TITOLO ANCORA DA CONCORDARE
1) Elisa Averna (corvo Dark Abyss)
Letizia era terrorizzata. Chi mai, a quell'ora della notte, stava suonando il campanello di casa sua con tanta insistenza?
2) Arianna Petracin (corvo Dark Abyss)
Rifletteva, senza trovare chi mai potesse cercarla. Era ormai sola da molti anni, orfana, senza amici, in un paese nuovo e lontano.
3) Alessia Lazzaro
Si strinse forte nella vestaglia di lana, l 'ultimo regalo di sua madre...era ormai sgualcito, ma non riusciva a separarsene.
Intanto i campanello continuava a suonare.
4) Alessandra Scagliola
Pensò di tapparsi le orecchie, come se quel semplice gesto potesse cancellare l'idea di una presenza; l'idea di qualcuno che chiedeva, non a parole ma con un suono allarmante e fastidioso, di entrare nella sua tana. Solo sua.
5) Alessia Piemonte (corvo Dark Abyss)
Il ricordo di quando "Baggy" entrò nella sua camera quando aveva solo 14 anni, era come una fiammata nel cervello. Il suo odore di sudore misto a rum, rimase impregnato nelle narici. Il ritmo del suo suo fiato eccitato rimbalzava come percussioni nel suo cuore, quando gli sussurrò all'orecchio «Ciao bimba! Sono Baggy! Non ti muovere», mentre gli toglieva il pigiama e le mutandine. La sua mano ruvida espolorava la sua intimità, e infilò dentro le sue dite come se dovesse farcire un tacchino. Il dolore graffiante delle sue unghie era un grido nel suo basso ventre.
6) Daniele Da Prato
Si destò. Si era assopita sulla sua sedia a dondolo stile 800. Per fortuna era tutto un incubo, sudava freddo. In mano un libro aperto. "It" di Stephen King. Non era solita fare quelle letture horror, ma per variare ogni tanto cambiava genere. Il campanello suonò ancora. "Allora non me lo ero sognato!" sussurrò Letizia. Nella casa regnava il silenzio, solo il rumore ligneo della sedia a dondolo lo interrompeva in maniera cadenzata. Poggiò le mani sui braccioli della sedia, depose il libro su un piccolo tavolo tondo in ferro battuto nel mezzo della sala e si avviò verso la porta. Il campanello suonò nuovamente! "Arida è la coscienza che non dà acqua alla sua mente!" Queste parole provenivano dall'esterno, chi era? Soprattutto che significava quella frase? Era un enigma?
7) Daniela Mosca
Prese il coraggio con tutte le sue forze, aprì un cassetto della cucina ed afferroò un paio di forbici e si avvicinò allo spioncino, con l'intento di scoprire chi insistentemente suonava alla sua porta. "Chi e' ? Cosa vuole ? Vada via, sto chiamando la polizia !" grido' ma nessuno rispose. La maniglia della porta si muoveva e nessuno rispondeva. Il campanello riprese incessantemente a suonare. Letizia scappo' via e corse verso il telefono per chiamare la polizia, ma la linea dell'apparecchio risultava muta. Letizia tremava e il sudore freddo scendeva dalla sua fronte. La paura prese il sopravvento. Tiro' giu' la scala che portava all'abbaino e ando' a nascondersi senza fiatare, stringendo tra le mani le forbici affilate!
8) Elisa Averna (corvo Dark Abyss)
Letizia sentiva il vento sibilare dalla fessura dell'abbaino, ma non così forte da impedirle di sentire il grido di una donna, un'ultima scampanellata, cuí seguí il rumore di un vetro rotto, e il fruscio di un corpo trascinato. La paura irrigidí i suoi muscoli.
