Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria! Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro. (Umberto Eco)
I genitori ti insegnano ad amare, ridere e correre. Ma solo entrando in contatto con i libri, si scopre di avere le ali. (Helen Hayes)
Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi.
(Michel Houellebecq)
Tre citazioni che esprimono con parole semplici quanto sia importante la lettura per vivere una vita piena e ricca. Leggere, è noto, offre solo benefici: stimola l’immaginazione, accresce il nostro bagaglio di conoscenze, acuisce il nostro senso critico e la nostra sensibilità nel capire gli stati mentali altrui, aumenta le connessioni del cervello, rallenta l’invecchiamento, previene le forme di demenza e riduce il nostro livello di stress. Tuttavia, i lettori oggi sono una razza a rischio d’estinzione, una razza che andrebbe quindi protetta, perché il mondo va avanti soprattutto grazie a chi, come loro, non ha paura di mantenere i neuroni in attività.
Potremmo affermare, senza tema di errore, che i lettori migliorano la società. Quindi perché non essere lettori? Non c’è una sola valida motivazione per non esserlo, se non la pigrizia mentale che è il cancro della società. La scusa "Non leggo perché non ho tempo" non regge. Meglio dire la verità: "Non leggo perché non ne ho voglia".
CHI SONO I LETTORI?
“Legi ergo sum”. Parafrasando la celebre riflessione di Cartesio, iniziamo con il dire che i lettori “sono”. I lettori non si limitano al solo esistere, ma all’Essere. I lettori non si fermano alle funzioni biologiche primarie (mangiare, dormire e…) ma vanno oltre, sono esploratori che si lanciano alla scoperta di nuovi mondi, di nuove avventure, di nuove acquisizioni per evolversi. Anche se i lettori sono sempre di meno, resistono per non soccombere all’ignoranza dilagante. Appurato che, seppur pochi, non sono extraterrestri e che la loro morfologia è stranamente umana, come si fa a distinguere i lettori dalla massa illetterata? Inanzitutto dal loro lessico, mai piatto e ricco. Hanno difatti un vocabolario di circa 80000 parole, quando una persona in media ne conosce 5000. Poi dal cambio di destinazione dei loro arredi: armadi, cassetti, scarpiere che diventano librerie, quando le loro librerie hanno ormai saturato ogni spazio. Poi vi sono altri fattori che li rendono distinguibili: al trash televisivo, al pettegolezzo, agli intrattenimenti beceri o alle persone senza argomenti i lettori preferiscono la compagnia di un buon libro. I lettori si distinguono anche perché sono gli unici ad avere ragione anche quando hanno torto. Difatti, con loro è meglio non iniziare un duello dialettico. La cultura, si sa, è uno strumento di potere: chi conosce non sarà mai sottomesso a nessuno (ricordiamoci “L’arte di ottenere ragione” di Schopenhauer).
Immaginiamo un mondo diviso tra persone non violente e persone violente, persone che amano leggere e persone che non hanno mai aperto un libro, persone a cui piacciono i peperoni e persone a cui non piacciono i peperoni. Sorvolando sull’ultima categoria “i non amanti dei peperoni”, rei di un peccato forse non troppo grave, le altre due categorie, i violenti e i non lettori, destano preoccupazione, sebbene in modo diverso.