Bussy (per noi “Dolce”) mette in luce la dualità della guerra sul piano umano: quelli che sono i miei nemici sono uomini, sono padri e sono figli. Noi odiamo il nemico ma la guerra stessa è fondata dall’odio, e quell’amore che vediamo neglj uomini francesi (es: Hubert), lo vediamo anche nei soldati tedeschi. Sono uomini normali ed è questo che l’autrice ci invita a vedere.
Blue Critics
Piuttosto che la Parigi semi-deserta, preferirei passeggiare nei giardini ariosi delle periferie, nei frutteti colorati che tanto danno sollievo ai protagonisti. Abbiamo sperimentato recentemente quanto connettersi con la natura sia importante per mantenere un personale equilibrio ed è bello notare come certe sensazioni leghino gli uomini nel tempo e nello spazio.
Se doveste fare vostre tre righe della recensione di Suite francese della vostra collega, quali scegliereste?
Chiara
Così il volume vale già la lettura. Non solo: l’introspezione dei ritratti diventa lo specchio degli eventi storici, che risulterebbero sterili senza un coinvolgimento emotivo.”
Blue Critics
“Uno specchio che riflette la società francese in una Francia vinta, piegata al volere dei vincitori. L’autrice chiama a raccolta tutti: contadini, borghesi, soldati francesi e tedeschi. Le loro vite si incontreranno in un paesino provinciale.”
A chi consigliereste di leggere Suite francese?
Chiara
Consiglierei di leggere “Suite Francese” a tutti, ma soprattutto a chi ha pregiudizi nei confronti di un testo come questo: ideato nella sua interezza, ma non portato mai a termine.
Blue Critics
Inserirei Suite francese in un elenco di letture da proporre ad un quinto superiore.
Suite francese è un’opera incompiuta, quale finale dareste al romanzo?
Chiara
Credo che “Suite Francese” abbia senso proprio perché incompleto. La Némirovsky non ha potuto concludere il romanzo, in quanto arrestata e deportata ad Auschwitz. Nonostante si fosse convertita e vivesse da anni in Francia; nonostante avesse studiato in Francia e fosse una scrittrice celebre, l’odio razziale non ha fermato anche questa ennesima morte inutile. Il fatto che suite francese sia rimasto incompleto è una testimonianza di quello che è successo e che la storia continua a ripeterci. Sarebbe offensivo dare una conclusione al testo.
Blue Critics
Avrei atteso dal finale una sorta di crescita e di mutamento da parte del personaggio di Lucile, avrei voluto vedere nei fatti e nei suoi gesti una presa di coscienza della sua condizione ed una maggiore volontà di riscatto.
Secondo voi, il film tratto dal romanzo (2014 regia di saul Dibb), sempre che voi lo abbiate visto, è stato all’altezza del romanzo?
Chiara
In realtà non l’ho visto e penso che lo vedrò solo se mi capiterà. Il motivo è che potrebbe alterare quelli che sono i miei ricordi del romanzo. La scena di Hubert sul ponte, quando scappa per unirsi alle truppe e combattere con loro, mentre si trova nel mezzo del fuoco incrociato; sono sensazioni irripetibili. Nemmeno nel caso decidessi di rileggere “Suite Francese” sì accenderebbe nuovamente
Blue Critics
Non ho visto il film, ammetto di voler rimanere con le immagini date dalla lettura del romanzo.
SALUTI FINALI

Ringrazio entrambe. Spero che vi siate divertite a partecipare. Sono felice di avervi avuto in questo salotto virtuale.
