1. L’EDITORIA SI DIVIDE IN MICROEDITORIA, PICCOLO-MEDIA EDITORIA E GRANDE EDITORIA
Per gli autori
Ecco come riconoscere un microeditore da un piccolo-medio editore:
- La microeditoria stampa minimi quantitativi di libri e ha una distribuzione debole o non ne ha affatto. Questo significa che i libri non sono presenti sugli scaffali delle librerie ma, al massimo, ordinabili nelle piccole librerie di quartiere, perché le grandi catene (Mondadori, Feltrinelli ecc.) normalmente non accettano gli ordini per le pubblicazioni di questa editoria.
- Le vendite dei libri dipendono quasi esclusivamente dall' attività di autopromozione degli autori e dalla loro cerchia di amici e conoscenti.
- La microeditoria dà un massimo di tre copie omaggio all’autore e non sempre applica sull’acquisto di copie da parte dell’autore lo sconto autore.
- la microeditoria non dà anticipi agli autori, ma le royalties proporzionali al numero di copie vendute. I piccolo-medi editori e i grandi editori, oltre a riconoscere le royalties, danno agli autori un anticipo (che poi è il suo vero salario) in base alla previsione di vendita delle copie.
- I libri della microeditoria non sono presi in considerazione dalla stampa nazionale o comunque dalle grandi testate. Spesso, e a proprie spese, è lo stesso autore a sottoporre la propria opera ai blogger recensori. Non mancano comunque i casi di editori attivi anche in questa direzione.
2. LE VERE CASE EDITRICI NON CHIEDONO MAI CONTRIBUTI AGLI AUTORI
Ecco come riconoscere le vere case editrici dalle pseudo case editrici (case editrici a pagamento)
Per gli autori
-Le prime (generalmente contraddistinte dalla sigla No Eap: no editoria a pagamento) compiono un’accurata selezione dei manoscritti e quindi impiegano anche mesi prima di, eventualmente, rispondere a una proposta editoriale e soprattutto non chiedono contributi; le seconde (EAP “editoria a pagamento”) meglio definibili tipografie con servizi aggiuntivi, rispondono subito, lusingano l’aspirante scrittore (o fanno leva sul suo vanity press) ma gli chiedono contributi per la pubblicazione sotto varie forme (es. obbligo di acquisto delle copie, spese grafiche e tipografiche ecc.).
Per tutti (autori, blogger recensori di libri e lettori)
Esistono molti siti che elencano gli editori non a pagamento. Attenzione, però, non tutti i siti riportano informazioni corrette e aggiornate, quindi è sempre meglio consultarne più di uno e accertarsi dell’attendibilità delle fonti di informazione sul loro conto. In ogni caso, è sempre consigliabile visitare i siti degli editori di interesse. Difatti, spesso, queste informazioni sono riportate nelle sezioni “Chi siamo” o “Invia manoscritto”. È da tenere presente che a precisare di non essere editori a pagamento sono solo i microeditori. Tuttavia, non tutti i microeditori, anche se sono No Eap, amano definirsi tali perché la loro deontologia professionale li porta a disconoscere la categoria “editoria a pagamento”. I piccolo-medi editori e soprattutto i big dell’editoria non hanno bisogno di definirsi No Eap perché è implicito che lo siano.
3. NON TUTTI I MICROEDITORI NO EAP SONO SERI
Per gli autori
Nota dolentissima, perché spesso gli autori scoprono la poca serietà di un editore solo dopo aver firmato un contratto. Purtroppo, può capitare che alcuni editori, pur di rientrare forzosamente nella categoria degli editori non a pagamento, non chiedano sì contributi, ma neanche svolgano il loro lavoro a dovere. Ad esempio può capitare che, contrariamente a quanto scritto nel contratto, non facciano editing. L’autore si vedrà recapitato il suo manoscritto (non letto o almeno non letto integralmente) così come inviato all’editore, il quale lo informa, tra un complimento e l’altro, che “non è stato rilevato nessun errore”. Il file, forse solo già impaginato, non presenterà quindi alcun intervento da parte di un editor. A questo punto l’autore si troverà a fare un “autoediting”, senza mai aver un contatto diretto con un editor professionista. Quest’ultima figura, nei casi normali, ha un nome e un cognome e contatta personalmente l’autore con il quale collabora in sinergia fino a completamento del lavoro e quindi fino al “visto si stampi” da parte dall’autore.
Ecco uno schema dettagliato per distinguere meglio i servizi della microeditoria e della piccolo-media editoria