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Elisa Averna
06 giu 2023
In Recensioni Autori Emergenti
DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA
Vin e Tom: due ragazzi adolescenti che si incontrano per caso e, da quel momento, incrociano le loro esistenze. Ragazzi problematici, soli, che sono costretti a piegarsi alle regole di una vita che non hanno scelto. E la loro solitudine fa da collante, li fonde in un’amicizia messa a dura prova dalle difficoltà. Tom deve combattere contro un mostro: André, uomo senza scrupoli che lo usa per arrivare al potere e ai soldi. Vin si ritrova in un mondo sconosciuto, dove deve imparare a muoversi e a crescere scansando i pericoli e le tentazioni. Eppure, quando i ragazzi si ritrovano, la loro unione si fortifica, fino ad arrivare a un epilogo denso di emozioni e coinvolgimento. Un percorso di due amici, due mani che si intrecciano per non lasciarsi più. Due corpi uniti che niente e nessuno riuscirà a separare… nonostante tutto.
***
“Ma non avresti potuto dire che dei due fosse giorno chi notte. Perché in ognuno luce e buio coesistevano in splendida armonia.”
Cari lettori,
oggi vi parlo brevemente di un romanzo, che ho letto con particolare curiosità e partecipazione: “Come l’alba e il tramonto” di Francesca Erriu Di Tucci. Per vocazione naturale, nutro un acceso interesse verso i romanzi ambientati in contesti degradati, con i protagonisti che vivono ai margini della società e caratterizzati da forti conflitti interiori. Le mie aspettative non sono state deluse e questo già non è poco. Se uniamo a ciò anche la soddisfazione per aver letto un libro ben scritto, efficace nella resa stilistica, senza urticanti lungaggini e fronzoli, l’appagamento è totale.
Il romanzo, ambientato negli anni '80, tratta con delicatezza e sensibilità, in uno stile narrativo pulito e limpido, l’incontro tra due adolescenti: Tom e Vin. L’amicizia che ne scaturisce è complessa, potente e multiforme. I due sono diversi tra loro, come l’alba e il tramonto, tuttavia sono uniti da un legame che a tratti sembra essere protetto da un’aura soprannaturale. Tom è più sicuro di sé, più corazzato contro il lato oscuro della vita, Vin è più fragile e vive in un mondo tutto suo, dove trova sicurezza in ciò che è definito, come un numero.
"Lui invece era attento e previdente. E anche preciso, a detta degli operatori che compilavano le schede sul suo 'caso'. Era vero. A lui piaceva la precisione, in particolare nei numeri: matematica e geometria. I teoremi, tutto ciò che metteva dei paletti. L'infinito invece gli creava qualche difficoltà: odiava quell'otto capovolto, preferiva il 'Pi greco', una costante matematica, cioè un numero che ha un valore definito esattamente".
Il lettore assiste con tenerezza all’evoluzione del rapporto dei due adolescenti, iniziato nel contesto chiuso di una casa famiglia, con le sue regole e i suoi educatori, e cresciuto all’esterno di quelle mura, in un contesto urbano, connotato da attività illegali, prostituzione e spaccio di droga, e da figure che si muovono nella criminalità. È qui che entra in scena André, adulto pronto a insudiciare con la sua attività manipolatoria l’anima dei due ragazzi.
L’autrice nel romanzo “Come l’alba e il tramonto” tesse una storia di amicizia destinata a trasformarsi in qualcosa d’altro, qualcosa di diverso, di esclusivo forgiato su sentimenti che hanno la loro matrice nella solitudine, qualcosa però anche di incompiuto, che rimane in quell’indefinitezza malinconica che comprende tutto ciò che non è o non è ancora.
I personaggi, sapientemente caratterizzati dalla penna dell’autrice, sono resi con vivida forza, realistici e credibili.
“Come l’alba e il tramonto” non è un romanzo YA come potrebbe sembrare di primo acchito, ma è certamente adatto anche a un pubblico di adulti. Ne consiglio vivamente la lettura a chi vuole immergersi in un ampio ventaglio di emozioni e conoscere la storia di due solitudini che si uniscono per affrontare le avversità della vita, in una comunione di intenti che supera ogni difficoltà. Attenzione però al finale: nessuno sconto alla crudezza della vita, che sa unire e dividere a proprio piacimento. Tuttavia certi incontri, in barba anche al destino più crudele, sono destinati a rimanere per sempre.
LINK PER L'ACQUISTO:
"Come l'alba e il tramonto" di Francesca Erriu di Tucci
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Elisa Averna
02 giu 2023
In Pazze Interviste Doppie
Carissimi,
in questa nuova rubrica due autori No Eap, Cizia Passaro e Andrea Moretti, si confronteranno sulle medesime domande per farsi conoscere meglio anche come persone. Preparatevi a domande fuori dalle righe, scomode, irriverenti, spinose, divertenti e anche imbarazzanti.
Dalle risposte certamente avrete agio di conoscere meglio le persone che si nascondono dietro un'opera letteraria. Infatti, molto anche di inaspettato può emergere da una semplice battuta. Incontrerete autori vivaci intellettualmente, autori che con il loro piglio ironico e la loro mente brillante vi conquisteranno o, forse, nulla di tutto questo 🙄, ma, in ogni caso, potrete farvi un’idea di loro ed eventualmente curiosare nella loro produzione letteraria.
Vamos con l'intervista!
E ora è giunto il momento di conoscere un po' meglio ANDREA MORETTI e CINZIA PASSARO! Chi vincerà questo duello? Ognuno di noi avrà il suo preferito? Chissà! Attenzione però: anche il pari merito è un’opzione. Quel che è certo è che approfondire, cliccando nei link che vi lascerò in calce, sarà un gesto automatico :)
Buona lettura!
IMBARAZZO
Nel corso della nostra vita, tutti abbiamo vissuto dei momenti imbarazzanti, che ci hanno posto di fronte a una “situazione ops!”: cosa fare in questi casi? Come uscirne?
Per errore hai regalato al dottor De Stasio un libro con la dedica a nome di un’altra persona. Come ne esci?
Andrea Moretti
Di cose simili, ahimè, me ne sono successe a bizzeffe; per cui ritengo di essere abbastanza preparato.
Mi capitò una volta di regalare il libro di un autore emergente a un familiare.
Il periodo era quello di Natale. Acquistai una copia direttamente da lui; ma l'autore deve aver inteso fosse per me. Non ricordava che l'avessi letto e, alla fine, scrisse una dedica a mio nome.
La risolsi vergandovi sotto gli auguri di Natale e la mia firma.
In un'altra occasione, successe di scrivere in maniera errata il nome di una mia personale lettrice: Gerarda anziché Geralda.
Non c'è un modo corretto di uscire da certe gaffe. L'ironia vince sempre.
Dopo una correzione molto pasticciata, a Geralda dissi che certe figure erano il motivo per cui potevo vantare pochi lettori.
Cinzia Passaro
Volevo fare una dedica diversa dalle solite e ho pensato che dedicare il mio romanzo a Sergio Mattarella ne avrebbe accresciuto il valore, non si sa mai dovessi diventare famosa…
(Sergio Mattarella è un mio amico omonimo del più famoso)
Alla presentazione di un tuo libro fai una battuta che non viene colta o viene male interpretata. Nessuno ride… anzi… c’è il gelo attorno a te. Come ne esci?
Andrea Moretti
Premetto che se ci fosse qualcuno ad ascoltare sarebbe già qualcosa, visto che di solito, in certe occasioni, le battute le faccio ai muri.
A ogni modo, credo che ogni autore che tenga una presentazione, specie se si tratta delle prime, debba aspettarsi -o essere pronto ad affrontare- situazioni simili.
Un po' come quando arriva il momento delle domande e nessuno le fa. Un classico, insomma.
In questo frangente, proverei a uscirne in maniera ironica.
Qualcosa di somigliante a “Chi ha capito la battuta vince una copia gratuita del libro”, o “I frizzi che trovate sul libro sono migliori; questo l'avevo scartato perché poco funzionale”.
Chi può dire, tuttavia, se avrei veramente questa prontezza o se rimarrei tanto spiazzato da starmene zitto per un po'?
Tutto dipende da quanto sarei in forma mentalmente.
In un'intervista, ovviamente, abbiamo tutto il tempo di pensare a una risposa che ci salvi la faccia :).
Cinzia Passaro
Direi che è capitato, imbarazzo totale, si è sentito grattare sugli specchi nel mio tentativo di rimangiarmi quello che avevo detto, alla fine ho dato la colpa all’emozione e alla mia inesperienza, a quel punto è partito l’applauso d’incoraggiamento del pubblico.
SINCERITÀ
“Sii sempre pronto a dire quello che pensi e il vile ti eviterà” (Williame Blake, poeta inglese)
Pensa a quell’autore o autrice (senza citarlo/a) che non ha mai sopportato e di cui non apprezzi le opere (senza citarle). Vai con una critica al vetriolo!
Andrea Moretti
Oddio. Non è che ce ne sia soltanto uno, se proprio devo essere sincero.
Posso dire che quando detesti un autore, almeno per quanto mi riguarda, il motivo è sempre l'atteggiamento e non quello che scrive.
Ritengo che una qualunque opera, persino la meno riuscita, valga qualcosa se frutto del duro lavoro, e che, persino laddove l'autore non fosse pienamente soddisfatto, sia comunque migliorabile.
Ma visto che dobbiamo essere sinceri: odio tutti quelli che, non appena acquistino un minimo di notorietà, e vedano numeri incoraggianti in termini vendite, si montano la testa e ci danno dentro a gran carriera con video e interventi da aspiranti influencer, con banalizzazione di contenuti e classica retorica acchiappa-click.
Nulla di personale, dal momento che quando inizio a pubblicare troppi video sui social -di miei ce ne sono sin troppi- mi capita di ripudiare la mia stessa faccia.
Altra cosa che non mi va a genio sono gli autori emergenti a cui acquisti il libro senza che loro ricambino.
Non è un obbligo, sia chiaro; posso capirlo nel caso in cui il romanzo non fosse il loro genere o non troppo nelle loro corde.
Ma se un minimo piace, perché non aiutarsi, visto che da emergenti siamo tutti consapevoli di che giungla sia?
Cinzia Passaro
Tra i tanti lavori che ci sono l’autore ha scelto il meno adatto a lui, poteva darsi alla politica avrebbe avuto più successo considerando le incongruenze e inesattezze contenute nei suoi testi. Lo stile ampolloso ne è una conferma.
Il tuo giorno da leone a budget illimitato.
Andrea Moretti
Sinceramente non farei tantissimo.
Sono uno di quelli che – almeno vorrei esserlo, dal momento che non si sa mai con certezza quanto si è corruttibili- persino da miliardario preferirebbe continuare a vivere in modo modesto: magari in un tranquillo monolocale, senza le urgenze pratiche del vivere quotidiano.
A quelle ci penserebbe qualcun altro.
La vera bellezza dell'essere ricchi è non dover vivere lo stress e i disagi delle persone comuni.
Io ho sempre detestato le ostentazioni; in compenso amo le occasioni di gemellaggio, la filantropia e i salotti intellettuali.
Cercherei di rendere la presentazione del libro qualcosa di entusiasmante al livello di stimoli artistici.
Un salone arredato in modo eccentrico; chiamerei artisti indie e alternativi a esibirsi, tipo che so Lana del Rey, Beach House, Cigarettes after sex -se il budget fosse ridotto, classico concertino jazz- poi porterei tutti gli autori emergenti che conosco, in modo da farlo diventare un'occasione per promuovere tutti.
Qualche moderatore in gamba a condurre e professionisti della comunicazione a sponsorizzare l'evento.
I soldi li spenderei tutti per l'arredamento e la coreografia; gli introiti ricavati dalle vendite finirebbero però in beneficenza.
Meglio questo che un qualunque Gran salone del libro.
Cinzia Passaro
La scelta cade su una libreria in cui faccio acquisti, poi passo da un negozio di mobili per comprare una nuova libreria per contenere i romanzi comprati, soddisfo contemporaneamente le mie manie: amo i libri e l’arredamento per la casa.
CREATIVITÀ
“Le menti creative riescono a sopravvivere anche ai peggiori sistemi educativi.” (Anna Freud, psicoanalista austriaca)
Cambio di cover. Leggi la quarta di copertina del libro del tuo compagno di intervista e scegli un’immagine che secondo te potrebbe rappresentarla. In pratica devi scegliere una nuova cover.
Andrea Moretti
Ho sempre amato l'arte minimalista per il potere di evocare significati profondi servendosi di un linguaggio spoglio. Le immagini che dicono di più trovo siano quelle concepite nel modo più semplice: lasciando molto all'immaginazione di chi le guarda.
La cover del libro in oggetto vanta già una potenza evocativa in questa direzione; ma visto che devo sceglierne una io -e il mare e i ricordi sono i protagonisti stessi del romanzo- opterei per un bicchiere d'acqua affondato solo parzialmente nella sabbia.
Su pelo dell'acqua -il bicchiere è pieno e l'estremità superiore spunta dalla sabbia- si intravedono cerchi allargarsi, come se sopra vi fosse appena caduta una goccia.
Alla metà della cover due mani -le braccia che arrivano dalle estremità laterali- si congiungono.
E alla fine -appena accennato sullo sfondo- il mare tinto dalla luce del tramonto.
Cinzia Passaro
Premesso che ho trovato la copertina di Andrea molto bella, adoro i gatti, qualsiasi altra immagine non renderebbe altrettanto bene il titolo, leggendo la quarta di copertina potrei scegliere un’immagine che rappresenti la luce contrapposta all’ombra.
Racconta qualcosa sul tuo romanzo inserendo le parole “prurito”, “pozzanghera” e “karma”
Andrea Moretti
Possiamo dire che il protagonista del mio ultimo libro Stelio Ermioni Scivoli, nel corso della narrazione, in una sorta di POZZANGHERA sorda di negatività, scavata con le sue stesse emozioni.
Stelio è uno studente universitario con ambizioni da scrittore, molto insofferente al vivere comune; tanto che questo lo irrita al punto da scatenargli un terribile PRURITO nell'anima.
Una sensazione pruriginosa che lo induce a un moto di rivolta verso il mondo.
Cercherà di riemergere da quest'abisso con l'amore; ma le cose non andranno nel modo in cui spera.
Stelio è convinto di avere un KARMA negativo, che a ogni occasione lo manda incontro alle persone sbagliate, impedendogli di essere felice.
Cinzia Passaro
All’interno del romanzo ci sono alcune parti in cui un certo prurito potrebbe accendere la fantasia dei lettori, pero ci tengo a precisare che i miei personaggi non fanno sesso ma fanno l’amore. Qualcuno verserà lacrime che creeranno una pozzanghera nel cuore, altri invece apprezzeranno le leggi del karma che ristabilisce i giusti equilibri del tutto ti torna, sia il bene che il male.
Mauro ha litigato con il suo amico di sempre, Francesco, per una causa apparentemente banale. Mauro ti chiede di scrivere per lui una convincente lettera di chiarimento per Francesco.
Andrea Moretti
Mio caro Francesco, vecchio mio...
Mi verrebbe più facile chiederti scusa se il motivo per cui abbiamo litigato fosse serio.
Evidentemente, dal tuo punto di vista lo è; ed io, per mancanza di sensibilità o egoismo, non devo avergli dato troppa importanza.
Guarda se adesso devo ridurmi addirittura a scriverti una lettera. Un metodo all'antica, visti i modi infinitamente più veloci che esistono oggi.
Già, una missiva come due innamorati dell'Ottocento. Avremmo potuto optare, a questo punto, per un piccione viaggiatore.
Io non so cosa mi abbia spinto a scriverti in questa maniera: probabilmente il volerti chiedere scusa, e dunque la ferma volontà di salvare la nostra amicizia.
A ogni modo, quello che mi sento di dirti è che nella vita ne ho conosciute tante di persone.
Poche sono rimaste; e questo perché oggi è veramente difficile costruirsi amicizie solide.
Molto più di quanto non lo fosse prima. Ne sono convinto.
Visto che noi ci siamo riusciti vale la pena di distruggere tutto per una banale discussione?
Incontriamoci per parlarne.
Cinzia Passaro
Caro Francesco, non voglio sminuire le motivazioni che ti hanno spinto ad allontanarti, ma ti prego io non sopporto più di non essere tuo amico, ho sbagliato ma chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Non penso quello che ho detto e se ti piace quella ragazza coi baffi e i peli sulle gambe chi sono io per giudicarti? Vuol dire che abbiamo gli stessi gusti e la mia era solo gelosia! Rinuncio a te ma non alla nostra amicizia.
INCANTESIMI
Gli incantesimi fanno sognare e dunque sogniamo!
Un incantesimo per te: hai la possibilità per un giorno di diventare un personaggio illustre del nostro tempo. Che cosa faresti? Le tue azioni saranno valide a tutti gli effetti.
Andrea Moretti
Il Dalai Lama, anche se a seguito delle ultime vicende forse non sarebbe il caso.
Non ho l'arroganza di cambiare il mondo cercando di migliorarlo né mi ritengo capace di farlo.
Credo semplicemente che la civiltà umana debba seguire il suo corso.
In ventiquattro ore, poi, figuriamoci cosa potrei fare: senza il minimo controllo sul modo in cui eventuali progetti continuerebbero una volta tornato col mio aspetto.
Persino interventi pubblici di sensibilizzazione e dichiarazioni audaci, una volta finito il polverone, cadrebbero immediatamente nell'oblio, per quanto è veloce adesso il mondo dell'informazione.
Perché il Dalai Lama?
Perché così me ne starei tranquillo per un giorno fra le montagne, solo con la mia spiritualità, lontano da tutto il trambusto della vita civile.
Un esperimento interessante sarebbe diventare un qualunque autore di bestseller, tirare su un raccontino o un romanzetto breve in un giorno servendomi della sua mente, e inviarlo alla mia casella email, facendo sparire ovviamente tutto dal pc del bestsellerista.
La mattina dopo, avrei uno scritto di Stephen King a nome di Andrea Moretti, e vedremmo se la qualità di un'opera letteraria vale a prescindere dal nome.
Cinzia Passaro
La pace nel mondo è gia stato detto? Ah ah ah! Userei un qualche incantesimo per favorire l’amore per la lettura, rendendola piacevolmente obbligatoria per tutti, così tanti problemi sarebbero risolti, in primis per noi scrittori (ah ah ah), ma soprattutto perché la cultura rende liberi e felici.
Hai il potere di renderti invisibile. In quale luogo andresti e per ascoltare cosa?
Andrea Moretti
Se potessi rendermi invisibile, sicuramente sarei molto più impegnato a non farmi trovare dagli altri che ad ascoltare qualcuno.
Mi rifugerei in un angolo, godendomi silenzio e tranquillità, e tornerei visibile solo quando servisse: preferibilmente mai :).
A parte scherzi, più che cercare geni che vogliono rivoluzionare il mondo coi loro progetti ambiziosi, mi fermerei ad ascoltare gli ultimi, i clochard, i disperati.
Quelli che, insomma, nessuno vuole ascoltare.
Certo, c'è la curiosità di verificare come vivano artisti e geni nella vita comune; ma dal momento che, fra le mura domestiche, non credo siano tanto diversi da chiunque altro, gli indigenti godrebbero sicuramente della precedenza.
La vita vera -con tutte le sue difficoltà- immagino la conoscano soltanto loro.
Cinzia Passaro
Sarà banale ma mi intrufolerei in una Casa Editrice famosa e lascerei il mio manoscritto ovunque e a chiunque, qualcuno dovrà pur leggerlo!
Aspetterei pazientemente di sentire: «Ma questo è un capolavoro, un best seller di sicuro». Scusate la modestia.
DIFFICOLTÀ
Seneca era consapevole di come le difficoltà fossero d’aiuto per forgiare il carattere di un essere umano. Ecco due difficoltà cui far fronte.
Qui sono guai. Un’esplorazione finita male. Ti perdi nel cuore di una foresta pluviale nell’area occidentale della Papua Nuova Guinea. La gioia di scoprire che non sei sola finisce presto: alcuni membri della tribù Korowai pensano che tu sia una strega e sono pronti a cibarsi del tuo corpo. Scegli un oggetto del mondo civilizzato che potrebbe rappresentare la tua salvezza.
Andrea Moretti
Qualunque oggetto del mondo civilizzato dotato di un grado di tecnologia elevato, lungi dall'aiutarmi, potrebbe addirittura compromettermi, visto che mi considerano una strega.
La cosa più saggia sarebbe studiare le loro usanze, la mitologia e le figure mitiche, e spaccarsi per una qualsiasi divinità venuta dal cielo.
Tanto mi terranno prigioniera per un po'; non mi uccideranno subito.
Si potrebbe usare un antibiotico per curare un animale da loro ritenuto sacro e dire che dal mondo da cui vengo vi è una miniera di conoscenza scientifiche, al servizio della natura, a cui potrebbero attingere.
Ma immagino avrebbe più successo costruire un totem con materiali di circostanza, e dire che sono venuta ad annunciargli l'arrivo di una nuova divinità.
Cibandosi di me, scaglierebbero su di loro l'ira di questo Dio.
Cinzia Passaro
La fotocamera del cellulare. In un attimo sono tutti lì a contendersela e a farsi i selfie con la bocca a buco di gallina e mentre sono tutti rincitrulliti io scappo.
Assisti a una scena di bullismo su una ragazzino in sovrappeso. Come intervieni, se intervieni?
Andrea Moretti
Se si tratta di bambini, posso intervenire in modo diretto senza troppi timori, azzardando addirittura una lezione morale.
È chiaro che se parliamo di adolescenti -organizzati in baby gang- visti i numerosi casi di cronaca sarebbe più opportuno fare una segnalazione.
Ammetto che, un tempo, molto probabilmente non avrei fatto nulla.
Questo perché da piccolo ho subito anch'io atti di questo genere, e le persone -persino gli adulti- di solito si facevano i fatti loro.
Questo fatto, per un po' mi ha reso cinico e indifferente a questi episodi: convinto addirittura che certe umiliazioni fortificassero il carattere.
Tuttavia, ognuno ha la sua sensibilità. Non tutti si rialzano e il bullismo -qualunque sia il contesto e la reazione di chi lo subisce- non è mai bene.
Cinzia Passaro
In genere i bulli sono dei vigliacchi, la loro forza e il gruppo, probabilmente farei un discorso su questo, agirei sulle loro debolezze e gli farei notare che dall’obesità si può anche uscire, la stupidità e l’ignoranza restano.
VIAGGI NEL TEMPO
I libri sono una macchina del tempo. (Jonathan Nolan. Scrittore statunitense)
Sei un uomo del futuro. Dall’anno 4014, la macchina del tempo ti porta nel 2022. Ci racconti com’è il futuro?
Andrea Moretti
Viviamo un momento storico di grande disagio: chiunque immagini il futuro adesso certo non lo vede così roseo.
Catastrofi ambientali, città come Calcutta, Venezia e New York devastate dall'acqua, aree desertiche immense, pandemie, economia finanziaria al collasso, crisi globale, bancomat da cui non si riesce a prelevare, i pochi che lavorano sono programmatori che gestiscono le nuove tecnologie, i lavori manuali completamente sostituiti dalle macchine.
Insomma, l'immaginario collettivo credo sia questo.
Voglio provarci, tuttavia, a essere positivo.
Nel 4014, nuovi filosofi, arrivati 1000 anni prima, hanno incoraggiato una nuova civiltà fondata su valori diversi: un nuovo modello organizzativo della società.
Rispetto della natura, economia basata sulle proprie risorse e contraria agli sprechi, ricchezza equamente distribuita; c'è un nuovo senso di comunità, istituzioni attente a non creare povertà.
Il lavoro c'è per tutti e vi si dedica meno tempo.
Le nuove tecnologie permettono di riciclare all'infinito risorse naturali, rimettendole in circolo e rispettando la capacità di resilienza del pianeta.
Possibile, secondo voi?
