Cari amici dei libri,
in questa intervista ho il piacere di avere ospite il bookblogger Daniele Da Prato, che trovate su Instagram come "recensionelibriddp". Invito tutti a seguirlo sui social e a visitare il suo blog ( link in calce). Innanzitutto ringrazio Daniele per aver accettato di essere mio ospite e per la vivacità con cui ha risposto alla carrellata di domande che gli ho posto.
Daniele è un capace osservatore, approfondisce le trame, ne sviscera i contenuti (ha anche messo ai raggi X il mio "L’Aquila d’Oro – Sulle tracce del Quarto Reich", senza alcuna remora e con coraggio, visto il tema trattato). Daniele non si limita a raccontare la trama e a dire "sì, mi è piaciuta" oppure "no, non mi è piaciuta". Daniele motiva dettagliatamente il suo giudizio e non ha paura di dire la sua in modo schietto e sincero. Come il solito, con orgoglio, vi preciso che in questa rubrica troverete esclusivamente ospiti recensori di specchiata onestà e incorruttibilità, quindi recensori che mai per denaro accetterebbero di scrivere recensioni false o condizionate dai diktat di autori ed editori, come purtroppo in certi casi accade, casi che rischiano ingiustamente di indurre a fare di tutta un’erba un fascio. I recensori da me selezionati sono anche sensibili alla provenienza dei libri che sono loro proposti in lettura, ossia se editi a pagamento oppure no, o almeno sono predisposti a privilegiare nelle loro scelte i libri editi No Eap. Per quanto in molti casi sia difficile, se non impossibile, avere certezze sull’etica professionale di un editore, quindi se NO EAP o EAP, già il fatto che questi recensori si pongano la domanda sulla provenienza dei libri è indice di professionalità. Poi, ovviamente, tutto può accadere, anche recensire inconsapevolmente testi di editori a pagamento o non del tutto free perché il far west editoriale è sempre più far west. Non desisto nello sperare che sempre più recensori di libri, prima di accettare una proposta di lettura, s’informino sull’editore per non incoraggiare il mercato della pseudo-editoria che, per non ingenerare confusione, carpendo la buona fede degli acquirenti, andrebbe qualificata diversamente, per esempio “tipografia con servizi aggiuntivi" (cosa che avrò detto 400 volte, quindi questa è la 401!).
E ora, finalmente, entriamo nel vivo dell’intervista!
P.S. Scusate se, ogni tanto, troverete nelle risposte qualche mia "interferenza«… È stato più forte di me!
INTERVISTA
Ciao Daniele, vuoi parlarci della tua attività di bookblogger?
Ciao Elisa e grazie per avere scelto di intervistarmi. La mia attività di bookblogger è nata all’inizio di questa estate. Inizialmente accedevo sporadicamente ad Instagram e pubblicavo recensioni e contenuti di libri di scrittori famosi. Poi ho scelto di provare a modificare la pagina e a recensire scrittori emergenti, o comunque non ancora famosi. Devo dire che ho avuto gran soddisfazione quando ogni giorno mi giungevano proposte da scrittori emergenti di leggere e recensire i loro libri. Sono rimasto sorpreso. Inoltre, con il passaparola penso, sempre più persone abbiano cominciato a propormi loro libri da recensire. Pensa Elisa che ho dovuto momentaneamente sospendere la presa in carico delle opere perché ne avrò per un anno coi libri che già ho!
La tua vocazione alla lettura da dove nasce? Hai un ricordo che vuoi condividere? Il primo romanzo letto, la prima storia che ti ha appassionato…
Ho sempre amato leggere, sin da bambino. Ricordo che il romanzo che mi colpì particolarmente alle elementari fu “I Ragazzi della Via Pal” di Ferenc Molnàr.
Inoltre ho un particolare legame con l’Ungheria, Molnàr era appunto magiaro, poiché la moglie di mio padre è di Budapest, conosco benissimo le tradizioni di quel paese. Il libro invece che fece breccia nella mia preadolescenza fu “Il Signore delle Mosche” di William Golding.
C’è da dire però che il romanzo che più ho amato e che tutt’ora lo ritengo il migliore di tutte le ere è “I Miserabili” di Victor Hugo. (Quanto lo amo anch'io!) Potrei fare una tesi su ciò che ho letto e ciò che voglio leggere, ma il libro sopracitato con la sua denuncia sociale è veramente appassionante. Mi è sempre piaciuta la letteratura francese, Hugo, Flaubert, Balzac, Zola ecc. perché ritengo che i transalpini siano maestri nella denuncia sociale, mi viene in mente il “J’accuse” di Zola, ma questo è solo un esempio. Essendo scrittore di poesie amo chiaramente anche Baudelaire, unico, e i “Poeti Maledetti” soprattutto il geniale Rimbaud e il comunque illustre Verlaine. (Condivido tutto!) 😍
Che cosa cerchi negli autori di narrativa?
