OGGETTO CHE MI RAPPRESENTA
OM
i diverte depistare il lettore e servirgli un piatto freddo alla fine. Non amo le storie a lieto fine. Sono più da nodo alla gjjola, anche se lascio sempre una porta aperta alla speranza per i più deboli di cuore.
La clessidra è l’oggetto che mi rappresenta (l’ho scelta per il mio logo). Simboleggia lo scorrere del tempo, ciò che fu e ciò che sarà, nutrimento
della mia penna. L’atto di capovolgere la clessidra segna il perpetuo ciclo vita-morte, è quindi l’invito a non disperdere un solo attimo della vita, invito al quale tento di attenermi, iniziando dall’osservazione.
MI RACCONTO CON DUE QUADRI
Come autrice mi sento rappresentata da due quadri completamente diversi, nei quali prefiguro la mia attività scrittoria nel tempo.
Il primo quadro è di Henri Rousseau e s'intitola Tigre in una tempesta tropicale (1891, National Gallery di Londra). Raffigura una jungla, dove si vede una tigre, ma non una tigre che fa paura, quanto invece una tigre che prova paura, spaventata e confusa. Difatti, a ben guardarla, ha uno sguardo smarrito, come se avesse vissuto in cattività per lungo tempo e non riconoscesse ancora la jungla come il suo habitat naturale. In questo quadro vedo rappresentato i miei inizi di autrice. Difatti, uscita dalla cattività (ossia dal periodo in cui ancora non pubblicavo, nonostante il “furorem scribendi”), mi sentii persa nella jungla dell’editoria, con le sue mille insidie-tempeste, tra c.e. No Eap, false No Eap, c.e. a pagamento (alias “tipografie con servizi aggiuntivi”), c.e. a doppio binario, selg publisching ecc. La tigre oggi ha imparato a riconoscere tutti i pericoli della jungla editoriale e corre libera a caccia delle sue prede: i lestofanti dell’editoria, che desidera sbranare (metaforicamente perché è una tigre erbivora!) per rendere la foresta sempre più pulita e vivibile.
Il secondo quadro è di Fortunato Depero e s'intitola Grattacieli e tunnel (1930, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto). In esso vedo rappresentato il mio presente di autrice. Questo quadro futurista, fatto di geometrie scomposte, di costruzioni su costruzioni, scale in discesa e in salita, scale che non si sa dove conducano, mi rimandano alla mia voglia di sperimentare nella narrativa, senza seguire strade prestabilite, infischiandomene altamente del politically correct.
CHE COSA LEGGO
In fatto di lettura sono onnivora. Leggo accanitamente. Mi sono formata con la letteratura italiana, russa, inglese e francese. Amo la saggistica storico-filosofica e letteraria e mi lascio affascinare anche da quella scientifica (di fisica quantistica in particolare). Leggo particolarmente la narrativa non di genere. Non leggo i romance, che, come è noto, sono narrazioni leggere, che difficilmente aiutano ad accrescere il bagaglio delle proprie conoscenze, anzi, spesso tendono, quando hanno l’aggravante di essere mal scritti, a contribuire ad appiattirlo per i concetti banali espressi in un lessico molto ma molto povero. Tuttavia, ammetto che sia un genere narrativo apprezzatissimo, anche se ho difficoltà a configurarlo come genere “narrativo” (faccio eccezione per il dark romance, che contiene decisamente meno melassa!). Assimilo i romance più facilmente a un’evoluzione “libresca” dei fotoromanzi o delle telenovela. In un’epoca in cui la televisione ci sta ottenebrando il cervello, i libri possono diventare una grande arma di difesa. Quindi posso anche dire: “viva i romance, purché si legga e, ancora meglio, se non ci si limita ad essi! Inoltre, mi annoiano mortalmente i fantasy con la solita sequela di combattimenti, popoli in contrasto, missioni impossibili e lo zuppone di incantesimi, straordinarie imprese e via dicendo. Il mio parametro è “Frankenstein o il moderno Prometeo”di Mary W. Shelley. Difficilmente riesco a scendere troppo al di sotto, quindi non li leggo quasi mai. Ho provato, ma non sono riuscita ad andare oltre la prima pagina. Tuttavia le eccezioni esistono. Per esempio ho scoperto di apprezzare molto il filone del realismo magico. Per il resto, un adulto, e sottolineo un adulto, che ha letto, studiato e approfondito i miti e le leggende celtiche, credo che altrettanto difficilmente si lasci impressionare da storie alla Harry Potter. Ogni preferenza è rispettabile, questo sia chiaro. Ad ogni modo, ben vengano questi due generi narrativi se servono ad allietare le ore dei loro lettori, ma, come si sa, sono fortemente limitanti per crearsi un background culturale apprezzabile e completo. I lettori dovrebbero essere accompagnati a conoscere anche altro. Diversificare le letture è molto importante per allargare i propri orizzonti.
CHE COSA SCRIVO
Come autrice scrivo più generi, dei quali sono egualmente appassionata. Mi piace essere versatile. Nondimeno, mi è particolarmente congeniale l’ambientazione storica.
In generale mi diverte depistare il lettore e servirgli un piatto freddo sul finale.
Non amo le storie a lieto fine. Sono più da "nodo alla gola", anche se lascio sempre una porta aperta alla speranza per i più deboli di cuore.
Ecco una sintesi dei miei romanzi finora editi:
Genere: romanzo sperimentale tra fantascienza e thriller claustrofobico
Romanzo interattivo dove co-protagonista è il lettore. Un uomo chiuso in un prisma deve scoprirne il motivo con l’aiuto del lettore.
Temi: introspezione
Chiodi di ghiaccio (Bertoni Editore)
Genere: drammatico
La crisi identitaria di una giovane donna che scopre di essere la sosia di una sua quasi coetanea defunta da poco.
Temi: sindrome di Rebecca, mondo dei vivi e mondo dei morti, allucinazioni ipnagogiche, amore per la natura e gli animali
Romanzo d'estate (Eretica Edizioni)
Genere: drammone storico
Inghilterra vittoriana. La tripla vita di un barone scoperta attraverso tre diari.
Temi: menzogna/verità
Pizzi neri e merletti grigi (Nulla Die)
Genere: drammone storico
Una donna del 1866 sale su un treno dei suoi tempi per ritrovarsi in un treno 2023. Un viaggio nell'inspiegabile.
Temi: viaggio nel tempo, follia, vita in manicomio, condizione della donna nell’Ottocento
L'Aquila d'Oro - Sulle tracce del Quarto Reich (Capponi Editore)
Genere: ucronia
Una corsa contro il tempo per disattivare un ordigno all'antimateria.
Temi: nazismo
H.H. Figlia della strada (Il Ciliegio)
Genere: drammatico
Una ragazza capace di trasformare una crudele realtà in un percorso di speranza nel futuro e riscatto di sé.
Tema: rap, vita di strada.