Cari lettori e autori,
questa intervista è dedicata alla casa editrice "I.D.E.A Immagina Di Essere Altro", una casa editrice No Eap (link elenco in calce). No Eap, per chi ancora non lo sapesse sta per "No editoria a pagamento", vale a dire l'unica e vera editoria degna di questo nome, perché non chiede alcuna forma di co-investimento agli autori. Purtroppo il “carnevale editoriale italiano” vede “tipografie acchiappatutto” (ergo “se mi paghi, ti pubblico”) indossare la maschera di Editori per stampare, a carico dell’autore (ingenuo o affetto da vanity press), le opere scartate dalle c.e. No Eap.
Pubblicare con case editrici a pagamento è sempre un’ultima ratio per chiunque, anche purtroppo per i rari casi di geni incompresi. Diverso sarebbe se queste sedicenti “case editrici” avessero l’onestà di non definirsi case editrici, adottando quindi una definizione che non rispecchia la loro reale natura, ma di chiamarsi “tipografie con servizi aggiuntivi”: ne guadagnerebbero di rispettabilità.
Purtroppo c’è un falla nella regolamentazione dell’editoria. Un lettore dovrebbe avere il diritto di sapere se il libro che ha intenzione di acquistare è di un autore pagante o pagato, una differenza sostanziale, visto che viviamo in un mondo dove tutti scrivono. Forse sarebbe sufficiente un contrassegno in copertina.
I.D.E.A. è una case editrice specializzata nel genere fantasy fantasy.
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Com’è nata la casa editrice IDEA Immagina di Essere Altro?
- IDEA nasce dall'incontro fra Marko D'Abbruzzi e Claudia Cintio, il primo in cerca di qualcuno che leggesse la sua saga, la seconda una neolaureata in filosofia con il pallino per il fantasy. Dopo aver concluso la stesura dell'opera e averla letta, insieme cercano una casa editrice disposta a pubblicarlo ma i contratti proposti erano sempre o provenienti da CE a pagamento o con clausole assurde. Allorché decisero di aprire la “loro” casa editrice. Studiano per due anni, Marko il lato burocratico, Claudia con corsi di editing e copywriting, e infine quel “progetto editoriale” prende forma e diventa Immagina Di Essere Altro.
Che cosa vi contraddistingue rispetto ad altre case editrici?
- Questo dovrebbero dirlo i nostri lettori! Scherzi a parte, crediamo che il nostro concetto di “editoria” si dissoci un poco dalla canonica concezione della parola. Per noi l'importante, in un libro, è il messaggio. Come diciamo sempre: un romanzo senza un messaggio è solo un libro.
Cosa significa oggi essere un editore indipendente?
- Significa battersi con dei “colossi” che macinano libri per profitto e sfornano un romanzo appresso a un altro per mantenere il cerchio infinito che c'è dietro il sipario dell'editoria. Significa cercare vie traverse per la promozione, perché è come avere fionde in mano per combattere giganti armati di bombe atomiche. Questo mestiere non lo si fa per i soldi, o meglio, non è il nostro obbiettivo principale: lo si fa per passione.
Cosa vuol dire svolgere il mestiere di editore?
- Vuol dire avere rispetto per i lettori, per il concetto per il quale si è nati come casa editrice e il rispetto per gli scrittori che scelgono noi. Significa anche comprendere che si è umani e che, come tali, si sbaglia e non si smette mai di imparare. Quando i nostri lettori ci segnalano refusi, noi ringraziamo sempre e sistemiamo il problema. In fin dei conti, senza lettori, i nostri sforzi sarebbero vani!
Qual è l’errore o quali sono gli errori che, secondo voi, un autore emergente commette nel presentarvi un proprio progetto editoriale?
- In primis l'ignoranza – nel significato di “ignorare” - la differenza fra sinossi e riassunto. Appena nati noi leggevamo ogni romanzo proposto, ma quando le mail iniziarono a passare da dieci a quattrocento, leggere ogni proposta è diventato impossibile o ci richiede tantissimo tempo; abbiamo quindi deciso di valutare partendo dalle sinossi, a caccia dei testi che rientrino nella ricerca della linea editoriale, e poi, se interessanti, valutare il libro stesso. In secondo luogo un emergente dev'essere disposto a lavorare sul proprio testo lì dove necessita di migliorare. Sembrano ovvietà, ma non è così; molti emergenti non accettano che il loro lavoro sia acerbo, non accettano le critiche e invece di migliorare, cercano un altro editore o finiscono per autopubblicarsi – che non c'è assolutamente nulla di male se lo si fa con concezione – o di approdare alle EAP.
