
Carissimi,
benvenuti nella rubrica dedicata agli autori della microeditoria No Eap. Chi di voi già mi segue sa che nelle interviste tendo a essere irriverente e dissacrante, ma in questa sede cercherò di fare la brava e di limitarmi a domande mirate a conoscere meglio l'ospite della giornata. Dalle risposte certamente avrete agio di conoscere meglio la persona che si nasconde dietro un'opera letteraria o poetica. Molto, infatti, anche di inaspettato può emergere da una semplice chiacchierata.
E ora pronti a conoscere un po' meglio Cinzia Cofano come persona e come autrice? Sì? E allora vamos! Eh no! Prima vi ricordo di iscrivervi al gruppo Facebook che amministro ("Solo editoria non a pagamento"), sempre che siate curiosi di scoprire nuovi autori della microeditoria No Eap.

Chi si nasconde dietro l’autrice Cinzia Cofano? Puoi parlarci un po’ di te, delle tue passioni e dei tuoi interessi?
Sono una donna che ogni giorno si meraviglia della bellezza della vita, un'insegnante che ama il suo lavoro a contatto con alunni della scuola primaria, una lettrice appassionata che si rifugia nelle parole.
Cerco di cogliere sempre il lato positivo di ogni esperienza e mi riprometto di migliorare e imparare dai miei errori, anche se non sempre è semplicissimo. Sono ottimista, ricerco la bellezza in ogni cosa e cerco di sorridere sempre perché penso che il sorriso sia un regalo meraviglioso per chi lo riceve e per chi lo dona. Amo la mia famiglia, i miei figli e la mia cagnolina che ogni istante mi insegnano il significato dell'amore puro. Amo leggere, scrivere, cantare, ascoltare musica e viaggiare.
Che bambina era Cinzia? E che adolescente?
Ero una bambina dolce e sempre sorridente che in alcuni momenti diventava furbetta e dispettosa nei confronti dei suoi fratelli.

Amavo ascoltare le fiabe e giocare a nascondino. Curavo amorevolmente le mie bambole

e realizzavo per loro vestitini e cuffiette con fazzoletti di stoffa.

Trascorrevo tanto tempo all'aria aperta, a contatto con la natura e gli animali, inventavo rime e giocavo con le parole, canticchiavo e andavo in bici lungo il viale della mia casa in campagna.

Leggevo libri di fiabe illustrate e in particolare lo "Scacciapensieri" di Mario Giusti, che mi è rimasto nel cuore. Da adolescente ho amato pazzamente la musica rock punk e la filosofia, sono stata ribelle ma senza esagerare, perché la mia guida sono sempre stati in primis i valori in cui credo ancora oggi. Ho fatto volontariato, ho studiato con impegno per laurearmi e ho cercato sempre la serenità nei rapporti con gli altri.
Come ti immagini da anziana?
Non riesco ad immaginarmi da anziana, spero di vedere il più tardi possibile gli effetti del passare del tempo su di me. Mi fa un po' paura, ad esser sincera, ma spero di trovare sempre il tempo per leggere, leggere, leggere.
Se dovessi raccontarti con un quadro, quale quadro sceglieresti e perché?
Il quadro che più mi rappresenta è la " Maternità" di Klimt perché esprime perfettamente la serenità che costantemente cerco nell'abbraccio e nella vicinanza ai miei figli, il senso della vita e dell'amore generativo. La luce dorata dell'immagine mi abbaglia e rappresenta la bellezza straordinaria di abbracciarsi, di essere importante per l'altro, di ricevere calore e affetto.

