Cari lettori,
per questo salotto ho il piacere di avere ospiti le bookstagrammer Sabrina Pennacchio, Vittoria Agostinelli e Rosita Mazzei. Vi invito 1subito a visitare i loro profili Instagram, certa che troverete interessanti consigli di lettura.
DI CHE COSA PARLEREMO IN QUESTO NUOVO SALOTTO?
Parleremo de Le campane di San Pietroburgo, romanzo d’esordio di Jessica Marchionne, edito per i tipi di Words Edizioni (No Eap). Sono particolarmente felice di dedicare questo “Salotto del recensore” a un romanzo che, personalmente, ho apprezzato tanto. Difatti, il mio coinvolgimento e il piacere di leggere è stato pieno dall’inizio alla fine, nonostante, e questo è un credito ancora maggiore, il genere fantasy non sia nelle mie corde. È anche vero, però, che il romanzo della Marchionne non è un fantasy classico, essendo meglio configurabile nel filone del “realismo magico”. Inoltre il romanzo è impreziosito dallo sfondo storico della rivoluzione russa, che fa da cornice a una trama ben studiata e scorrevole. Quindi, se siete come me poco inclini alla solita sequela di combattimenti tra popoli in contrasto, missioni impossibili, zupponi di incantesimi e straordinarie imprese, andate più che tranquilli perché, nel corso della lettura di questo romanzo, non incapperete in nulla di ciò. Qui, ne “Le campane di San Pietroburgo”, si viaggia nei sentimenti umani e nell’essenza delle dinamiche emotive che caratterizzano la buona narrativa non di genere. I personaggi, Viktor e Gravil, sono sapientemente caratterizzati e si muovono in modo coerente alla loro descrizione psicologica.
Concedetemi un’ulteriore nota personale: quanto ho amato lo stile narrativo dell’autrice! Come è distensivo e piacevole leggere un testo ben scritto! La Marchionne è evidente che, oltre a scrivere, si è nutrita di buone letture e ha un ottimo background culturale. Il suo linguaggio è chiaro, pulito, senza cripticismi e deragliamenti fastidiosi dalla lingua italiana, nel rispetto di sintassi e grammatica. Segno che chi sa scrivere non ha bisogno di ricorrere ad artifici retorici e in sovrabbondanti aggettivi, avverbi e inutili barocchismi lessicali.
Jessica Marchionne oltre a essere autrice è un’attenta e scrupolosa “analizzatrice ti testi”. Ha un blog letterario, Luce sui libri, di cui vi lascio il link in calce, dove con occhio crititico e sensibilità linguistico-letteraria sviscera i testi con arte rara.
L'AUTRICE
Jessica Marchionne è nata a Sezze nel 1991 e laureata in "Editoria e Scrittura". Legge da sempre qualsiasi genere anche se predilige il fantasy e lo storico. Ha un blog ‘Luce sui libri’ dove recensisce libri di autori emergenti e dispensa ogni tanto qualche consiglio. "Le campane di San Pietroburgo" edito da Words Edizioni è il suo romanzo d'esordio.
QUARTA DI COPERTINA DE "LE CAMPANE DI SAN PIETROBURGO"
Viktor è solo un bambino quando riceve in dono dal fratello Ivan un diario, a suo dire, capace di realizzare tutto quello che vi viene scritto: è così che esprime il desiderio di diventare Zar. Ma la sua vita, nel pieno della prima grande guerra, è destinata a essere stravolta: viene venduto dal padre a uno strano uomo di nome Gavril, segnato dalla perdita di moglie e figli. Di loro gli resta solo un orologio fermo, che all'improvviso riprende a ticchettare con l'arrivo di Viktor. Quando Palazzo d'Inverno viene attaccato, però, tutto sembra perduto ancora una volta. Anni dopo, Viktor incontrerà Anastasia Romanov, e insieme a lei, dopo essere diventato Zar, riconquisterà la città fino all'avvento di Stalin. Ma ecco che, quando le campane di San Pietroburgo risuoneranno, il diario rivelerà ancora una volta la sua magia. E cosa ne sarà di Gavril, legato a quell'orologio che segna il tempo in bilico tra la vita e la morte? Nella Russia di Lenin e Stalin, della fierezza imperiale dei Romanov, tra la neve, le rose e il sangue "Le campane di San Pietroburgo" mescola realtà e finzione, storia e fantasia, in un intreccio ricco di avvenimenti e colpi di scena.