Se fosse così, arrivato con la mia macchina del tempo, tenterei subito di accelerare il processo, diffondendo immediatamente questi nuovi valori.
Cinzia Passaro
Racconto che l’umanità non esiste più, io sono solo un ologramma inviato a ritroso nel tempo dagli ultimi sopravvissuti estinti ormai da secoli, con il compito di reinserire gli uomini sulla nuova terra, dove la natura si è riappropriata di tutto e il mondo e ritornato a essere un paradiso.
Purtroppo un’anomalia del sistema non riesce a tracciare la mappa per il viaggio verso il futuro.
L’unica speranza è cambiare rotta oggi per evitare l’estinzione dell’uomo.
La macchina del tempo ti ha portato all’interno di un lupanare di Pompei. Il luogo non è il più adatto, lo so, ma purtroppo hai pochi minuti per comunicare agli ospiti (in tutt'altre faccende affaccendati che non pensare al futuro) che il Vesuvio erutterà da lì a poco. La tua credibilità varrà la vita di molte persone.
Andrea Moretti
Quando si torna indietro nel tempo, cercare di cambiare il corso della storia è sempre un errore.
Troppi casini sono stati combinanti in questo senso: sono tanti i film che ce lo mostrano.
Quindi, spiegherei loro che l'uomo rischia la morte in ogni momento, ma che, in quel particolare frangente, la stanno rischiando di più: è il caso dunque che si divertano al massimo, senza risparmiarsi nulla.
Io festeggerei con loro.
Lupanare di Pompei? Immaginate i vizi, i vestiti sfarzosi, il sidro?
Nutrirei ovviamente la speranza di tornare nel mio tempo prima dell'eruzione; ma non credo esista un modo di salvarli, né che sarebbe giusto farlo, quindi non ci proverei nemmeno.
Cinzia Passaro
Punto sul senso del pudore, dico che tra molti secoli saranno ritrovati nell’atto di copulare e che i loro corpi saranno pietrificati e ricordati dai posteri mentre fornicavano, forse funziona!
L’ARTE DELLA PERSUASIONE
Forza! Che i tuoi messaggi risuonino forti e chiari!
Convinci il tuo compagno di intervista a scrivere un romanzo horror a tema “tanatoprassi” e suggeriscigli un possibile incipit.
Andrea Moretti
Innanzitutto, posso dire a Cinzia che non bisogna necessariamente avere il gusto di spaventare per scrivere horror.
Ci sono temi che si prestano parecchio a una trattazione cupa, senza però che questo svilisca la loro profondità.
Esistono horror che vogliono spaventare e altri che desiderano proporre riflessioni o esprimere messaggi profondi: pensiamo a Poe, a Lovecraft, Le Fanu, King, e tutto il resto.
A ogni modo, la Tanatoprassi la userei come strumento di denuncia sociale: perfetta per esprimere l'ossessione della cultura contemporanea per l'esteriorità.
Un tanatopratico predispone un cadavere e l'incipit potrebbe essere:
“Nemmeno il crack raggelante di questi arti rigidi mi distoglie da certi pensieri. Incredibile come alla gente piaccia sentirsi bella persino da morta. Il cerone luminoso che fulge sopra le labbra violacee; la patina di cosmetici che adorna l'ombra glauca degli occhi. Insomma, deve posare su una camera ardente; mica sfilare al Festival di Venezia. Tutte quelle persone piangono sia che appaia bella sia che sembri ridotta a uno zombie.”
Un'alternativa, per chi abbia una natura romantica, sarebbe l'idea che l'amore non decada mai; ma qui si sfiorerebbe quasi la necrofilia.
Solita scena del tanatopratico e incipit così:
“Vorrei che per una volta fosse così immobile. Raramente quando tocco mia moglie ho la stessa sensazione di abbandono. La certezza che mai se ne andrà. È un crack che non esprime la morte; ma una barriera che ci separa dal mondo e rende il nostro amore eterno. La pelle fredda mi scalda dentro ancor più di quella viva. Lei dovrò portarla, dovrò sistemarla, dovrò renderla bella. Mia moglie, però, ci pensa da sola a queste cose. Si alza ogni mattina, e sembra che non le pesi separarsi da me. Perché?”.
Quando scrivo do molto più valore ai pensieri dei personaggi che all'azione; in termini di consigli, direi che non potevo fare di meglio.
Cinzia Passaro
È così bella! La sua bellezza non è stata intaccata, la morte non l’ha contaminata, nell’aria non ci sono vapori nauseanti, aleggia invece un odore delicato di agrumi stemperato da note di lavanda che ricorda il profumo che di solito lei usava.
Ricordo ancora il giorno in cui aveva varcato la soglia della agenzia funebre, ci aveva scelti perché nella pubblicità si parlava della presenza di un tanatoprattore che garantiva per i parenti del defunto un ultimo ricordo piacevole che non avrebbe traumatizzato neanche i bambini.
Ha voluto parlare con me, le ho spiegato tutto quello che faccio nel mio lavoro, le ho fatto un preventivo e mi ha pagato in anticipo, chiedendomi di recarmi all’indirizzo non appena mi fosse arrivato un messaggio e dopo aver fatto il mio lavoro devo avvisare i parenti tutti e garantire il più bel funerale che si possa fare.
Mi sono innamorato di lei…
Dieci giorni fa è arrivata la chiamata, ho trovato la porta aperta dell’appartamento, un invito a entrare, grande la mia sorpresa nel vederla distesa sul letto, sembrava dormire, bellissima e ancora calda… ho goduto del suo corpo.
Ho lavorato per preservare tanta bellezza, i parenti non li ho ancora chiamati…
Perché un lettore che non è interessato al genere del tuo libro dovrebbe leggere proprio il tuo libro?
Andrea Moretti
Bella domanda: si parla, in effetti, di circa 85.000 pubblicazioni l'anno, nel nostro Paese.
Nemmeno sarebbe una domanda molto indicata nel mio caso, dal momento che quando scrivo un libro cerco sempre di creare qualcosa che piaccia a me -in primis- e a un lettore con una visione del mondo simile alla mia.
A ben rifletterci, comunque, mi sento di dire che nei miei scritti cerco spesso di mettermi a nudo; di far riflettere su gravi difficoltà sociali che io –come molti altri, immagino- vivo ogni giorno nel mondo contemporaneo.
L'obiettivo non è intrattenere e divertire, bensì aprire gli occhi sulla gente; mostrare quanto sia difficile -per individui particolarmente sensibili- trovare a volte anche solo la forza di affrontare la giornata.
Voglio che insieme a me si lotti per trovare una soluzione positiva; che si sviluppi empatia per chi, accanto a noi, spesso non se la passa troppo bene.
Cinzia Passaro
Prima di tutto ci tengo a dire che spaziare tra vari generi può arricchire il lettore, e il mio romanzo potrebbe riservargli una bella sorpresa.
Non è solo un romanzo di formazione, è una saga familiare che si tinge di giallo la cui risoluzione è solo nelle ultime pagine, è un romanzo storico perché attraversa quasi un secolo della nostra storia più recente con le donne come protagoniste, parla di conquiste che oggi spesso si danno per scontate.
E poi c’è il Salento con il suo sole accecante e la bellezza di una terra ancora incontaminata.
In “Libera, il cielo fatto di mare e di lampare” c’è veramente di tutto e stimola il lettore a profonde riflessioni, ma è soprattutto un libro per chi ama semplicemente leggere.
Ringrazio Andrea Moretti e Cinzia Passaro
per essersi messi in gioco accettando di partecipare a questa intervista.❤️
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L'Eco dei sogni di Andrea Moretti
Libera. Il cielo fatto di mare e di lampare di Cinzia Passaro
AI LETTORI:
Vi è piaciuta questa intervista? Condividetela o lasciate un commento. Grazie e alla prossima!
AGLI AUTORI:
Vi piacerebbe essere protagonisti di una "crazy intervista doppia"? Candidatevi solo se ritenete di essere sufficientemente sfacciati, intellettualmente pronti a tutto, pazzi e ironici quanto basta per un tuffo nell'assurdo!
Mi raccomando: trovatevi un partner ardimentoso che vi tenga testa!
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Elisa Averna
23 apr 2023
In Recensioni Autori Emergenti
RECENSIONE BREVE Il dramma di un uomo che ha amato per un breve lasso di tempo e che non è riuscito a elaborare il lutto per la morte della persona da lui amata. Chi non ricorda la famosa domanda pronunciata da Maria ne“ Storia di una Capinera” (romanzo epistolare di Verga, scritto nel 1869 e riadattato nel cinema da Zeffirelli nel 1994): Si può morire d'amore? -"Tanto, tanto amore, tanta tanta luce, tanto sole”? Ecco, è come se il protagonista di “Diario di un cadavere”, l’ex professore universitario Steven Aubrey, ci desse una dimostrazione empirica che sì, si può impazzire per amore, uscire completamente fuori di senno e sprofondare nell'oscurità. Amore e sofferenza diventano così un binomio inscindibile che porta direttamente alla follia. Con la perdita dell’amore, Steven Aubrey perde se stesso. Nella speranza forse di ritrovarsi, si affida a uno psichiatra, il dottor Cristopher Lund, con il quale ha incontri solo via web cam, e scrive un diario. Ma forse è troppo tardi per tornare a vedere la luce. L’oscurità sembra ormai avvolgerlo in modo ineluttabile. Il suo orologio da taschino è ormai fermo. Il tempo che scorre forse non ha neanche più importanza. Lui ormai non esiste più, o meglio, non esiste più come prima. La sua metamorfosi in cadavere gli produce un'implosione che manda all'aria gran parte del suo raziocinio. L’uomo-non uomo o non più uomo sospetta, ancora prima di ricevere una diagnosi ufficiale, di soffrire della sindrome di Cotard: è convinto di essere morto. C’è una parte di lui che lucidamente analizza il suo disagio psichico. E così come un “Zeno alla rovescia”, anziché “scrivere per vedersi intero” e ritrovarsi, appunta tutto ciò che ratifica il fatto che lui ormai non possa più vedersi intero, perché non è neanche più un uomo, ma qualcosa di diverso, qualcosa che potrebbe essere più simile a un vampiro. L’immersione nella coscienza e la costante introspezione che s’impegna a fare sembrano allontanarlo sempre di più dal reale. Un racconto gotico che non mescola kafkanamente il reale con l’assurdo, come forse potrebbe sembrare, ma mescola il reale con una follia tangibile, dolorosa, proiettata nella strada del non ritorno, perché il tempo non ritorna mai indietro.
Un racconto che sembra scritto per “orientare al disorientamento” il lettore, che precipita nell’abbrutimento più totale di un uomo non più uomo, che si nutre di quanto di più disgustoso si possa pensare. Come di fronte a un quadro ognuno può dare la propria interpretazione, così in Diatio di un cadavere ognuno può trarre un significato diverso e le conclusioni che vuole in base alla sua coscienza e alla sua sensibilità. Forse davvero la follia è una via di fuga dal dolore?
A rischio di essere beceramente didascalica, se non si fosse capito, rendo evidente che ho molto appezzato questa storia, sia per l’originalità dell’autrice nel dare voce a una creatura che si è persa nella sua follia, sia per lo stile pulito ma non banalmente accademico. Maddalena Marcarini è riuscita a trasmettere al lettore un bel ventaglio di sensazioni: dalla malinconia alla nostalgia del tempo andato, al disagio e al vuoto di un presente crudele. ACQUISTA SUBITO: Diario di un cadavere
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Elisa Averna
16 apr 2023
In Recensioni Autori Emergenti
Genere: thriller paranormale/giallo Premessa Alzi la mano chi non è affascinato da storie di case infestate, ville misteriose con segreti nascosti, storie accarezzate da una brezza gotica? Nel caso qualcuno avesse osato davvero alzare la mano, bene questo qualcuno sappia che ho appena chiuso a doppio mandata la porta della Villa al civico 180 di White Ville, dove accadono cose strane, dall’incerta natura, e che purtroppo gli toccherà restare fino alla fine. Ma fino alla fine di cosa? Beh! Esistono tanti tipi di “fine”, ma in questo caso sino alla fine della recensione. Poco male, poteva andare peggio, credetemi! Quando si entra in posti del genere non si sa mai veramente “come e se” se ne esce. Quindi, accomodatevi su queste poltroncine rifinite con filo spinato, e buona permanenza (si fa per dire) a White Ville! Trama Liddy, affermata autrice di libri per l’infanzia, e il suo fidanzato, lo psichiatra Eddy, decidono, dopo un “inciampo” da parte di lui su un bipede di sesso femminile, di progettare le loro nozze. Cercano il loro angolo di paradiso e lo trovano nel quartiere di White Ville, dove è in vendita la villa dei loro sogni a un prezzo molto accattivante. Ma poteva mancare un "però"?: si tratta di una villa dal passato sinistro, essendo stata scenario dello sterminio di un’intera famiglia, i Drake, e dal presente altrettanto inquietante, visto che, nel cuore della notte, pare che si sentano delle urla all’interno dell’abitazione. Liddy si trasferisce subito nella villa, mentre Eddy, impegnato con un paziente difficile, dovrà rimanere fuori città. Liddy, come i precedenti inquilini, sentirà di notte dei rumori strani e delle urla. Aiuto! Si tratta solo di autosuggestione? Sta impazzendo? Forse davvero le anime dei componenti della famiglia Drake hanno bisogno di aiuto? E se la villa nascondesse un terribile segreto? Quale mistero potrebbe celarsi tra le sue mura? Liddy che cosa deciderà di fare? Scapperà come i precedenti inquilini o deciderà di restare? *** Paura eh? Vi do una dritta interessante: siccome è meglio non aggirarsi per la villa in cerca del bagno, sotto la poltroncina, per gentile concessione della ASL di White Ville, trovate una confezione di pannoloni… Non si sa mai… Bene. Possiamo continuare. Immaginate di trovarvi nella vostra nuova villa, nella casa dei vostri sogni e immaginate però anche di non sentirvi al sicuro proprio laddove dovreste sentirvi maggiormente protetti, come se un’ombra distruttiva fosse in procinto di portarvi alla pazzia. Ed ecco che il vostro angolo di paradiso diverrebbe immediatamente il luogo dell’incertezza, un territorio oscuro, uno spazio da dividere con una forza minacciosa e incomprensibile. *** Un po' di ansiuccia è? Forza, camomilla per tutti, offerta dalle presenze della Villa! Sì, dalle presenze. Perché non credete alle presenze? Pensate che Liddy sia una povera pazza? No, dai, è un’autrice certamente dotata di fantasia, ma non pazza. Datele il beneficio del dubbio, e che diamine! Insomma quei rumori qualcosa devono pur essere o no? Pensate che siano semplici scricchiolii dovuti a cause pratiche? Topi che sgranocchiano i fili elettrici? La grondaia che si diverte a produrre suoni strani? Bene, allora perché non restate chiusi qui dentro di notte da soli? No, non voglio avere responsabilità. Vi lascerò uscire, ma prima dovete conoscere la mia opinione! *** Il mio soggiorno qui a White Ville è stato pienamente partecipe. Tutti gli accadimenti che l’autrice ha messo in scena, mi hanno inchiodato sulla mia poltroncina. Mai un attimo di noia. Mai una riga saltata. Un romanzo che ho letto velocemente, calandomi nella narrazione e lasciandomi coinvolgere in ogni singolo passaggio. Commento Un intreccio accattivante e personaggi ben delineati, senza abbondanti descrizioni o caratterizzazione fisiognomica che viene, viceversa, lasciata all’immaginazione del lettore. La narrazione si modella perfettamente alle diverse corde psicologiche dei personaggi. In “Le urla di White Ville” la suspense è garantita, non solo dalla capacità dell’autrice di tenere viva la curiosità del lettore, ma anche dal sospetto instillato che si tratti di una casa infestata, quindi ancora occupata dai suoi vecchi abitanti morti, come detto, per morte violenta e senza aver avuto giustizia. Nessun responsabile? Già! Proprio così. Liddy è sola, in compagnia della sua inquietudine, che noi lettori respiriamo tutta. Liddy non riesce a inquadrare bene gli abitanti di White Ville e con lei, di nuovo, anche noi. Già, noi poveri lettori non sappiamo decifrare i loro comportamenti o, ancora meglio, non sappiamo di doverli decifrare. L’autrice ha costruito una storia non banalmente catalogabile nelle “solite” storie di spettri, poltergeist, luoghi infestati, ma ha proposto un racconto dalle tinte oscure che afferiscono più alla dimensione psichica dei personaggi e di ciò in cui credono. Ciò che è spaventoso è ciò che si paleserà a noi lettori sul finale. La storia procede come una matassa di filo spinato che si srotola, fino ad arrivare davanti ai nostri occhi, a quel punto, vi garantisco, che le urla saranno anche le nostre. In questo romanzo tutto è ben calibrato e per questo efficace. CITAZIONI La verità è che mi innamorai subito di White Ville. Alberi verdi e rigogliosi incorniciavano la strada principale, che si snodava sinuosa fra le villette – modeste ma eleganti – dell’isolato. In prossimità dell’incrocio maggiore, che portava oltre il quartiere, c’era un parco giochi immerso nel verde. Fra prati ben tenuti e altalene pulite, i bambini correvano felici in quella splendida domenica mattina.
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«Eddy, non crederai a quel mucchio di sciocchezze? Finora questa è l’unica casa che abbiamo visto che soddisfa appieno tutte le nostre esigenze. Non è molto lontana dalla città, non è molto costosa e il quartiere mi piace».
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Trascorsi il resto della giornata a fare pulizie e a sistemare la dispensa secondo le mie preferenze. Durante quelle ore non avevo fatto che pensare a quanto detto da Marlee e Joe quella mattina. Era evidente che le leggende legate alla mia casa fossero ben radicate, ma non avrei mai immaginato che il solo nominare il 180 di White Ville avrebbe destato simili reazioni nella gente. TEMI Paura Ne “Le urla di White Ville” la paura è una risorsa da utilizzare per arrivare alla verità, al pari della curiosità. Coraggio E siccome non c'è coraggio se non c'è paura, il compito di Liddy è dominare la paura, andare oltre essa. Non posso dire altro: rischierei da fare spoiler. STILE NARRATIVO Fluido e gradevolissimo. Una scrittura pulita, essenziale e, all’occorrenza, poetica. Nessun fronzolo e nessuna digressione che allontani dal focus della storia. A narrarci la storia è la stessa Liddy. Solo nell’epilogo l’io narrante non è più Liddy. L’autrice, difatti, cambia la tecnica narrativa e passa al narratore onnisciente. *** La porta è aperta, la recensione è finita... andate in pace! (si fa sempre per dire!) 👀 ACQUISTA SUBITO: Le urla di White Ville
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Elisa Averna
06 apr 2023
In Interviste agli Autori
Carissimi, benvenuti nella rubrica dedicata agli autori dell'editoria No Eap. Chi di voi già mi segue sa che nelle interviste tendo a essere irriverente e dissacrante, ma in questa sede cercherò di fare la brava e di limitarmi a domande mirate a conoscere meglio l'ospite della giornata. Dalle risposte certamente avrete agio di conoscere meglio la persona che si nasconde dietro un'opera letteraria o poetica. Molto, infatti, anche di inaspettato può emergere da una semplice chiacchierata. In questa intervista ho il piacere di avere ospite Maria Cristina Buoso, autrice di gialli (alcuni titoli: Vernissage, Delitto al condominio Magnolia, Il mistero dei sei tiramisù) e book blogger, molto generesa con i suoi colleghi autori, tanto da avere più rubriche nel suo blog dedicate agli autori emegenti. E ora pronti a conoscere un po' meglio Maria Cristina come persona e come autrice? Sì? E allora vamos! Eh no! Prima vi ricordo di iscrivervi al gruppo Facebook che amministro ("Solo editoria non a pagamento"), sempre che siate curiosi di scoprire nuovi autori dell'editoria non a pagamento (l'unica editoria che dovrebbe esistere!). 1) ) Ciao Maria Cristina. Innanzitutto grazie per aver accettato di essere intervistata per il mio blog. Puoi parlarci un po’ di te, delle tue passioni e dei tuoi interessi? Mamma mia.... Rischierei di diventare super prolissa.... cercherò di farlo in breve come fa Maurizio Lastrico con la genesi della Bibbia. “Piccola, grande lettrice. Poi desiderosa di provare a raccontare le mie storie... primi racconti. Medie, arrabbiatura con prof. di italiano... prime poesie. Superiori mi cimento in racconti e poesie su commissione per i colleghi di studio. Terminate superiori primi concorsi letterari anche in campo narrativo e non solo... (un attimo che prendo fiato)... incontri fortunati con attori dietro le quinte per consigli... primi premi e segnalazioni mi portano a scrivere i primi romanzi. Eheheh avevo preso gusto e così... thriller, gialli e.... primo blog... secondo blog.... social e.... alt ...mi devo fermare...troppe cose... aiutooooooooooo 2) Che bambina era Maria Cristina? E che adolescente? Bambina: timida, sognatrice, lettrice accanita e che credeva nella vera amicizia e in altri valori. Adolescente: timida, sognatrice, lettrice accanita e che si scontrava con la vita perché credeva in certe cose e nei suoi sogni. 3) Come ti immagini da anziana? In salute, con ancora tanti sogni da realizzare e altri realizzati (mi sembra logico, quello di vedere i miei libri apprezzati) e avere attorno a me amiche su cui contare e con cui trovarmi....ah... e poter incontrare anche i miei lettori, mi sembra ovvio. 4) Se dovessi raccontarti con un quadro, quale quadro sceglieresti e perché? La pittura come i libri e la musica cambia con il tuo umore.... ma un genere di pittura che mi è sempre piaciuto molto è quello degli impressionisti. Ecco, sarebbe uno dei loro quadri, forse uno delle ninfee di Monet o uno di Van Goh, forse la notte stellata o quelli sulla natura, in questo momento non saprei decidere quale. 5) Ci vuoi raccontare qualche aneddoto legato alla stesura del tuo ultimo romanzo? Domanda di riserva.... sto rivedendo un libro per la pubblicazione, ma vado a rilento per vari motivi; il primo scarsa concentrazione, il secondo una allergia che mi aveva preso gli occhi per cui non riuscito a fissare schermo più di tanto e poi lettura di alcuni libri per un concorso in cui faccio il giudice da qualche anno, devo dire che ho letto molti libri interessanti ... se poi aggiungiamo blog e tutto il resto... chi mi regala qualche ora extra??? Terminato questo libro devo rivedere Bardo che è il terzo thriller della serie ambientata a Treviso e decidere per il terzo giallo della serie ambientata a Padova, qui sono ancora indecisa su cosa scrivere. 6) La tua location ideale per scrivere? La mia scrivania. 7) Quali sono i romanzi che hanno segnato di più il tuo cammino da autrice? Non ne ho uno in particolare, perché crescendo ne ho incontrati tanti e diversi tra loro che mi hanno regalato sempre qualcosa. Sono amici silenziosi che mi tengono compagnia o che mi regalano qualcosa quando ne ho bisogno sia come persona che come autrice. 8) C’è un personaggio di un tuo romanzo con il quale “hai litigato”? Un personaggio ribelle nei confronti della tua penna? E se sì, alla fine chi ha vinto, tu o lui/lei? Quando scrivo incontro quasi sempre un punto o un personaggio che mi mette in crisi, per cui devo prendermi del tempo per capire come fare o dove devo andare o dove vuole andare lui o lei.... a volte la spunto io, altre volto loro. Un esempio, in Vernissage c’è un personaggio femminile che in teoria doveva fare solo una parte di appoggio per un altro personaggio... alla fine si è presa il suo spazio ma non vi svelo di chi sto parlando dovrete capirlo voi. 9) Il tuo incubo peggiore? Ne ho diversi.... uno di questi non riuscire più a scrivere le mie storie. 10) Quale dei sette vizi capitali ti rappresenta di più? Gola L sono tremendamente golosa di mio e peggioro sotto stress e nervoso. 11) Quali sono gli autori contemporanei che preferisci? Troppi. In questo momento non saprei chi scegliere, mi dispiace. 12) Hai un massimo di 1000 caratteri per sfogarti su ciò che non ti piace o non sopporti. Faccene sentire quattro! Solo 1000 caratteri??? Non bastano? Cose che non sopporto ce ne sono sempre di più, invece di diminuire... Ipocrisia, soprattutto quella politica. Ignoranza, soprattutto di quelli che si credono detentori della verità assoluta. Le urla, non sopporto più le persone che urlano invece di parlare e ascoltarsi. Ti parlano sopra perché così credono di essere ascoltati nella loro falsa verità invece si avrebbe solo voglia di mettergli un tappo in bocca per zittirli. La cecità sociale, facendo finta di non vedere un problema o l’evoluzione dei costumi non è che queste cose scompaiono... che dici, meglio che mi fermi? La lista potrebbe continuare ancora per qualche pagina. 13) Scegli un personaggio di un cartone animato da portare a cena! Mi servirebbe una tavolata enorme... va beh... Mafalda. 14) Medio Oriente, Cina di Mao Zedong e Africa. Se dovessi per forza ambientare un tuo romanzo in uno di questi paesi, quale sceglieresti e perché? In genere preferisco l’Italia con piccole capatine all’estero, come ho fatto con Anime. Nel cassetto ho un libro in cui la capatina la farei in Africa, Egitto. Sono sempre stata attratta dall’Egitto di una volta. 15) Di quali argomenti detesti parlare o quali argomenti trovi particolarmente noiosi? Io tendo a parlare un po’ di tutto, perché mi piace essere informata, anche se ultimamente l’informazione mi sembra sempre più piatta e sempre più veicolata in certe direzioni per distrarti da altri problemi. Ma sentire parlare i politici che invece di ascoltarti e capire le tue problematiche vogliono a forza farti fare quello che loro pensano giusto per te, manco fossimo tutti degli analfabeta senza cervello, ecco questi qui ho proprio difficoltà ad ascoltarli e a sopportarli. 16) Quali generi letterari ti appassionano di più? Dipende dal momento e dal mio umore, i libri cambiano e ... però i generi che mi rilassano... sono i gialli e i thriller. 17) Microbiologia, lingua araba e storia delle tradizioni popolari. Se fossi costretta a studiare approfonditamente una di queste tre materie, quale sceglieresti e perché? Tutte e tre per motivi diversi e per la mia innata curiosità. 18) Un caso di abdaction. Purtroppo gli alieni ti hanno rapito. Hai tre minuti per parlare loro della nostra civiltà (o inciviltà .... come preferisci). Non parlerei, ma li inviterei ad entrare nella mia mente per vedere le cose belle che ci sono, malgrado noi uomini ci impegniamo a rovinarle. 19) Se avessi l'opportunità di viaggiare nel tempo, dove andresti e perché? Credo che andrei nel futuro. Vorrei vedere cosa si è salvato e come sarebbe la nostra civiltà. Mentre nel passato andrei solo per abbracciare le mie nonne. 20) Se dovessi scegliere un regista per la trasposizione cinematografica del tuo romanzo, chi sceglieresti? Piccola premessa, la mia scrittura è molto visiva per cui i miei libri potrebbero tutti venire portati al cinema o come serie televisive. Ma essendo con una mentalità molto al femminile vorrei che le regie fossero fatte da donne e come produzione, musica ecc.... vorrei che fosse curato da loro. Ma non per un discorso femminista ma solo perché avrebbero una sensibilità diversa da quella maschile e certe scene sarebbero rispettate di più. Es. in Vernissage ci sono scene in cui il sesso e la sessualità ha un suo spazio nella narrazione, le stesse scene viste da una donna o da un uomo sarebbero diversamente rappresentate. In Italia abbiamo diverse registe per cui le sceglierei in base al libro che verrebbe portato sullo schermo. 21) Che cosa vorresti far sapere ai tuoi lettori? Che mi piacerebbe sapere cosa pensano dei miei libri e che spero di non deluderli mai. 22) Vuoi dire qualcosa ai tuoi lettori? Fatevi sentire perché così le mie insicurezze di scrittrice si faranno sentire di meno. 23) Hai un episodio della tua vita o legato alla scrittura che ti piacerebbe condividere con noi? Anni fa, una lettrice mi aveva riconosciuta al supermercato perché era stata a una delle rare presentazioni che avevo fatto nella mia città e mi aveva detto che nel libro che aveva letto si era un po’ riconosciuta e che il libro le era piaciuto tantissimo. Ero super felice perché ero riuscita a trasmettere qualcosa. 24) Hai a disposizione un milione di euro. Come li spendi? Allora... investirei una parte nel sociale in una “economia” circolare e aiutando così anche le persone e animali. Una parte la terrei per me e la userei per viaggi e per altri sogni che ho nei miei cassetti. 25) La macchina del tempo ti porta nell’Antico Egitto. Ti trovi davanti a Nefertari. Che cosa le chiederesti o diresti? Per prima cosa le chiederei se almeno una delle tante storie che circolano su di lei è vera, poi come è morta e se è stata felice almeno un po’ nella sua vita. Grazie Maria Cristina, è stato un piacere intrattenerci con te! ACQUISTA SUBITO SU AMAZON I LIBRI DI MARIA CRISTINA BUOSO!