Devono rompere ogni schema letterario degli scrittori classici. Sto parlando di monumenti della letteratura vero, ma troppi tentano di imitarli e cadono nella trappola di fare brutte copie di romanzi già scritti. (Parole sante!) Dagli autori mi aspetto, certo uno spunto dai classici, ma tanta originalità nella narrazione, nelle descrizioni e nel sapere coinvolgere i lettori con uno stile proprio. Ho recensito libri che sicuramente non resteranno nella storia, o forse sì, comunque intrisi di originalità, ogni autore deve avere uno stile suo. Io voglio leggere un libro diverso dello stesso autore, e senza sapere il titolo del secondo, capire chi l’ha scritto! Pretendo troppo? Forse! Ma ti faccio un esempio: ho recensito un libro da 7 che potenzialmente era da 10, ma l’autore non aveva curato affatto il personaggio principale, dalle cose minime, per esempio com’è vestito, a cose più profonde, mancava una fase introspettiva del protagonista, nonché un background, totalmente assente, un bel libro che poteva essere bellissimo. Cosa mi aspetto quindi dalla narrativa? Che l’autore crei sogni, e faccia sognare noi lettori.
Che cosa ti attira primariamente di un libro?
La storia sicuramente è importante, ma ci deve essere
Ho letto dei “crime” che erano talmente piatti e privi di idee che confondevo l’uno con l’altro. Sono un esteta, non mi piace la descrizione blanda, quando leggo io devo vedere un film, una serie di frame, non mi devo accorgere che sto leggendo, se me ne accorgo significa che lo scrittore non mi dà un forte impulso.
Poi certo anche la storia mi deve piacere, torniamo lì Elisa, “Originalità”! Nei personaggi, nella trama, appunto cosa mi aspetto da uno scrittore? Sogni, e se questo sogno lo mette su carta deve far sognare pure me!
Come scegli i libri da leggere?
Non leggendo tutti i tipi di narrativa mi studio il libro, l’argomento trattato. Certo ha peso anche la conoscenza di chi scrive, ma non totale. Ho letto libri di autori che non conoscevo che mi hanno entusiasmato. Preferisco, e sempre sarà così, i Saggi ai romanzi, ma fare il bookstagrammer mi ha dato nuovamente la gioia di riscoprire quest’ultimi, e molti di quelli che ho letto mi hanno fatto sognare, come il tuo sul Quarto Reich, un romanzo, che seppur non del tutto inventato, (inventato è inventato... ma si basa su una solida documentazione storica) ha soddisfatto del tutto le mie aspettative, ovvero essere in prima fila, un uditore muto ma assieme ai personaggi, lì con loro, in ogni tempo e in ogni spazio. Ribadisco: Quando scrivete sognate e avrete molte possibilità di fare sognare il lettore. (Che bello!)
Come selezione i libri da recensire? Recensisci solo libri da te scelti o anche quelli che ti sono segnalati da editori e autori?
No, diciamo che recensisco tutte le opere segnalate. Ho però collaborazioni con case editrici che vogliono recensioni a scadenza, ma lo chiarisco subito quando mi spediscono un libro che ci vorrà un po’ di tempo a recensirlo, per i rapporti con le suddette CE e anche perché fortunatamente ho un lavoro, mentre fare il bookstagrammer è un hobby.
Per far capire meglio i tuoi gusti letterari a chi ti propone in lettura un’opera, ti chiedo di rivelarci tra i classici, di narrativa di qualsiasi genere, quali libri ti hanno più appassionato.
Mi piacciono molto, rimanendo nel campo dei romanzi, i “crime”, gli “horror” e i thriller” nonché ovviamente tutti i romanzi a carattere sociale e storico, mi piacerebbero anche di stampo teologico, ma in tal settore non ho mai trovato un romanzo e penso sia molto difficile da attuare. Comunque se debbo fare dei nomi ribadisco: “I Miserabili” di Hugo, “Il Signore delle Mosche” di Goldwin e “Il Ritratto di Dorian Gray” Di Wilde. Questi romanzi mi hanno formato, sono stati i propulsori della mia mente letterale!
Che genere di libro non leggeresti mai?
