
Cari lettori,
per questo salotto ho il piacere di avere ospiti le bookstagrammer Silvia (dicorvieescrivanie), Sandy (ilibridimezzanotte), Alessia (gliscaffalidiale) e la bookblogger Patrizia (in_punta-di-carta).
Vi invito subito a visitare i loro profili Instagram, certa che troverete consigli di lettura entusiasmanti.
PRESENTAZIONI

Prima di iniziare devo saldare un debito d'onore con Sandy "libridimezzanotte".
Antefatto ispirativo

QUESTA È PER TE, SANDY!

DI CHE COSA PARLEREMO IN QUESTO NUOVO SALOTTO? DI DREPRANUM - LA FALCE INSANGUINATA DI ALESSIA PIEMONTE, EDITO DA DARK ABYSS EDIZIONI (al top delle c.e. No Eap)
Ore 15:00 di un giorno feriale: sfondo musicale di Julio Jglesias, un bipede tartarugato ancheggia a due centimetri da me ed io che cosa faccio? Leggo Drepranum, la falce insaguinata di Alessia Piemonte. Incredibile resistere a un richiamo ormonale in pre-menopausa, eppure la prova è stata superata, tanto Alessia Piemonte è riuscita a intrappolarmi nel suo romanzo. Le pagine di Depranum mi hanno piacevolmente intrattenuta dall’inizio alla fine.
Quando leggo un romanzo di un autore emergente mi chiedo “questo autore sa scrivere?” E dunque “Alessia Piemonte sa scrivere?" Sì, sa scrivere! E saper scrivere non significa scrivere, tutti scrivono, basta essere minimamente alfabetizzati, Alessia Piemonte SA scrivere, quindi ha un talento indiscutibile e un’arte in mano. Alessia Piemonte sa esattamente che significa usare le parole per raccontare, ha un vocabolario estesissimo ed è dotata di grande capacità d’osservazione, dunque la sua strada di scrittrice sarà sempre più luminosa. Alessia Piemonte è brillante nel suo duplice stile: da una parte è capace di essere barocca all’inversomile quindi iper-generosa nelle descrizioni minuziose, tanto da rendere obese le frasi per il profluvio di aggettivi e avverbi, ma dall’altra è anche capace di essere minimalista all’osso, essenziale e fotografica, perché Alessia è la stessa che scrive, come se fosse un verso di una poesia, “una lacrima gli orlò la palpebra”.
Raramente noto negli autori emergenti la stessa scintilla espressiva che ho notato in Alessia Piemonte, una scintilla fatta di tante luci, forse anche troppe, ma questo troppo è un troppo che hanno avuto tutti gli autori di un certo calibro. Sono step assolutamente normali e soprattutto piacevoli da riscontrare, perchè non c’è niente di più bello che constatare l’evoluzione stilistica di un autore man mano che pubblica le sue opere. Snellire lo stile dalle sovrabbondanze lessicali è un processo assolutamente naturale (io stessa ero barocchissimissima 😅, poi ho messo a dieta la mia verbosità 😜). Quando si è giovani si ha bisogno di dire tanto, tanto, tanto, per poi scoprire con l’età che si può dire tanto anche usando poche parole. In Alessia Piemonte questo minimalismo è già in atto. L’autrice è dunque ha la capacità per esprimersi in modo ermetico, perché è poetessa nell’anima e in ogni molecola del suo corpo e con solo tre parole riesce a tagliarti il cuore in due. Sono sicura che, se la Alessia Piemonte cinquantenne dovesse riscrivere Drepanum, lo snellirebbe di un bel po’ di pagine e che quindi lo ripulirebbe dalle frange decorative per accentarare l’attenzione sull’intreccio del giallo e andare quindi all’essenza.
Per il genere giallo-poliziesco andare all’essenziale è importante per non cadere nell’inforigurgito (in gergo, quando l’autore ripropone dopo tot pagine una sintesi degli accadimenti), che poi, se si è “barocchi", torna utlissimo per quelle attempate come me che rischiano di perdere il focus dell’intreccio per i troppi dettagli e le troppe descrizioni. Quando un autore si dilunga troppo il rischio difatti è che l’attenzione del lettore scemi, soprattutto quando in un romanzo ci sono tanti personaggi e tanti passaggi da considerare. È anche vero, però, che certe puntigliose descrizioni possono essere una strategia dell’autore per depistare il lettore. Io stessa ho dato peso a tanti particolari nel romanzo di Alessia Piemonte perché pensavo che avessero un riferimento alla determinazione delle successive situazioni per poi invece scoprire che non erano funzionali all’epilogo del racconto.
Concludo dicendo che perdersi Drepanum è come perdersi l’aurora boreale, un momento di sodalizio con la vita o il bacio della buonanotte.
DESCRIZIONE "DREPANUM - LA FALCE INSANGUINATA"
Trapani, la città dei due mari, la città delle panelle, delle busiate al pesto... la città della Mano Nera. A Mano Niura, così il commissario Albero Baldarotta ha chiamato lo spietato killer che da anni imperversa in città, mietendo vittime. L'omicidio della giovane Letizia Gandolfo si intreccia con la scomparsa del cronista Cesare Bonanno, e le indagini portano dritto alla Mano Nera. Sarà solo l'inizio di un incubo che stringerà gli investigatori nella spirale mortale del crudele assassino. Ogni tessera del puzzle chiede, però, un tributo di sangue; le prede cadono in trappola, una dopo l'altra. Il Commissario e la sua squadrascaveranno nella malavita di Trapani, fra i dedali sordidi e nefandi di una città che respira il mare mentre è ferita senza tregua dalla bestiale malvagità dell'uomo. Baldarotta, investigatore tenace e testardo, padre affettuoso e amico sincero, non si arrenderà fino a quando non sarà certo che A Mano Niura non potrà più nuocere.
IMMAGINANDO IL DIETRO LE QUINTE...