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Elisa Averna
04 apr 2023
In Recensioni Autori Emergenti
Premessa
Prima della recensione, ho voglia di raccontarvi una favoletta. Perché? Lo scoprirete dopo!
LA REGINA DI LUCE E DI TENEBRA C'era una volta un’ape di nome Emanuela, nota nel grande alveare del mondo virtuale, come "Strega" per la sua particolare attrazione verso fiori strani e oscuri, quelli solitamente scartati dalle altre api, perché ritenuti poco appetibili. L'ape Emanuela soffriva per queste creature che vivevano ai margini dei campi, che sembravano non avessero nulla da offrire. L'ape Emanuela, però, non smise mai di sperare. Da quei fiori tenebrosi, senza alcuna apparente luminosità, non faceva altro che succhiare il nettare, un nettare nero come inchiostro. Di ciascun fiore sapeva riconoscere tutte le qualità nascoste alle altre api. Il fatto era che l'ape Emanuela, in cuor suo, sapeva che quel nettare un giorno sarebbe diventato un miele forse addirittura più prezioso di quello ottenuto dai fiori considerati perfetti per via dei loro colori sgargianti. Ogni giorno, l'ape Emanuela svolazzava tra i campi fioriti e operava la sua selezione, isolandosi dalle altre api. Così facendo, passava agli occhi di queste ultime come folle e strana, una vera strega da temere. Spesso ne suscitava l'ilarità: "Guardate! Eccola laggiù! È arrivata la strega! Si dà tanto da fare, ma non ha ancora capito che da quei fiori sbiaditi e spenti non ne caverà nulla, ma proprio mai nulla." Ma l'ape Emanuela non smise un attimo di credere nella validità dei fiori che selezionava con tanta cura. I coltivatori di fiori osservavano l'ape Emanuela, in parte affascinati da tanta sua solerte determinazione e in parte incuriositi dal suo dedicarsi a quegli “inutili fiori neri”. La sua caparbietà era scambiata per superbia. Ma l'ape Emanuela, incurante degli sghignazzi e delle considerazioni delle altre api e dei loro allevatori, continuò a svolgere operosa il suo lavoro quotidiano e a mettere da parte il nettare ricavato. L'ape Emanuela era sempre più attratta dalla fioca luce emessa da quei fiori. Iniziò così a svolazzare sui campi di quei coltivatori di fiori che più le assomigliavano. In realtà ne trovò ben pochi in grado di coltivare coraggiosamente il genere di fiori che le piacevano, fiori sì esternamente tenebrosi, ma fieri della loro natura diversa, della loro luce oscura.
Finalmente arrivò per l'ape Emanuela il giorno di affidare il nettare da lei messo da parte nelle mani giuste: le sue! Diventò lei stessa coltivatrice di fiori e allevatrice d'api, pronta a trasformare il suo nettare in miele. Il risultato fu un miele pregiato. Ormai era davanti agli occhi di tutti: l'ape Emanuela aveva trovato nell'oscurità di quei fiori effettivamente una luce diversa e rara. Fu così che da "strega" passò a essere riconosciuta come la Regina di Luce e di Tenebra. Le sue api, ben nutrite e nere come i fiori sui quali erano solite posarsi, si trasformarono in corvi e i fiori neri in rovi, con frutti rettangolari e profumati di carta, ancora più preziosi del miele. Eh sì, perché comunque la magia continuò ad accompagnare sempre la Regina di Luce e di Tenebra. Con questa favoletta, vi ho voluto presentare l'autrice di Inanna, Emanuela A. Imineo, divenuta editrice della Dark Abyss Edizioni, mettendo a frutto il suo lavoro di ricerca di “luce nell’oscurità”. E ora benvenuti nel mondo sotterraneo sumero proposto da Imineo! DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA Mi presento all’Inferno per ciò che sono e dovrò essere. Innocente per quello che ero e Dannata per quello che ho fatto. Se proprio questa deve essere la mia punizione, voglio che venga messa da parte la vecchia me e ci sia spazio per la regina che l’Inferno richiede.
Inanna è Dea della natura e della bellezza, regina dei Cieli e della Terra. È sorella di Ereshkigal che, invece, non è più nulla.
Inanna proverà a discendere negli Inferi per salvarla, perché Ereshkigal è diventata Dea oscura, relegata nel Kurnugi, il Paese del non ritorno.
Inanna dovrà lasciare sette cose di sé in ogni livello infernale che attraverserà per raggiungere la regina delle tenebre.
La disperazione senza fine dei dannati graffia via il meglio di chiunque la attraversi.
Cosa resterà di lei?
Due sorelle, un'ombra e il dolore di dover vivere.
RECENSIONE Inanna. Mitologia sumera è una rivisitazione in chiave dark horror trip del poema sumero “La Discesa di Inanna negli Inferi”. Imineo ci propone un retelling decisamente alternativo, in cui elabora il “mito” (termine greco non in uso presso i Sumeri) con un carico di fantasia che potrebbe riempire l’intero Inferno. L’Inanna della Imineo schiaffeggia ogni cellula del nostro corpo. Il tema del dolore, fil rouge che lega tutte le opere dell’autrice, è quanto mai centrale in questo libro: dolore lacerante, intollerabile nella vita quanto nella morte. Al tema del dolore, si unisce in modo speculare e perfettamente simmetrico, quello dell’amore, che prende la forma di un sentimento accecante e distorto in uno spazio vuoto da riempire, costi quel che costi. Se avete una propensione innata per il genere e non avete paura di perdervi negli abissi e di viaggiare nel buio dell’inconscio, allacciatevi le cinture perché viaggerete con Inanna nel Kurnugi. È davvero meglio che vi teniate ben saldi al sedile della vostra infernomobile, senza mai scendere, perché ne vedrete delle “belle”. La lenta discesa nell'abisso, sarà qualcosa a cui vi troverete a partecipare con tutti i cinque sensi. Io sono pronta e voi? Ops! Ho dimenticato un piccolo dettaglio: nel Kurnugi non possono entrare i vivi. *** Imineo ci conduce, attraverso Inanna, nell’osurità più profonda e paurosa, in un viaggio per comprendere le nostre dinamiche inconsce, all’origine dei nostri comportamenti e reazioni, e quindi per indurci a riflettere sulla conoscenza di noi stessi. La presa di coscienza della morte e il confronto con il dolore, necessario per poter cicatrizzare le ferite, sono parte integrante di questo viaggio nell’oscurità. INANNA: WHO IS? Trama Inanna è la dea sumera dell’amore e della fertilità, che si arma di coraggio per scendere nell’inferno, per il bene dell’umanità, che non vorrebbe più vedere soffrire, e per salvare la sorella Ereshkigal, finita lì, nel luogo del non ritorno, a causa sua. No, alt! Siamo sicuri che sia davvero a causa sua? Su questo punto, vale la pena soffermarci. Ereshkigal “signora del gran luogo inferiore”, prima di essere relegata nel Kurnugi, era dea delle arti e della natura e conduceva la sua vita nel mondo superno. Si unisce in nozze, nonostante la riluttanza della sorella, con Enlil. Inanna vede quest’ultimo come un dio malvagio, che non ama la sorella e che vuole, attraverso le nozze con lei, spodestare dal trono An, Dio del Cielo e padre delle due dee. Inanna è convinta che il padre An non cederà mai il suo trono a Enlil. Ereshkigal allora, persuasa di questo e in preda al delirio e alla delusione, elimina il padre. Che guaio! Inanna è incredula che possa essere stata sua sorella a compire un tale crimine, preferisce dunque vedere il responsabile in Enlil. Ma l’oblio, la peggiore condanna da infliggere a un dio, spetta proprio alla sorella, che confessa il misfatto. Dunque perché non riconoscere a ognuna delle due dee le rispettive responsabilità? Inanna ha il torto di insinuare il dubbio a Ereshkigal, la quale, di conseguenza ha il torto di agire d’impeto, commettendo un’azione cruenta e imperdonabile. Eppure, a non essere perdonata, nella rivisitazione di Imineo, sarà la sola Inanna, che invece perdona la sorella per averla privata del padre. Inanna si sente colpevole di non essere riuscita a proteggere Ereshkigal da Enlil. La storia si muove su due piani temporali, passato e presente, e due punti di vista. Prima conosciamo il punto di vista di Inanna, convinta che il padre An preferisca sua sorella, e dopo quello di Ereshkigal, convinta, a sua volta, che il padre preferisca Inanna. Tutto ciò porterà a fraintendimenti e mal compressioni che culmineranno in quanto detto sopra. Inanna si trasferisce sulla Terra per aiutare gli esseri umani, che periscono senza un apparente motivo. L’oracolo di Ere fa sapere a Inanna che il Kurnugi pretende vendetta e giustizia. Inanna a questo punto decide di scendere all'Inferno per consentire agli umani di sopravvivere e per chiedere perdono alla sorella. Ereshkigal desidera solo vendetta. La dea, Signora del Kurnugi, attribuisce a Inanna la colpa della sua fine e della separazione dal suo amato Enlil. Inanna, dal canto suo, non si arrende. Vuole rivedere la sorella e farla tornare a essere ciò che era. Inanna incarna l’assolutezza del dolore, il senso di colpa inconsolabile. Il desiderio di essere perdonata, spingeranno la dea nell’abisso più profondo. Il suo viaggio inizia con un sacrificio per poter accedere all'ingresso del Kurnugi e prosegue grazie a un prezzo che la dea, di volta in volta, accetta di pagare. Ogni livello è più terribile del precedente. A ogni livello del Kurnugi, Inanna deve offrire un dono. La dea finisce per spogliarsi di ogni suo bene, dalla corona, simbolo del suo potere, agli indumenti e ai gioielli, che la rendono la dea quale è. Inanna dunque rimane nuda e, in questo, umiliata. La nudità, che rappresenta metaforicamente la rinuncia a tutte le difese per arrivare alla conoscenza di sé, è l’ultimo prezzo prima del “non ritorno”. Quando Inanna non avrà più alcun oggetto da offrire, sarà pronta a offrire sé stessa e ciò che ha di più caro, ossia la fiducia nell' uomo, l’amore per l’umanità, la sua vocazione al bene? Alla fine, il suo lato oscuro predominerà sulla pulsione di vivere? Si abbandonerà alla morte? E soprattutto riuscirà a raggiungere la sorella? Eh se sì, come reagirà Ereshkigal? Rinuncerà alla sua vendetta? *** Inanna è non solo un’opera interessante sotto l’aspetto storico/mitologico, ma anche un esperimento narrativo coraggioso per i temi trattati e il modo in cui sono trattati. Il lettore rimane travolto dalle urla che rimbombano nelle caverne. Il Kurnugi, con le sue terribili insidie, è un luogo “trasformatore di anime”, una macchina del caos che non ammette di perdere contro chi osa sfidarlo. La mente di chi vi entra è resa vulnerabile, fino a cedere ai tormenti per assuefazione. E se non ci fosse nessuna consolazione, nessun rimedio, nessun riscatto? Forse davvero la salvezza sta nella completezza dell’essere e nell’accettazione del dolore come parte integrante del ciclo vita /morte. L’opera presenta scene forti sul piano emotivo (es.: scena del bambino sacrificato agli dei per chiedere ritorno di Inanna) e descrittivo (es.: le torture inflitte ai dannati, in cui lo splatter è volutamente poco controllato), per tali motivi non è per tutti. Inanna di Imineo è una un’opera visionaria, folle, crudele e intensa, un’opera che non lascia scampo, in cui il lettore è costretto ad andare a braccetto con la sofferenza, senza possibilità di fuga, un’opera che è un pugno nello stomaco. PERSONAGGI I personaggi, mai piatti e dalla psicologia complessa, sono vibranti di pulsioni brutali, di sentimenti contrastanti, di dubbi e di sofferenza. Le due dee sorelle sono diverse ma complementari. Molto apprezzabile il modo in cui l’autrice ha descritto le due Dee in tutte le loro turbolenze psichiche. La grande abilità di Imineo è riuscire a far empatizzare il lettore con personaggi segnati dal male, che normalmente dovrebbero suscitare tutto, fuorché sentimenti di compassione. Gli dei appaiono come esseri imperfetti, fragili al pari degli esseri umani, con sentimenti di vendetta e gelosia. Le anime dei dannati, abbrutite dalla loro sofferenza, sono senza speranza. Difficilmente dimenticabile l’anima della giovane che si professa innocente riguardo l’assassinio del marito e alla quale sarà riservata una delle punizioni “creative” di Ereshkigal. Inanna: dea dell' amore e della fertilità, colpevole di aver condannato la sorella nel Kurnugi e Enlil all’oblio. Con la sorella Erishkigal ha un bellissimo rapporto finché, a causa del suo spirito iperprotettivo, non palesa a Erishkigal i suoi dubbi sul conto del suo promesso sposo Enlil, Dio della guerra. Inanna viaggia nell’oscurità, alla ricerca della redenzione per sé, alla ricerca del perdono, nella speranza di salvare la sorella che lei stessa ha condannato e soprattutto nella speranza di aiutare il suo tanto amato genere umano. In realtà, Inanna a un certo punto sembra abbandonare la possibilità di riscattare la sorella, forse rassegnata alla sua nuova natura, ma non demorde di fronte alla possibilità di riuscire a salvare gli esseri umani. Il viaggio nell’oscurità metterà in luce il suo lato oscuro. Inanna incarna il dolore che divora, il dolore insito nella vita. Affronta il viaggio che la cambierà per sempre nel Kurnugi con spirito indomito e molta ingenuità, che fa di lei una dea di cui “prendersi cura”, come se il lettore avesse in sorte il suo stesso destino. L’indole della dea la porta a dare amore a chiunque, anche a chi forse non lo merita. “…sentiva crescere il bisogno di liberare quei dannati dalla loro agonia” Ereshkigal La sorella di Inanna, un tempo era Dea delle arti e della Natura e della purezza. Poi, macchiandosi di un delitto atroce, diventa Regina del Kurnugi (inferno), luogo di buio perenne, di perdizione, distruzione, vuoto, tortura, dolore. Non vuole che Inanna la raggiunga, in quanto nutre grande rabbia nei suoi confronti. Ereshkigal mostra di essere la sovrana perfetta di quel luogo. D’altronde, il suo risentimento cresciuto nel tempo, l’ha resa malvagia, glaciale, vendicativa e oltremodo sadica, soprattutto quando inventa nuove pene con cui seviziare i dannati. Ereshkigal, crudele sovrana della Casa della Polvere, è il personaggio che più dà filo da torcere. La si teme e nello stesso tempo ha un dolore “da accarezzare”. "L'avevano fatta diventare sovrana degli Inferi e lei ora si sentiva davvero così ". Ninshubur Devota a Inanna fino a “non essere”, fino a perdere la sua identità/dignità, che viene assorbita da quell’idolatria che culmina nella pura follia e nauseabonda sudditanza, da essere il personaggio più disturbante per opposizione a ciò che s’intende normalmente per “disturbante”. Questo per una sensibilità moderna. Ma stiamo parlando di un’umanità altra, un’umanità che agli dei era pronta a offrire in sacrificio anche la propria vita.
Enlil Inanna crede che Enlil voglia sposare la sorella solo per avere il regno del cielo. Sarà veramente così? Enlil è davvero solo bramoso di potere e di sangue? È davvero un "Dio miserabile e ingannatore" che “pensa che l'amore sia un' emozione sciocca, una debolezza da eliminare"? Enlil, il Dio della guerra condannato all’oblio, potrebbe meritare un ritratto meno duro rispetto a quello che traiamo dal punto di vista d Inanna? TEMI-MESSAGGI Accettazione del dolore Che cos’il dolore? Il dolore è presentato come una forza potente che rema contro la vita, se non accettato come parte della vita stessa, una forza che acceca, che non fa vedere la realtà e che devia nella follia, una forza oscura che manipola la nostra mente, rendendoci incapaci di elaborarlo e accettarlo. Vincere il dolore forse è la via della felicità? Perdono e vendetta Si dice che la miglior vendetta sia il perdono, ma non per l’Ereshkigal di Imineo. L’autrice ha voluto che la dea avesse la sua vendetta, che non rinunciasse al suo odio, rendendola incapace di redenzione, aspirata totalmente dal suo dolore. La scoperta del nostro Io più profondo: faccia a faccia con il nostro lato oscuro La Discesa negli inferi di Inanna rappresenta la scoperta del nostro Io più profondo, la ricerca di completezza ed equilibrio a cui ogni essere dovrebbe tendere senza paura. La scelta Per accedere all'ingresso del Kurnugi, Inanna deve fare un’offerta, un sacrificio di sangue: uccidere un giovane, considerato la “chiave” per entrare. Il momento della scelta è uno dei più toccanti. Inanna, Dea dell’Amore, deve uccidere. AMBIENTAZIONE Ci troviamo in Mesopotamia, a Uruk (la prima città opera dei Sumeri, grande popolo cui si deve l’invenzione della scrittura). Una scelta coraggiosa e raffinata quella della Imineo che pone il lettore in contatto con un pantheon poco conosciuto, ma di grande fascino. An, Enil, Enki, Inanna e Ereshkigal occupano la scena tra cielo e terra, tra il mondo divino e gli abissi infernali. L’ambientazione è cupa, terrorifica e malinconica. Mira a generare tensione e angoscia. Dà un’impressione di grande desolazione. Il Kurnugi (inferno), luogo di sofferenza e crudeltà senza limiti e senza alcun bagliore di speranza, è descritto in modo tale che il lettore lo immagini senza fatica.
Le urla, il buio, il vuoto, il Male caratterizzano il Kurnugi. STILE NARRATIVO La penna di Imineo scorre sulle pagine con padronanza e sicurezza, consentendo al lettore di immergersi nelle vicende ed entrare nell’anima dei personaggi, nei loro aspetti più torbidi. La storia è scorrevole e lo stile evocativo e spietato quanto il contenuto. Le parole scivolano in un raso nero intriso di veleno. L’autrice è prodiga di dettagli. Le torture inflitte alle anime dannate sono descritte in modo minuzioso (p. 172 in particolare, non è per tutti). Lo splatter è servito quasi come un dessert, ma ha la sua ragion d’essere: rende il dolore tangibile, senza fine. Il dolore, matrice della vita della morte, è raccontato in tutta la sua crudezza. L’autrice è abile nel calarsi nella personalità delle due dee protagoniste e a trasmetterne le emozioni al lettore. L'alternanza dei punti di vista agevola il lettore nella comprensione delle azioni delle due dee. CONSIGLIATO A… A un pubblico adulto. L’importante è non aspettarsi il classico retelling e aver ben chiaro che è un viaggio in cui il lettore è invitato a mettersi faccia a faccia con la parte più oscura di sé. Invito caldamente i lettori a leggere le note dell’autrice, per avvicinarsi meglio al mood con il quale è stato scritto il romanzo. CITAZIONE
“L’essere umano si era così abituato alla morte che si era adattato a vivere ogni istante sapendo che poteva essere l’ultimo, rallegrandosi di vivere qualche attimo in più”
Acquista subito e buona lettura! Estratto disponibile Inanna. mitologia sumera.