Ci vuoi raccontare qualche aneddoto legato alla stesura di “Solo un raggio di sole”?
Solo un raggio di sole avrebbe dovuto chiamarsi "Mi hai lasciato l'infinito dentro al cuore", frase tra l'altro presente nel romanzo. In fase di editing mi sono resa conto che il titolo era troppo lungo e poi non trasmetteva quella carica di speranza che io volevo regalare ai miei lettori. Il mio romanzo è stato scritto molto lentamente, senza alcuna pretesa, perché non avevo intenzione di pubblicarlo. Si trattava di semplici espressioni emozionali che fissavo su carta per conservarne un ricordo personale. In un particolare momento della mia vita ho deciso di pubblicare il mio romanzo, incoraggiata dalla mia amica Catia e da allora ho iniziato a lavorare sulla storia prestando maggiore attenzione ai personaggi e agli intrecci. È stato meraviglioso dare ai personaggi la possibilità di guidarmi nella scrittura delle loro vicende esistenziali e personali
Quale personaggio ti ha dato più da penare?
Carlo è stato uno dei personaggi più complessi, ho costruito per lui intrecci particolari dando ampio spazio alle sue caratteristiche, alle sue relazioni interpersonali e alle emozioni nascoste dietro alcuni comportamenti spesso condannati ma che in realtà hanno origine da sensazioni e percezioni ben precise. Ho voluto donargli fascino, renderlo un personaggio interessante, che come tutti sbaglia ma sa chiedere scusa e ha il coraggio di cambiare rotta.
Tre parole che non sopporti e che non faresti mai entrare nel tuo personale vocabolario?
Non sopporto parole come
" incapace", " inutile" e " fallimento".
Che cosa significa per te leggere?
Leggere per me significa volare verso orizzonti inesplorati, vivere migliaia di altre esistenze, collezionare emozioni, imparare parole e modi di costruzione di un testo. Leggere vuol dire regalarsi infinite possibilità e dotarsi di forza interiore.
La tua location ideale per scrivere?
Il posto in cui riesco a scrivere con più piacere è l'automobile, precisamente il posto passeggero, ascoltando bella musica, attraversando paesaggi di campagna pugliese sotto un cielo azzurro che sembra un dipinto. Mi piace molto anche scrivere in riva al mare agitato quando la spiaggia è deserta e le onde spinte dal vento rivelano la forza impetuosa della natura.
Quali sono i romanzi che hanno segnato di più il tuo cammino da autrice?
I romanzi che mi hanno segnata sono: " La dodicesima stanza" di Teresa Antonacci, "L'alchimista 'di Coelho e " La stanza della tessitrice" di Cristina Caboni.
Il tuo incubo peggiore?
Il mio incubo peggiore è quello di perdermi senza avere con me il telefono e la borsa, in un paese sconosciuto, senza riuscire a comunicare in alcun modo con gli abitanti del posto.

Quale dei sette vizi capitali ti rappresenta di più?
Sicuramente il vizio che mi rappresenta meglio è la gola. Amo il buon cibo tradizionale ma amo anche tutto ciò che nutre la mia anima, desidero ciò che mi piace.
Amo il dolce come sapore e come caratteristica peculiare delle persone che incontro.
Quali sono gli autori contemporanei che preferisci?
Amo Cristina Caboni, Salvatore Basile, Viviana Picchiarelli.
Hai 1000 caratteri per sfogarti su ciò che non ti piace o non sopporti. Faccene sentire quattro!
Non sopporto la falsità di chi sa solo usare e poi dimentica il valore delle persone che ha accanto. Non sopporto i finti sorrisi che diventano giudizi mai pronunciati direttamente ma solo alle spalle. Non mi piace l'abitudine, odio dover fare qualcosa senza sentirlo.
Scegli un personaggio di un romanzo tra i classici da portare a cena!
Vorrei invitare a cena Madame Bovary, vorrei ascoltare le sue confidenze ed esprimerle la mia ammirazione per il coraggio e la determinazione che l'hanno caratterizzata, cercando di convincerla a non compiere atti estremi, mostrandole la bellezza della vita, la possibilità di trovare soluzioni ai problemi.
Quali argomenti trovi particolarmente interessanti?
La rinascita, la riscoperta, il ritorno.
Quali generi letterari ti appassionano di più?
Indubbiamente il romanzo. L'amore deve essere un ingrediente immancabile nelle mie letture, in tutte le sue forme, unito a un pizzico di passione che non guasta mai.
Storia dell’arte, diritto civile e antropologia culturale. Se fossi costretta a studiare approfonditamente una di queste tre materie, quale sceglieresti e perché?
Sceglierei indubbiamente l'antropologia culturale perché ho avuto modo di conoscerla all'università e si tratta di una dusciplina estremamente affascinante che approfondirei molto volentieri.
Quali oggetti del nostro tempo porteresti con te per dimostrare all’imperatore Nerone che provieni dal futuro? Ne puoi scegliere solo tre. Inoltre hai la possibilità di porgli due domande. Che cosa gli chiederesti?
Lo smartphone, la sigaretta elettronica, il condizionatore. Chiederei a Nerone di indovinare le funzioni di ogni oggetto. Se non dovesse riuscire a indovinarli tutti, ecco un pegno: vietato appiccare fuoco a qualsiasi cosa, fino alla fine della sua esistenza.

