
Carissimi,
benvenuti in questa nuova rubrica dedicata agli autori della microeditoria No Eap. Chi di voi già mi segue sa che nelle interviste tendo a essere irriverente e dissacrante, ma in questa sede cercherò di fare la brava e di limitarmi a domande mirate a conoscere meglio l'ospite della giornata. Dalle risposte certamente avrete agio di conoscere meglio la persona che si nasconde dietro un'opera letteraria o poetica. Molto, infatti, anche di inaspettato può emergere da una semplice chiacchierata.
E ora pronti a conoscere un po' meglio Morgana come persona e come autrice? Sì? E allora vamos! Eh no! Prima vi ricordo di iscrivervi al gruppo Facebook che amministro ("Solo editoria non a pagamento"), sempre che siate curiosi di scoprire nuovi autori della microeditoria No Eap.
Chi si nasconde dietro l’autrice di poesie Morgana De Lioncourt? Puoi parlarci un po’ di te, delle tue passioni e dei tuoi interessi?
Ho davvero molti interessi, come penso sia palese per chi mi segue sui social. Ti posso dire che Morgana (aka Cassandra) è una persona iperattiva, che ha bisogno di continui stimoli. Oltre alla lettura e alla scrittura ho un amore smisurato per il makeup e la skincare, ho preso due attestati come truccatrice, uno a Roma e l’altro a Londra: ho infatti iniziato a soli diciassette anni a lavorare da autodidatta come truccatrice teatrale, esperienza che in seguito mi ha aperto molte strade. Amo gli animali, ho adottato una cagnolina adorabile dalla strada e ho lavorato come volontaria in alcuni canili diverse estati.
Che bambina era Cassandra? E che adolescente?
Purtroppo non ho avuto un’infanzia serena, anche se è stato palese da subito che fossi una bambina molto sensibile e fantasiosa.
L’adolescenza è stata costellata da una serie di traumi che mi hanno profondamente segnato e che mi hanno portato a diventare la persona che sono ora.
Ho sempre studiato, non perché amassi particolarmente il corso di studi che mi è stato imposto dalla famiglia, piuttosto credo di essere stata sempre una perfezionista e non potevo permettermi di andare male. Alla fine devo ammettere che questo mio tratto mi ha fatto rendere conto delle mie capacità, perennemente sottovalutate da professori incapaci.
Se dovessi raccontarti con un quadro, quale quadro sceglieresti e perché?
La Sirena di Giulio Aristide Sartorio, un preraffaelita. Se si osserva il quadro si vede questa sirena dai capelli rossi che sta trascinando con sé un giovane completamente nudo, ma sul fondale si scorgono delle ossa umane e dei teschi, facendo già immaginare come proseguirà la vicenda. Lascio la libera interpretazione del perché penso che questo quadro parli di me.
«Un’onda verde s’avvalla: in quest’avvallamento si culla e s’abbandona la Sirena pallida, dalla fulva chioma sparsa, un braccio immerso e trasparente nell’acqua, l’altro ripiegato sul seno, con tentatrice mollezza. Dall’alto del quadro una breve barca si piega a seguir l’onda; sulla barca, proteso e supino, un adolescente cinge con un braccio l’emersa incantatrice. In quest’onda è tagliato con sommo ardire tutto il quadro. E vi par di sognare, guardandolo».
(L. Pirandello, Scritti d’arte figurativa, Milano 1987).
Hai scelto un dipinto sublime.

Ci vuoi raccontare qualche aneddoto legato alla stesura della tua raccolta poetica “Tra le braccia di un mostro”?
Ho iniziato a scrivere questa raccolta durante la seconda quarantena. Stavo vivendo un periodo particolarmente difficile della mia vita, per di più spesso rimanevo sveglia tutta la notte non sapendo cosa fare, come poter sfogare ciò che sentivo. “Tra le braccia di un mostro” è nato nell’oscurità, tra un bicchiere di vino e una sigaretta.
Un verso o una strofa di una tua poesia che ti sta particolarmente a cuore?
“Ti auguro di tirare fuori i demoni che hai dentro”.
Che cosa significa per te scrivere poesia oggi?
La mia raccolta non voleva essere poetica, non mi aspettavo neanche di pubblicarla. L’ho scritta per me, per tirare fuori il veleno che avevo dentro, accumulato in tanti anni. Credo che ogni poeta voglia parlare di sé, ma in modo da essere compreso solo da spiriti affini.
Quali sono i poeti che hanno segnato di più il tuo cammino da autrice?
Sicuramente Rupi Kaur, ma anche Alda Merini, Baudelaire, Bukowski e Byron.
Quale dei sette vizi capitali ti rappresenta di più?
Dovrei dire tutti e sette, ma andando a stilare una percentuale di ognuno devo ammettere che sia la lussuria quello che maggiormente mi caratterizza.
Quali sono gli autori contemporanei che preferisci?
Ogni giorno scopro nuovi autori, ma quelli che più hanno segnato la mia mente sono: Francesca Lia Block, Anne Rice e Christopher Moore.
