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RECENSIONI AUTORI EMERGENTI

Pubblico·5 membri

Claudio Sandrini
19 giorni fa · joined the group.
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Laura ZG Costantini
29 maggio 2025 · si è unito al gruppo insieme ad .
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RECENSIONE DEL ROMANZO DI ROBERTO ARTELLINI “SENZA APPARENTE MOTIVO” – JACK EDIZIONI



“La giustizia è un atto violento”


Premessa


Affidare a me una lettura che tratta il tema della vendetta è quasi un gesto auto-sabotatorio, una vera e propria opera suicidiaria. Dico sul serio! È come invitare un contabile a gestire il budget di una festa o un allergico a servire il buffet. E perché? Perché ho aspettative altissime! Dopo aver esplorato capolavori come per esempio “Pietà” di Kim Ki-duk, dove la vendetta si intreccia con il dolore e la redenzione in un modo psicologicamente rigoroso, le mie esigenze si sono elevate a livelli stratosferici (la maestria con cui Kim Ki-duk delinea il tormento interiore dei suoi personaggi ha fissato un parametro difficile anche solo da avvicinare).

Il tema della vendetta è carico di sfumature e complessità e trattarlo con superficialità è un rischio che non posso permettermi, sia come autrice, quando l’ho affrontato nei miei stessi romanzi, sia come recensitrice. Non…


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RECENSIONE DI "Fiori Recisi: Storia di un’aspirante suicida" di Scilla Salvi – Scatole Parlanti




Premessa


Un romanzo che affonda le sue radici nell'animo umano più oscuro, svelando il coraggioso viaggio di un'anima attraverso l'abisso del dolore e della speranza, nel cuore di un mondo in bilico tra la vita e la sua fine.

Confesso che il tema del suicidio ha suscitato in me sempre molto interesse e non solo sul piano delle ragioni psichiche, ma anche su quello della sua trattazione accademica: Da Camus, che con il suo "Il Mito di Sisifo", ha discusso dell'idea di creare un significato personale nella vita nonostante la mancanza di un significato intrinseco nell'universo, a Schopenhauer, che lo vede come un atto di liberazione dalla sofferenza insita nella vita, da Rousseau, che ne parla come un'estensione del concetto di libertà personale, a Durkheim che analizza il fenomeno in relazione ai fattori sociali, fino all’intransigente Kant, che ritiene il suicidio un atto immorale non giustificabile perché viola il dovere…


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