9) Daniele Stocovaz (corvo Dark Abyss)
Si schiacciò contro la parete, le forbici tese in avanti. Il terrore divampava dentro di lei, lo sentiva strisciare in ogni muscolo e nervo. Un silenzio tombale, che sapeva di morte, calò nella stanza. Deglutì un nodo di saliva, fece un passo in avanti, verso la piccola finestra rotonda sul fondo. Vi si avvicinò piano, si sporse sul piccolo davanzale. Oltre il vetro poté scorgere un piccolo vicolo soffocato dalle case circostanti; una sagoma scura si stava allontanando, trascinando un corpo dietro di sé. Lo teneva per una caviglia, e si stava muovendo verso il punto più oscuro del vicolo. Letizia sentì il cuore fermarsi. La sagoma era alta, robusta, indistinta. Il corpo esanime dietro di lei sembrava appartenere a una donna: i capelli lunghi spazzavano l'asfalto e rifulgevano dorati alla luce dei pochi lampioni. Si lasciava dietro una scia scura, sembrava inchiostro scuro. Letizia respirava in affanno. Abbassò le forbici. Possibile che, proprio sotto casa sua, sia successo un omicidio? Il panico le stringeva i muscoli, le impediva di respirare in modo regolare. Si staccò dalla finestra, indecisa sul da farsi. Un terrore cieco l'avvolgeva come un gelido drappo. Dopo alcuni secondi, si riebbe dal gelo interiore, si spostò di lato e lasciò la stanza.
10) Daniele Da Prato
Di scatto, d'impeto, contratta nella sua muscolatura, trovò la forza di voltarsi verso il rumore del vetro che si era rotto. Fuori era buio, si poteva vedere solo una sagoma nera. Con un filo di voce, strozzata dalla paura, disse queste parole alla figura indefinita: "Vado a chiamare la Polizia! Vattene!" Ma d'improvviso, da quel silenzio rotto solo dal fragore dei vetri e dalla sua voce, si udì appena un sibilo, che entrava nella casa come un serpente strisciante: "Letizia, è passato tanto tempo, ma io non dimentico chi mi deve un favore!" Ancora la sagoma era indistinguibile, ma se pur appena udibile, la voce era di una donna, inoltre sapeva il suo nome! Si era sicuramente una voce femminile. Letizia cominciò a stringere sempre più forte l'impugnatura delle forbici che aveva nella mano destra, fece qualche passo indietro, occhi fissi verso l'ombra e prese il telefono con l'arto libero, compose il 113, il telefono cominciò a squillare!
11) Loredana Falcone Il corridoio la inghiottì . La porta si chiuse di scatto alle sue spalle e un vortice caldo e umido la investì tentando di risucchiarla. Allargó le braccia e spinse i palmi delle mani contro le pareti, i piedi incollati al pavimento, la bocca spalancata dal terrore. Rimase così per un tempo che le parve infinito poi, improvviso come era arrivato, il vortice si dissipó. Una luce si aprì in fondo al corridoio ma Letizia sapeva che non c’era salvezza in quella luce.
12) Francesco Zagaglia
- Pronto 113. Riuscì a superare il blocco e rivolta verso l’apparecchio gridó:
- Aiutatemi!
- Cerchi di calmarsi, signorina.
- Aiuto! - Faccia un respiro. Si calmi! Come si chiama?
- Io… io sono Letizia! Correte subito qui!
- Dove, signora?
- In via Martoni! Al 55!
- Stiamo parlando della stessa città? Quel quartiere non c’è più!
13) Daniele Da Prato
Letizia rimase sbigottita dalla risposta del centralinista della polizia, quel quartiere non c'è più? Ma che significa? Continuo il dialogo con voce sempre più tremolante, le ginocchia vacillavano, avrebbe potuto perdere i sensi da un momento all'altro. "Mi prende in giro?" - disse inizialmente Letizia - "Via Martoni al 55! Mi hanno rotto il vetro di casa, una donna dice di conoscermi e sembrava trasportare un corpo esanime. Prima mi ha tartassato suonano il campanello tanto che mi ha svegliata!" Il tono era spaventato sì, ma pure duro, credeva di essere presa in giro, che significa non esiste via Martoni? Non viveva in quella casa da moltissimo, ma cavolo dove abitava lo sapeva!
"Signora si calmi." - con voce tranquilla il centralinista cercava di tranquillizzarla - "Vedrà che troveremo una soluzione, faccia mente locale. Per caso prende farmaci per ansia o patologie simili?" Letizia divenne una furia. "Invece di dire sproloqui mi venga in soccorso sono in per....AHHHHHHHHHH!" Un urlo terrificante uscì dalla bocca della donna, lasciò cadere il telefono, arretro e alzò le forbici che aveva nella mano destra, pronta ad usarle. Di fronte a lei una figura vestita di nero, vestito di pelle attillato, volto coperto da un passamontagna, solo dai seni prosperosi si poteva capire che era una donna, era a circa due metri da lei, sorrise, bocca, naso e occhi erano l'uniche parti non celate.
