
Carissimi colleghi autori, soprattutto autori di thriller,
vi inviterei a cimentarvi nel nuovo stile narrativo "breathless" (senza fiato). In che cosa questo consiste? In un flusso di parole da leggere senza interruzioni, proprio tutte d'un fiato! Aiuto!😮 No, tranquilli! Esiste la punteggiatura, ma non esistono le parti descrittive, perchè la storia è affidata interamente a dialoghi serrati ma esplicativi. Con breathless tutto si è evince dal botta e risposta tra i personaggi, dalle loro connotazioni fisiche e psicologiche all'ambientazione, dal loro stato d’animo reale a quello che eventualmente fingono, dal contrasto tra ciò che dicono e ciò che pensano, che non sempre può coincidere. Breathelss è uno stile narrativo che ribalta la struttura narrativa classica, stile studiato per incrementare la tensione e per chi ha problemi di concentrazione o non ama particolarmente leggere. Breathless unisce la struttura dialogica delle pièce teatrali (senza però avvalersi - essendo un romanzo - di scenografie e di voci e rumori fuori campo) o, se preferite, dei Dialoghi in forma narrativa di Platone (a tema filosofico e senza intreccio tipico da romanzo o più personaggi inseriti nella conversazione), con la suspense del genere thriller. La narrazione, proprio perché affidata interamente ai dialoghi, ha lo scopo di catapultare il lettore nella storia, in modo che lui, per così dire, origli la conversazione tra i personaggi.
Breathless nasce con "Chiamata dall'Inferno" un thriller psicologico edito per i tipi della Dark Abyss Edizioni. Nel caso specifico di questo romanzo i dialoghi avvengono per la gran parte al telefono tra due personaggi. Il lettore è come se vivesse un’interferenza telefonica, impotente rispetto a ciò che ascolta.
Lo stile breathless è frutto di una mio personale indirizzo stilistico. Da lettrice, e quindi anche da autrice, amo lo stile minimalista, che sappia andare all’essenziale, uno stile quindi scevro da fonzoli, divagazioni e frasi obese, ipernutrite di aggettivi e avverbi, per evitare di perdere il focus della storia e appesantirla.
Da giovani, la foga scribacchina porta spesso a essere barocchi. E io lo so bene, perché ho un bel po’ di romanzi scritti in giovane età ancora nel cassetto. Al solo pensiero del lavoro di pulitura dal troppo mi sento terrorizzata. Riuscire a dire tanto usando poche parole credo che sia il traguardo agognato di ogni scrittore. La scrittura meno è didascalica e più è effice. Compito dello scrittore è scrivere affinchè il lettore crei il suo film nella sua mente. Leggere e immaginare dovrebbero diventare un’unica azione. Personalmente non amo leggere libri predigeriti dall’autore e affagore nel suo narcisismo. L’autore mi deve preparare il piatto, il suo meraviglioso piatto, ma io lettore non voglio essere né imboccato, né voglio che l’autore mastichi i bocconi del piatto da lui preparato al posto mio. Per questo credo che dosare i dettagli sia basilare.
Non è semplicissimo scrivere nello stile breatlehess, perché contrariamente ai testi teatrali, non sono descritte neanche le scene e né sono specificati i personaggi che, di volta in volta, prendono la parola e i dialoghi, inoltre, possono essere intrattenuti anche da più di due personaggi. Tuttavia sono certa che gli autori che vorranno mettersi alla prova si divertiranno tantissimo.
Molto interessante!