Il mondo editoriale ormai è molto ampio, le case editrici sono davvero numerose purtroppo non tutte sono realmente 100 per cento no eap, in molti optano per l’auto-pubblicazione. Perché un autore dovrebbe rivolgersi a voi?
- Perché abbiamo le caramelle! Questo dovresti chiederlo ai nostri autori. È facile auto elogiarsi e anche un poco egocentrico. Da parte nostra possiamo dire che IDEA si basa sul concetto di unione, coesione; per citare una frase: uniti vinciamo, divisi cadiamo. In IDEA ci si aiuta, ci si supporta, durante le fiere gli autori non spingono esclusivamente i loro romanzi ma, a seconda del lettore che si ha davanti, si promuovono i libri più adatti. Non ci sono autori di serie A o di serie B: ci sono autori e tutti aiutano tutti. Le teste calde, i “so tutto io”, emergenti che si credono King, da noi durano poco.
Quanto per voi è importante la figura dell’editor per accompagnare l’autore nella fase antecedente alla pubblicazione?
- È alla base di un buon prodotto ma bisogna distinguere editor da correttore di bozze perché molti fanno confusione. L'editor, in ogni modo, resta comunque un essere umano e alcuni piccoli errori possono sfuggire. Il problema delle piccole realtà editoriali è che se un lettore trova un refuso in un libro: dita puntate e giudizi frettolosi; se lo trova su un libro Mondadori “eh va be', è Mondadori”, che non vuol dire assolutamente nulla, anzi: con i potenti mezzi delle Big ci si aspetterebbe un'attenta cura del prodotto, ma quando ci si basa esclusivamente sul profitto e sui “numeri”, più alta è la quantità e minore è la qualità. Noi lavoriamo sodo per raggiungere l'opposto: poca quantità e alta qualità. È difficile, sì, tutti noi facciamo doppi lavori per mantenerci e qualche errore scappa sempre. La nostra fortuna? I nostri lettori che ce li segnalano.
Che cosa cercate e che cosa escludete?
- Cerchiamo storie nuove, emergenti che vogliano osare, uscite dalla comfort zone, “uccidere i padri” che hanno generato la loro natura scribacchina. Emergenti che non intendano solo “scrivere un libro” ma dire qualcosa, inviare un messaggio. Escludiamo tutto il resto, i libri copia-incolla, le storie piatte, gli erotici – non per chissà quale motivo ma semplicemente perché l'editoria erotica è un altro settore, con altre tasse, mercato e via di seguito – e i romance fini a se stessi.
Avete una visione del mondo rilevabile da una citazione o un’immagine in cui rispecchiare i vostri propositi editoriali?
- Assolutamente sì. Proviene da Inception: “Qual è il parassita più resistente? Un batterio? Un virus? Una tenia intestinale? Un'idea. Resistente, altamente contagiosa. Una volta che un'idea si è impossessata del cervello è quasi impossibile sradicarla. Un'idea pienamente formata, pienamente compresa si avvinghia, qui da qualche parte.” Ecco, noi abbiamo l'idea di poter diventare una CE che possa, un giorno, “stipendiare” i propri autori, lasciarli liberi esclusivamente di creare, di dedicarsi a quel talento che deve barcamenarsi per trovare il tempo di esprimersi al meglio. Questa è la nostra idea avvinghiata qui, da qualche parte.
Quali caratteristiche cercate in un autore?
- La freschezza, la voglia di rompere gli schemi, di mettersi in gioco, di migliorare, di aiutarci a migliorare, di mettere le proprie competenze sul tavolo IDEA per aiutare altri autori. Deve sapersi divertire senza perdere di vista l'obbiettivo.
Come scegliete un manoscritto?
