Cari lettori e autori/lettori,
attraverso le parole dell’editore Tommaso Marzaroli, che ringrazio di cuore per il tempo dedicatomi, conosceremo meglio la coraggiosissima casa editrice Edikit, una vera fucina di autori esordienti ed emergenti. Ovviamente, come è consuetudine di questa rubrica, si tratta di una casa editrice non solo di nome ma di fatto e quindi non di una tipografia sotto false spoglie che si fa chiamare “editrice”, chiedendo contributi alla sua forza lavoro, ossia agli autori.
Secondo la simbologia esoterica il numero otto è simbolo dell’infinito, della capacità di raggiungere risultati duraturi. Perché vi dico questo? Perché questa è l’ottava “Intervista all’editore”. Mi piace pensare che non sia un caso, vista la stima infinita che nutro per il mio primo editore (con Edikit ho pubblicato “Prisma”, il mio primo romanzo), al quale auguro di raggiungere risultati duraturi ed energia infinita per continuare a svolgere magistralmente il suo lavoro, nonostante il periodo di grande difficoltà per via delle restrizioni Covid. Edikit ha difatti in serbo ancora tante sorprese e nuovi progetti editoriali segno che, quando entusiasmo e competenze tecniche non vengono a mancare, tutto è ancora possibile, si può ancora sognare e far sognare.
Prima di entrare nel vivo dell’intervista, vi consiglio caldamente di navigare sul sito di Edikit. Conoscere gli editori è fondamentale sia per gli autori che si accingono a proporre i propri manoscritti, onde evitare un volantinaggio indiscriminato, sia per i lettori al fine di conoscere le novità letterarie, piccoli tesori tutti da scoprire.
Com’è nata la casa editrice Edikit?
Edikit nasce nel 2012 da una ditta di distribuzione e pubblicazione di spartiti musicali. L’idea fondante è sempre stata quella di riuscire a dare spazio agli esordienti e ai piccoli autori, accompagnandoli nei vari passi che portano alla pubblicazione del loro libro. Il tutto ovviamente senza chiedere nessun tipo di contributo economico.
Che cosa vi contraddistingue rispetto ad altre case editrici?
Cerchiamo di distinguerci attraverso l’originalità dei titoli che pubblichiamo.
Cosa significa oggi essere un editore indipendente?
Significa avere tanta passione.
Cosa vuol dire svolgere il mestiere di editore?
Significa essere una guida professionale a chi vuole pubblicare il proprio libro. Significa accompagnare lo scrittore nel mondo dell’editoria, aiutandolo a capire come muoversi.
Qual è l’errore o quali sono gli errori che, secondo voi, un autore emergente commette nel presentarvi un proprio progetto editoriale?
Innumerevoli. A parte errori grammaticali e ortografici, il più comune è dilungarsi nella presentazione del libro.
Il mondo editoriale ormai è molto ampio, le case editrici sono davvero numerose e in molti optano per l’auto-pubblicazione. Perché un autore dovrebbe rivolgersi a voi?
Perché l’autopubblicazione non è una via alternativa alla casa editrice. Come dicevo prima, l’editore è una guida professionale per l’autore. Nell’autopubblicazione non c’è una garanzia di professionalità, perciò la qualità spesso ne risente, inficiando tutto il mercato del libro. Ciò non vuol dire che non ci siano autopubblicati meritevoli. Diciamo però che una moto “autocostruita” da qualcuno non penso che la comprerei. Lo stesso vale per i libri, anche se in questo caso non rischierei la vita.
Quanto per voi è importante la figura dell’editor per accompagnare l’autore nella fase antecedente alla pubblicazione?
Fondamentale, sempre per il motivo della professionalità a cui accennavo prima. In generale, in tutti gli ambiti, bisognerebbe tornare a credere di più nella professionalità delle persone.
Quali caratteristiche cercate in un autore?
Originalità, voglia di collaborare e di avere un rapporto trasparente e sincero.
Qual è stata la prima pubblicazione della vostra c.e. e perché la scelta è ricaduta proprio su quel testo?
Africando, un diario di viaggio in Burkina Faso, per un’esperienza personale che ci ha portato ad amare quanto scritto in quel libro.
Che cosa pensate dell’“editoria” a pagamento?
Dovrebbero cambiarle nome in tipografia.
Quali generi narrativi e stili preferite?
Tutti i generi di narrativa.
Preferite il cartaceo o l’ e-Book?
Cartaceo, senza partita.
Quali progetti avete per i prossimi anni?
Continuare a fare quello che stiamo facendo da ormai 9 anni, e farlo sempre meglio.
Che cosa vi rende soddisfatti di questo mestiere e che cosa no?
Ci rende soddisfatti la gioia degli autori quando vedono pubblicato il loro libro; per noi è come essere in grado di realizzare i sogni. E siamo fortunati, perché per ora non abbiamo ancora trovato qualcosa che non ci piaccia.
A vostro avviso perché siamo più un paese di aspiranti autori che non di lettori e di chi è la responsabilità se, soprattutto la poesia, si legge così poco?
Discorso complesso. Il sistema scolastico in affanno, l’avvento della nuove tecnologie, i ritmi di vita sempre più pressanti sono tutti aspetti che tendono a far sì che la gente legga sempre meno. Però, visto che lo psicanalista costa caro, si scrive.
Volete dare qualche consiglio agli scrittori emergenti?
Rivolgetevi a editor e case editrici.
SITO DELL'EDITORE
Per acquistare Prisma di Elisa Averna:
Ottima intervista e ottime risposte: si nota la grande professionalità dell'editore e credo che, inviandogli una proposta letteraria, se tale proposta viene giudicata positivamente, si può essere orgogliosi del proprio lavoro.
Io, pur avanti nell'età, sono un autore esordiente e, se pur di poesie ne scrivo sin dalla giovane età, ho cominciato a scrivere in prosa solo adesso con l'avanzare dell'età e dopo la pensione. Sono anche del parere che per pubblicare una propria opera non bisogna farlo a pagamento perchè tutti. nel ricevere danaro, sono pronti a farlo e non sai se la tua opera vale o no. Ma se viene pubblicata da un editore non eap vuol dire che qualche valore ce l'ha.
Carmelo Severino.