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Elisa Averna
31 mar 2023
In Recensioni Autori Emergenti
Non è mia abitudine, ma per questo romanzo farò una recensione molto stringata (almeno rispetto alle mie solite). PREMESSA Premetto che sono follemente attratta dalle storie ambientate in ambienti chiusi, come carceri, manicomi, conventi, orfanatrofi ecc. Dunque è un romanzo che avrei potuto scegliere e di conseguenza leggere anche indipendentemente dal GDL, colpita e affondata dalla sola quarta di copertina. Anche la citazione riportata nella quarta, difatti, mi ha indotto a pensare che fosse una storia principalmente ambientata in carcere, ma in realtà il carcere, inteso come luogo dove avvengono fatti che hanno effetti sulla psiche umana ha un ruolo, se non marginale, non di primo piano come invece immaginavo. Tuttavia, la lettura nel complesso è stata gradevole e sotto certi aspetti affascinante. Alcune volte ho avvertito forse qualche piccola “battuta d’arresto”… (giusto per rimanere in tema!). La parte che ho preferito è senz’altro quella che si svolge all’interno delle mura di Poggioreale. L’autore è stato abile nel ricostruire le dinamiche tra i carcerati. Ha descritto con puntigliosità quasi didattica la preparazione dei vari colpi che la Banda dei Calioti si accinge a fare, tanto che, a volte, ho pensato di trovarmi di fronte a un “prontuario del truffatore”, tra abili astuzie e goffe imprese, o a una cronaca giornalistica riportata con precisione scientifica. Un libro adatto certamente a chi ama il genere, ma anche consigliabile a chi è curioso di comprendere alcuni meccanismi e dinamiche della malavita, in un contesto narrativo ben documentato. TRAMA L’indice e i titoli dei capitoli in questo romanzo, per quanto mi riguarda, sono stati una vera benedizione per non perdere le fil rouge della storia e avere tutti i passaggi chiari in mente. L’autore ci presenta i membri della Banda dei Calioti, in attività dagli anni Settanta agli anni Novanta, uno a uno fin dal primo capitolo: Gimmo, Alfredo, Umberto e Rinaldo. Quest’ultimo è la voce narrante, colui dal quale apprendiamo il “percorso di fuorilegge” di questi quattro giovani napoletani benestanti e istruiti, che scelgono di applicarsi al crimine, attratti dalla forza tentatrice della malavita locale. A quale prezzo? A prezzo ovviamente della libertà. E se, infatti, il colpo alla Metal progetti (truffa dei distributori di caffè e sandwich) va a buon fine, quella del bancomat li porterà dritti dritti a Poggioreale con una bella condanna di 4 anni e sei mesi,per associazione a delinquere e truffa aggravata dal raggiro. Condanna questa condita con tutto ciò che può accadere in un luogo di detenzione, frequentato da anime non proprio candide. E poi? E poi arriva la libertà, ottenuta in modo assai discutibile, essendo collegata a un soggetto, Bruno Salinas, malavitoso e spegiudicato corruttore, arriva altra violenza, arrivano nuovi incontri, nuovi amori passionali e passeggeri e altri più solidi, e ancora traffici illeciti internazionali, riciclo di denaro sporco, guerre tra clan di Camorra, vendette ecc. I Calioti, da banda di strada si faranno spazio come "colletti bianchi del malaffare", aderendo alla strada del crimine internazionale. Ma si aprirà per loro la via del ravvedimento? Si prepareranno a un certo punto della loro esistenza a un futuro diverso? La metamorfosi dell’anima e il cambiamento interiore possono essere contemplati da chi sembra essere nato per delinquere? Commento alla trama Le migliori pagine del romanzo, per il mio gusto personale, sono quelle introspettive e nostalgiche, profondamente analitiche dei fatti e dei ricordi. Lì riconosco un autore che ha voglia di graffiare l’anima del lettore. Ho altresì apprezzato molto i diversi colori dati ai personaggi anche terziari e la delicatezza, quasi poetica, di alcune parti descrittive. "Tutto il resto", tranquilli, non "è noia”, se riuscite ad apprezzare la minuzia dei dettagli sulla cronaca criminale. PERSONAGGI I personaggi sono tutti molto ben caratterizzati. Entrare in empatia con i protagonisti forse non è esattamente un atto dovuto, trattandosi di ragazzi, più che alfabetizzati, che scelgono la via criminale come scorciatoia per ottenere traguardi economici. I quattro non sono quindi dei disperati senza altre prospettive di vita, cosa che avrebbe senz’altro reso più facile il coinvogimento emotivo da parte del lettore. L’io narrante, uno dei membri della banda, ricorda le avventure condivise con i suoi “soci a delinquere” con lucidità, ma senza alcun tipo di rimorso, almeno fino a un certo punto. Che persona sarà diventato Rinaldo Costa, quando ripercorrerà tutte le tappe della sua vita fino al momento di narrarcele? Identikit della Banda dei Calioti: Rinaldo Costa: ama sua sorella Carlotta. Ha un rapporto con i genitori complicato dalla sua “cattiva reputazione”. Guglielmo Iuliano, detto Gimmo: padre elettricista e madre casalinga. Proveniente da una semplice famiglia, bello e intelligente, anch’egli sceglie la strada del crimine. Umberto Lojacono, detto o ‘luongo” per via della sua altezza, ha un rapporto di “reciproca disistima con il padre”. Quest’ultimo mal digerisce la “disonesta provenienza dei soldi del figlio”. Alfredo Di Fusco chiamato Scassaporta, figlio di un’insegnante di matematica e di un dirigente d’azienda, finito a delinquere per vocazione. Bruno Solinas, corso che la banda conosce a Poggioreale, traffica in armi e droga, "non un camorrista classico". Lautino Panza, informaore infedele e doppiogiochista.
*** NOTA SULLA DEDICA Non amo le dediche nei libri, neanche un po’, ma per svariate ragioni, devo ammettere che la dedica dell’autore ai suoi genitori è molto bella e toccante e per me ha rappresentato l’eccezione alla regola. CITAZIONI P 14 I genitori educano soprattutto con l’esempio, anche i peggiori, i figli traducono secondo la loro indole quello che è giustoessere e fare” P.42
"Quando sei dentro non hai diritto a dignità o rispetto da parte di chi sta dall'altra parte, vieni trattato senza maniera a prescindere da chi sei e del perché ti trovi dietro le sbarre ".
P.61
“Il carcere ti trasforma, acuisce il senso di conservazione, ti abitui a vedere in uno spazio ristretto le cose, gli oggetti che ti circondano”
TEMI Vita in carcere, malavita, narcotraffico, guerra di Camorra, clan rivali, Irpinia anni 80.
STILE NARRATIVO Forse, ripeto forse, un po’ lento nelle parti descrittive, nella cronaca minuziosa degli eventi, ma nel complesso è scorrevole e fluido. La penna dell’autore si trasforma in pennello e dà il meglio di sé nelle parti introspettive, nel ricordo nostalgico dei tempi andati. Lessico ampio, curato ed efficace. Una struttura narrativa classica, ineccepibile e lineare. Mi piacerebbe leggere un romanzo di formazione scritto dallo stesso autore per la sua abilità nell'approfondire la psiche dei personaggi. Acquista subito: NDA DEI CALIOTI" di ferdinando Martino - Robin Edizioni - GDL
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Elisa Averna
28 mar 2023
In Interviste agli Editori
Carissimi lettori e autori, sono lieta di presentarvi l'intervista a due preziose ospiti: Rosa Caruso e Maria Grazia Porceddu, direttrici editoriali della PubMe (Collane "Segreti in Giallo" e "Belle Èpoque"). Ho avuto il piacere di conoscere Rosa e Maria Grazia attraverso una loro autrice, Elisa Mura, partecipante al "GDL 2. Solo Editoria No Eap" con il suo romanzo intitolato "Gli Indesiderabili" (vi lascio il link della recensione in calce). Tengo a precisare che PubMe è una casa editrice 100% NoEap e per questo rispettosa della sua “forza lavoro”, ossia gli autori che le affidano le loro opere. Se ancora non conoscete PubMe, vi invito a visitarne il sito (link in calce). Navigando nel catalogo è impossibile non lasciarsi affascinare dalle opere da loro edite. Serietà e professionalità caratterizzano la PubMe. Come ormai è noto, le c.e. a pagamento (Eap), oltre a fare leva sul vanity press di aspiranti autori, o sulla loro assoluta ingenuità, spesso non operano scelte, ma arraffano gli scarti delle NoEap, intasando il mercato editoriale con opere che nonna Abelarda fa finta di leggere a zio Antonio per fare contento il nipote Pasquale. È molto importante per gli autori conoscere le case editrici prima di inviare loro materiale, per evitare di fare un volantinaggio indiscriminato delle proprie opere. Ringrazio Rosa Caruso e Maria Grazia Porceddu per la puntualità e chiarezza con cui hanno risposto alle domande. E ora entriamo nel vivo dell’intervista. Buona lettura! INTERVISTA 1. Com’è nata la casa editrice SEGRETI IN GIALLO? La nostra è una collana editoriale che fa capo alla Pubme, la casa editrice centrale. Segreti in giallo è stata la nostra prima collana a cui hanno fatto seguito Belle Èpoque e Un cuore per capello (quest’ultima, acquisita da altre due colleghe, nell’ultimo anno). Segreti in giallo è nata dalla nostra passione per i generi giallo e thriller, a cui si sono affiancati anche l’horror e il gotico. Abbiamo proposto il nostro progetto alla Pubme, che ha mostrato entusiasmo e interesse, così, quattro anni fa è cominciata la nostra avventura. Gestiamo le nostre collane in maniera autonoma, come fossimo una piccola casa editrice indipendente, che fa capo a una casa editrice “madre” alla quale sono deputati, tra l’altro, gli aspetti commerciali e fiscali. 2. Qual è l’errore o quali sono gli errori che, secondo voi, un autore emergente commette nel presentarvi un proprio progetto editoriale? La maggior parte degli autori ignora che le case editrici vengano letteralmente sommerse dai manoscritti e che quindi sia fondamentale una presentazione breve ed essenziale, con una sinossi del romanzo presentato, ben scritta e pochi significativi riferimenti biografici. Molti si perdono in biografie chilometriche, con allegati curriculum letterari e sinossi poco chiare. Oppure spediscono i file nei formati più svariati o addirittura mandano solo un estratto del romanzo per sottoporlo a una lettura primaria. Le case editrici dedicano il tempo necessario alla selezione di un testo e la prima avviene nella mail, che deve essere essenziale e priva di fronzoli. 3. Ritenete importante il lavoro sinergico tra autore ed editore nella promozione? Seguite l’autore anche dopo la pubblicazione? La sinergia tra autore ed editore è il punto di forza e fiore all’occhiello della nostra linea editoriale. Se non si collabora non si va da alcuna parte. Non siamo soliti abbandonare gli autori subito dopo la pubblicazione, e anche se ormai sono tanti, cerchiamo di seguirli proponendo loro fiere a cui aderisce la Pubme, eventi che organizziamo noi come collane e interviste su blog e/o format social. 4. Che cosa cercate e che cosa escludete? Tralasciando l’ovvio, e cioè un testo ben scritto, cerchiamo storie originali e escludiamo quelle stereotipate. E soprattutto, autori motivati. 5. Dove sono acquistabili i libri da voi editi? I nostri libri si trovano in tutti gli store online e nelle librerie d’Italia, on demand. 6. Ci volete parlare dei libri che avete in uscita? In uscita, a breve e nei prossimi mesi, abbiamo dei testi molto singolari, accanto a una serie di gialli con riferimenti all’attualità, proponiamo un distopico interessante e apocalittico e un romance che ha come protagonisti due gemelli che si innamorano della stessa donna. Grazie dello spazio riservatoci e della tua disponibilità. Rosa Caruso e Maria Grazia Porceddu direttrici editoriali. Rosa Caruso, blogger e scrittrice Maria Grazia Porceddu, giornalista e scrittrice NAVIGA SUL SITO DELL'EDITORE E SFOGLIA IL CATALOGO! PubMe LEGGI LA RECENSIONE SU "GLI INDESIDERABILI" DI ELISA MURA
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Elisa Averna
25 mar 2023
In Altro
Immagine: foto dell'Editto - Collezione privata. *** Carissimi, vi voglio proporre la trascrizione di questo editto datato 1667 che, credetemi, fa rabbrividire. Niente di nuovo sotto il sole. Cose che già ci sono ben note, ma leggerle dal vero e averle avute a due centimetri dalla faccia vi assicuro che è stato per me molto forte sul piano emotivo. La trascizione è fedele all'originale. Mi sono permessa solo di correggere il congiuntivo così come lo decliniamo oggi (es: habbino : abbiano) e alcune preposizioni per rendere la lettura più scorrevole. I due punti interrogativi, che trovate tra le parentesi, si riferiscono a pezzi mancanti per via dei buchi presenti nella carta. *** ARGOMENTI: CHI SONO GLI ERETICI? L'Editto presenta dettagliatamente tutti coloro che sono da considerare Eretici, a cominciare da chi pratica magia. OBBLIGO DI DENUNCIARE TUTTE LE CATEGORIE DI ERETICI A essere puniti non sono solo gli Eretici, ma tutti coloro che non li denunciano all'autorità preposta. PENE PER CHI NON DENUNCIA GLI ERETICI O LI DIFENDE O LI RACCOMANDA Scomunica, oltre alle altre pene di cui si parla in altri decreti ecc. , "mortificazione NON ordinaria". (Possiamo benissimo immaginare le dinamiche che si anadavano a creare e il clima di terrore). OBBLIGO DI AFFISSIONE DELL'EDITTO *** TRASCIZIONE: EDITTO GENERALE PER L’UFFICIO DELLA DELLA S. INQUISIZIONE No I Fr. LODOVICO PEZZANI da Colorno dell’Ordine de’Predicatori, Maestro di Sacra Teologia, Inquisitore Generale, di Tortona, e sua Diocesi, dalla Santa Sede Apostolica contra l’Heretica pravità specialmente Delegato. Desiderando (come ricerca il carico di questo Sant’Ufficio a Noi imposto) che la Sacrosanta Fede Cattolica, senza la quale è impossibile piacere a Dio in questa nostra Giurisdizione da ogni Ereticale contagio immacolata, e pura si confermi, con autorità Apostolica a Noi concessa in virtù di S.Obbedienza sotto pena di scomunica di lata sentenza (oltre le altre pene da Sacri Canoni, Decreti, Costituzioni, Bolle Apostoliche imposte) comandiamo a tutte, a ciascuna persona della nostra Giurisdizione, di qualunque condizione, stato, grado, o dignità, così ecclesiastica, come mondana, sia quanto si voglia grande, che fra dodici giorni prossimi, dei quali i primi quattro assignamo per il primo, gli altri quattro per il secondo, e gli ultimi quattro per il terzo, ultimo, perentorio termine, debbano al Sant’Uffcio di questa Città, ovvero all’Ordinario rivelare, e notificare tutti, e ciascuno di quelli, dei quali sappiano, o sapranno, abbiano o avranno notizia, che siano Eretici, o sospetti, o diffamati, di eresia; o credenti, o fautori, o ricettatori, o difensori loro, o che abbiano aderito, o aderiscano a riti dei Gentili, o dei Giudei, o dei Maumetani, o dei Saraceni; o abbiano appostatato della Santa Fede Cattolica; o in qualunque modo espressamente, o tacitamente abbiano invocato, o invochino, o invocheranno il Demonio, o l’abbiano onorato, onorino o onoreranno; o abbiano avuto, abbiano nel presente, o stiano per avere patto con lui; o si siano ingeriti, ingeriscano, o s’ingeriranno in qualunque esperimento si sia di Magia, o Negromanzia, Incantesimi, o di altre superstiziose azioni, e massime con abuso di cose sacre, o Giudei, quali inducessero, o avessero indotti Cristiani a vivere conforme a costumi loro; o si servino, o si servissero di essi in quelle cose, e azioni che gli sono proibite dai Sacri Canoni, e Costituzioni Pontificie; o che impedissero altri Giudei a battezzarsi, o insegnassero eresie, o incantesimi. E altre cose contro gli Articoli della Santa Fede, che sono comuni a Noi e a loro. Che siano persone, che con sacrilego ardire, non essendo Sacerdoti, s’abbiano usurpato, o si usurpino di celebrale la Santa Messa; o abbiano presunto, o presumino, o giammai presumeranno d’amministrare il Sacramento della Penitenza ai fedeli di Cristo, o che l’abbiano abusato, o abusino, sollecitando i penitenti contro i Decreti, e Costituzioni Apostoliche, e singolarmente della felice memoria di Gregorio Papa XV. Che abbiano celebrato, o celebrino, occulte conventicole in materia di Religione. Che contro Dio, o suoi Santi, e singolarmente contro la Beatissima sempre Vergine MARIA Madre di Dio abbiano proferito, o proferiscano Bestemmie ereticali, come al Dispetto e Riniego e o (?) dicano, o abbiano detto altre parole ereticali contrarie agli Articoli della Santa Fede. Che abbiano impedito, impediscano per se, o per altri in qualsivoglia modo l’Ufficio della Santa Inquisizione. Ovvero i suoi Officiali nell’inquisire alcun atto, cattura, processo, o sentenza pertinen(te) quello, o abbino offeso, ovvero offendano, o minaccino d’offendere nella roba, nella persona, o nell’onore alcuno testimonio, o denunciatore o ministro d’esso Sant’Ufficio, o gli abbiano chiamati, o chiamino con nome di spia, o con altri odiosi, infami, e vituperoli, a non confessare, o che consegnino, o esortino, o abbiano consigliato, o esortato alcuna persona a tacere, o nascondere in qualsivoglia modo la verità al Sant’Ufficio. Che abbiano, o abbiano avuto Libri, o scritti, i quali contengano Eresia, o libri di Eretici, che trattino di Religione, senza Autorità, della Santa Sede Apostolica, o che gli abbiano letti, o tenuti, o stampati, o fatti stampare, o difesi, o li leggano, tengano, stampino, facciano stampare, o difendano sotto qualsivoglia precetto, o colore. E quello stesso intendiamo, e comandiamo circa i libri, e scritti di Negromanzia, Magia, o che contengano Incantesimi, Sortilegi, e simili superstizioni, massime con abuso di cose sacre e altri contenuti nominatamente, o virtualmente, esplicitamente, o implicitamente così nel Sacro indice Romano, come negli Editti, e Decreti del S. Ufficio. E similmente comandiamo quanto a quelli, i quali abbiano introdotto, introducano, o facciano introdurre nella nostra Giurisdizione, o estrarre (?) da essa i predetti, o altri somiglianti libri. Che siano persone, che mangino, o abbiano mangiato carne, uova, o latticini nei giorni proibiti; ovvero Hosti, Albergatori, o che tengano Camera locanda, che abbiano dato a mangiar carne, uova, o latticini in tali giorni a passagieri (passanti, persone di passaggio), forestieri, o a coloro che stanno a Camera locanda, o ad altri. Dichiarando che per la sopradetta espressione dei Casi da Noi specificati, da rivelarsi, come di sopra, non escludiamo gli altri casi spettanti al sant’Ufficio, che per altro ne’, Sacri Canoni Decreti, Costituzioni, e Bolle dei Sommi Pontefici sono compresi. Avvertendo, e dichiarando, che a questi nostri Precetti non sodisferanno, ne s’intendono soddisfare quelli, che con bollettini, o lettere, come su suol dire, orbe, senza nome e cognome dell’Autore, o in altre maniere incerte (delle quali in nessun conto si tiene al Sant’Ufficio) pretendessero rivelare i delinquenti. E che quelli, i quali sanno, o che hanno saputo, e hanno notizia di qualsivoglia Caso spettante al Sant’Ufficio, e massime d’Eresia, obbligati a denunciare come sopra non sono scusati da qualsivoglia condizione, o longhezza di tempo; Onde s’ingannano quelli , che per esser scorsi dieci , quindici , o vent’anni, pensano non esser più obbligati a denunciare i casi spettanti al sant’Ufficio, il che però s’intende di quelli . che non hanno mai soddisfatto , e denunciato. Dichiarando ancora che della detta scomunica, e pene, nelle quali i disobbedienti incorreranno, nessuno se non da noi, o dal Supremo tribunale del Sant’Ufficio di Roma, potrà esser arruolato, né sarà arruolato, se prima rivelando, e notificando li detti eretici, o altri come di sopra, sospetti d’eresia, non avrà soddisfatto pienamente all’obbligo di doverli denunciare. E però avvisiamo, e nel Signore ammoniamo tutti i Fedeli a Noi soggetti che avendo cognizione di qualsivoglia caso spettante al S. Ufficio, e massime di eresia, per zelo dell’onor Divino, per Difesa della Santa Fede, per l’estirpazione delle eresie (delle quali non v’è cosa peggiore). Se per non incorrere loro nelle Censure e Scomuniche, come di sopra, vogliono denunciarlo. E inganni, sprezzando i falsi abusi, e inganni, che in ciò il Demonio per sdegno ha posti nel Mondo per disturbare in questa maniera così pio, e Sant’Ufficio come sono il temere d’esser chiamati accusatori , spie e indegni della conversazione onorata del mondo &c imperoche chi bene considera, ritroverà ch’ufficio tale nel quale si difende L’Onore Divino , oltre che tutti saranno tenuti secretissimi. Avvertiamo tutti i Reverendi Confessori. Che nell’occasione della Santa Confessione con ogni diligenza cerchino, e investighino da’ suoi Penitenti, se sanno alcuna delle delle suddette cose …, avvisandolo, non denunciando, come di sopra, non li possono assolvere, , e se in ciò saranno trovati manchevoli, o negligenti saranno severamente puniti. Avvertiamo ancora e…mente comandiamo, che nessuna persona a noi soggetta, di qualsivoglia grado, o condizione si sia, ardisca di raccomandare, o favorire presso di Noi o dei rei da qulsivoglia persona, benchè di alto stato, e dignità, perché simili lettere, o raccomandazioni non saranno accettate, né ammesse, né saranno di alcun giovamento ai raccomandarti, anzi si manderanno alla sacra Congregazione del S. Ufficio di Roma, con la nota espresa del nome , e cognome di quelli che avranno l’ardire di raccomandare detti rei , come dalla Sacra Congregazne degli Eminenti s e Reverendi e SS. Cardinali in tutta La Repubblica Cristiana Supremi Inquisitori Generali, per ordine espresso di N. S. ci viene strettamente imposto , e comandato. . Dichiarando, che questa proibizione s’intende non solo durante la caausa, e fino alla definitiva sentenza inclusi si è , ma ancora dopo la definitiva sentenza o sia per intercedere grazia , per diminuzione, , o per commutazione di pene, , o di penitenze, o per altro, qualsivoglia modo, perciò ognuno (sia chi si voglia) ben si guardi da non incorrere in tanto disordine , se non vuole riportarne mortificazioni non ordinaria. E, al fine che questi Ordini, nostri vengano a notizia di tutti, e nessuno possa pretendere ignoranza, in virtù dello Spirito Santo, di Santa Obbeddienza, e sotto le pene altre volte tassate negli Editti dei nostri antecessori a tutti i Reverendi rettori delle Chiese di quelle Città , terre, castelli, Luoghi di questa nostra Giurisdizione comandiamo li debbano pubblicare tre volete l’anno, cioè in una Domenica dell’Avvento, inun’altra della Quaresima, e nella Festa del Corpo di Cristo. N. S. (Nostro Signore) in tempo che sia in Chiesa maggior concorso del Popolo. Le quali cose comandiamo ai reverendi abbati, priori, Presidenti dei Conventi, e case dei Religiosi, e Confessori delle Suore, conforme al Decreto della santità di N.S. pubblicato alli 15. Ottobre 1624 in materia delle Penitenti che sono state sollecitate acciocchè respettivamente l’essequiscano coi sudditi loro. E delle due copie, che li manderemo di questo nostro Editto, una debbano far attaccare alla porta principale delle loro Chiese in tal modo, che non si possi levare se non con violenza , e l’altra abbiano a conservare nelle sacristie loro per memoria di doversi osservare i predetti Ordini. Comandiamo parimente ancora a tutti li Stampatori, librari, Dazieri, Gabellieri, Hosti, e a quelli che tengono Camera locanda, che debbano sempre tenere affissa copia di questo nostro Editto , sotto pena di 25 scudi d’applicarsi a Luoghi pii , e altre a nostro arbitrio in caso di trasgressione. Finalmente comandiamo sotto la stessa pena di Scomunica, e Censure sopradette, che niuno abbia ardimento per se, o per altri di levare, , stracciare, , radere, cassare, e occultare il presente Nostro editto, Avvisi, e Comandamenti. E in fede Dato nell’….della S. Inquisizione di Tortona questo dì 20 Ottobre 1667. F. Ludovico Pezzani Inquisitore Sudetto. Loco del sigillo NON SIA RIMOSSA SOTTO PENA DI SCOMUNICA In TORTONA, per Niccolò Viola Stampatore del Sant’Ufficio *** Nel prossimo appuntamento di "Profumo di storia" inizieremo il carteggio di una corrispondenza completa tra due promessi sposi di fine Ottocento. Vi aspetto!