Come detto a priori non scarto niente, ammetto però che difficilmente troverò un genere “romance” che mi vada a genio, eppure devo recensirli, quindi qui si deve vedere, passami il termine, la mia “professionalità” sul giudicare un libro in “toto” per come è fatto e non solo perché ci sono morti o battaglie epiche. Ribadisco, ammetto che tal genere lo leggo in molto tempo, non mi appassiona, ma ritengo di essere comunque professionale e saper distinguere un “romance” fatto bene da uno fatto peggio o magari del tutto pessimo! (Ti capisco... Sarò crudelissima, ma io i romance non riesco neanche a considerarli "genere letterario", li vedo come telenovelas/fotoromanzi in formato libro).
Quali criteri di valutazione applichi nel recensire un libro di narrativa?
Ovvio che è diverso dai Saggi, in questo settore andrei a vedere le fonti, sono confutabili? Sono interpretabili? Dati oggettivi di fatto? Oltre il fatto che il libro sia costruito bene o male. Nel romanzo narrativo, l’autore, purché lo specifichi, può lavorare molto di fantasia, ispirarsi a fatti reali o inventarsi una storia di sana pianto su una determinata cosa o situazione. Quindi io premio chi fa una storia molto fantasiosa, che abbia una logica, anche nella sua illogicità, e poi chiaramente restano fondamentali le regole del romanzo “perfetto”, la costruzione narrativa, le descrizioni, la coerenza del personaggio (protagonista, antagonisti ecc.) e
Ma so che non è facile, perché se si fa il contrario, capitoli troppo corti, invece il lettore potrebbe perdere riferimenti. Il vostro mestiere non è facile lo so. (Io adoro il minimalismo srilistico. Riuscire a dire tanto con poco è un grande traguardo. Le descrizioni troppo, le frasi obese che schiattano per l'uso smodato di aggettivi mi fanno perdere l'orientamento).
Che cosa pensi della cosiddetta “editoria” a pagamento? Credi che sia giusto che i lettori non sappiano l’origine di un libro, quindi se esso provenga o meno da case editrici a pagamento?
Sono, come tutti spero, per la libertà del lettore di scegliere, come io che recensisco, ho accettato libri da EAP, tanto poi il talento dello scrittore si vede, o almeno a mio modo io lo vedo. Però penso che il lettore si debba informare se sta comprando un libro di chi per merito si è guadagnato la pubblicazione, o da chi ha pagato e di conseguenza in ogni caso è stato prodotto. Le EAP dubito che mettano un “Advertising Space” spiegando che pubblicano chiunque paghi. Quindi il lettore se vuole un libro di qualità deve essere lui attento alla scelta. Comunque sono contrario all’editoria a pagamento, difatti mi hanno inviato un libro da recensire da una EAP, ed era veramente un “pensierino” delle elementari, privo di logica, di idee, mentre altri sono No EAP, e tranne uno che era sulla sufficienza, gli altri sono ottimi libri compreso il tuo (mercie beaucoup!) come ho detto il talento si vede. La domanda che mi poni è di difficile soluzione, non credo si possa fare una legge che indichi EAP da No EAP (sarebbe sufficiente un contrassegno sul libro); quindi ribadisco, sono contrario, ma penso stia al lettore sapere chi pubblica tutto e chi solo materiale di qualità. Il lavoro che fai tu in questo settore è utilissimo, ho alcuni amici che vogliono pubblicare, ho detto loro di seguirti su Instagram che periodicamente pubblichi le No EAP. Tante vale capire subito se si vale o no! La “Prostituzione del Libro” è bruttissima, svilisce chi fa il vostro lavoro con passione, ma per evitarla l’unica cosa che deve fare il lettore è informarsi.
Credi che sia giusto che un lettore non sappia se un autore ha pagato un blogger per farsi recensire una sua opera?
In un post sulla tua pagina Facebook già risposi a questa domanda. Siamo umani e sapere che una recensione positiva ci porterà soldi non ci farebbe essere coerenti, insomma esalteremo Pinocchio, non me ne voglia Collodi, come se fosse la Divina Commedia. Il recensore non deve essere pagato, è innaturale, io mi rifiuterei, ammetto che non mi è stato mai chiesto. Anzi tanti hanno apprezzato le critiche ai loro romanzi come “costruttive”. Nel mio piccolo cerco di far capire che si può sbagliare senza essere incapaci di fare una cosa. Io in primis ho provato a scrivere molti romanzi, ma poi ho capito che la mia via era la poesia. Spesso ho proprio detto che i romanzi non erano ben fatti, ma vedevo le potenzialità per riprovarci, incitando a farlo. Quindi è ingannare, una truffa, dare al lettore informazioni volutamente ottime su un libro solo perché il blogger è stato pagato. Ma c’è chi lo fa e sempre lo farà. Come ho detto sopra “La Prostituzione del Libro”.
Ti è mai capitato di recensire autori esordienti o emergenti?