PRONTI A ENTRARE NEL VIVO DEL SALOTTO CON LE QUATTRO NOSTRE FANTASTICHE OSPITI?
Per iniziare, ragazze, vi chiedo quale passaggio del romanzo ha toccato in particolare le vostre corde emotive?
SILVIA (DICORVIESCRIVANIE)
Credo che la parte che più mi abbia colpito sia stata una storyline minore, quella di Virginia, la sorella del poliziotto D’Arbenzio. La sua storia è una storia di molestie e di depressione che mostra perfettamente la condizione della donna oggigiorno. Anche se un personaggio minore mi sono sentita molto legata a lei.

SANDY (ILIBRIDIMEZZANOTTE)
Non c’è stato un vero e proprio passaggio che ha toccato le mie corde emotive. Non fraintendetemi, ci sono state delle scene bellissime ma io non mi focalizzerei su una in particolare.
Ciò che ha veramente toccato qualcosa dentro di me, in profondità, sono state le descrizioni della città, che l’hanno resa viva e pulsante.
Come ormai saprà chi mi conosce io conferisco tanta energia e attenzione ai luoghi e la cosa che più mi ha colpita di Drepanum è stato proprio l’enorme carico emotivo che aveva Trapani e che sapeva comunicare magistralmente.

ALESSIA (GLISCAFFALIDIALE)
Il personaggio che ho adorato e che mi ha scaldato il cuore è il commissario Baldarotta. Il suo passato mi ha fatta piangere parecchio.

PATRIZIA (IN PUNTA DI CARTA)
Non c’è un passaggio in particolare, il racconto in sé, il messaggio, ciò che rappresenta, in particolare per me che sono siciliana e amo profondamente la mia terra.
La Sicilia è oppressa dal marchio infamante terra mafiosa e purtroppo tutto questo si estende ai suoi abitanti, che come mafiosi vengono additati. Ecco, ciò che mi tocca è proprio questo, dare un’immagine giusta e pulita della Sicilia e dei siciliani. Siamo un esercito e tutti diciamo no alla mafia e a qualsiasi forma di criminalità organizzata.
Diciamo che ci vorrebbero più commissari Baldarotta!
E ora vi chiedo: se aveste magicamente la possibilità di incontrare un personaggio del romanzo, chi scegliereste e che cosa gli chiedereste? Se volete, potete immaginare anche un dialogo con lui.
SILVIA (DICORVIESCRIVANIE)

Mi affascina molto, soprattutto perché nel libro si dimostra insensibile alla sofferenza, riesce a perpetuare delle torture indicibili sembra provare rimorso.
Quello che vorrei riuscire a capire e che gli vorrei chiedere è che cosa lo ha portato a diventare così. Sarebbe un dialogo proprio interessante.