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Elisa Averna
18 mar 2023
In Recensioni Autori Emergenti
DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA “Libera” è una saga familiare che segue – nell’arco temporale che va dalla fine degli anni Trenta fino ai nostri giorni – il destino di quattro generazioni di donne in un mondo declinato al maschile. Le vicende personali di Elena e Vito si intrecciano con la Storia con la esse maiuscola. E non a caso la nascita di Maria Libera coincide con una data storica, che ne influenza simbolicamente anche il nome. Costretta a un matrimonio con un uomo narcisista e violento, le sue vicissitudini e il suo tentativo di smarcarsi dallo stesso destino della madre offrono al lettore una visione dettagliata dell’evoluzione civile e sociale affrontata dalle donne nel corso degli anni. Con Angelamaria l’emancipazione si fa ancora più concreta e con Elma si chiude il cerchio, nonostante anch’ella inciampi in un matrimonio pressoché fallace. Non manca un mistero incombente, la cui risoluzione si avrà solo alla fine. A far da scenario Villamare, un immaginario paese del Salento sul mar Ionio. Come in una pièce teatrale, la storia si conclude tornando lì dove è iniziata: in un presente difficile segnato da una pandemia mondiale che costringe tutti a profonde riflessioni e a perdonare errori che non sarebbero mai stati tali se si fossero fatte scelte diverse. PREMESSA Il primo sentimento provato per aver letto questo libro è stato RABBIA mista ad AMAREZZA, prima ancora che riconoscenza nei confronti dell’autrice per questo gioiellino della narrativa, che mi ha intrattenuto in modo sublime. Rabbia e amarezza perché? Per la condizione della donna fino a non troppo tempo fa? Sì, ma non solo. In realtà anche per un motivo che esula dalla trama e dai temi trattati, bensì legato alla situazione editoriale italiana. Mi spiego meglio: è molto triste pensare che i libri di questo calibro non siano esposti negli scaffali delle librerie, a favore anche di libercoli pubblicati dall’ultimo dei personaggi popolari sui quali i big dell’editoria preferiscono investire. Già, i big dell’editoria non sono interessati a scoprire nuovi talenti, ma danno al popolo ciò che il popolo evidentemente merita (mi astengo dal precisare cosa, ma credo che si possa intuire). Ok… gli editori sono principalmente imprenditori e quindi puntano su chi è conosciuto (non importa per cosa, l’importante è che lo sia… potrebbe anche aver vinto una gara di rutti su Tik Tok). Il numero dei follower è ciò che conta, quindi non la qualità del pubblico ma la quantità di persone che s’imbrancano a seguire il personaggio o i personaggi del momento, destinati a diventare futuri “scrittori”, a discapito di chi scrive davvero. Quest’anno ho letto romanzi a dir poco meravigliosi, scritti da autori emergenti che un tempo sarebbero stati corteggiati dalla grande editoria e che invece sono destinati a essere letti da una ristretta cerchia di lettori (parenti, amici, conoscenti e lettori caparbiamente conquistati in una solitaria campagna promozionale. Fine.). È paradossale che i microeditori che non hanno fondi (data la crisi che regna sovrana anche, se non soprattutto, in campo editoriale) abbiano il coraggio di investire su autori non noti (anche se poi fanno poco o niente per promuoverli) e che le grandi case editrici, con possibilità economiche decisamente superiori, si defilino, scegliendo di giocare facile e di contribuire, non con tutte le pubblicazioni (e ci mancherebbe altro), ma con gran parte di esse, all’ottundimento cerebrale dei pochi lettori rimasti. A quanto pare funziona così: più le c.e. dispongono di risorse finanziarie e meno rischiano e meno hanno fondi e più rischiano. Un mondo al contrario! Credo che mai come in quest’epoca il far west editoriale abbia seminato tanto smarrimento nei lettori, tra aspiranti autori trasformati in venditori porta a porta, autori di talento non conosciuti, autori “ho stato io” che immettono nel mercato ciarpame grazie a tipografi che si fanno spacciare per editori e… chi più ne ha più ne metta. Scusate lo sfogo, ma davvero è da tempo che incamero (come tanti altri lettori e autori) e per non “crollare” ho dovuto spendere due parole in questo senso, parole che chioso con questo appello: più ci inebetiamo davanti alla tv, più affosseremo il nostro senso critico e più l’editoria abbasserà la qualità (prima il personaggio e poi il libro) e non investirà tanto sulla cultura quanto sulla sottocultura e soprattutto continuerà a ignorare autori validi, solo perché non popolari e senza un giro di conoscenze adeguato. Tristissimo. E ora veniamo alla recensione di questo bellissimo romanzo, che, come sempre, essendo una recensione piuttosto dettagliata (ma mai contenente spoiler), è indirizzata sia a chi ha già iniziato il romanzo, sia a chi non lo ha letto ma vuole davvero conoscerne di più, e sia agli "addetti ai lavori" (bookblogger che devono recensirlo). RECENSIONE Trama “Libera. Il mare fatto di cielo e di lampare” è una saga familiare che dagli anni Trenta arriva fino ai giorni nostri, quindi attraversa un arco temporale in cui l’emancipazione femminile, sebbene in un processo lento e faticoso, ha fatto notevoli passi in avanti. Quattro donne (Donna Elena, Maria Libera, Anegelamaria ed Elma) lottano strenuamente per affermare i propri diritti. Donna Elena e Maria Libera (madre e figlia) vivono in un’epoca in cui le donne sono considerate ancora un “oggetto” da possedere, prima dal padre e poi dal marito. Angelamaria ed Elma rappresentano invece la generazione che spezza le catene del patriarcato. La prima donna che incontriamo è Libera. La troviamo settantacinquenne, insofferente per la sua condizione di anziana cardiopatica che deve essere accudita, quando ancora lei sente di potercela fare da sola. C’è sempre stato qualcosa, o qualcuno, che mi ha impedito di viverla pienamente. Una sensazione, quella della libertà, che senti in fondo al cuore, che sai appartenerti di diritto ma a cui troppo spesso sei costretta a rinunciare per non far soffrire gli altri. Ora che finalmente potrei essere libera, mi ritrovo prigioniera del mio corpo, che non mi dà un’autonomia sufficiente Siamo in piena pandemia di Covid-19 e Libera convive con Rama, la sua badante senegalese, sorridente e fin troppo servizievole, tanto da essere mal tollerata da Libera, che non ne sopporta neppure i sorrisi. Libera, pur tenendo alla sua indipendenza e autonomia, accetta Rama per non dare preoccupazioni ai figli, Lele ed Elma, con i quali ha un rapporto conflittuale. È lei stessa a spiegarcene i motivi: ha nascosto loro una verità sul conto del loro padre, passando per una madre egoista e insensibile, quando invece… Dal secondo capitolo, si apre la retrospettiva sulla vita di Libera. Conosciamo sua madre Elena, che sceglie di sposarsi con Don Vito Leo, un signorotto locale, fascista, che si rivelerà diverso rispetto a come lo aveva conosciuto. Vito è violento, prepotente e dalla natura malvagia. Elena resiste al marito padre padrone, che abusa di lei e la maltratta. Nasce il primogenito della coppia, Francesco. A Giovanni, il fratello di Elena, partigiano che sorte toccherà? Elena, incinta di Maria Libera, diventa attivista antifascista. Porta avanti la gravidanza e rimane chiusa nel suo matrimonio per timore che Vito possa ucciderla insieme ai bambini, Francesco e M. Libera. Quest’ultima è ben consapevole delle nefandezze del padre e assisterà a un qualcosa che la sconvolgerà nel profondo. Che cosa? Preparate i fazzoletti. Nel 1945 crolla tutto ciò in cui Vito ha creduto e si fa violenta la repressione contro chi ha sostenuto il fascismo (partigiani contro squadristi). Vito diventa sindaco di Villamare, paesino anticomunista. Libera, contro la sua volontà, sarà costretta a sposare Luigi Bianco, pupillo del padre. La storia si ripete. Libera subisce lo stesso destino della madre, un marito violento e brutale ed è costretta a dimenticare il suo grande e unico amore: Enea, ragazzo più grande di lei di tre anni, suo amico di sempre e che ha la fortuna di non provenire da una famiglia disfunzionale come la sua. Luigi si rivela un buon padre con Lele ed Elma, ma rimane un pessimo marito. Vito vorrebbe combinare il matrimonio anche al figlio Francesco. La candidata è Clara Altavilla. Che cosa succederà? Angelamaria, la sorella di Enea, ha progetti con Giovanni. Siamo negli anni Sessanta, nel pieno della rivendicazione delle donne dei propri diritti. Angelamaria fa la volontaria in un consultorio. A causa di una decisione non condivisa da Giovanni, si dividerà da lui. I due si ritroveranno? Nel 1968, la Corte Costituzionale abolisce il reato di adulterio per la donna, ma rimane il delitto d’onore. L’esito positivo del referendum sul divorzio infrange l’ipocrisia di tanti matrimoni di facciata e porta molte donne a liberarsi di mariti violenti e imposti dai loro padri. I rapporti familiari si complicano. Luigi scompare misteriosamente. Che cosa gli è successo e perché? Lele ed Elma crescono, instaurando con la madre un legame altalenante. Libera ed Enea avranno un’altra possibilità? Elma si sposa con Paolo. Dalla loro unione nascono Alessio e Giorgia. Elma sarà felice con Paolo o anche lei, come la nonna e la madre, avrà sposato l’uomo sbagliato? Tutte le domande avranno delle risposte che lasceranno il lettore sorpreso e scosso. Un romanzo appassionante, che incolla alle sue pagine. Una saga che assume sul finale le tinte di un giallo, con un colpo di scena che metterà in ordine tutte le tessere del mosaico, lasciando il lettore in evidente stato di gestazione emotiva anche dopo pag. 232. AMBIENTAZIONE Cinzia Passaro conduce il lettore con grazia e sensibilità storica, dal periodo fascista al boom economico, in un’Italia del sud (Villamare è un paesino d’invenzione nel Salento) colta in tutta la sua bellezza, con le sue campagne, i suoi ulivi secolari, il suo mare sul quale si riflette il cielo e la luce delle lampare, i suoi piatti cucinati in casa, i suoi profumi e i suoi colori. PERSONAGGI I personaggi sono tutti ottimamente caratterizzati, da esseri vivi e palpitanti davanti a noi lettori. Quelli maschili sembrano usciti da un’ideale campionario di fallocentrici beceri e vigliacchi, prototipi perfetti di una società patriarcale che schiaccia le donne e le riduce alla stregua di oggetti. I personaggi femminili sono a tratti remissivi e a tratti combattivi per poi porsi in lotta contro le regole della società a favore quindi della sovversione dei costumi più retrogradi del patriarcato e dell’ideologia sessista che le priva di spirito decisionale. Vito ed Elena Lui l’essenza del male, lei l’essenza della dolcezza. Maria Libera Donna Elena sceglie per la figlia un nome di buon auspicio. Quanto amore e tenerezza per la sua creatura! La libertà per Libera diventa l’obiettivo supremo della sua vita. E così la bimba Libera, dai capelli ricci, è indomabile come la sua chioma, ama andare in bicicletta al mare (e purtroppo anche andare a caccia di povere lucertole). È mascolina e monella (si diverte a sostituirsi al parroco in confessionale). La ragazza Libera è persa d’amore per il suo Enea. Non vuole fare la stessa fine della madre, vittima delle prepotenze del marito. Vuole avere accanto a sé l’uomo che ama. Si ribella alle nozze impostole dal padre, ma purtroppo senza successo (i motivi dell’insuccesso saranno una frustata al cuore per il lettore). La donna adulta Libera è l’essenza del coraggio. Una donna da ammirare, che riprende in mano la propria vita, compie le sue scelte, pagandole a duro prezzo, mettendo a rischio la sua stessa esistenza, il rapporto con i figli, nella più ferrea convinzione, però, di essere nel giusto. L’anziana Libera, che incontriamo nel primo capitolo e negli ultimi capitoli, è insofferente per aver perso la sua autonomia e per essere controllata a vista dalla sua badante, ma è pronta, con estrema lucidità, ad abbandonarsi agli eventi, con maggiore fiducia nella vita, operazione complessissima per chi è cresciuta in un clima di sofferenza e dispotismo. Libera è una nonna affettuosa che adora i suoi nipotini, Giorgia e Alessio, che rappresentano il suo riscatto da una vita troppo spesso crudele. La storia di Libera è la storia di molte donne del primo dopoguerra, testimoni di un radicale cambiamento nella società, che dal più bieco patriarcato conduce alla parità dei diritti, alla conquista di quella libertà prima negata alle donne. Enea Cresciuto in una famiglia sana e serena. Enea è l’unico vero e solo amore di Libera. L’amore tra i due è straziante, puro ed eterno. Luigi Bianco Il marito toccato in sorte a Libera. Un omuncolo vile che la mortifica e le manca di rispetto, proprio come Don Vito faceva con Donna Elena, con la differenza però che Luigi è un buon padre, amato dai suoi figli, cosa che impedisce a Libera per molto tempo di mettere fine a quel rapporto. "«Non è capace di fare ragionamenti troppo elaborati, lei è la classica moglie di paese, soddisfa tutte le mie voglie, presto mi darà dei figli, mi sarà devota e nulla più»." Marisa Madre di Luigi, è una suocera perfida. Un personaggio detestabile quanto basta, almeno quanto il figlio Luigi. Nicola Personaggio inquietante, factotum al servizio di Vito e suo protetto. L’iniziale tenerezza per il suo disagio fisico (semina terrore a causa della sua paralisi facciale) è annullata dalla sua bestialità (chiedendo scusa alle bestie). Lele Figlio di Libera. Vive un’adolescenza difficile a causa dell’aria che respira in famiglia. Dopo la sparizione del padre, va fuori controllo e farà cose di cui in seguito si vergognerà. Beppe Amico di Lele, elargitore di un’infame consiglio, un personaggio terziario che non si dimentica per la sua anima nera. Sara Sara è la dolcezza, l’arte del perdono. Un personaggio di grande impatto emotivo. La sua storia mi ha profondamente commossa. Paolo Marito di Elma, un’insegnante con una vita parallela molto discutibile. Ogni tanto esce con un amico per fare le cose che facevano da giovani. Quali “cose”? Preparatevi al peggio, quando sarà il momento di scoprirlo. Marco Padre di Claudia (amica di Giorgia). Marco è un barlume di luce nella vita di Elma. Rama La colf senegalese di Libera. La sua storia, cui sarà dedicato un capitolo verso la fine del romanzo, è una pugnalata al cuore tanto è straziante. Clara Altavilla Moglie di Francesco, fratello di Libera. L’incontro tra i due ha del magico. Angelamaria Sorella di Enea, rappresenta la donna che ha acquisto piena appartenenza a se stessa. Zia Anna Sorella di Vito. Un’altra vittima della brutalità dell’uomo. TEMI Patriarcato Attraverso le traversie della protagonista, Libera, l’autrice percorre le lotte di conquiste sociali che hanno caratterizzato il secolo scorso, quando era concesso agli uomini di tradire le proprie mogli e negato, alle donne, come spesso accadeva soprattutto nel sud più antiprogressista, non solo di scegliere il proprio marito, quindi meno che mai di tradirlo, ma anche di decidere per se stesse. Le donne, chiuse in un contesto patriarcale asfittico, vittime di uomini violenti che le considerano esseri inferiori senza diritti, avranno la loro rivincita: la fine dell’oppressione, l’abolizione del delitto d’onore, l’avvento del divorzio, la possibilità di abortire legalmente e il superamento degli squilibri di potere tra i sessi. Le battaglie personali diventano le battaglie della collettività di un popolo tutto al femminile che urla il suo diritto di esistere e quindi di decidere, al di là del loro ruolo di mogli devote e madri premurose. Matrimoni combinati/forzati "«Me lo ha imposto mio padre, con le minacce sia a me ma soprattutto a mia madre, io ho dovuto accettare perché temo per la sua vita, oggi sono prigioniera di mio padre, domani lo sarò di mio marito, un uomo che odio dal più profondo del cuore»." Femminismo “L’abolizione della distinzione fra i sessi, nel reato di adulterio, l’approvazione della legge sul divorzio, l’introduzione degli asili nido statali, i primi consultori, la riforma del diritto di famiglia, la lotta per l’interruzione volontaria della gravidanza, divennero tutti temi cari ad Angelamaria tanto da considerarsi una femminista." Abusi e violenza L’autrice non fa sconti: la crudezza delle scene è tutta nella tensione psicologica (non si parla quindi di splatter). Violenza contro le donne, fisica e psicologica. Violenza tra uomini. Aggiungerei, da antispecista quale io sono, violenza contro gli animali (mattanza dei tonni, una delle tante atrocità di cui è capace l'uomo). Altri temi: turismo sessuale e pedofilia, made in Italy e concorrenza cinese, segreti e verità, condizioni degli immigrati e lager di Sabrata in Libia. STILE NARRATIVO Cinzia Passaro è riuscita a dare dinamismo e ritmo a ogni scena del romanzo, grazie a un sapiente uso del mezzo tecnico e del ritmo narrativo. La sua scrittura è pulita, tersa. Sembra una geometria, ma è un ricamo dell'anima. Dal secondo capitolo, quando si apre la retrospettiva della vita di Libera, l’io narrante non è più Libera, ma si passa al narratore extradiegetico, per poi tornare al narratore autodiegetico e concludersi con quello extradiegetico. Ottima padronanza anche di questa tecnica. Cinque stelle (ma solo perchè non ne esistono di più) CONSIGLIATO A… Consigliato a chiunque ami la buona narrativa. LINK PER L'ACQUISTO: Libera. Il mare fatto di cielo e di lampare
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Elisa Averna
13 mar 2023
In Gruppo di Lettura 2022 / 2023
PROGRAMMA-CALENDARIO LETTURE Dieci autori, dieci libri in dieci mesi! Il regolamento è pubblicato sul gruppo Facebook "Solo Editoria No Eap: lettori e autori" GDL N. 2 GENNAIO: “Chiamata dall’Inferno” di Elisa Averna – Dark Abyss Edizioni – Solo formato cartaceo € 13,30 Genere: thriller psicologico sperimentale (nuovo stile narrativo “breathless”) FEBBRAIO: “Onda di piena” di Alessandra Cardi – Scatole parlanti – ; Formato cartaceo: € 16,15; Formato digitale: €5,99 Genere: narrativa non di genere/saga familiare MARZO: “Gli indesiderabili” di Elisa Mura - PUB ME –Segreti in giallo – Collana Editoriale- Formato cartaceo: € 13,30; Formato digitale: € 2,99 (disponibile anche in Kindleunilimited €0,00) Genere: fantasy storico APRILE: “La stanza di Molly” di Gianluca P. Amati – Jack Edizioni - Formato cartaceo € 14,00; Formato digitale: €3,99 Genere: thriller soprannaturale MAGGIO:"Delitto sotto le torri" di Luca Viozzi - Giaconi Editore - Solo formato cartaceo €11,40 Genere: mistery GIUGNO: “Il lenzuolo” di Paolo Dal Canto - Edizioni Mondo Nuovo - Formato cartaceo € 18,00 , Formato digitale ancora non disponibile. Genere: thriller/fantasy LUGLIO: “Amor Roma” di Eliana Calabria –Argento Vivo Edizioni- Solo formato cartaceo € 14,00 Genere: narrativa contemporanea AGOSTO: “Il coraggio di scegliere” di Sabrina Carli - Formato cartaceo: € 12,00; Formato digitale € 1,49 (disponibile anche in Kindleunilimited € 0,00) SETTEMBRE: “Back- Home” di Leonardo Araneo, Bertoni Editore - Solo formato cartaceo € 18,00 Genere: thriller distopico OTTOBRE: "Storia di un numero" di Davide Rossi - Rossini Editore - Solo Formato cartaceo € 13,99 Genere: narrativa contemporanea DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA Un numero non è fine a se stesso: ha un'esistenza, una storia, un inizio e una fine. Un numero può essere umano, vivere e morire. In una contemporaneità corrosa dalla malavita e dall'opportunismo, Kenny nasce in un piccolo stato africano, flagellato dalla povertà, messo in ginocchio dalla corruzione, dimenticato e disprezzato dagli stessi esseri viventi. Condizioni disperate per chiunque abbia un minimo di misericordia per se stesso, difficilmente sopportabile per la sua natura estrema che si impone nella quotidianità sugli esseri viventi. La sua infanzia la trascorre a osservare il mondo che gli ruota intorno, che ansima, grida, muore, violento e insensato. Lui scruta, annota, studia e prova a conformarsi, ad adeguarsi alla realtà, che cruda e violenta si manifesta, investendolo senza freni: la sparizione del padre, il trasloco in un'altra zona, la morte della adorata zia, la presunta anormalità. A confortarlo e a salvarlo dalla solitudine c'è lo studio, i pensieri, vivaci e senza limiti, la curiosità verso l'ignoto e la natura. Camaleonte decide di adattarsi, di vivere secondo i canoni imposti senza rischiare, coltivando un'irrazionale voglia di responsabilità. Ciò non lo salva dai suoi simili, spietati e potenti, che lo costringono a scappare via dalla sua terra, verso un ignoto chiamato Europa. Un viaggio lungo e pericoloso, attraverso posti incantevoli abitati da personaggi senza scrupoli, poveri diavoli, disperati, dalla sopravvivenza e dalla morte. Storie di tanti numeri uniti nella speranza di una resurrezione e dall'infame destino di rappresentare solo delle anonime cifre. Un percorso lungo, attraverso deserto e mare, prigionia e amore, fra carcasse umane e di civiltà. PRESENTAZIONE Ascolta la presentazione BIOGRAFIA Davide Rossi è nato il 18 gennaio 1985 ed è cresciuto in un piccolo paese della provincia di Pavia, Sant’Angelo Lomellina. Nonostante gli studi di natura prettamente scientifica, continua a coltivare due grandi passioni che lo accompagnano fin dalla tenera età: il cinema e la scrittura. La stesura di varie sceneggiature rappresenta dunque un’evoluzione naturale e una di queste, scritta a sei mani, porta alla realizzazione del film “Benvenuti a casa Verdi” del 2013 (Muccapazza film). Parallelamente all’esperienza cinematografica inizia una fase di sperimentazione che l’ha portato a partecipare a diversi concorsi letterari con racconti brevi, poesie e saggi. "E alla fine c'è la vita" nasce in seguito, e dall’unione, di tutti questi percorsi. Pubblicato con Apollo Editore nel maggio del 2018, il romanzo riscuote un discreto successo presso critica e pubblico, consentendo all’autore di presentarsi a un vasto pubblico di lettori attraverso un tour di presentazioni che ha superato le dieci date.Parallelamente a questo progetto, e a esso collegato, l’autore ha redatto un manuale di scrittura creativa, “E alla fine c’è la scrittura”, che ha avuto il suo culmine con il corso presso l’associazione “Il cielo capovolto” di Torino. RECENSIONI Dal blog Elisa Averna Un cuore tra i libri Magazine Pragma Hermes Magazine Bididibodydibook Alessandria Today Amante dei libri La corte di felisina BOOK TRAILER LINK PER L'ACQUISTO Storia di un numero
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Elisa Averna
13 mar 2023
In Recensioni Autori Emergenti
RECENSIONE: un viaggio nella realtà dell’immigrazione PREMESSA “Storia di un numero” è uno dei libri del gdl 2 che ero curiosa di leggere per il tema trattato (immigrazione/viaggi della speranza), un tema che, l'anno scorso, ho preso in considerazione sul piano narrativo con il romanzo di Katia Prando intitolato "In mare", un tema quindi a me molto caro e che ho avuto modo di approfondire per incontri e progetti personali con la saggistica storico-antropologica. Che dire? Per tutto il romanzo ho avuto l'impressione di leggere la fedele trascrizione della testimonianza di un immigrato, delle sue peripezie per raggiungere l'Italia, la terra dei sogni e delle occasioni, alla ricerca di una vita migliore. Mi sono immaginata seduta di fronte a lui ad ascoltarlo, ma ho immaginato anche e soprattutto l'autore prendere nota di tutto ciò che il suo personaggio gli raccontava. Quando si dice che sono i personaggi a “dettare” la storia ai loro autori... Ecco, questo libro ne è, per quanto mi riguarda, un esempio calzante.