PRIMA DI DAR LORO VOCE, IMMAGINIAMO IL DIETRO LE QUINTE
PRONTI A ENTRARE NEL VIVO DEL SALOTTO CON LE TRE NOSTRE FANTASTICHE OSPITI?
Finalmente eccoci qui, Sabrina, Vittoria (Viky) e Rosita. Sono molto felice che abbiate colto l'invito a confrontarvi su questo romanzo che anch'io ho amato molto. Per iniziare vi chiedo qual è la scena del romanzo che più ha toccato le vostre corde emotive?
Sabrina
Il primo incontro tra Viktor e Gavril, ma anche una parte sul finale che non svelo per evitare spoiler.
Viky
Sarò banale, ma sicuramente la scena “delle scale”, quando Viktor si rende conto di essere stato venduto dal padre a Gavril. Il mio povero cuore si è spezzato!
Rosita
Sicuramente la scena in cui Viktor, uno dei due protagonisti, si rende conto che le rose che gli portava quotidianamente il suo amico Rozovij erano finte. Grazie alla sua immaginazione, infatti, il ragazzo era riuscito a riportare i colori in una San Pietroburgo innevata e distrutta dalla rivoluzione. Questo innesca un qualcosa nell’animo di Viktor che decide, in tal modo, di aver fiducia nella magia tornando a scrivere sul diario che gli aveva donato il fratello.
Avete scelto scene diverse, ma sì, tutte e tre toccanti. E ora vi chiedo, se aveste magicamente la possibilità di incontrare un personaggio del romanzo, chi scegliereste e che cosa gli chiedereste?
Sabrina
Assolutamente Viktor. Gli chiederei come avrebbe voluto che in realtà andassero le cose e se avrebbe tenuto quelle buone che, nonostante tutto, poi ne sono comunque susseguite.
Viky
Collegandomi alla prima risposta, mi rivolgo al padre di Viktor con educazione, profondità e raffinatezza: perché diavolo sei così idiota? (P.S. ricordo perfettamente le motivazioni di quell’uomo, ma non giustificano affatto i suoi comportamenti nei confronti di Viktor.)
Rosita
Vorrei incontrare il padre di Viktor per vedere il volto di un uomo che non è in grado di amare il proprio stesso figlio.
Sì, davvero da "sculacciare" il padre di Viktor 😥
Provate ora ad immaginare di essere nella Russia del periodo della prima grande guerra, dopo la rivoluzione di febbraio che scacciò lo zar . Eh sì, la macchina del tempo si accende e vi porta nel mondo de Le campane di San Pietroburgo. Quindi vi chiedo quale specifico ambiente del romanzo vorreste visitare e perché?
Sabrina
Assolutamente vorrei visitare il luogo dove vive Gavril, per comprendere tante cose in quell'atmosfera.
Viky
Sono cresciuta con il film d’animazione “Anastasia”, è inevitabile che il palazzo dei Romanov, persino nel suo aspetto più decadente, mi incuriosisca particolarmente. Quindi direi quello.
Rosita
Sicuramente vorrei vedere il Palazzo d’Inverno per assistere agli sfarzi, prima, e alla decadenza, dopo. Credo che quel luogo sia stato e sia il fulcro di un periodo colmo di cambiamenti, di tragedie, ma anche di indomabili speranze. Una rivoluzione che aveva come ideale quello di cambiare una società ricolma di soprusi, dove lo zar era una divinità capace di decidere del destino di un intero popolo. Inevitabilmente, accanto alle grandi imprese, infatti, vi sono anche grandi sciagure. Il mito dei Romanov, però, spesso porta a idealizzare la famiglia imperiale che, in ogni caso, non riusciva a smettere di pensare a se stessa come sacra pur vivendo in maniera del tutto anacronistica.
Un luogo nato dallla fantasia dell'autrice, la casa di Gravil, per Sabrina e Palazzo d'Inverno per Rosita e Viky. Belle scelte!
Se doveste fare vostre tre righe della recensione del romanzo delle vostre due colleghe, quali scegliereste?