Un tuo pregio?
Un mio pregio è la capacità di adattamento: non mi è mai mancata e mi ha sempre permesso di essere a mio agio in ogni situazione. A volte però ne ho pagato le spese sulla mia pelle, perché spesso mi ha portata a dimenticare me stessa per avere l'approvazione degli altri.
Che rapporto hai con la televisione di oggi?
Per me la televisione non esiste. La accendo saltuariamente solo per seguire programmi musicali e telegiornali.

Un caso di abdaction. Purtroppo gli alieni ti hanno rapito. Hai tre minuti per parlare loro della nostra civiltà (o inciviltà .... come preferisci).
Siamo diventati tutti degli automi. Il prolungamento della nostra mano è uno smartphone che ci avvicina a chi è lontano e ci allontana da chi è vicino. Se per qualche ora non abbiamo un collegamento a Internet siamo persi, diventiamo nervosi, ci sentiamo sperduti, soli e indifesi. Tutto il nostro esistere: parole, ricordi, fotografie, password e appuntamenti sono concentrati in quel piccolo scatolino brillante, ormai non possiamo permetterci il lusso di perderlo!
Se avessi l'opportunità di viaggiare nel tempo, dove andresti e perché?
Se potessi viaggiare nel tempo vorrei tornare al 1200 circa per poter incontrare personalmente Federico II, vorrei seguirlo in tutti i suoi spostamenti, andare in giro con lui, ascoltarlo parlare di filosofia e astronomia, sedermi a contemplare il suo regno dall'alto di un colle, abbracciarlo e ringraziarlo per la bellezza incredibile che è riuscito a costruire.

Se dovessi scegliere un regista per la trasposizione cinematografica del tuo romanzo, chi sceglieresti?
Per il mio romanzo sceglierei sicuramente Marco Ponti, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente e che apprezzo moltissimo.
Che cosa vorresti far sapere ai tuoi lettori?
Vorrei far sapere ai miei lettori che nel mio romanzo ci sono io, con le mie paure, con le speranze, con la volontà di andare avanti anche quando tutto sembra crollare, con la speranza di poter cambiare, di poter diventare migliore ma al tempo stesso con l'accettazione di me stessa e con la consapevolezza del mio valore. Ogni personaggio della mia storia vuole comunicare qualcosa, lanciare un messaggio, perché non ho lasciato nulla al caso, ho voluto dotare ogni microstoria di valore e di forza.
Hai un episodio della tua vita o legato alla scrittura che ti piacerebbe condividere con noi?
Frequentavo la scuola superiore e ci fu proposto di ispirarci al centro storico di Martina Franca per creare testi narrativi e teatrali. La nostra professoressa ci divise in gruppi di lavoro e mi divertii tantissimo a inventare un racconto fantastico e a collaborare nella stesura di un testo teatrale in vernacolo e un racconto realistico.
Questi testi furono pubblicati in un'antologia e furono per me un vero e proprio laboratorio di emozioni, una prova tangibile del mio amore per la scrittura e del suo potere terapeutico.
Cinzia, grazie per esserti così generosamente raccontata. Ti auguro di realizzare ogni tuo sogno letterario e non.
Noi, cari lettori, ci vediamo alla prossima con un nuovo autore o autrice da conoscere!

QUARTA DI COPERTINA
Sofia, Amira e Silvia sono tre donne diverse le cui storie, però, sono destinate a incrociarsi. Le prime due sono amiche d'infanzia e, nei loro discorsi nostalgici e profondi, ripercorrono le tappe delle loro esistenze sempre legate e, talvolta, segnate da profonde ferite. Silvia invece è una donna semplice e dolce che ha conosciuto l'amore e tutto il dolore che questo può portare con sé. Il punto di contatto fra le loro vite è segnato da tre uomini che segneranno i momenti di svolta nella loro affannosa ricerca della serenità. Perché è importante imparare ad alzarsi in piedi ogni volta che si cade, ma avere la persona giusta accanto che ti aiuta o ti sprona a farlo non è sempre così scontato.
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