"Letizia!" - con voce macabra, fredda assieme al fare che pareva sadico - "Non ci si scorda dei favori! Perché altrimenti chi li aspetta se li viene a prendere da solo! Sai un'altra tua amica mi doveva un favore, ora è là fuori, senza vita" - con una vocetta soddisfatta - "E' giusto concedere a tutti le stesse opportunità! Che dici?" Con fare lento portò la mano destra dietro al gluteo ed strasse, non si sa da dove, un foglio di carta, piegato, lo aprì e lo fece vedere a Letizia. Era un patto che avevano fatto lei e due sue amiche, al liceo. Dovevano fare un sacrificio in cambio di una lunga vita e piena di denaro, infatti Letizia era solitaria ma era più che benestante, e aveva condizioni fisiche eccellenti. Ma inizialmente la potenziale vittima non riusciva a leggere, forse nemmeno ricordava, causa il terrore, cosa ci sarà scritto su quel biglietto? Che sacrificio era mai stato richiesto? Sapeva che la terza persona che aderì al patto era stata uccisa. Arretrò frettolosamente e cadde con le terga sul pavimento, perdendo le forbici di mano. La donna mascherata inarcò le estremità delle labbra verso l'alto e palesò un sorriso divertito sul suo volto. Fece altri passi avanti, dall'alto verso il basso guardò Letizia, era dirimpetto a lei, si chinò e avvicinò il foglio, ora poteva leggerlo!
14) Cristina Vichi (corvo Dark Abyss)
In un istante, colpita da un boomerang di paura che le assalì il cervello, ricordò quel foglio. Quell' anno il liceo era stato duro, nessuno la considerava, era come se non esistesse. E quel mostro di Baggy la torturava. Una sera in discoteca aveva conosciuto una ragazza perfetta, bellissima e sicura di sé. Alzò gli occhi verso la sua aguzzina che, quasi leggesse i suoi pensieri, si tolse il passamontagna. Letizia gridò: era lei. ma non era soltanto "lei", era rimasta immutata nell' aspetto ai suoi 17 anni. Letizia indietreggiò di un passo, le forbici alzate. Non avrebbe mai dovuto stringere quel patto infernale perché, ora lo sapeva, ciò che doveva restituire valeva più di quanto avuto.
15) Arianna Pietracin (corvo Dark Abyss)
Era forse troppo tardi? Letizia corse verso il bagno, unica porta che poteva raggiungere da dove era in quel momento. Con uno scatto seguita da una macabra risata si richiuse la porta alle spalle. La giovane iniziava ad avere un attacco di panico, impaurita e sola come non lo era mai stata prima. “E se tutto questo desse una svolta positiva alla mia vita?” Provò a pensare mentre cercava di calmare le forti palpitazioni. <<Ti sentoooo> sghignazzo la voce da donna mutata in un sussurro macabro. Letizia rabbrividì. “Io, io… sopravviverò!” Si disse più convinta guardandosi allo specchio e non riconoscendo quegli occhi chiari contornati da vistose occhiaie violacee. Risoluta si girò per affrontare la sorte che si era auto cercata quella notte così lontana…
16) Alessia Piemonte (corvo Dark Abyss)
《Vaffanculo demonio!», voleva urlare Letizia, ma la sua paura le aveva chiuso la gola. Avvertì un calore bruciante nella schiena: erano le ferite. Era come se qualcuno avesse buttato il sale sulla carne viva. Le frustate con il rosario di ferro, scudisciano i suoi nervi. Le risate sadiche pulsano nei timpani. 17) Antonella Marsiglio
Un patto maledetto che l 'ha resa bella, giovane e ricca per sempre. Un patto che l'ha spinta a inscenare la sua morte e rifugiarsi in quella casa, ma ora le è chiaro, questo nascondiglio può proteggerla da occhi indiscreti ma non dal mostro che sta reclamando ciò che le è dovuto: la sua anima.
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Beh per essere in tanti ad averla scritta non è male. Anzi! C'è solo una discrepanza tra il telefono non funzionante e Letizia che dopo lo usa. Io suggerisco che se continuiamo, e spero di sì, in futuro di non rispondere alle risposte. Ma di rispondere direttamente a chi ha postato. Altrimenti alcune risposte sfuggono e facciamo confusione.