DESCRIZIONE/QUARTA DI COPERTINA
Palermo, 1995. Una città ancora profondamente scossa dagli omicidi di Falcone e Borsellino fa da sfondo alle vicende dei giovani protagonisti di questa storia. Anna, idealista e appassionata, vuole diventare magistrato per lottare contro la mafia; Maria, fredda e cinica, sogna solo di andarsene dalla Sicilia per inseguire il sogno di diventare stilista; Pasquale, il figlio del boss della Kalsa, erede predestinato di un futuro che non ha scelto e che non sente suo, e Gennaro, il suo braccio destro, determinato invece a fare carriera all’interno di Cosa Nostra, creandosi i propri spazi senza guardare in faccia a nessuno. Infine Vincenzo, carabiniere integerrimo e rispettato, che torna da Torino con qualche mistero di troppo alle spalle. Sarà proprio quest’ultimo a far precipitare la situazione, scatenando una serie di eventi drammatici che sconvolgeranno le vite degli altri quattro e li costringeranno a confrontarsi e a scoprirsi a vicenda. E a fare scelte difficili per cancellare gli errori del passato.
Bisogna avere il coraggio di scegliere chi si vuole essere
Premessa
Pensavo di trovarmi di fronte a un romanzo poliziesco, in cui il tema “mafia” avrebbe potuto dare il via a un intreccio fatto di sparatorie, indagini, testimoni oculari “nulla saccio e nulla vidi” ecc. ed ero pronta eventualmente anche una "sana noia" se mi fossi trovata di fronte a stereotipi sulla mafia da demistificare, ma sempre nella convinzione che sarebbe stata un'esperienza letteraria comunque degna di attenzione. Invece, gioia delle gioie, mi sono piacevolmente immersa in una storia di sentimenti e relazioni complesse, di scelte difficili, di apparenze che ingannano, con personaggi pronti a evolvere e a sorprendere.
Commento alla trama
La trama del romanzo è talmente ben espressa nella quarta, che non c’è bisogno di aggiungere altro.
Un romanzo pulito e lineare con un finale chiaro e chiuso, che quindi non richiede al lettore “sforzi” interpretativi. Dunque chi non ama i finali aperti e i cripticismi esulterà anche solo per questo, ma anche chi ama i finali machiavellici, da contorsioni cerebrali, ricchi di elementi di difficoltà con cui confrontarsi e che lasciano aperti enigmi irrisolvibili anche per la sfinge, rimarrà soddisfatto. Come faccio a saperlo? Beh, mi identifico in entrambi i tipi di lettore (anche se propendo per il secondo tipo che ama spaccarsi il cervello), quindi fidatevi!
Sabrina Carli è riuscita a creare una storia credibile, sia dal punto di vista tecnico-narrativo sia da quello della creazione dei personaggi. Questi, infatti sono ben caratterizzati, forgiati da una penna consapevole delle dinamiche emotive e i conflitti che possono impadronirsi di una mente umana. Un libro che nasce da un progetto narrativo calibrato in ogni sua parte e livello. Una storia di mafia, di amori, di tradimenti, di sogni da inseguire, speranze da non abbandonare e colpe da espiare.
Ambientazione
La trama è resa ancora più gradevole dall’ambientazione, che non è un semplice sfondo scenografico dell’azione, ma in qualche modo diventa un ulteriore protagonista. Con “Il coraggio di scegliere” l’autrice catapulta il lettore in una Palermo dove bene e male coesistono faticosamente, dove persone dagli ideali opposti si scontrano e si incontrano. C’è chi piange la morte dei giudici Falcone e Borsellino e sogna una Sicilia libera dalla mafia (Anna), chi invece padroneggia nelle piazze con metallica freddezza per portare avanti i traffici loschi (potente cosca locale), chi pur di scappare da una terra afflitta dalla malavita accetta, paradossalmente, di sfruttare lo stesso sistema malato alla ricerca dell’affermazione personale (Maria) e chi, infine, è nato in un dato contesto e fatica a liberarsene.
L'autrice è riuscita a catturare perfettamente le diverse atmosfere dell'ambiente mafioso.
Personaggi
Come detto, i personaggi sono costruiti con cura. Ben caratterizzati anche nelle loro paturnie psichiche, legittime titubanze, dubbi e incertezze (“avrò agito bene o male?). L’autrice è stata abile nel fare in modo che il lettore, nel progredire della storia, si faccia un’idea del personaggio X collimante con l’idea del personaggio Y (es.: difficile non vedere Imma con gli stessi occhi con cui la vede la figlia Maria: un’arpia di madre). Tuttavia, non mancano anche personaggi “sorpresa” che non sono esattamente ciò che appaiano. Già: i cosiddetti “buoni” non sono poi così buoni come sembrano e idem i “cattivi”. Ergo: diffidare delle apparenze! Alla fine del romanzo, i personaggi sono diversi da quelli che il lettore apprende essere all’inizio. Gli eventi della vita, che intrecciano i destini dei personaggi, inducono questi a dover compiere scelte importanti e coraggiose (in cui l’amore ci metterà il suo zampino), scelte che rivoluzioneranno la loro esistenza. Personaggi molto diversi tra loro con un unico denominatore: non esitano a confrontarsi anche duramente tra loro, in un panorama sociale dove non v'è certezza. I loro sentimenti si mescolano dando luogo a svolte interessanti.