Sabrina
Di Viky: Il secondo racconto è coinvolgente, il racconto è più dilato, permettendo di soffermamrsi di più sui personaggi”.
Di “Del mio cuore sono il vampiro”: I sentimenti di ogni personaggio vengono scandagliati in lungo e largo per dare la possibilità al lettore di non rimanere a digiuno di motivazioni valide.
Viky
Mi ritrovo nell’affermazione di Sabrina Pennacchio quando dice: “Si vede l’attenzione che (l’autrice) ha messo nella stesura del racconto, le informazioni che ha utilizzato per non finire nel totale fittizio, unita a quella che ha messo per i suoi personaggi narrati in quella che sembra una malinconica fiaba.”
Di “Del mio cuore sono il vampiro”, invece: “Il linguaggio della scrittrice è semplice e scorrevole e riesce a coinvolgere a pieno il pubblico che non può far altro che farsi trascinare dalla magia scaturita dalle parole ivi impresse.”
Rosita
Vittoria - Che libro mi (s)consigli?:
«Pieno di malinconia, con quell’elemento legato al realismo magico che lo rende assolutamente delizioso. Un elemento fantastico a libera interpretazione dell’autore, se considerarlo magia o, magari, follia da parte dei personaggi.»
Sabrina Pennacchio:
«Si vede l’attenzione che ha messo nella stesura del racconto, le informazioni che ha utilizzato per non finire nel totale fittizio, unita a quella che ha messo per i suoi personaggi che narrati in quella che sembra una malinconica fiaba, sono stati vivi nel mio cuore tanto da farmi scendere una lacrima nella conclusione.»
Vi aspettavate questo tipo di romanzo quando avete iniziato a leggerlo?
Sabrina
Conosco Jessica come scrittrice da tempo, da prima che uscisse con il suo libro, quindi sì, sapevo che mi avrebbe soddisfatto.
Viky
Sì e no. Siccome è stato presentato come un fantasy storico, immaginavo contenesse più magia in stile fantasy, mentre secondo me l’elemento magico al suo interno si avvicina più al realismo magico. Però ciò non ha rovinato la lettura, anzi, ne sono rimasta molto soddisfatta e affascinata.
Rosita
Devo essere sincera, no. Credevo fosse un’opera prettamente storica, ma il tocco soprannaturale ha dato quella bellezza in più che ha reso fantastica una vicenda che, nel bene o nel male, è entrata nell’immaginario comune.
A chi consigliereste di leggere questo romanzo?
Sabrina
A un pubblico adolescenziale/adulto e agli amanti del genere, assolutamente.
Viky
A chi desidera una lettura abbastanza veloce, perché il libro è piccino, ma anche di qualità. E a chi ha voglia di immergersi nelle atmosfere della fredda Russia dell’epoca, molto simili a quelle dei film “Anastasia” e “La piccola principessa.”
Rosita
Sicuramente a tutti gli appassionati di fantasy e di romanzi storici. Questo libro piacerà anche a tutti coloro che sono affascinati dalla Rivoluzione russa e dalla famiglia Romanov. La vicenda della granduchessa Anastasija Nikolaevna Romanova è ivi narrata in maniera sorprendente pur facendo quasi da sfondo alla trama.
Volete dire qualcosa all’autrice Jessica Marchionne?
Sabrina
Continua così, non vedo l'ora di leggere altre tue meraviglie!
Viky
Semplicemente che il suo è stato un ottimo esordio e che sarò lieta di leggere altro di suo in futuro!
Rosita
Continua a lavorare in questa maniera perché hai prodotto un ottimo testo. Hai una scrittura lineare capace di arrivare a un vasto pubblico. Sono sicura che riuscirai a produrre tantissimi romanzi di qualità e carichi di suggestione emotiva.
SALUTI FINALI
Rosita, Sabrina e Vittoria, spero che vi siate divertite a partecipare. È stato un piacere conoscervi. Non è facile in poche battute incuriosire i lettori, ma credo che voi ci siate riuscite.
Grazie ancora per aver partecipato! Vi auguro il meglio per la vostra carriera di lettrici e autrici.
Ovviamente, invito voi lettori a leggere le recensioni de Le campane di San Pietroburgo nei rispettivi profili delle nostre bookstagrammer.
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