Cari lettori,
oggi ci intratteniamo con Amelia Impellizzeri, autrice di romanzi che toccano le corde emotive dei lettori, attraverso storie coinvolgenti e profonde connessioni tra gli esseri umani e gli animali. Amelia ha scelto di dedicare la sua penna e la sua passione a portare alla luce le voci e le storie spesso trascurate del mondo animale, nonché a sollevare l'attenzione su persone fragili, tra cui non vedenti e persone colpite da autismo, le quali trovano conforto e forza nei legami con gli animali. La sua carriera letteraria è stata coronata da diversi riconoscimenti, tra cui il prestigioso Premio Braille 2012, che riconosce il valore del suo contributo nella promozione della letteratura accessibile alle persone non vedenti. La capacità di Amelia di rappresentare con sensibilità le esperienze delle persone con disabilità visiva nel suo romanzo “La ragazza che danzava con l’aquila” è un esempio tangibile del suo impegno per l'inclusione e l'empowerment delle persone fragili.
Originaria di Como ma attualmente residente a Catania, Amelia ha una storia professionale unica. In passato, ha praticato la legge come avvocato, ma ha abbandonato questa carriera per seguire la sua passione per la scrittura. Da allora, ha scritto numerosi romanzi (sia pubblicati con case editrici sia in self publishing), ciascuno con l'obiettivo di trasmettere valori morali e di sensibilizzare il pubblico sui temi a lei cari.
Amelia Impellizzeri non è solo una scrittrice, ma anche una sostenitrice attiva delle cause che ama. Ha dedicato il suo tempo e la sua energia a progetti che coinvolgono cani guida e persone con disabilità visiva, contribuendo in modo significativo alla comunità. Da rilevare, tuttavia, che i libri e i romanzi di questa scrittrice trasmettono, sì, messaggi etici verso ambiente e biodiversità, ma contengono anche tematiche di amore, intrighi, avventura, e sono quindi adatti a ogni genere di lettore anche non animalista, e a qualsiasi fascia d’età.
Nella seguente intervista, avremo l'opportunità di conoscere meglio Amelia Impellizzeri, sia come autrice, (concentrandoci in particolare su due romanzi autopubblicati) che come persona. Scopriremo le sue ispirazioni, le passioni che guidano la sua scrittura e il messaggio che spera di trasmettere attraverso i suoi romanzi.
Qual è stata la tua esperienza più memorabile legata agli animali? Hai un animale domestico o una storia particolare da condividere?
Un’esperienza unica e straordinaria è stata quella descritta nel romanzo “IL RICHIAMO DEL VENTO” tratto da un fatto vero da me vissuto di persona: il figlio di un nostro dipendente agricolo, un bambino colpito da una sorta di autismo da trauma emotivo, attraverso il rapporto con un cavallo rubato e maltrattato, affidato a noi in campagna, ritrova, insieme allo stesso cavallo, una guarigione miracolosa, uscendo dallo stato catatonico di mesi… ovviamente personaggi ed episodi sono romanzati, ma aderenti nella sostanza al fatto.
Oltre alla scrittura, quali sono le tue passioni e interessi personali? Cosa ti piace fare nel tempo libero?
Sono molto sportiva, pratico sin da piccola equitazione e sci.
Qual è il tuo luogo preferito o la tua destinazione ideale per una vacanza?
Adoro i laghi alpini e l’alta montagna. Il mio sogno è ritornare al lago di Como natio… per me luogo magico e insostituibile.
Hai qualche autore o autrice che ammiri particolarmente e che ti ha influenzato nella carriera di scrittrice?
NO, amo leggere ma non mi ha influenzato nessuno.
La tua scrittura sembra avere una forte componente emotiva. Come riesci a catturare le emozioni e i sentimenti nei tuoi romanzi?
Essendo una persona fortemente sensitiva e spirituale, scrivendo mi immedesimo talmente che è come se vivessi personalmente le vicissitudini narrate, e vedessi gli scenari descritti, per cui la penna fluisce naturalmente.
Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato nella tua transizione dalla professione legale all'attività letteraria?
Ecco, questo è stato un iter molto sofferto. Sono stata “obbligata” ad abbandonare la professione per un problema di salute che si è aggravato, rendendomi incompatibile l’esercizio della professione legale. Il destino mi ha guidato a scrivere (non avevo alcuna intenzione, desiderio o velleità letteraria) mentre passeggiavo al parco col mio cane, raccogliendo per caso tante storie di animali…
Qual è il messaggio principale che vorresti che i lettori traggano dai tuoi romanzi in relazione al rapporto tra gli esseri umani e gli animali?
Nei miei libri e romanzi lancio sempre un messaggio etico collegato a valori animalisti e ambientali di protezione, amore e rispetto per la biodiversità e la natura, continuamente violentata e stravolta dalla follia e perversità umana… sperando che arrivi al cuore dei lettori e si amplifichi e divulga… per fare un esempio, nel romanzo “La ragazza che danzava con l’aquila” assume rilevanza l’episodio di un cacciatore pentito, colpito nella sua sensibilità da una lupa che ha adottato un volpacchiotto insieme ai suoi piccoli; Nel libro di racconti animali “Il cantastorie - Green Hill eroismo e libertà” voce narrante di un beagle salvato dagli eroi di G Hill, e tantissime foto dei beagles salvati e liberati, ora felici.
C'è un progetto o un sogno personale che vorresti realizzare in futuro o che stai per realizzare?