Assolutamente sì, uno proprio totalmente emergente, l’ho già recensito ma per accordi il tutto lo leggerete tra qualche giorno. Comunque era il suo primo romanzo, non eccellente dico la verità, ma discreto, appunto gli ho dato suggerimenti su come migliorare, soprattutto il personaggio, poco dettagliato e povero di descrizioni, soprattutto blando nell’introspezione.
Quali generi preferisci?
Ho già risposto ma ribadisco, “crime”, “thriller” e “horror”, se si parla strettamente di narrativa, se si vuol dare anche un senso di scienza molto anche i romanzi storici e sociologici.
Se fossi costretto a scegliere tra un libro con un’idea originale, ma con una scrittura non particolarmente intrigante e un libro con un tema banale, ma scritto in modo eccelso, che cosa sceglieresti?
Chiamerei gli autori e dire di fare un libro “a quattro mani”, forse i romanzi o saggi, insieme ne farebbero uno buono. Non scelgo nessuno dei due, mi trovo costretto a rispondere così. Vuoi una macchina nuova? Deve avere quattro ruote, se ne hai solo tre poi aspirare solo ad un Ape Piaggio, argomento:
La via di mezzo in un romanzo è la linea degli indecisi, di chi non si prende il coraggio di sbagliare, non tentando di costruire una storia completa. Questo lo criticherei gli direi, metti la quarta ruota e fammi sognare. Se vuoi viaggiare sempre con l’Ape non sarai mai nessuno, e su tre ruote non si è neppure troppo in equilibrio. Scusa l’esempio meccanico, Elisa, ma ci stava!
Per inquadrare un libro prima di farne una lettura completa ti capita mai, “di nascosto da te stesso”, di dare una sbirciatina a una pagina a caso o di leggerne l’incipit e addirittura la fine?
No, mai, leggo solo la quarta copertina e il frontespizio cercando di capire cosa tratta un po’ più nel dettaglio.
Ti è mai capitato:
-di trovare in un’opera per te scadente qualcosa di comunque interessante?
Ovvio! Spero sempre che un autore voglia sviluppare un’idea, se ci riesce bene, altrimenti senza problemi faccio presente che ammiro l’idea, l’iniziativa, ma anche che il romanzo è da riscrivere.
-di interrompere un libro perché proprio non hai trovato nessun motivo per terminarlo?
No, i libri li leggo sempre tutti, ma già prima di metà di esso mi rendo conto quanto sia valido o meno.
-di annoiarti mortalmente in una lettura e riporre il libro facendo pensieri inesprimibili?
A fine libro sì, per correttezza non dico di chi, mi capita però di terminare un libro e fare del turpiloquio. Ma comunque accade anche con i personaggi famosi. Ho letto libri di autori storici facendo la stessa cosa.
- di cercare affannosamente, scorrendo con rapidità le pagine di un libro, qualcosa che fermi la tua attenzione?
No, diciamo che io leggo sempre moltissimo e velocemente. Ammetto però che spesso ho sperato di finire il prima possibile libri veramente stantii.
-di leggere uno stesso romanzo per il piacere di rivivere le emozioni della prima volta che lo hai letto?
Sì, ma solo uno: “I Miserabili” di Hugo. Mi piace quella denuncia sociale, il pensiero che veramente per un pezzo di pane rubato per non morire di fame si venisse condannati a 20 anni di carcere, lavori forzati, ecc. Amo i libri di denuncia, ma sono molto difficili, solo i grandi ci sono riusciti, gli autori di oggi temono questo tipo di romanzo e optano per un Saggio. Spero torni qualcuno tra gli emergenti che non scriva un libro fine a sé stesso ma a denunciare la società. Non sono le lotte di classe a fare le vere rivoluzioni. Voi, con i vostri libri, potete fare la vera rivoluzione che consiste nel dare coscienza alla gente che i cambiamenti partono dal basso, dai libri, dall’educazione scolastica. Vorrei una rivoluzione di idee. Io con le mie poesie faccio ciò, ci riesco? Non so, inoltre non posso giudicare una mia opera. Questo è un altro sogno che mi aspetto da voi: La denuncia sociale romanzata, per citare un grande, che l’ha fatta per l’Italia, una sorta di “I Promessi Sposi” dei giorni nostri. Puoi essere il campione olimpico di tiro con l’arco, ma se ti scordi la freccia non fai niente: Autori, se avete una freccia scagliatela e fate centro.
-di emozionarti nella lettura fino a commuoverti?