“Storia di un numero” è un valzer nero sui mali del mondo che l’uomo danza in compagnia della sua solitudine. Un libro da ascoltare più che da leggere. Un romanzo cronistoria policromo. Più raccontato che “vissuto in presa diretta” con i dialoghi, ma egualmente capace di catturare dalla prima all'ultima riga, in uno tsunami di sentimenti, grazie allo stile evocativo usato dall’autore Davide Rossi. “Storia di un numero” è un racconto che sferza l’anima e che non ammette indifferenza rispetto all’immigrazione, cosa che invece, purtroppo, accade paradossalmente nella realtà, in cui continuano a imperare indifferenza o svogliata tolleranza, a svantaggio dell’accoglienza e dell’integrazione, scevre da preconcetti o stupide generalizzazioni e stereotipi sul “diverso”. La parola “immigrato” continua ad avere in sé una valenza negativa, essendo spesso considerata come sinonimo di “portatore di delinquenza”, “disturbatore” o molto peggio, secondo quanto suggerito dal persistente razzismo che occlude il senso critico e atrofizza l’empatia con il nostro prossimo. Un romanzo di narrativa contemporanea drammatico, di denuncia sociale sulle terribili condizioni che vivono i migranti, un libro che ha in sé elementi di un romanzo di formazione e avventura. Rossi ci catapulta nella realtà più cruda che un immigrato, in questo caso africano, si trova a vivere per raggiungere la meta di una “vita migliore”. Un libro dunque che induce a riflettere su ciò che spinge un individuo a rischiare la sua stessa esistenza nella speranza di un futuro, sebbene gravido di enigmi e incognite, recuperato alla brutalità, alla tristezza, alla fame, alla miseria, alla guerra e alla violenza del presente. Al lettore viene servito un menù sia dai sapori forti di sopraffazione e morte, sia dolci di speranza, amore e verità. Ogni “numero” nasconde un’anima che ha un suo vissuto, una storia da rispettare e da comprendere, una vita e un'identità da recuperare. TRAMA Kenny è un giovane africano alla ricerca di un suo posto nel mondo. Il suo stato di provenienza non è specificato, ma sappiamo che è un paesino sperduto, corroso dalla corruzione e dalla miseria, come tanti altri luoghi dell'Africa dimenticati dal resto dell'umanità. Il ragazzo ama la sua terra, ma soffre la miseria e il degrado. Osserva e annota tutto di quella realtà tanto funesta che pure vuole comprendere e alla quale cerca di adattarsi. È Kenny stesso a narrarci la sua storia, dall’infanzia fino all’età adulta, catapultandoci in un ambiente degradato e senza sbocchi. Il ragazzo trascorre l’infanzia con la sua famiglia, finché non muore il padre. Si trasferisce quindi con la madre dalla zia, donna vedova e di buoni sentimenti. Dopo la dipartita di quest’ultima, Kenny lavora in una piccola bottega gestita dal nuovo compagno della madre. In qualche modo campa, ma quel mondo gli sta stretto e il ragazzo è sempre più insofferente a un contesto che ha poco da offrire e così egli programma con cura la sua fuga verso l’Italia. Si distacca quasi con freddezza da sua madre e dal compagno di lei, andandosene via alla chetichella e lasciando loro solo una lettera in cui chiede di non essere cercato. Kenny si troverà travolto da eventi che non ha messo in conto e che rendono il suo viaggio un incubo terribile nelle peggiori nefandezze umane, tra torture, umiliazioni, lutti, luoghi di depravazione, traffico di esseri uomini e imprevisti di ogni sorta. Tuttavia, Kenny, costretto a una strenua lotta per la sopravvivenza, non demorde. Il suo desiderio di libertà va oltre il vivere e il sopravvivere, cose che sapeva fare benissimo anche in Africa. Per Kenny una vita senza libertà è più spaventosa della morte, morte che comunque sfida con tutte le sue forze. La possibilità di potersi affermare come persona è ciò che per lui conta di più, lo scopo del suo esistere. La sconosciuta Europa ha l’irresistibile profumo della libertà e l’Italia è la sua agognata meta. Kenny compie il suo periglioso viaggio, le cui insidie mineranno seriamente il suo obiettivo. Riuscirà Kenny ad approdare sul suolo italiano? E se sì, prima di arrivarci, quanti stati dell’Africa conoscerà e quali e quante realtà vivrà sulla sua pelle? AMBIENTAZIONE L’Africa di cui ci parla Davide Rossi è un’Africa sofferente, fatta di luoghi di detenzione, di tortura, di discariche per il recupero di materiali destinati agli apparecchi elettronici, un’Africa insidiata dalle organizzazioni terroristiche, come quella jihadista di Boko Haram nel nord della Nigeria, un’Africa comunque amata da chi vi è nato sebbene magari costretto ad abbandonarla per mancanza di prospettive, guerre e miseria, un’Africa in cui si è soltanto numeri e in cui le differenze nella ripartizione delle risorse e le contraddizioni sono ben evidenti (vedi i luoghi di lusso più sfrenato, come il palazzo di un trafficante leader pseudo-religioso, e quelli delle miseria delle terre-discarica dalle condizioni di vita estreme). L’autore è stato attento nel descrivere l’essenziale di ogni posto. Il lettore è così immerso in tante realtà sociopolitiche diverse, grazie agli spostamenti di Kenny, che segue le rotte dei trafficanti di esseri umani, e grazie ai racconti dei personaggi che via via incontra. TEMI I temi, attualissimi e duri da digerire, sono trattati dall’autore con sensibilità e ottima padronanza. Rossi analizza la realtà africana attraverso gli occhi del suo giovane protagonista, Kenny. Questi i temi principali e secondari: immigrazione e viaggio della speranza, privazione dell'identità, solitudine e impotenza, povertà, terrorismo, fanatismo religioso (sunnita e sciita), discriminazione, traffico di esseri umani, favoreggiamento di prostituzione, violenza sessuale, pedo-pornografia, violenza fisica e psicologica, vessazioni e torture, morte e dolore, sopravvivenza, dubbi etici e morali, guerra, amore per la vita, amore per una donna, amore per la natura, integrazione, razzismo, coraggio e riscatto. Un libro impegnativo che richiede la massima concentrazione, non per la trama, questa molto semplice, ma per i contati, sui quali il lettore è trascinato a riflettere. ESTRATTI “Non ho mai guardato con odio nessuno. Ho cercato nelle vite degli altri la mia, nei loro occhi la mia anima, nel loro respiro linfa vitale. sono partito abbandonando me stesso, restituendomi masticato e digerito a un altro pianeta. Ho lasciato famiglia, una manciata di conoscenze. Volevo essere un altro, non appartenere all’Africa. Io, però, sono questo.”
“Abbandonare la quiescenza nonostante l’ambiente ostile. Germinare per merito d’esso, mentre ci si appropria del destino, mutevoli e intimoriti. Accrescere attraverso eventi avversi, figli mai troppo odiati di un ecosistema differente.”
“Non avevo costruito niente in quegli anni vissuti. Nessun rapporto interpersonale, non avevo una carriera avviata, se non un probabile futuro nell’azienda di mio patrigno, non avevo neanche provato a cambiare qualcosa di quelle tante facce dell’Africa che non mi piacevano. Respirai a fondo.” PERSONAGGI I personaggi sono, agli occhi del lettore, tutto fuorché numeri ed entità anonime per quanto è stato bravo l’autore a descriverli nelle loro peculiarità e a trasmetterci le loro emozioni. Kenny (spero di aver interpretato bene: quello che noi leggiamo è il racconto scritto in un quaderno di Kenny, trovato da un amico di Kenny nel primo capitolo) Kenny conosce gli orrori della vita, accetta gli ostacoli, per poi trovare sempre il contatto con l’ambiente circostante e la natura. La parte di vita peggiore del nostro protagonista non è quella che egli vive con la sua famiglia (padre e madre, poi zia, madre e nuovo compagno della madre) in Africa, dove tutto sommato sopravvive in un contesto non particolarmente disagiato, ma quella da lui vissuta per raggiungere l’Italia. Kenny non lascia una realtà più pericolosa di quella a cui va incontro. Questo potrebbe lasciare perplessi i più rigidi nel comprendere le ragioni di un immigrato come Kenny. Potrebbe non essere semplice capire le motivazioni che spingono Kenny a lasciare l’Africa per dirigersi in Europa. C’è chi al posto di Kenny non avrebbe mai rischiato tanto e chi, come Kenny, magari anche in un contesto migliore, avrebbe deciso egualmente di abbondonare la propria terra e i propri affetti. Kenny ha una vita tutto sommato discreta, con un piccolo lavoro e parenti ospitali, quindi una vita non toccata direttamente dalla realtà dei reietti, dal popolo delle discariche, e neanche dalla guerra, quindi potrebbe essere considerato quasi un “privilegiato” e finanche “ambizioso”. Se il Kenny del romanzo fosse scappato da sevizie insostenibili o da situazione estreme sarebbe stato certamente più facile capire i motivi della sua fuga. Ma il Kenny del romanzo rappresenta quel tipo di immigrato, che pure esiste e non andrebbe mai giudicato con faciloneria. Ho provato molta tenerezza per il Kenny identificato come "numero 8", un uroburo di disgrazie, e per il Kenny alle prese con il suo primo amore, in un luogo degenerato ma che non gli impedisce di vedere quel poco di bello che c’è. STILE NARRATIVO Una scrittura impegnativa nei contenuti e semplice nello stile. Ogni capitolo si apre con una fase sulla crescita degli alberi, creando una sorta di simmetria tra l’evoluzione del protagonista e la crescita dei semi da lui piantati. L’uomo e la natura sono un binomio indissolubile nella mutevolezza degli eventi. COMMENTO FINALE L’autore è stato molto abile nel mettere in luce in un contesto narrativo la realtà dell’immigrazione in tutte le sue implicazioni, come d'altronde merita uno dei fenomeni sociali più rappresentativi e complessi del nostro mondo. Una storia dura e delicata a un tempo, laddove la violenza si alterna ai dei desideri più puri di un giovane uomo, in cerca di un futuro migliore. I lettori si trovano così a viaggiare insieme al protagonista della storia, nella terra coloniale per eccellenza, ricca ma ridotta alla miseria. e nella degenerazione dell’anima umana, ma anche nella speranza che, come un seme, va curata ogni giorno. Il libro di Rossi ci ricorda che la libertà non è un lusso ma un diritto fondamentale e che la felicità, almeno quella piccola quota di felicità che ci è concessa in questa vita, è un desiderio più che legittimo in ognuno di noi. L’autore ci racconta la storia di un uomo esposto al Male, personificato da esseri immondi, senza alcuna pietà per i propri simili, uomini capaci di compiere sevizie e torture, calpestando la dignità dell’essere umano. Forse non è facile immedesimarsi in chi, come Kenny, compie una scelta tanto rischiosa, pur di fuggire da una realtà che sente ostile, anche se non mina la sua sopravvivenza, almeno non quanto il viaggio che intraprende. Mi sono intrattenuta con grande partecipazione emotiva su ogni singola pagina. Sono un’estimatrice degli autori che riescono a raccontare storie che proseguono nella mente dei lettori, con una bella trafila di “perché?” e “come?”. Forse avrei voluto sapere di più sul rapporto di Kenny con il padre e con la madre e altre cosucce un po’ qua e un po’ là, sopratutto in merito alla verosimiglianza o meno di certe situazioni. Il romanzo è ben documentato e inappuntabile stilisticamente e questo a prescindere dai gusti personali. CONSIGLIATO A... Un romanzo che mi auguro possa essere letto soprattutto da chi ha difficoltà a vedere nei “numeri” degli esseri umani solo più sfortunati e ad aprire gli occhi sull’immigrazione. Consiglio la lettura a chi non ha paura a interfacciarsi con realtà diverse dalla propria, a chi è capace di ascoltare le storie “degli altri”, comprendendo che solo per un caso sono “degli altri”. Consiglio altresì questa lettura anche ai sassi. Se i romanzi a tema sociale hanno lo scopo di sensibilizzare su un dato tema o di rendere noto ciò che si ignora, il romanzo di Davide Rossi è a prova anche dei signori sassi. Cari signori Sassi, (anche se difficilmente i sassi leggono libri di questo tipo), se leggere il libro di Rossi vi ha portato a provare a capire meglio che cosa vivono le persone che decidono di lasciare la loro terra e i loro affetti per approdare in una realtà meno ostile di quella natia, meritate il plauso di tutti i portatori sani di buon senso. NOTA SULLA COVER Il libro meritava certamente una copertina migliore, con un minimo di elaborazione grafica e un'immagine meno dozzinale. ACQUISTA SUBITO Storia di un numero
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Elisa Averna
20 feb 2023
In Recensioni Autori Emergenti
DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA “Ricordati che non esiste matrimonio senza corna” È possibile trovare o anche solo pensare ad un compromesso tra amore e infedeltà, tra rispetto e inganno? L’autrice decide di esplorare proprio questa linea sottile che divide istinto dalla razionalità, raccontando due storie, quasi speculari, di amore e tradimento. RECENSIONE "Perché le mie due vite fanno parte di una sola esistenza come le due braccia fanno parte di un corpo."
PREMESSA Tanto più si apprezza un romanzo, tanto più ci si rammarica di esserne arrivati alla fine. Ma poco importa, perché le storie che hanno accompagnato ore di nostra beata spensieratezza rimangono con noi anche oltre l’ultima pagina, non è forse così? Amor Roma è uno di quei libri di cui serberò un prezioso ricordo. Quando leggere non è solo evasione, ma anche uno spazio meditativo, la lettura diventa quasi un esercizio spirituale. Il tema centrale, il tradimento, tema sul quale sono stati versati fiumi di inchiostro, è qui affrontato con estrema lucidità e franchezza. non come pretesto di elucubrazioni moralistiche, ma come materia di riflessione sul vivere umano. La storia è intessuta di vita quotidiana, nella sua semplicità ma anche nelle sue complessità. TRAMA La quarantacinquenne Anna Sorrentino, dalla brillante carriera come agente immobiliare, ma un po’ annoiata dalla sua vita, è sposata con Giorgio, uomo ordinato e sportivo. I due sono genitori di Ilaria, la loro “piccola tiranna egocentrica”. Ilaria è un’ adolescente con i suoi amori, le sue amicizie e il suo bagaglio di problemi tipici dell’età tanto per allietare le giornate di mamma e papà. La ragazza soffre anche di crisi anoressiche che iniziano a preoccupare seriamente i suoi affetti. In un tale contesto, i due coniugi si sentono sempre più genitori e sempre meno amanti. Aiahii! Già qui si sente il profumo di corna in arrivo! Conosciamo Anna in fila al supermercato di un sabato pomeriggio. La donna trova una pochette con all’interno una spilla e alcune lettere d'amore risalenti agli anni Novanta, indirizzate a certa Virginia Marchegiani e firmate “Mouton”. Quelle lettere sono la testimonianza della passione di due amanti, di cui il lettore scoprirà l’identità, forse con un lieve balzo sulla sedia, per via di coincidenze un po’ troppo coincidenze anche per la protagonista Anna. La lettura delle lettere offre alla donna l’occasione di riflettere sulla vita coniugale e di mettere se stessa in discussione. Anna matura l’idea di consegnare le lettere alla legittima proprietaria e si mette alla sua ricerca. Nel frattempo, Anna conosce biblicamente un suo cliente, la figlia Ilaria pare avere un problema con il suo fidanzatino Dado e Giorgio pare essere preso, molto preso, dal suo lavoro in aeroporto. Il poveretto ha sempre qualcuno da sostituire! Oibò! Povera gioia, tutte a lui capitano! Menomale che c’è nonna Denise, la mamma di Anna, ex attrice di teatro, un po’ svampitella, che ha tempo e voglia di seguire la nipote. Denise, di origina francese, ama riunire la famiglia la santa domenica. Quando la famiglia si ritrova al completo, è tanto bella e perfetta, che l’autrice, con maestria, inizia a scalfire questa aurea di perfezione stuzzicando il lettore con frasi allusive su un passato e un presente da scoprire a colpi di frusta. Il passato fa male, reca con sé dolore, ma è anche il frutto di un presente dove tutto è e ancora può essere. Denise, maestra di un certo cinismo di sopravvivenza, dice alla figlia: "Ricordati che non esiste matrimonio senza corna". Forse Denise si è presa le sue distrazioni extra-coniugali e forse anche il marito Pino, amante del buon vino e della musica, ha avuto le sue. A ricordare quanto sia volubile l’amore anche più forte, sarà la giornalista Francesca, la quale entrerà nella vita della famiglia di Anna con un obiettivo preciso. A sancire la continuità tra passato e presente è un vecchio appartamento, un luogo di ricordi e di un futuro ancora tutto da scrivere. Commento alla trama Pane per i miei denti? Sì! Ho letto questo libro ovunque ne avessi l’occasione e in una manciata di ore totali. Ho trovato la trama agile e scorrevole. Ho apprezzato il tocco di leggerezza con cui l’autrice ha trattato temi importanti legati alla vita di coppia. Il romanzo immette il lettore nella realtà di una famiglia normale, alle prese con comuni problemi quotidiani, ma anche con sperate soluzioni. Il passato ritorna prepotente, le emozioni vivono attraverso la memoria, i segreti vengono a galla per poi essere riconosciuti, accettati e facilmente inseriti nel flusso della vita. I rapporti tra coniugi e tra genitori e figli sono raccontati da Eliana Calabria con realismo, senza valutazioni d’ordine etico rubate al “senso comune” figlio di condizionamenti religiosi, ma con la saggezza verificata con l’esperienza. Amor Roma è un libro che immerge il lettore nel modello di vita borghese raccontato senza filtri e senza ipocrisie, ma con la giusta delicatezza e padronanza della materia. Quindi non c’è spazio per l’enfasi retorica e per il perbenismo. Con una manciata di fili colorati, l’autrice tesse un racconto a in cui è impossibile non farsi trasportare dal fascino del vero e dell’autentico, in cui le storie si ripetono e si incastrano l’una nell’altra per portare i personaggi a una crescita esistenziale, al pari di quella dei personaggi dei romanzi di formazione. La storia personale di Anna progredisce con la lettura delle lettere ed è quindi molto ben scandita. Il parallelismo tra passato e presente rende perfettamente al lettore l’idea del “viaggio nella vita” dei personaggi, così come la tecnica di giustapposizione sviluppa nel lettore le giuste tensioni analogiche. L’assenza di un giudizio morale rispetto all’azione dei personaggi è ciò che ho apprezzato di più a livello di contenuti. Il messaggio che ne ho tratto: non giudicare è un traguardo lodevole e forse l’unico modo per abbattere le disfunzioni dei preconcetti e delle critiche sociali frettolose. PERSONAGGI Il cast è senza dubbio molto ben costruito. I personaggi sono tutti messi a fuoco con precisione e molto credibili nei loro vizi e nelle loro virtù. Il lettore riceve l'impressione di conoscerli da sempre. Anna è la voce narrante e la protagonista della storia. Appare annoiata dalla sua vita e alla ricerca di nuove emozioni che possano dare uno scossone alla sua vita matrimoniale. Ama il marito ed è contraccambiata. Eppure è più madre che moglie/amante. La monotonia della vita di coppia, l’apatia e la routine la inducono a fantasticare su un altro uomo e a portare il sogno sul piano della realtà. Anna è una donna con le sue debolezze, le sue contraddizioni, le sue paure e i suoi impegni. Non vuole rimanere soffocata dal peso di una vita che subisce, ma vuole essere parte attiva del cambiamento, rimettersi in discussione, anche sbagliando, e tornare a sentrsi padrona delle sue scelte. Giorgio è un marito attraente. Tiene alla sua forma fisica e va in palestra. Forse è un po’ manchevole in attenzioni verso la moglie. Segue una dieta iperproteica, ma anche in famiglia non scherzano (confesso che molti piatti a base di carne nella mia fantasia sono stati trasformati nelle varianti veg). Denise, mamma di Anna e nonna di Ilaria, è di origine francese e all’aria svampita. Amorevole con i suoi affetti, ha qualche scheletruccio nell’armadio.
Ilaria La mia standing ovation va a Ilaria, quando guardando una foto della nonna Denise da giovane con indosso una pellaccia di visone, le chiede "Nonna, ma a quel tempo si mettevano ancora le pellicce?", dimostrando il suo salto evolutivo dallo stadio paleolitico in cui vede evidentemente chiusa la nonna in quell’immagine.
Francesca Marchegiani, personaggio uragano della storia.