- La prima parte è la sinossi: se questa ci cattura, anche se non propriamente scritta ad hoc, ci facciamo inviare il testo completo e lo passiamo a uno dei nostri valutatori, il quale legge e scrive una scheda tecnica con pro e contro, punti forti, punti deboli, dove e quanto c'è da migliorare e via di seguito. I valutatori conoscono molto bene quali sono i requisiti per entrare in IDEA e quando dicono “sì” noi siamo certi che sia un buon prodotto. In fondo, abbiamo eseguito valutazioni anche per trovare valutatori!
Qual è stata la prima pubblicazione della vostra casa editrice e perché la scelta è ricaduta proprio su quel testo?
- La prima pubblicazione è stata la saga di Marko D'Abbruzzi, Le Cronache di Ansorac. Benché, ad oggi, comprendiamo di essere stati acerbi in varie dinamiche – si paga l'inesperienza fra teoria e pratica – Ansorac è un racconto corale potente, con una serie di messaggi importanti e di personaggi ben strutturati, in un mondo dinamico, che intreccia molte storie e altrettanti protagonisti. Attualmente l'autore sta rielaborando il testo, proprio perché scritto oltre dieci anni fa e prima pubblicazione IDEA. Con l'esperienza maturata, sta lavorando per farne un prodotto migliore.
Che cosa pensate dell’“editoria” a pagamento?
- È il male. Emergenti, non prendetevela male nel leggere ciò, ma l'editoria a pagamento è dannosa per tutti: lettori, editori, autori. Toglie all'editore il “rischio d'impresa” facendo cadere tutto sulle spalle dell'emergente, inzeppa il mercato di prodotti scadenti, poiché se un editore non investe non ha nemmeno la responsabilità di comprendere su cosa stia puntando, pubblica e basta. E i lettori si trovano a leggere romanzi a dir poco scadenti e il danno si estende anche alle piccole realtà editoriali o a quegli emergenti auto pubblicati che lavorano sodo per un ottimo prodotto. Emergenti: se venti editori vi hanno rifiutato, magari dicendovi anche i perché e i percome, non svendete il vostro sogno; lavorateci, miglioratelo, investiteci tempo e risorse e riproponetelo. Se venti editori hanno rifiutato l'idea, un motivo ci sarà e non dite “eh ma anche la Rowling è stata rifiutata all'inizio” perché nessuno può sapere come fosse Harry Potter prima che ci lavorasse seriamente. Gli editori, al di là della passione per i libri, sono in ogni modo imprenditori e investono su un prodotto. Se un editore non investe e lascia a voi l'onere di farlo, non è un editore ma una stamperia. Investite su voi stessi, certo, ma non così.
Quali generi narrativi e stili preferite?
- Preferiamo il fantastico in ogni sua forma, ma non disdegniamo nessun tipo di romanzo se scritto bene – e per “scritto bene” non intendiamo grammaticalmente e sintatticamente perfetto –, mentre per lo stile dipende dall'autore e il romanzo in sé. Certo, magari il dolce stil novo stona un poco nel 2021, così come un epico alla Tolkien è un po' difficile da digerire, ma non lo escludiamo a priori se la storia vale la pena.
Preferite il cartaceo o l’ e-Book?
- Preferiamo il cartaceo ma comprendiamo che l'ebook sia il futuro, sia per questioni di “spazio” sia per questioni che, nelle prossime decadi, toccheranno tutta la filiera editoriale.
Quali progetti avete per i prossimi anni?
- Troppi per essere riassunti e alcuni sono top secret! Possiamo dire che – prima della pandemia – avevamo preso contatti per traduzioni all'estero e audiolibri, poi il mercato ha avuto un grande rallentamento e molti hanno rialzato troppo i prezzi per riprendersi dalla crisi economica.
Che cosa vi rende soddisfatti di questo mestiere e che cosa no?
- I lettori sono il primo punto che ci rende soddisfatti. La felicità di incontrare dal vivo blogger e lettori è incommensurabile. L'essere riusciti a trasmettere emozioni con i nostri romanzi è una soddisfazione enorme. Cosa non ci soddisfa? Il supporto delle istituzioni, del tutto assente o veicolato verso i soliti noti. È la regola dell'articolo quinto: chi ha i soldi, ha vinto. E, per esperienza personale di settore, sappiamo che il supporto alla cultura è insignificante.
A vostro avviso perché siamo più un paese di aspiranti autori che non di lettori e di chi è la responsabilità se si legge così poco?