Si questo è capitato tante volte, mi succede anche coi film piuttosto che Serie Tv, non piango, spesso mi farebbe bene, per indole, ma come tutti mi commuovo, quindi sì. Spesso dopo aver riposto un libro che mi da emozione ho una sorta di crisi, tipo: “Non troverò mai più un libro del genere!” Per fortuna l’esperienza da lettore, recensore e scrittore di poesie mi ha insegnato una cosa, ovvero trovi sempre qualcosa di migliore in questa vita, qui letteralmente parlando. E di Wilde amo rileggere spesso Lettera dal carcere del 29 Aprile 1895. Questo inno all’amore, di qualsiasi genere, omo o etero, mi ha davvero commosso tanto e continua a farlo!
-di aver valutato un libro negativamente e poi di tornare sui tuoi passi oppure il contrario?
Non proprio, mi è successo però che a scuola mi facessero leggere libri senza spiegarmeli bene, scuole medie e primi anni di superiori, e quindi non capivo perché quel libro era tanto famoso. Un esempio di un libro che ho riletto perché al tempo non lo capii e il “Ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde. Ci hanno fatto anche un film, che io ho visto. Come detto l’uomo riesce a denigrare i più grandi libri volendo dargli vita nei cinema, ma un libro brilla di luce propria, un libro deve rimanere tale secondo me.
Vedi Elisa, esempio sopra a parte dove parliamo di grandi della letteratura, leggo con molta attenzione, e seppur il mio commento è soggettivo e quindi giustamente sottoposto a critiche, nonostante tutto se una lettura non mi è piaciuta non la rivaluto. Potrei farlo, come ho spiegato sopra, se questa opera diventasse talmente famosa da farmi venire il dubbio di non aver colto il senso. Quindi diciamo che se un libro da me valutato male fa successo e mi invita a rileggerlo, non mi sento ferito, anzi sono contento di aver sbagliato. Ma per adesso non è mai successo.
Che cos’è che proprio non sopporti, stilisticamente parlando, di un autore?
Non amo lo scrittore che tralascia l’introspezione del protagonista, antagonista e/o personaggi principali. Questi debbono prendere vita, devono possedermi e possedere il lettore. Importantissima comunque la descrizione in generale, anche di un ambiente, cioè ho letto libri dove si scrive: “tal dei tali” entra in un bar e si siede”. Ecco sembra o no un inizio di una barzelletta? Mi devi descrivere chi c’è dentro il bar, i dettagli, come sono le luci? Soffuse? Vai in discoteca ad esempio, entri ti siedi e non mi descrivi le luci, soffuse, calde, ecc., che musica c’è, non c’è nessuna/o donna/uomo che ti intriga? Che fai non la descrivi? Inoltre amo un linguaggio capibile a tutti, ma comunque forbito, puoi personalizzare il personaggio nei dialoghi, cioè magari farlo parlare in dialetto, ecco questo mi piace perché dai un tocco tuo al protagonista. Non amo inoltre i capitoli troppo lunghi, scoraggiano e rallentano la lettura, a volte possono far perdere il filone della narrazione, ma come detto ciò non è facile, perché troppo corti sono egualmente dannosi.
Quanto tempo impieghi per leggere un libro che ti appassiona?
Dalle 24h a 3-4 giorni. Quello dipende dalla lunghezza anche, comunque se si resta ad esempio sulle 400 pagine, se un libro è scorrevole e non stantio da invitarti a leggerlo poco, riesco a leggerlo nell’arco di tempo che ho indicato sopra.
Che cosa ti coinvolge di più di una trama?
Chiaramente, Elisa, amo i colpi di scena, ovvero un finale inaspettato, che richiede abilità tecnica, significa che lo scrittore ti ha portato dove voleva lui per poi farti capire che in un libro non c’è nulla di scontato. Inoltre amo molto i dialoghi, devono sempre essere sottoposti alla narrazione descrittiva ovvio, ma se messi al posto giusto al momento giusto ti fanno vivere meglio l’opera.
Si dice spesso che un libro non si giudica dalla copertina, ma secondo la tua esperienza, quanta importanza ha realmente la copertina di un libro?
E’ importante se poi la trama è accattivante, ti prende. Faccio un esempio, se vedo passare delle donne in una strada, una è bellissima, ovvio che la mia attenzione principale va su lei, non lo nascondo, ma poi conoscendola vedo che è “vuota”, non mi prende, magari invece l’amica che all’occhio sembrava più “bruttina” la scopri e te ne innamori. Riportando questa storiella alla tua domanda sui libri: la copertina deve essere curata, è il primo impatto, a parità di argomento forse sceglierei la copertina “forte”. Cioè se due libri parlano di pugilato, che ho praticato e tutt’ora amo, una copertina ha la testa di una tigre che mostra selvaggiamente i suoi denti, e l’altra ha solo il disegno di un guantone, scelgo la tigre, mi segui?