Sì, ma è molto personale e preferisco non parlarne, lasciando al Destino di guidarmi…
Hai mai considerato la possibilità di scrivere un romanzo dedicato non agli animali domestici, ma agli animali di cui quasi nessuno si preoccupa, come quelli che vivono negli allevamenti intensivi, quelli a rischio di estinzione o altre categorie spesso trascurate? Quali pensi sarebbero le sfide e le opportunità nella scrittura di storie che mettono in luce queste realtà meno conosciute?
Evito di scrivere su temi che mi fanno troppo male, in quanto sarei troppo emotivamente sconvolta. Ci sarebbe troppo da dire… Poi, chissà…
La tua scrittura si concentra molto sugli animali e sulle persone fragili. Qual è stata la tua principale fonte di ispirazione per iniziare a scrivere su questi temi?
I ciechi coi quali sono entrata causalmente in contatto, e in particolare una carissima amica non vedente e il suo meraviglioso cane guida.
Nel tuo romanzo "La ragazza che danzava con l'aquila", hai raccontato la storia di Fjord, un'aquila reale, e di Karin, una ragazza che sta diventando lentamente cieca. Come hai affrontato la ricerca e la rappresentazione accurata delle esperienze di Karin come persona con disabilità visiva?
Da esperienze coi ciechi, da ricerche molto accurate sul suo male, dalla mia immedesimazione nella protagonista e nel vivere a pelle le sue emozioni e la sua tragedia… Per Fjord, dalle mie esperienze con la LIPU.
"Champagne: uno spirito libero" sembra avere un protagonista molto particolare, un gatto persiano nero. Qual è stata l'ispirazione dietro la creazione di Champagne e come hai deciso di sviluppare la storia intorno a lui?
Avevo un gatto persiano nero, BRITT al quale dedico il romanzo. Ho 12 gatti in casa, adottati “per necessità di circostanze” tutti salvati da vicissitudini, coi quali vivo in simbiosi. Inoltre gestisco con grande amore la colonia felina condominiale (che tutti amano e rispettano, anche, vorrei dire senza falsa modestia, grazie al mio esempio e messaggio…) e conosco molto bene i gatti, come si muovono, ragionano e si comportano, per cui ho voluto lanciare anche un messaggio etico e di maggior comprensione verso i gatti e le colonie feline.
Nei tuoi romanzi, gli animali giocano un ruolo centrale. Come pensi che la relazione tra gli esseri umani e gli animali possa influenzare la vita delle persone, in particolare quelle fragili o con disabilità?
Basta leggere il menzionato “Il richiamo del vento” dove un bambino esce dall’autismo grazie a un cavallo… fatto vero. Oppure in Champagne, dove la protagonista Wladia esce da una brutta depressione grazie al gatto Champagne… gli animali aiutano tantissimo le persone fragili. Creando con loro quel rapporto di rispetto e amore incondizionato che tra umani è perduto. Emozioni vere, segreti, rimpianti nascosti, si confessano agli animali cari, non agli umani per quanto cari, coi quali qualsiasi rapporto, anche amorevole, è sempre condizionato da ambiguità latenti e inconfessate.
Hai menzionato che i tuoi libri hanno lo scopo di trasmettere valori morali. Quali valori morali cerchi di comunicare attraverso le tue storie?
Amore, protezione, rispetto verso gli animali, il che sottintende gli stessi valori verso la specie umana, i fragili, i disabili.
Hai vinto diversi premi letterari per i tuoi romanzi. Qual è stato il momento più gratificante della tua carriera letteraria finora?
Decisamente il Premio Braille, per il prestigio e l’alto valore morale collegato al Premio, che viene assegnato senza alcun concorso, dai vertici nazionali, sulla base dell’attività e comportamento del premiato verso la categoria. Nel mio caso, la sensibilità dimostrata verso i ciechi e i cani guida.
Hai menzionato di essere diventata testimonial culturale dei cani guida. Puoi condividere un po' di informazioni su come stai contribuendo a sensibilizzare il pubblico su questa causa?
Ho scritto vari articoli sul giornale dei Ciechi, su loro richiesta, e sensibilizzato i lettori attraverso due libri di racconti e i 2 romanzi che trattano questa tematica.
Come vedi il futuro della tua carriera letteraria? Hai altri progetti in cantiere che vorresti condividere con i tuoi lettori?
Mi lascio guidare dal Destino e dall’istinto, senza programmare nulla.
Quale messaggio o insegnamento vorresti che i lettori traggano dai tuoi romanzi dedicati agli animali e alle persone fragili?
Se non amore e comprensione, almeno RISPETTO, protezione e, se possibile, immedesimazione. Se posso permettermi una battuta: cacciatori pentiti, vivisettori pentiti, macellai pentiti… ecc.
Capisco perfettamente e condivido questo tuo desiderio. Sono convinta che la mancanza di rispetto nei confronti degli animali derivi da una prospettiva antropocentrica, che è stata influenzata non solo dalle religioni del Libro, ma anche da filosofi come Cartesio e Kant. Spero sinceramente che l'approccio di pensatori come Peter Singer, Tom Regan, Albert Schweitzer, Jeremy Bentham e molto altri di sensibilità antispecista possa diventare sempre più diffuso e condiviso da tutti.
Cara Amelia, ti ringrazio per averci intrattenuto così amabilmente in questa intervista, che potremo definire "classica" o di "riscaldamento" e ti aspetto per un secondo round in una "crazy intervista".
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