Carissimi,
benvenuti in questa nuova rubrica dedicata agli autori della microeditoria No Eap. Chi di voi già mi segue sa che nelle interviste tendo a essere irriverente e dissacrante, ma in questa sede cercherò di fare la brava e di limitarmi a domande mirate a conoscere meglio l'ospite della giornata. Dalle risposte certamente avrete agio di conoscere meglio la persona che si nasconde dietro un'opera letteraria o poetica. Molto, infatti, anche di inaspettato può emergere da una semplice chiacchierata.
E ora pronti a conoscere un po' meglio Alessia Piemonte come persona e come autrice? Sì? E allora vamos! Eh no! Prima vi ricordo di iscrivervi al gruppo Facebook che amministro ("Solo editoria non a pagamento"), sempre che siate curiosi di scoprire nuovi autori della microeditoria No Eap.
Chi si nasconde dietro l’autrice di “Drèpanum. La falce insanguinata”? Puoi parlarci un po’ di te, delle tue passioni e dei tuoi interessi?
Salve a tutti. Bhe, che dire di me? Mi chiamo Alessia, metà sicula e metà campana, con lontane origini francesi, spagnole, e discendenze nobiliari. Nella vita sono un’ emergente scrittrice di gialli, thriller, noir, horror e poesie. Sono appassionata di fotografia, danza, pittura, teatro neorealista. La mia anima è caleidoscopica, Peter Pan, vintage, gitana circense e dark lady. Il mio sogno sarebbe di vivere d’arte, in tutte le sue forme, usando quella piccola dose di sana follia, leggerezza, malinconia.
Che bambina era Alessia? E che adolescente?
In entrambe le fasce d’età, ma anche d’adulta, ero molto eccentrica, un po’ nerd, solitaria, introspettiva, timida, ansiosa, ingenua, discreta e purtroppo vittima delle vessazioni di bullismo psicologico, e a volte fisico.
Se dovessi raccontarti con un quadro, quale quadro sceglieresti e perché?
I miei due pittori preferiti sono Vincent Van Gogh e Jack Vettriano. Non saprei quale scegliere se dovessi andare a un loro vernissage, ma ciò che mi ha colpito di questi pittori, è che non si sono omologati all’ art pompier, ma hanno voluto seguire solo l’onda degli elementi naturali e della loro anima che vuole respirare quell’odore di libertà, come dei fotografi visionari che studiano la scena attraverso l’obiettivo, per andare poi a schiaffo nel punto focale per incorniciare anche quelle pepite che sfuggono agli occhi.
Ci vuoi raccontare qualche aneddoto legato al tuo romanzo? Com’è nata questa storia? Dove hai tratto ispirazione?
Drepanum, la falce insanguinata, genere giallo/thriller, è nato semplicemente dal desiderio di raccontare una storia ambientata nella città che mi accoglie dal 1996, ovvero Trapani, e farle così un regalo, nonostante i dissapori. Aneddoti in particolare non c’è ne sono, ma non posso dimenticare il vivo entusiasmo e la passione che pizzicava nel mio corpo, scattando foto e esplorando le zone della città, per addentarmi nella maglie della storia.
La tua location ideale per scrivere?
La mia camera, anche se il mio sogno sarebbe di scrivere in un bistrot in riva al mare.
Ora sei il commissario Baldarotta, ci dici che cosa pensi della tua autrice?
Che deve avere più cazzima, ma soprattutto di non farsi influenzare e avvilire dalle critiche. Spesso la gente parla per ignoranza e invidia.
C’è un personaggio nel tuo romanzo con il quale “hai litigato”? Un personaggio ribelle nei confronti della tua penna? E se sì, alla fine chi ha vinto, tu o lui/lei?
Ho un rapporto piuttosto conciliante, anche con i nemici.
Se magicamente il tuo commissario apparisse davanti a te, che cosa gli diresti o chiederesti?
Di starmi solo vicino, e mollarmi qualche “cazziata”, per darmi una scrollata. E lo abbraccerei.
Hai qualcosa in comune con il commissario Baldarotta?
Siamo un po’ ingenui, beffardi, ma tenaci. A volte ci sentiamo in bilico tra il dolore e la sconfitta e la vigliacca decisione di mollare, ma alla fine scaliamo a mani nude l’Everest la cima della rivalsa.
Quali sono gli autori contemporanei che preferisci?
Antonio Manzini, Donato Carrisi, Wulf Dorn.
Hai 1000 caratteri per sfogarti su ciò che non ti piace o non sopporti. Faccene sentire quattro!