Virginia Marchegiani e Mouton, i misteriosi amanti delle lettere. Sono ancora vivi o sono morti? Lorenzo Caracciolo, il cliente di Anna, con cui la donna passa buon tempo. AMBIENTAZIONE In Amor Roma ritroviamo la rutilante Roma notturna dove tutto può succedere e la Roma dei professionisti in carriera, in cui i ritmi serrati di lavoro rendono preziosa la pausa caffè. Roma è il luogo dove le storie d’amore prendono forma, insieme alle verità che queste nascondono. TEMI Tradimento "…a pensare troppo a volte si perdono le occasioni" L’adulterio spauracchio in tutti i tipi di relazione, in tutte le culture, in tutte le epoche e in tutti i ceti sociali, in Amor Roma è un mezzo per conoscere se stessi. Anna ha sempre pensato ai "tradimenti come fonte di situazioni ambigue di sotterfugi sordidi e sleali.” Ma è pronta ad analizzare le dinamiche implicate in un tradimento addirittura come un qualcosa di salvifico, di aiuto ai matrimoni trasformati in relazioni fraterne. A tal proposito a p. 83 ci sono riflessioni molto interessanti e a p. 103 è un bel cenno agli "incontri karmici" (legami irrisolti nelle vite passate che si ripresentano nelle vite successive) e a p. 132 si legge una frase esplicativa dello stato emotivo che spinge una persona a tradire il proprio partner “non si identificava più all'interno dell'istituzione "matrimonio" che nella morale comune nega due esistenze e ne crea una sola." Il tradimento in Amor Roma è raccontato come qualcosa che fa parte della vita delle persone, che le cambia, qualcosa che si pone come un passaggio "naturale" nel rapporto di coppia, che può accadere, che può essere perdonato e che non necessariamente deve avere un epilogo infausto. Il tradimento si può superare? STILE NARRATIVO Eliana Calabria ha uno stile pulito ed essenziale, non è mai troppo o troppo poco. Per gusto assolutamente personale, avrei preferito la descrizione delle scene erotiche, in questo tipo di romanzo, forse in modo meno esplicito. Mi sarebbe piaciuto più immaginare e farmi avvolgere dalla grazia del non detto. Riconosco nell’autrice una grande forza espressiva e la capacità di intrattenere senza mai annoiare. La sua penna cattura e sa come coinvolgere il lettore facendolo sentire parte egli stesso della storia. Consiglio questo libro a chiunque voglia assaporare una lettura facile, scorrevole, dove tutto fila con estrema chiarezza. Cinque stelle meritate. Note sulla cover Copertina pertinente alla trama (di questi tempi una rarità) raffigurante il quadro di Hopper intitolato “Stanza d’albergo” in cui una donna sola, seduta sul suo letto, legge una lettera. ACQUSTA SUBITO AMOR ROMA
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Elisa Averna
15 feb 2023
In Interviste agli Editori
Cari amici lettori e autori, in questa intervista conosceremo meglio la casa editrice JACK EDIZIONI, che quest'anno ci riserva una gran bella sorpresa. Nel far west editoriale Jack Edizioni si distingue non solo per serietà, ma anche per le sue scelte narrative ben definite. In un momento di così grande difficoltà per l’editoria in generale, e ancor più per la microeditoria e la piccolo-media editoria, l’invito di curiosare nel catalogo degli editori indipendenti è quanto mai valido. Suggerisco caldamente a tutti di navigare nella pagina Facebook di Jack Edizioni (link in calce) per conoscere le sue perle editoriali. E ora lascio con piacere la parola ad Andrea Raguzzino che ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e per la chiarezza con cui ha risposto alle domande. Com’è nata la casa editrice JACK EDIZIONI? La Jack Edizioni è nata nel 2022 come “costola” della Cura il mondo ETS, una associazione culturale che si occupa della salvaguardia del pianeta mediante la promozione di comportamenti virtuosi e sostenibili tesi a migliorare le condizioni di vita della presente e soprattutto delle future generazioni. In quest'ottica, la Jack Edizioni svolge due compiti: quello da fungere da strumento di autofinanziamento per l'associazione, connotandosi quindi come casa editrice no profit, e quello di “avere cura del mondo” attraverso la diffusione di contenuti culturali, letterari e poetici. Come scegliete un manoscritto? La Jack Edizioni non sceglie le opere, sceglie le autrici e gli autori; ci interessa avere a che fare con persone che abbiano qualcosa da dire e qualcosa da dare, che condividano almeno in qualche misura gli ideali e i fini dell'associazione di cui la Jack Edizione è parte e che siano disposti a impegnarsi perché i loro scritti siano un vero e efficace strumento di miglioramento e cura del mondo. Siamo fermamente convinti che avere cura del pianeta sia una nostra precisa e individuale responsabilità e che la diffusione della cultura sia uno degli strumenti più efficaci, se non il più efficace, per raggiungere l'obiettivo di consegnare alle generazioni future un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto. Riteniamo di doverci occupare di ecologia, giustizia sociale, rapporti umani, eguaglianza di genere e così via e siamo convinti che il modo migliore per farlo sia sviluppare rapporti costruttivi con le nostre autrici e i nostri autori in quanto persone dotate di sensibilità, cultura e capacità non comuni. Il mondo editoriale ormai è molto ampio, le case editrici sono davvero numerose e in molti optano per l’auto-pubblicazione. Perché un autore dovrebbe rivolgersi a voi? Perché per noi “fare libri” è solo un aspetto, per quanto importante e dirimente, della nostra attività. Ciò che più di ogni altra cosa ci interessa è sviluppare relazioni, creare sinergie, stabilire rapporti costruttivi che siano capaci di arricchire e migliorare noi e i nostri autori e autrici, perché siamo convinti che in questo modo si possono produrre libri capaci di incidere veramente sulla realtà sociale e di dare al lettore qual “qualcosa in più” che è raro trovare nel mare magnum dell'editoria contemporanea. Siamo convinti che questo modo di lavorare paghi; ne abbiamo avuto una dmostrazione proprio in questi giorni, quando abbiamo saputo che uno dei nostri libri, "Due fuori luogo" di Daniela Gambino, è stato proposto per essere candidato per il Premio Strega 2023. A poco più di un'anno dalla nascita della nostra piccola casa editrice, crediamo che vedere una copertina con il nostro logo sulla homepage dello Strega sia un riconoscimento preziosissimo. Dove preferite che siano acquistati i libri da voi editi? I nostri libri sono tutti disponibili sia in formato cartaceo che in formato ebook su tutti i principali store online. Sono distribuiti a livello mondiale da Amazon e quindi le versioni cartacee possono essere acquistate in qualsiasi libreria che si serva anche di Amazon come distributore. In linea con la nostra filosofia, scegliamo un sistema di stampa on-demand: i nostri libri vengono stampati solo quando acquistati, e ciascun libro stampato viene poi venduto. In questo modo, si evitano le stampe inutili, le rese, le giacenze e il macero, con conseguente abbattimento dei costi sia in termini puramente economici che, cosa ben più importante, in termini ecologici e di risparmio energetico. Riteniamo che questa scelta, che immaginiamo possa essere critica dai massimalisti della “editoria tradizionale”, non intacchi in maniera significativa sulla qualità dell'”oggetto libro” che offriamo ai nostri lettori, sia in termini di carta, che di rilegatura, che di leggibilità; in ogni caso, quand'anche i nostri “libri di carta” dovessero risultare di minore qualità rispetto a quelli stampati in maniera tradizionale,non torneremmo comunque indietro: la nostra è una scelta in primo luogo etica ed ecologica che non siamo disposti a negoziare per motivi “estetici”. Avete una visione del mondo rilevabile da una citazione o un’immagine in cui rispecchiare i vostri propositi editoriali? Cura il mondo ETS deve il suo nome a Heal the world, il capolavoro di Michael Jackson del 1991. Ci fa quindi piacere chiudere questa intervista citando un'altra canzone di questo grande artista: If they wanna make the world a better place Take a look at yourself and then make a change Se vuoi rendere il mondo un posto migliore, guarda bene te stesso e poi cambia qualcosa. VISITA LA PAGINA FB DELL'EDITORE Jack Edizioni
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Elisa Averna
15 feb 2023
In Segnalazioni
Carissimi lettori, vi segnalo il romanzo "Come l'alba e il tramonto" di Francesca Erriu Di Tucci (riedizione del precedente "Come il giorno e la notte") Buona lettura! Titolo: "Come l'alba e il tramonto" Autore: Francesca Erriu Di Tucci Genere: Narrativa contemporanea Anno e mese di pubblicazione: 10 febbraio 2023 Editore Brè Edizioni DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA Vin e Tom: due ragazzi adolescenti che si incontrano per caso e, da quel momento, incrociano le loro esistenze. Ragazzi problematici, soli, che sono costretti a piegarsi alle regole di una vita che non hanno scelto. E la loro solitudine fa da collante, li fonde in un’amicizia messa a dura prova dalle difficoltà. Tom deve combattere contro un mostro: André, uomo senza scrupoli che lo usa per arrivare al potere e ai soldi. Vin si ritrova in un mondo sconosciuto, dove deve imparare a muoversi e a crescere scansando i pericoli e le tentazioni. Eppure, quando i ragazzi si ritrovano, la loro unione si fortifica, fino ad arrivare a un epilogo denso di emozioni e coinvolgimento. Un percorso di due amici, due mani che si intrecciano per non lasciarsi più. Due corpi uniti che niente e nessuno riuscirà a separare… nonostante tutto. BIOGRAFIA Nata a Cagliari nel 1972 e laureata in Lingue e letterature straniere con tesi su “Dracula” di Bram Stoker, Francesca Erriu Di Tucci scrive racconti fin da piccola e consegue il suo primo premio letterario al concorso “Lettere al primo amore” Grinzane Cavour; il racconto viene pubblicato in una raccolta edita da Einaudi. Nel 2007 pubblica il racconto Stella Stellina nella collana Subway-Letteratura edita dall’associazione E-20 di Milano. Grazie al suo interesse per la musica, nel 2018 partecipa al volume Bowienext di Rita Rocca e Francesco Donadio (Arcana Edizioni). Con il romanzo Come il giorno e la notte, nato come soggetto cinematografico, vince il Premio Montag per la narrativa 2020. Nel 2023, rivisto e aggiornato, esce con Brè con un nuovo titolo: Come l’alba e il tramonto. Sempre nel 2020 pubblica la raccolta di racconti Farfalle mutanti (Infilaindiana edizioni). Il soggetto Blackout, scritto con Riccardo Tamburini, ottiene la menzione speciale al Premio Solinas Italia-Spagna 2022. Suoi racconti e poesie sono selezionati per far parte di riviste letterarie quali: "Malpelo" (L'Undicesima copia), Almanacco poetico contemporaneo (Lulu che fa storie) e l'Agenda Ensemble 2023. Dal 2018 raccoglie scritti e poesie nel blog Dalla Stella alla Terra e sulla pagina Facebook Francesca Erriu Di Tucci WritingPage. VUOI CONOSCERE MEGLIO L'AUTRICE? VISITA IL SUO SITO! SITO DI FRANCESCA ERRIU DI TUCCI ACQUISTA SUBITO COME L'ALBA E IL TRAMONTO
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Elisa Averna
13 feb 2023
In Gruppo di Lettura 2022 / 2023
PROGRAMMA-CALENDARIO LETTURE
Dieci autori, dieci libri in dieci mesi! Il regolamento è pubblicato sul gruppo Facebook "Solo Editoria No Eap: lettori e autori"
GDL N. 2 GENNAIO: “Chiamata dall’Inferno” di Elisa Averna – Dark Abyss Edizioni – Solo formato cartaceo € 13,30 Genere: thriller psicologico sperimentale (nuovo stile narrativo “breathless”) FEBBRAIO: “Onda di piena” di Alessandra Cardi – Scatole parlanti – ; Formato cartaceo: € 16,15; Formato digitale: €5,99 Genere: narrativa non di genere/saga familiare MARZO: “Gli indesiderabili” di Elisa Mura - PUB ME –Segreti in giallo – Collana Editoriale- Formato cartaceo: € 13,30; Formato digitale: € 2,99 (disponibile anche in Kindleunilimited €0,00) Genere: fantasy storico APRILE: “La stanza di Molly” di Gianluca P. Amati – Jack Edizioni - Formato cartaceo € 14,00; Formato digitale: €3,99 Genere: thriller soprannaturale MAGGIO:"Delitto sotto le torri" di Luca Viozzi - Giaconi Editore - Solo formato cartaceo €11,40 Genere: mistery GIUGNO: “Il lenzuolo” di Paolo Dal Canto - Edizioni Mondo Nuovo - Formato cartaceo € 18,00 , Formato digitale ancora non disponibile. Genere: thriller/fantasy LUGLIO: “Amor Roma” di Eliana Calabria –Argento Vivo Edizioni- Solo formato cartaceo € 14,00 Genere: narrativa contemporanea AGOSTO: “Il coraggio di scegliere” di Sabrina Carli - Formato cartaceo: € 12,00; Formato digitale € 1,49 (disponibile anche in Kindleunilimited € 0,00) SETTEMBRE: “Back- Home” di Leonardo Araneo, Bertoni Editore - Solo formato cartaceo € 18,00 Genere: thriller distopico OTTOBRE: "Storia di un numero" di Davide Rossi - Rossini Editore - Solo Formato cartaceo € 13,99 Genere: narrativa contemporanea BIOGRAFIA Sabrina Carli, nata a Pordenone il 14 agosto 1978. Sono mamma e moglie, ho una grande passione per le camminate all’aria aperta soprattutto in montagna. Leggere, ascoltare musica e scrivere sono i miei passatempi preferiti. PRESENTAZIONE RECENSIONI BLOG ELISA AVERNA IL MONDO INCANTATO DEI LIBRI A LIBRO APERTO (Maika Medici) LETTURE SALE E PEPE ACQQUISTA SUBITO: Il coraggio di scegliere
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Elisa Averna
11 feb 2023
In Elenco Blog Recensioni Gratis
Non tutti i book blogger adottano lo stesso modus operandi. Ad esempio io recensisco solo i libri che acquisto. Questo è il mio modo di sostenere, nel mio super piccolo, la microeditoria No Eap, nella quale ancora incredibilmente credo... No, forse sarebbe più onesto dire, alla luce del far west sempre più far west, il mio modo di sostenere gli autori emergenti che si affidano alle case editrici No Eap serie (case editrici che non chiedono alcuna forma di co-investimento agli autori, contrariamente alle tipografie con servizi aggiuntivi che si spacciano per case editrici).
Perché non mi fido dei book blogger che chiedono (rigorosamente senza emettere fattura) denaro agli autori? 1) Non giurerei che le loro recensioni siano oneste, perché nessun autore spenderebbe tanti soldi (le cifre sono imbarazzanti) per farsi fare le pulci. I critici letterari sono retribuiti (con regolare fattura) dalle testate per le quali lavorano e non hanno mai contatti diretti con gli autori dei libri che recensiscono per una questione "igienica", come direbbe Gianfranco Franchi, critico letterario 2) Credo che lo scambio tra recensore e autore senza transizione di denaro sia più che equo. Mi spiego: quanto impiega un autore, in termini di tempo, a scrivere un romanzo? Uno, due o più anni? Quanto impiega un bookblogger a leggere e recensire? Vogliamo dire da una settimana a dieci giorni? Credo che l'autore, donando il suo libro dal valore di anni di lavoro (oltre al valore materiale, se in formato cartaceo) abbia già abbondantemente compensato il lavoro di un bookblogger, lasciandolo libero di esprimere la propria opinione. Se siamo autori, pagare qualcuno per leggere i nostri libri è un autogol imbarazzante. Capiamo bene che, se non troviamo nessuno disposto a recensire il nostro libro, c'è qualcosa che non va. Una buona promozione forse aiuta. E lì, sì, se ne abbiamo la possibilità, conviene investire. Le recensioni a pagamento sono una cosa e i servizi promozionali sono un'altra. Nulla vieta poi, se ci fa piacere, di "offrire il caffè" con una donazione ai bookblogger (mantenere un sito comporta delle spese e un sostegno da parte dell'utenza è certamente d'aiuto). COME INDIVIDUARE IL BOOKBLOGGER GIUSTO 1) Innanzitutto accertiamoci che il bookblogger in questione sia disponibile alle cosiddette "collaborazioni" (c'è chi, come la sottoscritta, tende a fare solo letture spontanee o ditro segnalazione) e se sì verificare se anche con gli autori o solo con le case editrici. Studiamone quindi i profili social: attività e interazione. Il numero dei follower non è fondamentale, ma la loro qualità, sì. Se i follower sono per la gran parte altri bookblogger sappiamo già che è un profilo seguito da chi tende a non acquistare i libri di emergenti, ma che al massimo è disponibile per le cosiddette "collaborazioni". 2) Cerchiamo di capirne i gusti letterari e leggiamo le sue recensioni: se si limita a un riassuntino (esiste già la quarta di copertina per illustrare la trama), magari anche spoiler, chiosato con "mi è piaciuto" o consimili, evitiamo di proporgli una nostra opera. Puntiamo a chi si sofferma sull' analisi del testo, mettendo in luce i temi salienti, l'ambientazione, i personaggi ecc.) con un giudizio onesto e ben argomentato, dimostrando di aver letto il libro. 3) Accertiamoci che il bookblogger sia disposto a riportare la sua recensione anche nei bookstore on-line, soprattutto Amazon. 4) Posto che pubblicare significa esporsi e mettersi in gioco con tutti i tipi di lettori e persino con gli hater, se sentiamo troppo la responsabilità nei confronti del nostro editore No Eap che ci ha dato fiducia, puntiamo sui recensori che non pubblicano le recensioni negative (che di per sè è già una di chiarazione di scarso gradimento, ma almeno non coram populi). 5) Se non conosciamo il book blogger a sufficienza, per tutela reciproca potrebbe essere funzionale un accordo scritto. ACCORDO TRA RECENSORE E AUTORE (O EDITORE) - FAC SIMILE -Il blog XXX, rappresentato dalla sottoscritta XXX, si impegna con l’autore XXX e con la sua casa editrice XXX a non divulgare il file digitale (o il libro cartaceo) del romanzo dal titolo XXX a terzi e di farne uso solo ai fini della recensione. -Il titolare del blog letterario XXX si riterrà quindi garante della serietà e dell’eticità del blog. -L’autore XXX dichiara di accettare il giudizio sulla propria opera qualunque esso sia e di non ostacolare in alcun modo la libera espressione del titolare del blog e dei suoi collaboratori. In fede Titolare del blog Autore (o Editore) ELENCO DEI BLOG NON A PAGAMENTO N.B. Il suddetto elenco vuole essere solo una guida e non ha la presunzione di essere completo. Tuttavia, è aggiornabile grazie alle segnalazioni dell'utenza di questo blog. L'ordine è casuale e non si riferisce ad alcun giudizio di merito. 1) LUCE SUI LIBRI Intervista a Jessica Marchionne 1) LA LETTTRICE ITINERANTE Intervista a Ilenia 2) IL MONDO DI SIMIS Intervista a Simona Simoncini 3) LA BOTTEGA DI HAMLIN Intervista a Donato Bevilacqua 4) LA VOCE DI TRISTAN Intervista ad Alessandro Liburdi 5) MIA NONNA FUMA Intervista ad Alessandro Raschellà 6) MARIA CRISTINA BUOSO Intervista a maria Cristina Buoso (segnalazioni + rubriche dedicate agli autori) 7) LA LETTRICE ASSORTA Intervista a Giusy 8) PATRIZIA DEBICKE Intervista a Patrizia Debicke 9) SCATTI DALLA MIA LIBRERIA Intervisa a Viviana Sarti 10) A TUTTO VOLUME LIBRI Intervista a Gabrio 11) VIAGGIARE LEGGENDO Intervista a Katia Prando 12) LA LIBRERIA DI ANNA Intervista ad Annalaura Bottazzi 13) NAELEGIA Intervista ad Elena Giana 14) DUE LETTRICI QUASI PERFETTE 15) STORIE DI LETTURA 16) SOGNARE LEGGI E SOGNA 17) BARBARA SCOTTO 18) LASCIATI CONSIGLIARE 19) LETTURE SALE E PEPE 20) A LIBRO APERTO Maika Medici 21) SOGNANDO DI SCRIVERE Emanuela Marra 22) IL SALOTTO LETTERARIO Daniele Da Prato 23) UN LIBRO TIRA L'ALTRO 24) ONLYBOOKS 25) CULTURALMENTE PARLANDO 26) SCHELETRI 27) PATRIZIA GARIFFO 28) EMOZIONI IMPERFETTE Collabora solo con case editrici 29) IN PUNTA DI CARTA 30) PAGINE D'INCHIOSTRO Monica 31) IL SOLE DI LEO Roberta Ghirardi 32) TRE GATTE TRA I LIBRI 33) LE PASSIONI DE LA COMNTESSE NOIR 34) IL CLUB DEL SAPERE FILOSOFICO Antonietta Florio 35) MARIA ACOSTA DIAZ 36) LIBRIPIRINA Emanuela (accetta collaborazioni di rado e solo con case editrici) 37) XXX (in attesa di conferma) 38) GLI OCCHI DEL LUPO 39) ANIMA DI CARTA Maria Teresa Steri 40) LIBERAMENTE Faby, Alycia, Noemi e Naomi 41) IO AMO I LIBRI E LE SERIE TV 42) IN COMPAGNIA DI UNA PENNA BLU 43) READING IS TRUE LOVE 44) IL MIO MONDO DI LIBRI 75 45) LA BOTTEGA DEI LIBRI 46) LE LETTURE DI JOEY 47) LIBRI PER VIVERE Eva (alias Babuska) 48) UNA VALIGIA RICCA DI SOGNI Marta 49) INFINITY PASSION 50) KALAPANA LIBRI Cristina 51) DISSOLVENZE Claudio Sandrini 52) IL MONDO INCANTATO DEI LIBRI 53) LES FLEUR DU MAL 54) PECCATRICI LIBROSE 55) Thriller Nord 56) Un cuore tra i libri 57) Bidibibodibibook 58) La Biblioteca di Francesco
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Elisa Averna
09 feb 2023
In Recensioni Autori Emergenti
DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA
In una piccola villa arredata con quadri antichi e librerie piene di letture importanti, si trovava un imponente scrivania in mogano avente tre cassetti gemelli. Il proprietario li teneva chiusi a chiave.
Solo alla sua morte gli eredi scoprirono in parte il segreto nascosto.
I cassetti erano apparentemente identici ma uno era meno profondo degli altri due. Con l’aiuto di un tagliacarte in argento, il pannello che custodiva il doppiofondo venne tolto. All’interno un faldone con dei legacci colmo di carte.
I documenti contenevano un elenco di nomi, cifre e strani simboli che sembravano indecifrabili.
Per molto tempo si è cercato di rintracciare le persone della lista. Molte affermarono di non conoscerne il significato. Altre si sono rifiutate di rilasciare informazioni, non volendo ricordare nulla di quella storia. Alcune purtroppo sono scomparse in circostanze misteriose.
Le indagini hanno svelato il lato oscuro e insanguinato di quei fogli.
Quello che segue è solo un romanzo. I nomi dei personaggi e le loro azioni sono invenzioni dell’autore.
Una cosa però è certa.
Il Male agisce con modalità che non conosciamo ed spesso è invisibile ad occhi poco esperti.
RECENSIONE
PREMESSA
Prima di iniziare la lettura, ho scorso le pagine e l’occhio mi è caduto sul nome di Cecco d’Ascoli, autore de l’Acerba definita dal Contini “L’Anti Commedia”. Che dire? La mia pupilla ha assunto la forma a cuoricino. Ho pensato: “Qui c’è tanta roba!”. La lettura della descrizione del romanzo, in primissima battuta, mi ha fatto ipotizzare che si trattasse di un mistery (la quarta di copertina è decisamente malandrina) e invece mi sono trovata di fronte a un giallo-poliziesco scritto con tutti i crismi (omicidi, indizi, piste da seguire e da smontare, ipotesi, sospettati ecc.). Il giallo poliziesco è un genere che a malincuore frequento poco, pur amandolo follemente grazie alla Christie (o “per colpa della “Christie” che mi ha reso troppo esigente). “Delitto sotto le torri” è stato per me un’ottima opportunità per risvegliare la lettrice di gialli che è in me e ne sono felicissima.
Di “Delitto sotto le torri” ho letto dalla prima all’ultima riga: ottimo segnale, perché vi garantisco che ho l’abilità di saltare pagine intere, se un libro non mi entusiasma. Ho apprezzato di questo romanzo soprattutto alcuni aspetti, ai quali sono particolarmente sensibile. In primis lo stile pulito (assenza del troppo e uso equilibrato di avverbi e aggettivi) intervallato in modo misurato da informazioni di ritorno, quanto mai opportune: in un giallo denso di fatti e personaggi come questo gli inforigurgiti diventano necessari per non far perdere al lettore le fila dell’intreccio. In secondo luogo, i riferimenti storici legati alla cultura etrusca e a quella romana, che fanno da sfondo alla trama, anche se non sempre hanno con essa un collegamento e potrebbero figurare come pure digressioni erudite o divagazioni a carattere enciclopedico. Infine la caratterizzazione dei personaggi, che emerge più che dalla loro descrizione dal loro operato (evviva!), e certamente anche la storia, ben ritmata nella sua complessità di piste da seguire e indagini che, in più parti, sembrano arrivare a un punto morto o a una soluzione finale non per forza perfettamente chiara. Forse perché è il mistero a imporsi come vero protagonista del racconto? Sì, direi proprio di sì!