Se però invece hanno diversa trama, inizialmente mi prenderà la tigre, ma se la copertina più brutta ha una trama migliore sceglierò quella. Concludo dicendo che editore e scrittore devono lavorare su due binari, il primo impatto: La copertina, come ho detto attira, ti calamita; ma una buona introduzione, priva di spoiler ovvio, che descriva di cosa si tratta è altrettanto importante. Quindi capisco il perché voi scrittori assieme agli editori lavoriate tanto sul prodotto finale, si debbono abbinare queste cose. Ad esempio, tirandoti nuovamente in ballo, nel tuo libro “L’Aquila d’Oro – sulle tracce del Quarto Reich” la copertina ha avuto un impatto fortissimo in me! Io che leggo i Saggi Storici, vedere l’aquila, la svastica, ecc. poi leggere la trama mi ha invogliato tantissimo a farmi scegliere di recensirlo, dopo lettura ovviamente. Ed è stato importante anche il video Youtube! Io punterei su questo: “Accoppiata copertina – trama” per la scelta, sperando poi che sia un buon libro. Aggiungere inoltre un breve video Youtube non è idea malvagia, anzi, tutt’altro!
Quanta importanza ha una quarta di copertina?
Ti ho risposto sopra praticamente. Comunque ribadisco, per me è importantissima, io pubblicassi nella quarta metterei piccoli estratti di libro e le recensioni positive “in pillole”. Insieme ad una copertina accattivante è un mix interessantissimo!
Ti sei mai sentito tradito da una copertina o da una quarta di copertina?
Si, ma non molte volte. Io quando compro un libro, online o libreria, lo “studio”, ad esempio oltre a recensione vado a cercare altri libri dell’autore, se è emergente oppure come denunci tu, il solito che pubblica con EAP, quindi pur non avendo talento continuano aprodurlo. Quindi succede raramente. Vedi io scrivo poesie, e non sono un poeta, i poeti sono Baudelaire, Rimbaud ecc., ma amavo anche scrivere romanzi. Non riesco, non sono capace, quindi continuo nel mio filone poetico, ma con questo che voglio dire? Se non hai talento nella scrittura cerca altre strade, io sono convinto che ognuno di noi ha delle eccellenze, ma vanno trovate, e non battere la testa dove non riesci, ti fai solo male e peggiori la tua reputazione.
Quanto il titolo di un’opera sollecita la tua curiosità?
Qui ti rispondo su due fronti: nel Saggio moltissimo, mi occupo di Teologia, Sociologia e Storia come sai, quindi un Saggio sull’Isis, quindi di sociologia sul terrorismo, piuttosto che la Storia dell’Antica Roma, per fare due esempi, coi loro titoli fanno sì che io come minimo guardi chi l’ha scritto, come vedi il titolo mi porta già ad una seconda fase.
Per i romanzi lo schema è quello, un titolo e una buona copertina mi attraggono, ma la scelta è molto più oculata, leggo la trama, le recensioni ecc. Nel caso del Saggio il titolo se poi conosco anche l’autore è fondamentale, non per leggerezza, perché di ciò tratterà, poi succede che un libro sulla “Rivoluzione Francese”, solo un esempio, che mi ha catturato con il titolo e una breve sinossi, si sia rivelato, almeno per me, una delusione.
Si dice che non bisogna mai confondere l’autore con la sua opera, ti sei mai cimentato nel leggere un’opera di un autore per la cui la persona non nutri particolare simpatia?
Sì, ti dico anche di chi. Il libro di Giorgia Meloni. Fatto veramente bene, non ho paura a dire che le idee di essa sono lontane da me quanto la luna, però è una donna intelligente, di carattere, e se devo avere avversari, non nemici, li voglio tosti! Non mi piace vincere facile, passato da pugile? Forse, fatto è che ho scritto a Giorgia Meloni apprezzando il libro ma facendole domande scomode, mi ha contattato per mail dicendo che le sono piaciuti i miei questi, quando avrà tempo risponderà. Lo farà? Non lo so ma non ha nemmeno tanta importanza, ho idee politiche ma non voglio fare il politico, leggo tali Saggi in chiave storico-sociale.
Preferisci leggere libri in formato cartaceo o e-book?
Il cartaceo è sempre il massimo. Toccare le pagine, sentirne l’odore è una sensazione unica. Ma siamo in un’era digitale, non potremmo mai tornare indietro, quindi per esigenze e tempi leggo in pdf o Kindle, ma un vero lettore preferirà sempre la carta! Infatti se volessi comperare un testo che mi sta particolarmente a cuore lo comprerei cartaceo. Tre, quattro giorni alla settimana spolverò i miei libri cartacei, sono come figli per me. Ho detto tutto!