-Famiglia Lombardo: Enzo, “agente preposto alla sicurezza delle persone in arrivo e in partenza. L’unico luogo in cui sentiva di contare qualcosa.” Padre potenzialmente amorevole, se non fosse il marito succube della moglie despota Imma. Fa tenerezza e rabbia nello stesso tempo.
Imma, anaffettiva e cattiva con la figlia Maria, una madre “pompiera” pronta a spegnere i fuochi/sogni della ragazza e vocata solo al primogenito Vincenzo.
Vincenzo, carabiniere in carriera saldo e integerrimo nei suoi principi.
Maria, anima in pena, vessata dalla madre e pronta a tutto pur di non convivere più sotto il tetto di famiglia e di conseguire i suoi obiettivi (andarsene dalla città e diventare stilista).
Zio Paolo (fratello di Enzo), finanziere in pensione, nonché detentore di una amara verità familiare.
-Anna
Studentessa di giurisprudenza dal carattere indomito e fiero. Granitica nei suoi obiettivi, Anna desidera diventare magistrato e ripulire la città dalla mafia. Fidanzata orgogliosa del carabiniere Vincenzo Lombardo e figlia di cotanto padre: Antonio, titolare di una pescheria che chiude pur di non sottostare alle richieste della mafia.
- Pasquale
Figlio di Don Sante Ficarra, il boss più potente locale.
«si crede il padrone della città solo perché suo padre gestisce mezza Palermo con i suoi traffici.»
Attenzione: dietro i suoi modi smargiassi si potrebbe celare un’anima tutta da scoprire.
"Maria non perdeva occasione per sottolineare la correttezza di Pasquale. Dopotutto lo capiva. Anche lui si era trovato a dover vivere in una famiglia che non aveva scelto. Era consapevole del ruolo che rivestiva il padre ed era obbligato a percorrere la stessa strada. Ma era davvero quello che voleva?"
-Gennaro
Giovane uomo con le sue ambizioni all’interno di Cosa Nostra.
-Angelo
Titolare del bar dove lavora Anna. Uomo con le sue cicatrici per via di un passato difficile, dolce e “silenzioso”. Non si ribella al sistema per debito di riconoscenza.
Temi
Le vicende raccontate (e questo è ciò che dovrebbe sempre accadere di fronte a un buon romanzo), che toccano temi controversi e delicati, come la mafia e i suoi mezzi per ottenere consensi (vedi il boss che aiuta la gente del posto per ottenere silenzio e complicità, la vita del latitante ecc.).
E lui non ti ha mai chiesto nulla in cambio?» Anna non riusciva a credere alla bontà disinteressata di uno dei boss più temuti della città."
La storia raccontata mette il lettore nella condizione di riflettere su certi temi e a porsi delle domande. Questo aspetto per me è fondamentale ed è ciò che mi porta a recensire positivamente un libro. Un romanzo che finisce nel momento in cui si legge l’ultima parola e non prosegue nella mente del lettore, senza alcun tipo di strascico emotivo, è per quanto mi riguarda un libro con un deficit. "Il coraggio di scegliere" sfruguglia quanto basta il lettore con interrogativi non sempre di facile soluzione.
Per realizzare i propri sogni, scappare da una situazione asfittica e crudele fino a dove ci si può spingere?
Si può cambiare il proprio destino o il destino è come un marchio da portare a vita?
Il solo coraggio basta per sfidare la sorte, anche a rischio della propria vita?
L’amore basta per prendere decisioni importanti?
"L’amore non basta da solo a riempire gli spazi vuoti di una vita."
STILE NARRATIVO
Una scrittura fluida e semplice, senza artefici retorici che portano il linguaggio altrove o lo piegano ad altri sensi. Quello che si legge è ciò che è: nessun sottotesto o allegorie e simbolismi da decriptare (bene se ci sono, ma egualmente bene se non ci sono). Un romanzo a livello linguistico alla portata di tutti, particolarmente consigliato a chi ama immergersi in storie intrise di vita vissuta, con i problemi e le soluzioni che si possono trovare in realtà contemporanee contaminate dal disagio sociale, dalla delinquenza e impreziosite dalla voglia di riscatto e da scene spassose (es.:scena della pizza e scena del caffè versato a terra)
Ho apprezzato molto l'invito dell'editore a fine libro:
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Viva la faccia! Sono fan dell'audacia!
NOTA SULLA COVER
La cover raffigura una donna avvenente e un uomo che parlano in macchina. Attiene a una scena del romanzo (cosa apprezzabilissima vista la moda delle "copertine supercazzola". La grafica sa di fotografia da rivista patinata e, per mio gusto personale, mi sarebbe piaciuto qualcosa di più personalizzato stilisticamente per rendere meglio onore al contenuto del romanzo.
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