TRAMA
Di solito non indugio mai troppo sulla trama perché esiste la quarta di copertina apposta per descriverla. In questo caso, però, cercherò di mettere in luce gli step principali, per chi, come me, tende a perdersi nei romanzi che non hanno i titoli nei capitoli.
La pensione Elena è il teatro di un doppio omicidio. L’architetto Massimo Trevi e la sua amante, la fotografa Anna Bevilacqua, sono trovati morti nella camera del loro incontro clandestino. L’arma del delitto è una pistola calibro 9 con silenziatore. Anna muore sul colpo; mentre Massimo dopo alcuni minuti per dissanguamento. Massimo lascia un indizio scritto con il suo sangue: una croce uncinata e la dicitura “CASA DAZI .” I primi sospetti ricadono sui rispettivi coniugi, entrambi però subito scagionati. Il marito di Anna, il muratore Gaetano Pasqualini, ha un alibi di ferro: al momento del delitto risulta essere lontano per lavoro. La moglie di Massimo, Veronica Della Valle, invece appare incapace di compiere un delitto. Entrambi sembrano incolpevoli anche come eventuali mandanti (non viene detto esplicitamente, ma si deduce).
E dunque: chi si nasconde dietro al duplice omicidio e qual è il movente? Le vittime non risultano neanche essere state registrate nella pensione. Perché? Per discrezione o per altri motivi? Qualcosa non torna. Proprietaria e portiere sembrano non dire tutta la verità.
Le ipotesi dedotte dagli indizi lasciati da Massimo aprono due piste diverse, che potrebbero rivelarsi speculari: la pista finanziaria, legata a riciclaggio di denaro sporco e tangenti, e la pista legata a riti esoterici di una probabile setta satanica, i cui membri potrebbero essere uomini d’affari di una morale non proprio specchiata.
Il mistero è sempre più mistero. La polizia brancola nel buio. Nel frattempo, accadono altri omicidi e la sparizione di Lorenzo Trevi, figlio di Massimo e Veronica, impensierisce tutti. Il ragazzo è stato rapito? Com’è coinvolto? È vivo o morto?
L’autore decide di far apprendere al lettore l’identità dell’aggressore di Anna e Massimo, un soggetto il cui nome è già indice della sua stranezza. I motivi dell’agire di costui non sono resi evidenti in tutti gli annessi e connessi e forse non lo saranno mai. La trama scorre tra “perché” che avranno delle risposte e altri “perché” che, per l’appunto, non l’avranno o non l’avranno del tutto. Un caso intricato relegato al mistero.
"Thomas Chiodi non riusciva a trovare un nesso che collegasse tutti i fatti accaduti".
Una difficoltà che sarà ereditata dal lettore. Ma fino alla fine? Chissà!
Commento alla trama
Ho trovato la lettura scorrevole per stile e contenuto, un po' meno nella struttura. Non vedevo l’ora di arrivare alla scena del ritrovamento dei documenti. Sono rimasta un po’ a bocca asciutta: il fatto non avviene per così dire “in diretta”, come forse ci si aspetterebbe stando alla quarta di copertina, ma è raccontato brevemente quando già accaduto. Tuttavia, la sua importanza appare evidente ed è messa nella giusta luce man mano che il racconto procede. Ero curiosa di scoprire il finale e tutte le correlazioni degli eventi esposti ma, come detto, il finale lascia aperti i suoi bravi interrogativi. Mi sono soffermata molto nelle descrizione dei rituali nella convinzione di doverne ricavare, insieme ai commissari, indizi utili.
Sono caduta in qualche tranello? Forse sì. Ho dato importanza a cose che probabilmente non ne avevano? Forse sì. Le divagazioni sono un modo intenzionale dell'autore per depistare? Non saprei. La lettura è stata coinvolgente? Sì e questo, per quanto mi riguarda, è ciò che conta. Forse non sempre è necessario collegare tutti i pezzi del puzzle... Forse...
Ho apprezzato il bluff attuato da uno dei commissari per far parlare i testimoni e le altre astuzie simili messe in atto dagli investigatori per pervenire alla verità. Ho trovato molto credibile il confronto tra il senatore Pari e Veronica Della Valle. Mi è sembrato di percepire ogni loro espressione, titubanza e stato d’animo. Sono rimasta catturata anche dal riferimento ai Fedeli dell'Amore.
Una trama che mi ha trasmesso tutta la cura e la passione che l’autore ha investito per costruirla, tenendo sempre viva in me la curiosità, soprattutto di capire dove volesse andare a parare.
AMBIENTAZIONE
La storia si snoda tra Ascoli Piceno (tangibile l’amore dell’autore per la sua città), Roma e Washington. I cambi di scena sono coerenti con le piste da seguire. L’ambientazione è vivacizzata da approfondimenti storici (dalla battaglia delle Nazioni alle usanze degli antichi romani), spiegazioni di culti e leggende (come la leggenda legata al Ponte di Cecco) utili nel tentativo di far progredire le indagini.
Il monastero a pochi passi dalla Torre Gualtieri è uno dei luoghi che mi sono più divertita a “spiare”.
PERSONAGGI
Il cast è molto nutrito. Ciononostante è impossibile confondersi. A me non è mai capitato di chiedermi chi fosse chi. Alla caratterizzazione dei personaggi va una nota di merito. Ogni personaggio legato all’indagine dà un suo proprio contributo per farla avanzare. Con il commissario Filippo Salviati, il protagonista giovane e determinato, è facile empatizzare.
L’autore è stato bravo, tra le altre cose, a rivelare attraverso le ipotesi del commissario il ruolo di Anna Bevilacqua nella vita della seconda vittima, l’architetto Massimo Trevi. Massimo Trevi, che guaio! Quest’ultimo muore lentamente dopo aver disegnato una svastica con il proprio sangue e scritto “Casa Dazi.” Perché quel simbolo e quella scritta?
Massimo chiede perdono al figlio Lorenzo prima di esalare l’ultimo respiro. Ha forse coinvolto il figlio in qualcosa di losco e di cui si pente? Una scena toccante che mette subito in allerta il lettore.
"Salvati cercò di immaginare gli ultimi minuti dell'architetto con la coscienza di dover morire"
E insieme a Salviati anche il lettore.
Come dimenticare poi l’Ispettore Dalmazi, lupo solitario over 50, refrattario alle relazioni stabili? E il giovane agente di polizia Tonino Proietti, il classico “fortunato nella sfortuna”? Come non farsi irretire dall’oscuro personaggio di Charun dagli occhi rossi? Chi è? Che cosa cerca e che cosa vuole? E Don Francesco Cavalieri è veramente come sembra? Anche le anime più candide sono sospettabili? Ogni personaggio traina dietro sé un bel po’ di domande. Carlo, il portiere di notte della pensione, racconta davvero tutto ciò che sa? Augusto Cori, l’ analista di Veronica, nasconde qualcosa? Forse deve spiegare tante cose anche lui.
E come la mettiamo con Veronica, la moglie di Massimo Trevi? La donna è consapevole che Anna era l’amante del marito e ritiene quest’ultima responsabile indiretta della morte del suo Massimo. Veronica parla apertamente di un libro (un faldone di carte con note musicali e scritte in una lingua antica sconosciuta) che il marito e Lorenzo hanno trovato in una casa da ristrutturare a Todi. Parla anche di tangenti e scandali in cui il marito era coinvolto e fa cenno a una setta. Tuttavia, per quanto disponibile a dare informazioni, appare più preoccupata per la situazione createsi che non per la morte del marito e la sparizione del figlio, ciò che comunque non mina la sua credibilità dinnanzi ai detective.
Veniamo ora a Valery Walsh, l’introvabile fidanzata americana di Lorenzo. Com’è coinvolta e perché di lei non si sa nulla di certo? Veronica è colei dalla quale parte la pista americana seguita dal commissario Thomas Chiodi, uomo furbo, intuitivo e diffidente quanto basta per mettere in atto vere astuzie investigative. E poi c’è il professore Hart dell'Università di Filosofia, un soggetto che sembra non raccontarla giusta.
Lorenzo, a un certo punto, diventa il protagonista assente. E anche su di lui le domande non si sprecano. Che cosa nasconde? Perché fa credere di essere in America? Perché è andato sul Ponte di Cecco, dove si fanno rituali magici? Dove si trova? Nessuno lo sa. Avrà ragione l’ingegnere Laura Clemente a ipotizzare che …?
E poi c’è Aurora Faro, amica cara di Lorenzo con un trascorso sentimentale con lui. Aurora piange la scomparsa dell’amico. Su di lei non è difficile puntare l’occhio indagatore/assolutore, in base a quanto sembrerà convincente.
Altro personaggio che non passa inosservato è il Professore Faraoni, l’uomo delle spiegazioni interessanti sia per la pista finanziaria sia per quella esoterica.
STILE NARRATIVO
La scrittura di Viozzi, come già detto, è asciutta e scorrevole. Le pagine si leggono agevolmente, anche grazie ai capitoli brevi. Il libro avrebbe meritato un editing professionale, che con ogni evidenza non ha ricevuto. Il mondo esoterico degli etruschi, dei romani e del medioevo è reso con molta cura. I dialoghi sono più che convincenti, sia quelli interiori sia quelli con botta e risposta. Quel che è certo è che la noia non abita a casa “Delitto sotto le torri”. Grazie soprattutto agli aneddoti curiosi su fatti storici e leggendari e alla caratterizzazione dei personaggi, e indipendentemete se la trama sia nelle corde del lettore o meno, la capacità dell’autore di intrattenere è fuori discussione. Premio questo romanzo d'esordio con cinque stelle per l'idea creativa, in attesa di confermare il voto, leggendone la nuova edizione corretta.
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DELITTO SOTTO LE TORRI
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Elisa Averna
02 feb 2023
In Recensioni Autori Emergenti
DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTNA Una violenza carnale, l’impronta della donna violentata e torturata che resta impressa su di un lenzuolo, una sorta di sindone che ha ben poco di sacro, ma che è l'unica testimone della crudeltà e della ferocia di cui un uomo può essere capace. Il lenzuolo diventa così il vero filo conduttore di questo romanzo, un lenzuolo che si trasforma di volta in volta in strumento di morte, di fuga, di tortura, complice di sparizioni e uccisioni, alcova per incontri d’amore e sesso sfrenati e appassionati e per momenti di tenerezza e complicità, un lenzuolo a cui i due protagonisti affidano le loro speranze e la loro stessa sopravvivenza in un mondo popolato da personaggi ambigui, incredibili, a volte quasi soprannaturali, e dove un arcangelo e il volto di un Cristo crudele si scontrano per la loro redenzione o per la loro dannazione eterna. Un romanzo dissacrante che con impietosa lucidità e crudeltà ci accompagna nei meandri dell’animo umano senza risparmiarci scene di inaudita violenza, ma che allo stesso modo è capace di riportarci là dove amore e tenerezza sembrano poter dire ancora la loro. PREMESSA Un libro “fuori dalle righe” necessita di una recensione “fuori dalle righe”. Non aspettatevi quindi un valzer di parole a tempo, ma piuttosto uno scalpiccio di zoccoli fuori dalla lizza. Il “Lenzuolo” non è un libro per tutti. È decisamente l’ultimo libro che mi sarei aspettata di leggere in un gdl. L’autore è stato molto audace e coraggioso, soprattutto considerando che è il suo romanzo d’esordio, scritto dopo raccolte di racconti. Dunque vi traccerò una sorta di vademecum per il lettore perfetto per questo libro, anche se la descrizione /quarta di copertina e la biografia dell’autore sono già di per sé un libretto di istruzioni per approcciare un romanzo di questo tipo. Iniziamo con il dire che lo stile di scrittura adottato da Dal Canto è un cavallo sbizzarrito, uno tsunami del politically correct, almeno quanto i temi trattati (stupri all’ultimo olezzo, suorine che si divertono, incontri tra mamme e creature molto al di sopra dell’eticamente lecito, ecc.). Allacciate le cinture e preparatevi a correre tra le montagne russe di un libro fuori da ogni logica, da ogni buon senso, un libro che vi immetterà nel surreale, facendovi precipitare in una nuvola nera di perché senza risposta. Non è un romanzo che si legge con la luce della ragione, ma con il laser della follia. Se siete dei ragionieri della penna, non vi torneranno mai i conti. No, “Il lenzuolo” non è il compitino perfetto, con tutte le belle regoline che insegnano nei corsi di scrittura, quanto un trip di frasi che mischiano azioni, pensieri e dialoghi, dai quali occorre prendere ossigeno dall’audacia dell’autore. Sì, infatti all’audacia dell’autore deve corrispondere pari audacia nel lettore. La scrittura accademica è altro, un altro che Dal Canto infrange in modo monello e con assoluta consapevolezza e padronanza. Se volete giocare al piccolo chimico con le pagine di Dal Canto, non vi basterà un microscopio elettronico a scansione. Sarebbe un’operazione inutile. Lasciatevi invece trasportare dalle pagine abolendo la domanda “perché?”, semplicemente perché i “perché”, come detto, non esistono e non esistendo i “perché” non esistono neanche risposte. Se siete sensibili alle scene di violenza, al linguaggio esplicito, ai dettagli che rendono difficile la digestione, prima di avvicinarvi a certe pagine, accertatevi davvero di poterlo fare. Io confesso, essendo per natura schifiltosa, di aver glissato su una buona parte del primo capitolo (nulla ha a che fare con la bontà del testo). Tuttavia, ciò non mi ha impedito di entrare nel mood del romanzo e di apprezzarne l’intenzione e la provocazione. Vademecum: 1) Osservate la grafica e l’impaginato. Non possono passare inosservati! La cover non è scaricata da Internet, è un’elaborazione grafica ben ragionata. La cover è lucida e la qualità della carta buona. Un lusso, in tempi in cui gli editori si rivolgono ad Amazon per la stampa. Rispondete ora a questa domanda: un editore No Eap che investe su un autore, secondo voi prende autori a caso o li seleziona? 2) Spogliatevi di ogni morale/etica: sarebbero condizionanti per leggere “Il lenzuolo” con la luce della follia. È un romanzo di genere misto tra horror, mistery, soprannaturale, erotico e chi più ne ha più ne metta, ma soprattutto fantasy. Ergo: i mariti non portano al pronto soccorso le mogli visibilmente in stato di shock e ferite, gli psicologi prescrivono pillole, le suore hanno i loro bravi ormoni, la fame non inibisce la digestione di cibo stantio (poco male…nella realtà accadono cose che superano la fantasia), c’è chi vive e c’è chi muore in una burocrazia che ricorda quella vera (lenta e fessa). 3) Se siete cattolici, baipassate pagina 199, ma, se lo siete e avete chiaro che state leggendo un romanzo con una sua simbologia dissacrante, leggete e leggete e leggete… PERSONAGGI Il lenzuolo è il vero protagonista della storia. La sua simbologia non è univoca. Raccoglie significati in base al suo utilizzo. Il lenzuolo fa volare la storia ben oltre il possibile, l’ordinario e il “già visto”. Anna È la donna che incontriamo all’inizio. Tenerezza, paura e repulsione per il suo aggressore saranno i sentimenti prevalenti nel primo capitolo. Anna è incapace di reagire. Il suo strazio è indicibile, irraccontabile. È una valanga che sembra voler cancellare ogni cosa. Anna compirà una scelta molto dolorosa. Deciderà di dare alla luce il frutto della violenza subita. Che cosa ne sarà di Anna? Che cosa ne sarà del rapporto con suo marito? Il suo aggressore Indossa una maschera. Sotto quella maschera esiste qualcuno in grado di ogni aberrazione. Un essere immondo capace di predare alla sua vittima anima e corpo nello stesso momento. Un mostro dal quale è impossibile difendersi. Un personaggio a dir poco disturbante. Il marito di Anna Un uomo che, in preda al panico, non fa l’azione più logica, quando trova la moglie in uno stato a dir poco pietoso: chiamare i soccorsi. Perché? Ho posto questa domanda all’autore, ma attenzione: l’ho fatto quando ancora non avevo chiarissimo che cosa stessi leggendo. La risposta dell’autore mi ha acceso la lampadina della follia. “il singolo neurone maschile impazzito… meglio non fare che sbagliare”. Esattamente, da quel momento, entrando nel mood del romanzo, la mia lettura è stata vorace e implacabile. Suor Angela Colei che trova il frutto del male e che se ne appropria, forse diventando lei stessa il male, e forse tramutando il doppio male in un bene non convenzionale. Suor Angela trova la sua salvezza. Il frutto del male è Gabriele/Raffaele e anche lui troverà la sua salvezza. Suor Angela non più suora e Raffaele instaurano un rapporto fuori da ogni regola. Suor Angela è una figura plurima, dolce e sensibile, sottomessa e vulnerabile, aggressiva e combattiva. È il bianco e il nero, che si alternano senza continuità. È una creatura madre, figlia e sposa di un’altra creatura, ossia una creatura che ha in sé innocenza, peccato, amore e corruzione. Raffaele È cresciuto in un istituto religioso per bambini orfani e allevato da suor Angela come un figlio. È l’ “intoccabile”. Fuori dal convento conoscerà una vita nuova, imparerà che cosa siano le mail, vedrà il mare e molto altro. Raffaele non vive la dicotomia tra il suo essere bambino e il suo essere altro. Lui È, senza, forse, sapere di essere. TEMI Rimozione e non accettazione come meccanismi psichici di sopravvivenza. Bene/Male Scelte difficili Simbologia del sacro/profano STILE NARRATIVO È chiaro anche a un bradipo cerebrale che l’autore si sia divertito a rischiare. Io amo il coraggio. Premio questa follia narrativa con cinque stelle, in barba al politically correct, ai bigottismi letterari e ai compitini che io stessa ho portato a casa (alternandoli a sperimentazioni fuori di testa). Ribadisco che non è un Libro da leggere con schemi razionali, ma fuori dalla logica. Buona lettura! LINK PER L'ACQUISTO IL lenzuolo
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Elisa Averna
30 gen 2023
In Gruppo di Lettura 2022 / 2023
GRUPPO DI LETTURA "Solo Editoria No Eap" 2022-2023 PROGRAMMA-CALENDARIO LETTURE Dieci autori, dieci libri in dieci mesi! Il regolamento è pubblicato sul gruppo Facebook "Solo Editoria No Eap: lettori e autori" GDL N. 2 GENNAIO: “Chiamata dall’Inferno” di Elisa Averna – Dark Abyss Edizioni – Solo formato cartaceo € 13,30 Genere: thriller psicologico sperimentale (nuovo stile narrativo “breathless”) FEBBRAIO: “Onda di piena” di Alessandra Cardi – Scatole parlanti – ; Formato cartaceo: € 16,15; Formato digitale: €5,99 Genere: narrativa non di genere/saga familiare MARZO: “Gli indesiderabili” di Elisa Mura - PUB ME –Segreti in giallo – Collana Editoriale- Formato cartaceo: € 13,30; Formato digitale: € 2,99 (disponibile anche in Kindleunilimited €0,00) Genere: fantasy storico APRILE: “La stanza di Molly” di Gianluca P. Amati – Jack Edizioni - Formato cartaceo € 14,00; Formato digitale: €3,99 Genere: thriller soprannaturale MAGGIO:"Delitto sotto le torri" di Luca Viozzi - Giaconi Editore - Solo formato cartaceo €11,40 Genere: mistery GIUGNO: “Il lenzuolo” di Paolo Dal Canto - Edizioni Mondo Nuovo - Formato cartaceo € 18,00 , Formato digitale ancora non disponibile. Genere: thriller/fantasy LUGLIO: “Amor Roma” di Eliana Calabria –Argento Vivo Edizioni- Solo formato cartaceo € 14,00 Genere: narrativa contemporanea AGOSTO: “Il coraggio di scegliere” di Sabrina Carli - Formato cartaceo: € 12,00; Formato digitale € 1,49 (disponibile anche in Kindleunilimited € 0,00) SETTEMBRE: “Back- Home” di Leonardo Araneo, Bertoni Editore - Solo formato cartaceo € 18,00 Genere: thriller distopico OTTOBRE: "Storia di un numero" di Davide Rossi - Rossini Editore - Solo Formato cartaceo € 13,99 Genere: narrativa contemporanea DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA “Ricordati che non esiste matrimonio senza corna” È possibile trovare o anche solo pensare ad un compromesso tra amore e infedeltà, tra rispetto e inganno? L’autrice decide di esplorare proprio questa linea sottile che divide istinto dalla razionalità, raccontando due storie, quasi speculari, di amore e tradimento. BIOGRAFIA Eliana Calabria, Diplomata Liceo Internazionale, Stage a Londra. Sommelier del vino e dell’olio.Si è occupata della gestione amministrativa e finanziaria di un Gruppo di Società nel campo editoriale, elettronico, vinicolo, olivicolo e vitivinicolo. PRESENTAZIONE Il romanzo A metà tra un romanzo rosa e un thriller a sfondo romantico “Amor Roma” porta alla luce il trascorso di una famiglia i cui scheletri nell’armadio diventeranno, piano piano, sempre più ingombranti. L’intera narrazione si sviluppa attraverso continue analogie tra i personaggi, in una storia che sembra ripetersi e mette in scena un parallelismo tra passato e presente, creando un vortice temporale scandito dalla corrispondenza epistolare di due amanti misteriosi. Trama Anna, Giorgio e la figlia Ilaria. Una famiglia tranquilla e senza grossi problemi a parte la tendenza a digiunare di Ilaria. Anna è una moglie che si occupa, oltre che della sua famiglia, di vendere appartamenti per un’agenzia immobiliare. Giorgio, marito di Anna è ingegnere in Alitalia. E’ affettuoso, atletico e esposto alle attenzioni femminili. Denise e Pino, i genitori di Anna li attendono tutte le domeniche a pranzo. L’una, francese ed estrosa ex attrice. L’altro solitario, schivo e amante della musica sinfonica e delle partite a calcio da guardare in streaming nella tranquillità della sua stanza. La storia si svolge nel 2015 in una Roma tanto splendida di notte quanto caotica e trafficata di giorno. Mentre sta caricando le buste della sua solita spesa del sabato Anna si trova tra le mani una piccola borsa contenente vecchie lettere. Nei giorni a seguire le legge ad una ad una e, seguendo il filo indicato da quegli scritti, si trova costretta a riconsiderare la realtà della sua vita. Tutte le sue sicurezze vacillano. Sua madre e suo padre non avevano avuto l’unione serena che lei credeva. Ilaria non ha i soliti problemi dell’adolescenza ma soffre di anoressia e finisce in ospedale ed in cura da uno psicologo. Giorgio sta vivendo una storia con Francesca, una giornalista di inchieste che solletica la sua vanità. E lei, suggestionata dalla sensualità di quegli scritti e forse per reazione al tradimento del marito, accetta la corte di un suo cliente. Ma le lettere non sono arrivate nelle sue mani per caso. Citazioni letterarie Madame Bovary di Gustave Flaubert Il Mondo Secondo Garp di John Irving Citazioni musicali I love my life, Robbie Williams Sinfonia n.5, Ludwig van Beethoven La Moldava, Bedrich Smetana Cheap Thrills, Sia Cocciante Oggetti citati Expertise della spilla
Elegante spilla Vittoriana in oro di forma rotonda, della fine dell`800: cornice esterna in oro, decorata con all`interno un onice con filo d`oro incastonato che forma un cerchio e deliziosa stella centrale con centralmente una perlina rossa centrale a cabochon e mezze perle, sempre ben incastonate. Un gioiello che cela un significato: la stella a cinque punte rappresenta il pentacolo (Terra, acqua, fuoco, aria e lo spirito dell`umanità) all`interno del cerchio, che rappresenta l`amore infinito. RECENSIONI Dal blog di guja Dal blog cultura femminile Dal blog un cuore tra il libri Dal blog Scrittura Viva INTERVISTE Conosci meglio l'autrice "Pazza intervista doppia" (dal blog elisaaverna. com) CONOSCI L'EDITORE SITO ARGENTO VIVO EDIZIONI INTERVISTA ACQUISTA SUBITO Amor Roma
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