Che cosa ti rende soddisfatto in questa tua passione e che cosa no?
Tutto mi soddisfa, d’altronde leggere spesso è un rischio, ma solamente dal punto di vista economico, e trascurabile dopotutto, ovvero i libri, giusto ci mancherebbe, si pagano, a volte avrei speso soldi in altro piuttosto che in un libro che prometteva bene ma che poi, almeno per me, si è rivelato un fiasco. Ma questo rischio, trascurabilissimo, lo corre chiunque legga.
Secondo te, in generale quanto può influire nella scelta di un libro la lettura delle recensioni che lo riguardano?
Se sono oneste, e fatte bene tantissimo. Poi, secondo me, conta anche la fiducia, se tu leggi la recensione di una persona che sai che è imparziale e le sa fare bene, ci sono ottime probabilità che opti per la scelta di tale libro.
Come deve essere per te la recensione “perfetta”?
Non sono perfetto, per fortuna, amo i miei difetti più di me stesso. Ti posso descrivere, consentimelo, il “mio stile”. Punto molto sulla struttura del testo, riportando come scorre la trama, la cura dei dettagli, descrizioni di oggetti e soggetti, chiaramente nel secondo caso anche la parte introspettiva. Inoltre l’originalità, ad esempio: di romanzi “crime” ce ne sono quanti ne vuoi, famosi a parte, tra gli emergenti perché io consiglio il tuo libro rispetto ad un altro con un tema similare? Qui si va sulla fantasia, sui sogni. Voi dovete sognare prima di scrivere, ci dovete regalare sogni e tanta fantasia, perché la struttura sola non fa un libro interessante! Per questo io sono contrario alle scuole di scrittura: “Vi insegno a scrivere”. A scrivere si impara a scuola, a fare bei libri ci vuole, prima della struttura, estro e fantasia dovete regalare sogni. Per concludere, io inizio la recensione con la trama del romanzo, senza però scrivere troppo, diciamo che nelle mie recensioni c’è “un’altra quarta copertina” ovvero dico l’essenziale per invogliare, poi se vuoi sognare, devi leggere il sogno, leggere il libro. I sogni non si recensiscono! Dedico molto tempo alla struttura, cura dei personaggi, capitoli, linguaggio, dialoghi, coerenza, insomma molti criteri, recensire bene, casomai io lo faccia, non è affatto facile.
Che consiglio daresti a chi volesse aprire un profilo Instagram dedicato alle recensioni di libri?
Di essere preparato nelle recensioni, può sembrare banale ma non lo è! Parliamo di scrittori emergenti, vogliono quel qualcosa in più, non vogliono un semplice riassunto. Ovvio che se il libro non piace per me si deve contattare l’autore e dire che non è piaciuto e non si deve recensire, sarebbe sbagliato, una recensione malevola per un emergente può davvero ostacolare molto. Appunto però sincerità. Quindi chi deve recensire si deve anche preparare a non fare felice chi gli chiede un parere, non deve fare per forza una recensione positiva perché dispiace. Dispiace anche a me, ma è anche uno stimolo che deve invogliare a fare meglio. Quindi ti riassumo i consigli che darei ad un nuovo recensore: Dedicare tempo: aumentano i followers aumenta la richiesta; Neutralità: non si deve pensare di essere compiacenti, gli autori ti chiedono di recensire perché vogliono un parere, quindi non elargire complimenti a chi non le merita, anzi ben vengano critiche costruttive, ovvero secondo il punto di vista del recensore dove migliorare, dove cambiare, o addirittura, e capita, dire che il romanzo va riscritto, venuto male, succede, lo devi invitare a riprovare ma con una idea migliore. Infine recensire la parte tecnica, esaltando o confutando, in basi a criteri che io definisco quasi scientifici, ovvero: Capitoli scorrevoli, descrizioni oggetti-soggetti, come scorre la trama ecc. Come ho detto che faccio io, così consiglierei. (Bravo! Gli scrittori che temono i giudizi è bene che facciano altro. Scrivere significa inevitabilmente anche esporsi. Dobbiamo essere sempre disposti a metterci in gioco ed essere pronti a tutto. Nessun recensore ha in animo di nuocerci (almeno che non sia un hater!), ma semmai di esprimere liberamente un giudizio che comunque è soggettivo e per ciò stesso insindacabile. Dobbiamo essere grati sempre e comunque a chi ha dedicato tempo alla nostra creatura di carta.)
Hai una visione del mondo rilevabile da una citazione o un’immagine in cui rispecchiare i tuoi propositi o in cui ti rispecchi particolarmente?
Si! Una frase del grandissimo Charles Baudelaire: “Chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere!”