SANDY (ILIBRIDIMEZZANOTTE)
Forse è una cosa stupida, ma mentre leggevo il romanzo ho pensato “Quanto sarebbe facile se potessimo chiedere a Letizia chi è stato ad ucciderla e perché?”
Quindi probabilmente sceglierei di avere un dialogo con lei così da concludere il caso il prima possibile – anche se in questo caso il libro non esisterebbe ahah.
ALESSIA (GLISCAFFALIDIALE)
Visto che il personaggio che ho adorato è il commissario Baldarotta, ma al tempo stesso anche D’Arbenzio, vorrei poterli incontrare e farmi due risate utilizzando i nostri intercalari siciliani e magari offrirgli un cannolo.
Mi aggiungerei volentieri al trio con un vassoio di cannoli siciliani in una variante veg raw food 😋

PATRIZIA (IN PUNTA DI CARTA)
In realtà mi piacerebbe chiacchierare con due personaggi: Alessio e Marco.
Gli chiederei com’è essere figli di uomini sempre in prima linea, convivere con la costante paura di perderli, e infine vorrei chiedere loro come ci si sente a esporsi, sia come giornalisti che come uomini.
Assassino 1, Letizia 1, Baldarotta e D'Arbenzio 1, Alessio e Marco 1. Che bella partita!
Passiamo a una domanda che pongo spesso ai recensori nei vari nei Salotti: se doveste fare vostre tre righe della recensione di Depranum delle vostre colleghe, quali scegliereste?
SILVIA (DICORVIESCRIVANIE)
I libri di mezzanotte: Arrivata alle ultime pagine del libro e leggendo i ringraziamenti, scopriamo il motivo per cui Trapani ci appare così vivida: i legame che abbiamo percepito tra la scrittrice e la città è un legame reale, che trascende il romanzo e la storia in sé.
SANDY (ILIBRIDIMEZZANOTTE)
Da Silvia: Come dicevo: lo stile è barocco, come l'architettura della città siciliana, ma mai eccessivo.
Da Alessia: Alessia ha uno stile di scrittura particolare, oserei dire alla Camilleri, e questo è un bel punto a favore perché nonostante sia particolare lei riesce a renderti partecipe della vicenda.
Da Patrizia: Drepanum è un romanzo poliedrico, che alterna momenti crudi e drammatici alle battute e alla spontanea vivacità dei suoi protagonisti, resi ancora più umani e veri dallo stile narrativo dell'autrice, che ha volutamente mantenuto e usato il dialetto siciliano in alcuni dialoghi.
ALESSIA (GLISCAFFALIDIALE)
Ho letto le recensioni delle mie colleghe bookblogger e concordo con ciò che hanno detto. Alessia merita tantissimo per la sua opera e speriamo, spero di poter parlare per tutte, che quest'opera decolli come un corvo".
PATRIZIA (IN PUNTA DI CARTA)
-Da Silvia: Alessia Piemonte con il suo stile molto particolare, poetico ma mai eccessivo, riesce a trasportarti a Trapani, in questa città che io non ho mai visto ma in cui mi è sembrato di essere sempre vissuta, o almeno di conoscerla bene. Sentivo il sapore del mare, del sale... e del sangue.
-Da Sandy: In Drepanum ho proprio sentito il legame tra Alessia e la città della quale parla.
Arrivata alle ultime pagine del libro e leggendo i ringraziamenti, scopriamo il motivo per cui Trapani ci appare così vivida: i legame che abbiamo percepito tra la scrittrice e la città è un legame reale, che trascende il romanzo e la storia in sé.
Potrei dire che è una lettera d'amore a Trapani.
-Da Alessia: Sono del parere che inserire i dialetti del luogo di appartenenza dell’autore, in questo caso la Sicilia, sia bellissimo ed educativo perché fa conoscere al lettore nuovi dialetti e luoghi che magari prima disprezzata. La Sicilia è da amare, proprio come tutte le regioni d’Italia e Alessia è stata capace di farmi innamorare di una cittadina che non ho mai visitato.
Domandona: che cosa vi è piaciuto in particolare dello stile dell’autrice?
SILVIA (DICORVIESCRIVANIE)
Mi è piaciuto come Alessia Piemonte spezzasse le regole e le gabbie della normale scrittura. Era libera, lo stile era suo e suo soltanto: gotico, a volte barocco ma mai eccesivo. Non posso dire di aver accettato senza riserve quando andava contro le regole grammaticali dell’italiano, ma ne ammiro tantissimo il coraggio.
SANDY (ILIBRIDIMEZZANOTTE)
Di nuovo torno a parlare della caratterizzazione della città.