Non mi piace che le persone si soffermino sulla superficie, non solo dal punto di vista umano, ma anche letterario. Odio le critiche non costruttive ma bensì partorite da una mentalità irta di preconcetti. Ma ci sono molto faccende che mi affossano, come ad esempio le smancerie di bassa lega, ma voglio urlare a voce piena il mio catartico
Non importa se posso risultare volgare. A una certa, sbotto. Vi piacerebbe se mettessi in discussione come andate al cesso? Probabile che riderebbero al mio sfogo, bhe, come del resto rido io del suono delle loro scorregge in testa.
Quali generi letterari ti appassionano di più?
Gialli, thriller, horror, noir, poesie, e anche avventura, soprattutto se sono storie di pirati con la loro leggerezza a tratti indisponente, ma con la passione di solcare la linea dell’orizzonte che solletica con ossessione frenetica nel sangue.
Lingua e letteratura francese, diritto penale e storia della danza. Se fossi costretta a studiare approfonditamente una di queste tre materie, quale sceglieresti e perché?
Storia della danza, perché ho praticato per 3 anni Hip Hop, e vorrei imparare altre discipline. Non nascondo che ogni tanto mi sale la nostalgia e cerco di chiamare all’appello nella memoria le vecchie coreografie e tra l’altro spendo qualche ora del giorni ad ammirare esibizioni su Youtube.
Un caso di abdaction. Purtroppo gli alieni ti hanno rapito. Hai tre minuti per parlare loro della nostra civiltà (o inciviltà .... come preferisci).
Gli direi, senza tanti fronzoli e schiettamente: «State nel vostro pianeta che è meglio! »
Se avessi l'opportunità di viaggiare nel tempo, dove andresti e perché?
Mi piacerebbe essere come Owen Wilson in “Midnigth Paris”, che allo scoccare della mezzanotte accetta un passaggio su una insolita Peugeot d'epoca, e per incanto, si trova nella Parigi degli anni 20 e della Generazione perduta. Adoro, l’eleganza barocca, ma non stucchevole. L’ombrosità che ti ammaliava. La malinconia romantica. La lucentezza dell’antico limpido, per nascondere la patina di dolore.
Sei davanti a Giulio Cesare. Quali oggetti del nostro tempo (escluso armi) porteresti con te per dimostrargli che provieni dal futuro? Ne puoi scegliere solo tre. Inoltre hai due minuti per avvisarlo che stanno preparando una congiura contro di lui.
Porterei dal futuro il computer, la macchina fotografica e l’mp3.
E inoltre, avviserei Giulio Cesare così:
«Compà, scappa finché sei in tempo. Ci sono persone che stanno cospirando contro di te. Camuffati nel popolo, e inganna gli avversari con un fantoccio e quando scopriranno che non sei tu, ormai sarai disteso sulla spiaggia bevendo Mojito in un’isola dell’Honduras.»
Che cosa vorresti far sapere ai tuoi lettori?
Non per essere antipatica, ma è il lettore che deve trovare il suo messaggio all’interno del romanzo. E’ soggettivo e personale. Però, posso solo dire che uno dei tanti messaggi che ho voluto lanciare, è quanto il bene sia apparente e superficiale e quanto il male si possa nascondere nell’animo di ognuno di noi. Che ho solamente voluto dare voce alla mia fantasia irrazionale, fervida, lucida, introspettiva, genuina, visionaria, condita con la provocazione sarcastica, tinteggiata dalla vernice cupa, lugubre, controversa. Il tutto, unendo cuore e anima.
Hai un episodio della tua vita o legato alla scrittura che ti piacerebbe condividere con noi?
A 8 anni mi ammalai di polmonite e piuttosto che restare a letto a poltrire, mi fiondai su un quadernino acquistato da poco e impugnando una penna, diedi sfogo a quella frenesia creativa. All’epoca non sapevo decifrare quelle sensazioni che mi avevano investito come una tempesta, ma ciò che mi sorprese è che non avevo il timore di essere travolta di quell’ondata di benessere catartico. I componimenti poetici erano molto puerili, tranne uno che era piuttosto profondo e intimo, dato che avevo fatto gocciolare su quelle pagine immacolate il mio disagio da emarginata.
Un film che consiglieresti perché all’altezza del romanzo dal quale è stato tratto?
Le inchieste del Commissario Salvo Montalbano, nato dalla penna di Andrea Camilleri.
Grazie Alessia!
Alla prossima con un nuovo autore o autrice da conoscere!
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Drèpanum - la falce indsanguinata
L'autrice Alessia Piemonte ci trasporta in un viaggio emozionante attraverso le pagine di "Drépanum - la falce insanguinata". Un giallo avvincente https://www.ipacgroup.it/siti-scommesse-non-aams/ che cattura l'immaginazione e tiene i lettori sulle spine fino all'ultima pagina. Grazie a Dark Abyssi Edizioni per aver portato questa storia coinvolgente alla luce.