- Domandona! Allora... ognuno di noi ha una storia da raccontare, che sia fittizia, che sia reale, poco importa. Ma c'è differenza tra il voler raccontare una storia e voler essere scrittori. E i mezzi attuali, come l'editoria a pagamento o l'auto-pubblicazione, danno a tutti la possibilità di definirsi autori, ma non è così facile. Io (Marko) disegno ma non mi considero un illustratore. Conosco tante nozioni mediche, ma non mi verrebbe mai in mente di effettuare un intervento a cuore aperto. Avere una storia da raccontare, scriverla così come viene, mandarla in pasto a una EAP o pubblicarla su Amazon o piattaforme simili, non fa dell'emergente uno scrittore e, come poco sopra, crea danni che, come un domino, colpiscono tutti. Per quanto riguarda il perché si legge così poco, è un discorso veramente lungo. In realtà non si legge poco ma si legge il mainstream. Si punta sugli autori già noti o esteri, perché le EAP e l'auto-pubblicazione hanno instillato l'idea malsana che autore italiano = prodotto scadente, ma non è così. Abbiamo letto moltissimi emergenti self fatti bene e sono ottimi prodotti, ne abbiamo anche pubblicati alcuni. L'editoria mainstream punta sui numeri: hai un seguito di millemila follower su una piattaforma? Ti pubblicano. Sei famoso per X motivo e vuoi scrivere un libro? Ti pubblicano. Sembra banale, sembra l'invidia dello sconosciuto ma è così, funziona così, che piaccia o meno, che ci si ritrovi d'accordo o meno. Un Fabio Volo venderà sempre di più di un Fabio Suraci, ma solo perché il primo è un personaggio famoso, noto già prima che prendesse la strada della scrittura ma il secondo non ha nulla da invidiare al primo, se non il fatto, appunto, di essere famoso. (Si badi che non è una critica all'autore o ai suoi lettori, de gustibus non est disputandum).
Volete dare qualche consiglio agli scrittori emergenti?
- Studiate. Uscite dagli schemi, uccidete i vostri padri narrativi, osate, miglioratevi sempre e accettate le critiche costruttive di blogger – che vi leggono gratuitamente – e dei lettori.
Qual è la collana che vi rende maggiormente orgogliosi?
- Tutte. Nessuna esclusa. Dalla narrativa fantastica alla narrativa di genere passando per la distopia e la fantascienza; ogni nostro prodotto è una perla nella collana IDEA
Dove sono acquistabili i libri da voi editi?
- In tutti gli store on line, ordinabili nelle librerie – tranne Mondadori che vorrebbe una percentuale che nemmeno gli strozzini – o direttamente da noi o dai nostri autori.
Dove preferite che siano acquistati i libri da voi editi?
- Nelle librerie indipendenti che faticano nel tenere il passo. Come per gli editore no EAP, le librerie indipendenti lavorano per passione. O da noi, visto il periodo pandemico!
Ci volete parlare dei libri che avete in uscita?
- In uscita abbiamo “Il lato oscuro dei frutti di mare” di Giovanni Nikiforos, una fantascienza ironica stile “Guida Galattica per gli autostoppisti”, e “In-Esistenza” di Fabio Suraci, un paranormal che oscilla fra il thriller, l'ironico e il romance. Usciranno il 15 dicembre e non vediamo l'ora di mostrarvi le cover!
Il vostro sogno come editori?
- Come sopra, quella di poter stipendiare i nostri autori, di “vivere” TUTTI della nostra passione, sia editori che autori, illustratori, valutatori, reparto social e via di seguito. Permettere a ognuno di esprimere al meglio il talento che possiede.
Che cosa vorreste dire ai lettori? Avete qualche consiglio da dar loro su come scegliere i libri?
- Vorrei dire loro di non smettere mai di dirci dove sbagliamo. Aiutateci a migliorare perché lo facciamo per voi. Sul come scegliere i libri... be'; scegliete IDEA, ovvio.
Avete qualche promozione in corso?
- Dal 6 al 17 dicembre ci sarà la promo di Natale con il 15% di sconto su tutto il catalogo e alcuni libri in super offerta, fino a esaurimento scorte.
Grazie per questa opportunità di far sapere chi siamo! IDEA Immagina Di Essere Altro
Grazie mille per l'intervista! IDEA Immagina Di Essere Altro