Hai 1000 caratteri per sfogarti su ciò che non ti piace o non sopporti. Faccene sentire quattro!
Non sopporto gran parte del genere umano, ma al tempo stesso ho avuto la fortuna di trovare in mezzo a tutti persone che tengono davvero a me e che sono state presenti nei miei momenti peggiori, dunque non sarebbe una risposta valida.
Odio la scortesia e la volgarità, odio le ingiustizie, odio il giallo (salvo le paperelle da mettere nella vasca, quelle sono carine), odio chi parla senza riflettere, odio i fanatici di qualsiasi ambito, odio il patriarcato e potrei continuare la lista ma preferisco fermarmi qui prima di alzare un polverone.

Scegli un personaggio di un cartone animato da portare a cena!
Domanda difficile, nonostante io sia amante dei cartoni animati. La mia scelta però cade indubbiamente su Flynn Rider. Può sembrare una risposta ambigua da parte mia non scegliere un “cattivo”, ma Flynn mi ha sempre ispirato una particolare simpatia.
Quali argomenti trovi particolarmente interessanti?
Con me si può davvero spaziare dall’archeologia al Medioevo, passando per film, serie tv, libri, mitologia e make-up. Dopotutto mi definisco un trickster per un motivo.
Quali generi letterari ti appassionano di più?
Il genere horror e fantasy è il mio preferito, ma spazio molto e non mi faccio mancare antologie e libri di psicologia.
Astronomia, lingua cinese e antropologia culturale. Se fossi costretta a studiare approfonditamente una di queste tre materie, quale sceglieresti e perché?
Sicuramente antropologia culturale: è una materia che mi ha sempre affascinato e che ho in parte seguito a distanza visto che un mio amico si è laureato proprio in questo settore.
Parigi, Amsterdam e Vienna. Quale sceglieresti per prima per un soggiorno di qualche mese?
Vienna: non ci sono mai stata ma ho visto diverse foto e mi sembra paradisiaca. Amo viaggiare e scoprire posti nuovi.
Un caso di abdaction. Purtroppo gli alieni ti hanno rapito. Hai tre minuti per parlare loro della nostra civiltà (o inciviltà .... come preferisci).
“Fateli fuori tutti, non meritano di vivere! Ah, no, un secondo...
In quanto Gran Duchessa di Roma e portavoce del genere umano, ho una lista proprio qui di persone meritevoli che senza dubbio avrete interesse a salvare...”, e qui partirei con l’elenco.
Se avessi l'opportunità di viaggiare nel tempo, dove andresti e perché?
Ci ho pensato bene e ho dovuto bocciare il Medioevo per sopravvivenza. Direi che non mi dispiacerebbe visitare l’Europa ottocentesca, soprattutto per gli abiti, ma anche per la curiosità di sapere cosa si prova a vivere senza la tecnologia che permea la vita di tutti noi oggigiorno.
Sei davanti a Cleopatra. Quali oggetti del nostro tempo porteresti con te per
dimostrarle che provieni dal futuro? Che cosa poi le chiederesti e che cosa invece le faresti sapere della nostra epoca?
Cleopatra è una figura affascinante, le porterei dei prodotti di bellezza della nostra epoca in quanto mi pare di ricordare che tenesse molto al suo aspetto fisico. Le porterei anche dei libri, visto che era estremamente colta e parlava svariate lingue. Le chiederei di rimanere per un tempo limitato alla sua corte con la promessa di mostrarle dei quadri che la ritraggono e farle sapere come sia passata alla storia.
Tre parole che davvero non sopporti e che non faresti mai rientrare nel tuo
vocabolario personale?
“Forse”, “Piuttosto”, “Ma”.
Come ti capisco! Io trovo anche il “Sì, però” tanto poco accogliente…
Quale mito o leggenda classica ti affascina di più?
Ne ho due a pari merito: quello di Medusa e quello di Persefone. Per la prima provo compassione, per la seconda stima. Non riesco a scegliere un preferito tra i due.
Che cosa vorresti far sapere ai tuoi lettori?
Che spesso mi hanno commosso con le loro recensioni e il supporto che hanno dato ai miei scritti. Davvero non immaginavo che un libricino simile potesse essere accolto come lo è stato “Tra le braccia di un mostro”.
Quindi, in sintesi, grazie.
Hai un episodio della tua vita o legato alla scrittura che ti piacerebbe condividere con noi?
Quando ero piccola e ancora non sapevo scrivere non sapevo come sfogare la mia fervida immaginazione, così nonno decise di farmi da scrivano: creava dei libricini piegando dei fogli a metà e spillandoli insieme creava dei libri. Sotto dettatura creavamo delle storie che poi io andavo ad arricchire con disegni. Si può dire che io fossi una scrittrice ancora da prima che sapessi scrivere il mio nome.
Grazie Morgana/Cassandra
Ti auguro una carriera luminosa di grandi soddisfazioni!
Alla prossima con un nuovo autore o autrice da conoscere!
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