Quali progetti hai per i prossimi anni?
Non amo progettare, forse per questo sono ancora single non so...
Lavoro a parte decido appena mi alzo cosa farò nel tempo libero. Probabilmente se dovessi fare un grande e lungo viaggio organizzerei il tutto 3-4 giorni prima.
A tuo avviso perché siamo più un paese di scrittori e di pseudo-scrittori che non di lettori? Di chi è la responsabilità se si legge così poco?
Dell’educazione. Siamo carenti nell’insegnamento, docenti, università a parte, non preparati, che fanno leggere libri complessi senza poi fare capire i contenuti, accontentandosi nel “riassuntino”. Si dovrebbe tornare a leggere libri nelle aule con spiegazione, compiti sulla struttura dei libri oltre che sulla narrazione. Il messaggio del libro: Come mai Wilde è un esteta? Perché nel Decadentismo certi poeti si facevano chiamare “Maledetti”? Abbiamo ragazzi che si iscrivono all’università e queste cose non le sanno, e magari ti rispondono che faranno ingegneria, matematica, quindi che importa Wilde e Rimbaud? Ti dicono: “Noi studiamo Cartesio, Pascal”, non sapendo che erano sì matematici, ma anche pilastri della filosofia. Non sanno che Platone prima di far studiare le scienze umane faceva si che i suoi allievi fossero preparatissimi in matematica. Tu scegli una scienza ma non puoi traslarla in una realtà dove le altre non esistono!
Poi la colpa è anche delle televisione, ti “sparano” film idioti, o pseudoreality ecc., che trasmettono ignoranza, poi vedi programmi culturali interessanti, documentari o che dir si voglia e scelgono come orario le 00.50, cito per esempio, di lunedì, non sapendo che a quell’ora o si dorme o se tutt’al più siamo liberi dal lavoro il giorno dopo, meglio la "lucidità complessa", come dico io, ovvero la socializzazione. (Parole sante!). Ecco penso che le prime due cause, non da poco, siano queste, ma dico anche che per rispondere totalmente alla tua, intelligentissima, domanda, dovrei farci una tesi.
Che cosa vuoi dire ai lettori? Hai qualche consiglio da dar loro su come scegliere i libri?
Si! Leggete! Questo prima di tutto. Cambia cosa vuoi leggere, vuoi acculturarti? Allora suggerisco un bel Saggio sulla materia che si vuole conoscere. In tal caso vagliate più opzioni, non scegliete subito il primo titolo, molti fanno così e a mio parere sbagliando, cercate invece informazioni su chi lo ha scritto, le sue idee e molto altro, insomma fate una scelta oculato. Se invece volete stimolare la fantasia, sognare appunto, immedesimarvi in un personaggio, scegliete il genere romanzo, il tema che vi piace, qui non posso consigliare, ognuno deve andare dove lo porta la fantasia e la passione.
Sei nella macchina del tempo e hai cinque minuti per parlare con un autore o autrice del passato. Chi vorresti incontrare e che cosa gli/le chiederesti?
Vorrei incontrare Baudelaire, la sua fitta foresta di simboli, e vorrei intervistarlo, a voce, poco prima della sua dipartita, avrei tante cose da chiedergli, ma ho cinque minuti giusto? Ecco allora cosa gli direi: “Charles nel futuro verrai rivaluto forse come il più grande della letteratura moderna, sino a che vivrai ti dico che nessuno ti apprezzerà, ma a postumi sarai forse il migliore. Lo avresti detto sul letto di morte? Sapevi di essere il gigante nella terra dei nani? L’albatros, che descrivi nella tua poesia, sapeva di non essere capito perché troppo in alto? Oppure queste cose le apprendi nel letto di morte dette da me? Una massa di ignoranti ti ha fatto sentire un mediocre?”
AVVISO PER UN ERRORE DI PROGRAMMAZIONE LA DESTINAZIONE DEL VIAGGIO È INCERTA.
SI PREGA IL PERSONALE DI NON AVVISARE IL PROSSIMO PASSEGGERO
ARRIVO A CASA DI LIALA, LA REGINA DEI ROMANZI ROSA (1934)
Grazie ancora, Daniele, per esserti prestato a questa intervista con disponibilità... Anche se forse adesso te ne sarai pentito!🤣
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Il Blog ha traslocato! Non è più sul Simplesite, vi sconsiglio tale dominio, ma è su Blogspot, precisamente su https://ilsalottoletterarioddp.blogspot.com. Grazie a Elisa per la disponibilità del sito e auguri a tutti!
Grazie! L'hai fatta benissimo. Anche se porca miseria se mancavo Baudelaire mi potevi fare arrivare da Dante no? XD